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Autore: Nao Yoshikawa    24/02/2020    14 recensioni
Sequel di "Biscotti bruciati con contorno di equivoci".
Per Beatriz è arrivato il momento di provare a pattinare per la prima volta, ma non sarà affatto facile. Soprattutto quando, a causa di una foto molto compromettente, lei ed Alexandra si ritroveranno a litigare.
Nonostante sentisse le mani gelide, Beatriz si aggrappò ancor più saldamente alla sua ragazza. Doveva semplicemente respirare e non farsi prendere dal panico. Se il primo tentativo era stato un totale disastro, dopo andò un po’ meglio: Beatriz riuscì a spostarsi di qualche centimetro.
«H-hai visto?» esclamò allargando le braccia. «Non sono caduta, non sono… ah!»
Il suo gioire la portò a perdere la concentrazione, ma per fortuna a sostenerla trovò di nuovo le braccia di Alex.

Quinta classificata a "Il contest delle prime volte" indetto da inzaghina.EFP sul Forum di EFP.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Bea&Alex'
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Tutta questione di equilibrio 
 
Beatriz era certa che quella non fosse una buona idea. Non era mai stata un tipo sportivo, contrariamente ad Alexandra che aveva un’energia invidiabile, ma non era riuscita a dirle di no.
«Non sono sicura di voler fare questa cosa. Io non ho mai pattinato sul ghiaccio. E goffa come sono rischio di scivolare.»
La ragazza si strinse nel suo cappotto, osservando dei bambini che pattinavano agilmente, ritrovandosi anche ad invidiarli.
Lei era davvero più goffa di quanto potesse sembrare e, soprattutto, non voleva fare brutte figure davanti a nessuno.
Davanti ad Alexandra in particolare.
«Beh, c’è una prima volta per tutto, d’altronde. Prometto che non ti farò cadere, hai la mia parola!» Alexandra si portò una mano sul cuore, in segno di giuramento. Beatriz era a dir poco adorabile e forse dopo gliel’avrebbe anche detto, perché amava vederla arrossire.
Non si erano più lasciate dalla vigilia di Natale. Era passato solo un mese e mezzo, quasi due in realtà, ed erano diventate inseparabili. C’era anche stato un bacio fugace, la notte di Capodanno, ed era stata Beatriz a fare il primo passo, ovviamente.
Quella ragazza era una forza della natura, impulsiva quanto audace e ciò si sposava bene al suo carattere più timido e riflessivo. Le aveva rubato un bacio e ciò le era piaciuto parecchio, peccato non avesse più avuto il coraggio di ricambiare. Si frequentavano oramai da un po’ e si dispiaceva di non riuscire a dimostrare facilmente il suo affetto, non fisicamente almeno. Ma Beatriz non glielo faceva mai pesare. Aveva appreso quel lato del suo carattere e stava imparando ad amarlo.
«Sicura che non mi farai cadere? Guarda che io peso!» borbottò, rossa in viso. Alexandra alzò gli occhi al cielo, afferrandola per mano. Beatriz era bellissima e, davanti quella facciata di sicurezza, nascondeva in realtà un’insicurezza notevole.
«Sì, certo, come no! Allora, che aspetti a metterti i pattini?»
Alla fine dovette arrendersi. Certo che lei e Alex erano davvero una bella coppia. Non di quelle tutte rosa e fiori, anzi, discutevano spesso dati i loro caratteri diversi e le loro insicurezze, ma facevano pace dopo nemmeno cinque minuti, dato che non riuscivano a stare separate troppo a lungo.
Con un sonoro sbuffo, Beatriz indossò i pattini che le erano stati regalati qualche anno addietro ma che non aveva mai usato. Alexandra era già sfrecciata sul ghiaccio ed era piuttosto veloce ed abile, nonostante fosse lontana dall’essere una professionista. La vide fare una giravolta e poi voltarsi nella sua direzione, con un sorriso splendido.
«Coraggio, il ghiaccio non ti mangia mica!» la incitò.
Beatriz sospirò e decise di smettere di pensare all’enorme figuraccia che avrebbe fatto di lì a poco. Si mosse, insicura e attenta, arrivando alla pista e cercando di reggersi alle sbarre d’appoggio.
