DOPO LA TEMPESTA, VERRA' IL SERENO

Come aveva potuto fargli questo? Hiro-san guardava fuori dalla finestra nella sua casa, vuota. Nowaki non c'era più. O meglio, esisteva ancora, ma soltanto negli Stati Uniti. Era partito senza dire nulla. Lo aveva odiato per questo, anche se non era partito per diletto. Nowaki voleva diventare un medico pediatra, e aveva tutte le carte per riuscirci. Si guardò intorno alla ricerca della borsa, poi uscì chiudendo a chiave la porta, diretto al lavoro.
- Kamijioooooooooooo mio adorato! Dovresti essere meno serio... Cosa sono quelle rughe lì, in mezzo alla fronte?-
Miyagi, sempre il solito.
- Sarebbe meglio che ti dedicassi al tuo lavoro, caro Miyagi.-
- Okok non c'è bisogno di essere così freddi...-
Era un professore di Lettere all'università. A volte capitava che lavorasse fino a sera. Quella fu una di quelle volte.
- Miyagi io ho finito. Vado a cas...-
- Resta qui.-
Miyagi si era pericolosamente avvicinato alla sua bocca. Uno schianto della porta li fece voltare entrambi. Nowaki entrò come una furia, pronto a scagliare un pugno sul viso di Miyagi.
- Lui è mio! - ringhiò. - Fermo, sciocco, fermo! - gridava intanto Hiro-san, cercando di trattenerlo per un braccio.
Nowaki gli prese la mano e lo trascinò fuori.
- Cosa vuoi? Lasciami! -
- State insieme voi due? Non posso assolutamente accettarlo! -
- Che ti importa? Sei partito senza dire nulla, ed ora sei tornato, come se niente fosse... Che ti aspettavi?-
Hiro-san si liberò dalla stretta, e iniziò a correre. Nowaki lo seguì.
- Aspetta, Hiro-san! -
Finirono nella biblioteca deserta. La pioggia batteva contro i vetri delle grandi finestre dalle quali si intravedeva il cielo plumbeo. Hiro-san mise un piede in fallo, e stava per cadere.
- Attenzione! - gridò Nowaki, gettandosi su di lui. Erano a terra, entrambi, con il respiro affannoso della corsa.
Minuti di silenzio che sembravano un'eternità.
- Tu non hai la minima idea di come mi sia sentito...in quest'ultimo anno...-
- Scusami. Ma non posso accettare che le cose finiscano così tra noi. In questi 6 anni, tu hai raggiunto consistenti obiettivi professionali... Io invece sono solo uno studente... E poi... sono 4 anni più giovane di te... Non posso fare nulla riguardo all'età,ma... voglio essere io l'uomo che merita di stare al tuo fianco!-
- Che... che cosa intendi con "merita"? -
- Il piano di studio all'estero comprendeva due anni di durata... ma io ho fatto di tutto per terminarlo in uno. Era troppo forte la voglia di rivederti. Ma quando sono tornato, tu eri già diventato un professore associato, e il baratro tra noi è di nuovo aumentato. Ecco perché farò del mio meglio. Dovrò impegnarmi, altrimenti mi lascerai indietro. Voglio raggiungerti! Voglio diventare l'unico uomo degno di stare al tuo fianco per sempre.-
- Qual è il motivo che ti spinge fino a questo punto?-
- Perché dalla prima volta che ti ho visto sei diventato la persona più importante per me... più importante di me stesso.-
- Smettila di prendermi in giro! Questo non è uno scherzo stupido! Da quando ti ho incontrato la mia vita si è solo complicata! -
Cominciò a tirargli libri, dalla rabbia. Era furioso con lui. Le lacrime scesero copiosamente, senza che lui potesse fare qualcosa per fermarle.
- Perché diamine dovrei farmi sconvolgere da una persona come te...-
- Hiro-san...-
Nowaki gli si era avvicinato, e gli aveva preso le mani, ma Hiro-san cercava di divincolarsi.
- ...come te... Ti amo... Ti amo. Ti amo...ti amo maledizione! C'è qualcosa di sbagliato in questo? Ti amo, maledizione, stupido! Perché qualcuno come te? Questa è la situazione peggiore...-
- La verità è che forse è impossibile essere preparati razionalmente per tutto. Ma lascia che ti dica una cosa. Non c'è nessuno su questa terra che possa amarti quanto me. -
Nowaki abbracciò Hiro-san, forte, mentre le lacrime continuavano a scendere.
- Se solo... sapessi di essere la persona più importante della tua vita... allora potrei considerarmi anche la più felice.-
Hiro-san era sulle sue gambe. Lo baciò, con trasporto, un bacio e uno sguardo bagnato.
"Esiste forse un limite al quanto si può amare un'altra persona? Non importa quanto lo ferisca oppure venga ferito da lui... scopro di sperare, e lungi da me l'odiarlo, che quelle ferite da me inferte gli lascino dei segni come bruciature, tali da far sì che non possa mai dimenticarsi di me. Inoltre non ti permetterò mai e poi mai di lasciarmi. Tutto questo significa desiderare qualcuno profondamente e pazzamente. Non credo che sarò più in grado di amare così nessun'altro."
Mentre Hiro-san pensava tutto questo, Nowaki lo aveva già spogliato della camicia. Fecero l'amore lì, su quel pavimento freddo, dandosi l'uno all'altro, perché si amavano. Sì, si amavano come mai nessuno al mondo.

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Nowaki camminava lungo la strada di casa. Era appena uscito dall'ospedale. Andava a passo svelto: la voglia di rivederlo era troppo intensa.
- Sono a casa! - esclamò entrando e richiudendo la porta dietro di sé.
Hiro-san era seduto sul pavimento a leggere un libro.
- Ciao, com'è andata oggi? -
- Non male... Mi sei mancato sai...-
- Ma se ci siamo visti questa mattina?! -
Nowaki gli si avvicinò, abbracciandolo da dietro.
- Che diavolo stai...-
- Shhhhhhhhhhh...- Nowaki voltò leggermente con l'indice il viso di Hiro-san, prima che si perdessero in un lungo bacio.
- Hiro-san...-
- Sì? -
-Suki desu.-