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Autore: Bloodred Ridin Hood    25/02/2020    1 recensioni
Commedia sperimentale sulle vicende di vita quotidiana della famiglia più disfunzionale della saga.
Immaginate la vita di tutti i giorni della famiglia Mishima in un universo parallelo in cui i suoi membri, pur non andando esattamente d’accordo, non cerchino di mandarsi all'altro mondo gli uni con gli altri.
[AU in contesto realistico] [POV alternato]
[Slow-burn XiaoJin, LarsxAlisa] [KazuyaxJun] [Accenni di altre ship]
[COMPLETA]
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Jin Kazama, Jun Kazama, Lars Alexandersson
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tea Parties Can Be Fun Too
(Asuka)

“Buon pomeriggio Xiao!” esclamo.
“Asuka?” risponde lei dall’altro capo del telefono.
“Sì, sono io!” confermo “Ti ho chiamato perché… sai che questo periodo sono un sacco incasinata con lo studio e con i corsi di recupero, no?”
“Mm... sì?” fa lei un po’ confusa.
“Ecco… Il punto è che con tutto questo studio mi sono completamente dimenticata di domani… e non abbiamo più parlato di...” 
“Domani?” chiede lei confusa.
“Domani abbiamo l’allenamento con Heihachi no?” le ricordo.
“Sì. E quindi?”
“Ecco ehm…” cambio orecchio e comincio a passeggiare per la stanza “Avevi detto che ci avresti aiutato per… quella cosa.”
“Quella cosa?” ripete confusa.
“Xiao!” mi acciglio “Quella cosa! Non dirmi che te ne sei dimenticata!”
“Oh! Aiutarti a far addormentare Heihachi?” sembra ricordarsene solo adesso.
“Esatto!” rispondo “Hai pensato ad un piano?”
“Piano!” ripete poco convinta “Asuka non è che ci sia un vero e proprio piano… io ho detto solo che c’è un metodo che funziona sempre -o quasi sempre- con mio nonno, e presumo che possa funzionare anche con i nonni degli altri ma…” 
“E… la tua idea sarebbe?”
“Allora, tanto per cominciare, se vuoi far addormentare un nonnetto devi chiedergli di parlare del suo passato.”
“Cosa?!” 
“Sì, i vecchi adorano rivivere le storie della loro gioventù! E una volta che cominciano non si fermano più.” 
Aggrotto le sopracciglia e cambio di nuovo orecchio. Se è questo è tutto quello che abbiamo sono molto, molto scettica. 
“Xiao, dobbiamo addormentarlo, non ho alcuna intenzione di stare a sentire le avventure del baldo giovane Heihachi!”
“Aspetta, non ho finito!” riprende lei “Sai cos’altro adorano i nonnetti?”
“Cosa?” chiedo poco convinta.
“Il sake.”
“Il sake.” ripeto io perplessa “Vuoi fare ubriacare Heihachi facendogli raccontare storie del suo passato?”
“Beh, l’idea era quella.”
Sospiro.
“Xiao, è di Heihachi che parliamo! Io credo che...”
“Beh, come ti ho detto questo era il mio metodo per uscire di nascosto quando ero in punizione. Mi fingevo tanto pentita, convincevo mio nonno a raccontarmi di quando era giovane, una cosa tira l’altra e il giorno dopo neanche ricordava...”
“Xiao… stai forse dicendo che hai portato tuo nonno all’alcolismo?!” 
“Hey! Non ho detto questo!” ribatte lei, poi ci ripensa un secondo “Oddio…”
Alzo gli occhi al soffitto.
“Dunque, facendo il piano della situazione. Domani abbiamo l’occasione perfetta per avvicinarci al bersaglio, ma non abbiamo un vero piano.” riprendo “Non riusciremo mai a fare questo dannato test!”
“Ma… è così importante per voi?” chiede Xiaoyu.
“Come?”
“Intendo dire, tu e Jin non siete direttamente coinvolti nella cosa, perché ci tenete così tanto ad avere la conferma che Lars sia veramente…”
“Xiao, per una volta la possibilità di sapere qualcosa sulla famiglia che nessun’altro sa…” inizio a rispondere cercando di spiegare, ma poi decido che è meglio evitare “Lasciamo stare… tu non ti immagini come siano le cose qui, non potresti capire.” 
“O...kay?” fa lei confusa.
“Grazie comunque per il tuo aiuto.” riprendo con un sospiro “Domani proviamo ad avvicinarci a lui come dici tu, poi ci inventeremo… mi inventerò qualcosa che possa funzionare.”
Xiaoyu inizia a rispondere qualcosa, ma un rumore alle mie spalle mi distrae.
“Asuka…” 
Mi volto, Jin ha aperto la porta della mia stanza.
“Che vuoi?!” chiedo abbassando il cellulare “Sono al telefono!”
Mi guarda con la sua solita aria annoiata, con le mani dentro alle tasche dei pantaloni.
“Lars e Alisa sono tornati.” mi informa monotono.
Al che rispondo con un gran sorriso.
Riavvicino il telefono all’orecchio.
“Lars e Alisa sono tornati!” condivido la notizia anche con Xiao.