«Va bene, d’accordo, il ghiaccio è mio amico, non mi farà male… almeno spero!» disse fra sé e sé.
Poco dopo Alexandra arrivò davanti a lei, pattinando spedita.
«Oh, hai visto? Il fatto che tu non sia caduta è una buona cosa.»
«Non è divertente, Alex! Piuttosto, dammi una mano!» Beatriz si divincolò come una forsennata, allungando le braccia per aggrapparsi a lei. Alexandra afferrò subito le sue mani, cercando di reggerla.
«Senti, non è difficile, è tutta questione di equilibrio.»
«Nel caso non te ne fossi accorta, io non ho equilibrio. E voi che avete da guardare? Sono in fase di rodaggio, capito?!»
Aveva detto ciò rivolta ad un gruppo di ragazzini che ridevano nella sua direzione. E in effetti torto non si poteva dare loro, forse anche Alex avrebbe riso a quella scena così comica, ma si trattenne.
«Non badare a loro. Ti tengo io, comincia a muoverti. Ma non buttarti come un peso morto, altrimenti cadremo entrambe!»
«E va bene, d’accordo! Ma io continuo a pensare che questa sia una pessima idea!»
Beatriz si artigliò ad Alex, tremante come una foglia. Cercare di non scivolare su quella lastra di ghiaccio era difficile, ma lei era in grado di infonderle sicurezza… circa.
«Oh, no. Che succede se il ghiaccio si rompe e cadiamo giù? Non voglio morire…!»
Alexandra non poté fare a meno di ridere, Beatriz aveva sempre un qualcosa di comico.
«Guarda che non funziona mica così. Coraggio, allora adesso ti lascio.»
«Cosa?! No, ferma! Non ci provare neanche!»
A niente erano valse le sue parole. Alexandra indietreggiò e, nel momento in cui ciò accadde, Beatriz si ritrovò ad agitarsi come un pesce nella rete per cercare di mantenersi in equilibrio.
«Questo non è corretto, come faccio adesso?!»
«Di cosa ti lamenti? Stai andando bene, suvvia!» Alex si sforzò ancora una volta di non ridere, peccato fosse difficile, quella sua goffaggine era a dir poco adorabile. Beatriz provò a muovere le gambe, con il risultato di scivolare.
«Ti ho presa!» esclamò prontamente Alex, afferrandola per i fianchi. «Non sei poi così male.»
Con il viso arrossato e i capelli sul viso, Beatriz sbuffò. Poteva non sembrare, ma tendeva a scoraggiarsi molto facilmente.
«Traditrice. Dì la verità, tutto ciò ti diverte!»
«N-no! Come puoi pensare una cosa del genere?» alzando gli occhi al cielo, l’aiutò a ritrovare il suo equilibrio. «Avanti, riproviamo.»
Avrebbe riprovato, nonostante la brutta figura appena fatto. Dopotutto lei adorava compiacere Alex, dimostrarsi capace e perfetta, anche se poi di certo non lo era.
Soprattutto non era perfetta.
Nonostante sentisse le mani gelide, Beatriz si aggrappò ancor più saldamente alla sua ragazza. Doveva semplicemente respirare e non farsi prendere dal panico. Se il primo tentativo era stato un totale disastro, dopo andò un po’ meglio: Beatriz riuscì a spostarsi di qualche centimetro.
«H-hai visto?» esclamò allargando le braccia. «Non sono caduta, non sono… ah!»
Il suo gioire la portò a perdere la concentrazione, ma per fortuna a sostenerla trovò di nuovo le braccia di Alex.
«Te l’avevo detto io, hai solo bisogno di fare pratica. Vuoi riprovare?»
«Sì, ma prima avrei bisogno di una pausa… e di bere qualcosa di caldo», borbottò Beatriz, facendo sorridere Alex.
«Nella borsa ho un thermos con del tè caldo, bevi pure quello.»
Beatriz in seguito si ritrovò a sospirare, quando i suoi piedi toccarono del terreno stabile. Imparare a pattinare era più difficile di quanto pensasse, ma Alex era una brava insegnante. Forse lei era una pessima allieva, ma quelli erano dettagli. Si sedette sulla panca di legno dove avevano lasciato le borse. Mentre cercava, sentì il cellulare di Alexandra squillare.
«Oh, accidenti», sbuffò lei, afferrandolo per poi rispondere, senza neanche guardare il mittente. «Sì?»
«Ah, sei tu Beatriz», dall’altro lato sentì la voce di Nathaniel.
Il povero Nathaniel. Il migliore amico di Alex recluso a vita nella terribile friend-zone. A Beatriz stava simpatico, nonostante in teoria si stesse parlando di un suo rivale in amore, ma visto che Alex non aveva quegli interessi, poteva stare tranquilla. E poi Nath si era dimostrato sinceramente contento per loro quando aveva saputo che uscivano insieme, nonostante ci fosse rimasto un po’ male.
«Nath! Scusa, io e Alex eravamo sulla pista di ghiaccio, mi stava…beh… non stavamo facendo niente, devo dirle qualcosa?»
«Riferiscile solamente che noi faremo un po’ tardi, ma arriveremo!»
Beatriz sorrise, a disagio.
«A-Arrivare dove esattamente?»
«Ma come? Alla pista di pattinaggio. Alex non te l’ha detto?»
Cosa non le aveva detto? Che tutti i loro amici l’avrebbero vista nel suo goffo tentativo di non cadere sul ghiaccio gelido? Una cosuccia da niente, certo.
«Deve esserle sfuggito di mente», mantenne il suo sorriso nervoso. «Allora… glielo riferirò. Ci vediamo tra poco, Nath.»
Gli chiuse il telefono in faccia senza neanche dargli il tempo di dire una parola e rimase per qualche istante a riflettere.
«Questo è un disastro! Alex, perché non mi hai detto che venivano anche gli altri? Io non voglio fare una brutta figura!» esclamò in direzione della ragazza, che stava volteggiando tranquillamente.
«Ma quale brutta figura? Vedrai che andrai benissimo.»
«Certo, come no», borbottò, piagnucolando. Adesso ne aveva la certezza, doveva imparare a pattinare, era troppo orgogliosa per fare brutte figure. Ma standosene lì non avrebbe risolto nulla, doveva tornare da Alex. Fece per riposare il telefono della sua ragazza in borsa, quando una notifica la bloccò. Non era da lei spiare le conversazioni altrui, specie le sue. Non lo aveva mai fatto ed in verità l’avrebbe anche ignorato se solo quel messaggio, di una conversazione su facebook, non avesse contenuto qualcosa di molto compromettente: si trattava di una foto. Una foto osé da parte di un’altra ragazza. Beatriz fissò lo schermo, come imbambolata, sentendo il cuore battere a mille e lo stomaco contorcersi nella fastidiosa morsa della gelosia.
Le ci volle qualche istante per rimettere a posto i pensieri, ma in realtà dubitava di essere nel pieno della sua lucidità mentale. Lesse il nome della ragazza, di cui aveva già sentito parlare: era una tizia ispanica di nome Lola con cui Alex si teneva in contatto tramite social. Non che la cosa l’infastidisse particolarmente, la sua ragazza aveva molti amici online, ma gli amici non mandavano foto provocanti! Perché era successo? Sicuramente non poteva essere la prima volta. Scorse la chat, rendendosi conto che sfortunatamente non capiva nulla, visto che le due si parlavano in spagnolo, la lingua preferita di Alex.
Maledette ispaniche, cos’hanno loro che io non ho?!
Beatriz strinse il cellulare così forte che ebbe quasi paura di romperlo. Sicuramente Alex le doveva delle spiegazioni e questa volta anche col cavolo che avrebbe trattenuto la sua gelosia. Perché lei di natura sapeva essere molto, molto possessiva.
«Bea! Allora? Vieni o no?»
La voce di Alex le apparve lontana ed ovattata. Nella sua testa vi erano già i peggiori scenari apocalittici. E se lei la stesse tradendo? Con un’ispanica conosciuta online? Questo era assurdo, ma se quella Lola le aveva mandato una foto del genere, evidentemente dovevano essere molto in confidenza. Prese un profondo sospiro, voltandosi a guardarla e avvicinandosi.
«Alexandra Fly!»
«C-cosa?! Quando mi chiami anche per cognome non è un buon segno!»
«No, infatti! Allora, vuoi spiegarmi che cos’è questo?!»
Alexandra sgranò gli occhi, impreparata a quello che le si era appena palesato davanti: la chat con Lola e una foto che quest’ultima le aveva appena mandato. Distolse subito lo sguardo, posandolo piuttosto su Beatriz.
«D’accordo, innanzitutto: cosa diavolo ci facevi tu con il mio telefono in mano?!» scattò subito sulla difensiva, sentendosi profondamente in imbarazzo. Beatriz serrò le labbra, assumendo uno sguardo che avrebbe fatto paura a chiunque.
«Ti do l’occasione di riformulare la frase», sussurrò minacciosa.
«Amh… non è come sembra?» mormorò, non molto convinta in realtà. Beatriz era buffa e tenera, ma quando era in preda ad una crisi di gelosia era molto – molto – inquietante.
«Sto aspettando, Alexandra. Parla.»
Alex non era proprio conosciuta per la sua sensibilità. La maggior parte delle volte non lo faceva neanche a posta, ma sapeva essere rude.
«Che cosa dovrei dire? Sapevi che io e Lola parlavamo.»
«Sì, che parlavate, appunto! Cosa significa questo foto? Tu mi tradisci?» domandò con fare teatrale, senza neanche accorgersene. «Vi siete mandate delle foto sconce? Nemmeno io e te siamo arrivate a questo livello!»
«C-cosa? Non ci siamo scambiate foto erotiche! O almeno, dalla mia parte non c’è stato niente, dal momento che non sono interessata. Però lei continua a mandarmele e la cosa mi mette a disagio.»
«Allora non è la prima volta, avevo ragione!» Beatriz strinse un pugno. «Come hai osato nascondermelo?»
Ad Alex venne istintivo indietreggiare. Forse avrebbe fatto meglio a rimanersene zitta, ma oramai era troppo tardi.
«Io l’ho solo omesso perché non è niente di importante! Le ho detto di non mandarmi altre foto del genere perché sono impegnata, ma non vuole ascoltarmi. E poi cosa credi, che mi metta lì ad ammirarle? Cancello sempre tutto.»
Beatriz l’ascoltò, annuendo lentamente.
«Certo, quindi adesso tu sei la vittima? Hai deciso da sola che non fosse importante dirmi certe cose.»
«Ma Beatriz…!»
L’altra ragazza però la frenò con un brusco cenno della mano.
«Ti sarei grata se non mi parlassi. Sono così arrabbiata che… ah!»
Alexandra vide la sua ragazza passarle davanti. Beatriz era molto emotiva e quando si lasciava andare non riusciva più a fermarsi. Lei invece era tutto il contrario. Ponderava, alcune volte anche troppo. Ed era terribilmente orgogliosa. Si sedette, con un sonoro sbuffo. Non riusciva a comprendere perché si fosse così arrabbiata, ma forse anche lei al posto suo avrebbe reagito così. Solo perché era più brava a non farlo vedere, non voleva dire che non provasse gelosia. Dopotutto, Beatriz era bellissima e affascinante, la guardavano in molti, nonostante lei non se ne accorgesse.
Sollevò il viso verso la pista di pattinaggio, non riuscendo a credere ai suoi occhi: Beatriz stava tranquillamente in piedi sul ghiaccio. Quando era successo?
Si alzò, decidendo di raggiungerla. E sì, magari anche affrontarla.
«Bea!» la chiamò.
«Cosa non ti è chiaro della frase “non voglio parlarti”, eh? Cosa? Sei venuta qui per infierire? Per dirmi di smettere di comportarmi d pazza? Cosa?»
Alexandra l’afferrò per i polsi, cercando di non farsi colpire.
«Tu stai in equilibrio!»
«…Io cosa?», mormorò, abbassando lo sguardo sui propri pattini. Era stata talmente accecata dalla rabbia e dalla gelosia da non essersi nemmeno accorta di essere tornata sul ghiaccio, mantenendosi in perfetto equilibrio. Era a dir poco sorprendente, era bastato non pensarci per riuscirci.
«Pattino! Io pattino!» per un breve istante si dimenticò di ogni pensiero negativo per godere di quella piccola vittoria. Ma fu proprio la gioia del momento a portarla a scivolare rovinosamente contro il ghiaccio. Ben presto Beatriz si ritrovò seduta, infreddolita ed anche dolorante, mentre i ragazzini di poco prima ridevano in lontananza.
«Oh, cavolo! Bea, stai bene? Ti sei fatta male?» domandò Alexandra preoccupata. Le labbra di Beatriz tremavano e, come se fosse stata una bambina, incrociò le braccia al petto.
«Avevi promesso che non mi avresti fatta cadere! Ed invece guardami! Ah, ci credo che preferisci quella Lola a me, deve essere sicuramente più posata…»
«Bea…»
«Più bella e intelligente…»
«Bea…»
«E sicuramente più matura.»
«BEATRIZ!»
Alexandra non resistette più. Doveva trovare il modo di zittirla e ben presto capì come fare. La baciò. E funzionò. Nel momento in cui Beatriz sentì le labbra della ragazza sulle proprie, effettivamente si zittì, ora accaldata ed anche sorpresa: non era da Alex lasciarsi andare a certe effusioni in pubblico, timida per com’era.
Però ne fu felice. Si sentì letteralmente sciogliere e – nonostante fosse ancora arrabbiata – ricambiò volentieri il bacio, accarezzandole i capelli profumati. Alex rimase stretta a lei per un tempo che parve infinito, dovette richiamare tutto il suo autocontrollo per riuscire a staccarsi. Non che Baetriz le rendesse le cose facili.
«Aspetta, non staccarti», sussurrò infatti a pochi centimetri dalle sue labbra, aggrappata al suo braccio.
«M-ma almeno prima alzati, no? Ti beccherai la febbre, altrimenti», riuscì a convincerla.
Poco dopo, le due ragazze si ritrovarono sedute sulla panchina, in silenzio. Beatriz aveva smaltito gran parte della rabbia, adesso era rimasta solo la tristezza e anche il senso di vergogna. Odiava fare scenate e odiava quella sua emotività, ma non riusciva a controllarsi. Alex, dal canto suo, non stava certo meglio. Era troppo dura e fredda e spesso tendeva a ferire le persone senza nemmeno accorgersene. Aveva sbagliato a nascondere la questione delle foto a Beatriz.
«Emh… senti, Beatriz. Mi dispiace, dico sul serio. Io non sono interessata a Lola. Di solito chiacchieriamo e basta, ma un giorno all’improvviso ha iniziato a mandarmi delle foto e… non lo so, è stato assurdo! Ma posso assicurarti che le ho cancellate davvero, puoi controllare il mio cellulare se vuoi.»
Beatriz la guardò stancamente, scuotendo il capo.
«Non voglio controllarlo. Voglio solo sapere perché non me l’hai detto.»
«Perché… non la ritenevo una cosa importante. Perché non lo è, ma sei la mia ragazza e avrei dovuto dirtelo subito. Tu al mio posto l’avresti fatto. E poi non volevo darti preoccupazioni.»
Alexandra tendeva ad essere molto protettiva. Forse alle volte sbagliava i modi, ma per Beatriz si sarebbe anche fatta mettere sotto un camion.
«… Davvero le hai chiesto di smettere di mandarti certe foto?»
Alexandra annuì, mesta.
«Glielo ripeto in continuazione. Mi trovo bene a parlare con lei, ma a volte dice e fa delle cose che mi lasciano perplessa. Credo di piacerle.»
Beatriz alzò gli occhi al cielo.
«Ma davvero? Beh, se per farti capire che mi piacevi dovevo fare questo, avrei agito subito», strinse un pugno. «Mi sento così gelosa. Tu hai visto il suo corpo! E l’ho visto anche io… Oh, lei è molto più bella di me. E poi è ispanica, quindi perdo in partenza! Vuoi forse negarlo? Non provare a prendermi in giro!»
«No, io non… oh!» Alexandra capì che doveva calibrare bene le parole. «D’accordo, Lola è bella e ha anche un corpo molto piacevole. Ma c’è una cosa che dimentichi: lei non è te. Tu sei un altro mondo, tu sei bellissima, sexy e morbida e… e…»
Si portò le mani davanti la bocca, capendo che forse aveva detto un po’ troppo. Fondamentalmente era timida, non era facile farle dire certe cose. Quando la vide arrossire, Beatriz sorrise.
«Lo pensi davvero? Ma tesoro, questo non me l’hai mai detto.»
«Perché mi vergogno!» borbottò. «E comunque Lola sa di te. Io parlo sempre e solo della mia ragazza. Lei dovrebbe essere gelosa, non tu!» aggiunse, oramai aveva perso completamente la faccia. Beatriz era un’insicura cronica e di certo avrebbe dovuto lavorarci, ma Alex le faceva bene all’anima.
«Ma allora tu non vuoi lasciarmi perché sono troppo gelosa, vero?»
«Che cosa? No, no, assolutamente! Guarda che sono troppo gelosa anche io. Solo che mi trattengo», Alexandra afferrò le sue mani delicatamente. «Al massimo dovrei essere io ad avere paura. Sono così fredda e scostante.»
«Credo che vadano bene entrambe le cose, se non si esagera. Anche noi troveremo il nostro equilibrio. Io non sono proprio brava, come hai visto», Beatriz sorrise ancora. «Allora… le dirai di darci un taglio una volta per tutte?»
Alexandra annuì.
«Le dirò che se non la pianta non le parlerò più. Il corpo che voglio vedere è solo uno…»
«Alex!» ridacchiò l’altra. «Quando ti lasci andare sei molto interessante», sospirò, poggiando la fronte contro quella della sua ragazza. «E pensare che è stata una giornata così sprecata…»
«Suvvia, questo non è vero. Sei riuscita a stare in piedi per qualche istante. Mi spiace se ti ho fatta cadere. Non accadrà più, promesso.»
«Vorrei ben vedere», Beatriz si staccò, alzandosi in piedi. «Allora, forza. Fin ora è stato un mezzo disastro, ma ora è praticamente impossibile che vada peggio!»
Alex si alzò, stringendo la sua mano. Insieme tornarono sulla pista di ghiaccio, questa volta Beatriz aveva un rinnovato buon umore. Riuscì a staccarsi da Alexandra e provò a muoversi da sola, dopotutto l’aveva già fatto, quindi non era un’incapace.
Con il giusto equilibrio tutto era possibile.
«Ehi, Alex. Alex, guardami! Vado da sola!» esclamò Beatriz, ridendo, meravigliandosi di essere riuscita nel suo scopo.
Alexandra allora si perse a guardarla. Lei era bella, la più bella al mondo. Non esisteva più niente. Forse con il tempo si sarebbe sciolta, lo sperava davvero, perché Beatriz meritava di sentirsi dire che era assolutamente perfetta così. Meritava di essere baciata, ancora. Silenziosamente si avvicinò, cingendola per un fianco e la guardò negli occhi. La sua ragazza ricambiò lo sguardo, socchiudendo le palpebre. Poco dopo Alex la stava baciando.
Come prima, ma questa volta senza poter più smettere.
«Ehi, ragazze! Eccomi!»
Nath arrivò correndo e sbracciandosi, nella speranza di farsi notare. Quando vide però le due abbracciate, intente a baciarsi, fu costretto a fermarsi. Con un profondo sospiro, alzò gli occhi al cielo.
«Insomma. Va bene che sono rassegnato, ma non potrebbero evitare?!

Nota dell'autrice
Questo contest si basava sulle "prime volte". Volevo scrivere qualcosa di leggero e divertente su queste due pazze sclerate, quindi perché non scegliere della prima volta in cui si va a pattinare? (cosa che tra l'altro io non so fare). Il mio prompt poi era quello di un "litigio" quindi era perfetto. Come la scorsa storia, anche questa è basata su eventi realmente accaduti, non dico cosa, dico solo che io e Beatriz scleriamo allo stesso modo, ecco. Torna in un cameo anche Nath, il povero friendzonato, alla prossima storia gli trovo una fidanzata, parola di girl scout [?].
Spero che questa storia sia risultata simpatica, la commedia non  è proprio il mio genere.
 
 
 
   
 
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