“Oh wow!” risponde lei.
“Finalmente!” esclamo felice. 
In tutto ciò Jin mi guarda con una smorfia come se stesse osservando uno strano brutto animale. 
“La cosa ti rende davvero così felice?” chiede stupito.
Come cavolo fa questo essere a riamanere sempre impassibile a tutto? Possibile che non gli siano mancati neanche un pochino?!
“Vuoi scherzare?!” rispondo alzando un sopracciglio “Finalmente avrò di nuovo qualcuno con cui condividere due chiacchiere a casa!”
Mi riporto il telefono all’orecchio.
“Xiao, ci vediamo domani! Ora devo assolutamente andare a riabbracciarli. Ciaociao!”
click
Lancio il telefono sul letto e mi fiondo fuori dalla stanza, scansando Jin dalla soglia con uno spintone.
“Lars! Alisa!” Jin mi incenerisce con lo sguardo come lo tocco, ma me ne frego alla grande “Siete tornati finalmente!!” 
Loro sono lì, alla fine del corridoio, che hanno appena portato le valigie al piano superiore.
“Asuka-san!” sorride Alisa nel vedermi.  
“Non potete immaginare quanto mi siate mancati! Le giornate erano così grigie in questa casa senza di voi!” dico lanciando un’occhiataccia a Jin. 
Davvero! Negli ultimi tempi mi ero talmente abituata alla compagnia di Lars e Alisa a casa che avevo dimenticato quanto fosse noiosa e irritante la compagnia di Jin. 
“Anche tu ci sei mancata, Asuka-san.” risponde Alisa con il suo solito tono gentile, venendo poi ad abbracciarmi.
Poi imbarazzata guarda Jin, probabilmente riflettendo se sia il caso di ripetere il gesto con lui, ma Jin prontamente l’anticipa.
“No.” sussurra acido, togliendole ogni dubbio.
Alisa deglutisce e annuisce velocemente, con quella che sembra anche un’espressione vagamente risollevata.
Io gli do un pugnetto sulla spalla, ma ormai non mi sorprendo più. Mio cugino è totalmente senza speranze, un iceberg asociale che non capirà mai niente in fatto di rapporti umani.
Lasciando perdere la maleducazione di quell’idiota di mio cugino, mi avvicino intanto ad abbracciare anche Lars, che solo ora noto avere un piede ingessato. 
“Hey, ma che ti è successo?!” chiedo preoccupata.
“Niente di che… solo una piccola frattura cadendo da… beh, è una lunga storia.” farfuglia con un sorriso.
“Come è andata la spedizione?” chiedo allora.
Lui e Alisa si scambiano un’occhiata silenziosa.
“Piuttosto bene.” dice poi Lars “Abbiamo portato a casa qualche informazione utile per la mia ricerca.”
“Oh ottimo!” esclamo con un sorriso “Un momento, dov’è che eravate?”
“Quindi Heihachi avrà quel che gli spetta?” mi sovrasta Jin incrociando le braccia al petto.
Lars esita qualche secondo, poi guarda Alisa, e infine decide di rispondere.
“È presto per dirlo, ma abbiamo il nome di una persona che potrebbe darci una mano.” spiega.
“Beh, è solo questione di tempo quindi, giusto?” chiedo io.
“Me lo auguro.” risponde Jin “Anche perché… il vecchio potrebbe avere in mente qualcosa di strano.”
Lars alza un sopracciglio.
“Sì, qualche giorno fa io e Jin siamo stati seguiti da qualcuno.” spiego a quel punto tornando seria.
“Siete stati seguiti da qualcuno?” ripete Lars allarmato.
Jin annuisce.
“Ci ha anche aggredito in un certo senso.” continua Jin “È stato molto strano. Kazuya dubita che Heihachi abbia a che fare con questo episodio dato che… beh, sembrava piuttosto… come dire… “mal improvvisato” come inseguimento, ma a rigor di logica chi altro potrebbe esserci dietro se non il vecchiaccio?!”
Lars lo guarda dubbioso.
“Comunque, chi è la persona che dovete cercare?” riprende Jin.
Lars e Alisa si scambiano un’occhiata silenziosa.
“Allora?” insiste Jin con una certa impazienza “Abbiamo davvero qualcosa di concreto o no?”
“Il problema è che la persona che cerchiamo potrebbe aver cambiato ancora il suo nome.” spiega vaga Alisa “Quindi… l’operazione potrebbe richiedere più tempo del previsto. È meglio che non ci facciamo troppe aspettative per il momento.”
Jin aggrotta la fronte.
“Davvero?! Quindi in pratica non abbiamo ancora niente.” constata secco. 
“Forse è meglio che ora ci lasciate risistemare i bagagli e…” prova a dire Lars.
“Chi sarebbe questa persona?” insiste ancora Jin.
Lars sospira.
“Una ricercatrice che ha lavorato al progetto.” risponde poi.
Jin alza le spalle.
“E quale sarebbe questo nome?!” continua “Magari Kazuya o mia madre la conoscono.”
“Ne dubito, era un nome falso, ma comunque…” inizia a dire Lars.
“... Emma Kliesen.” risponde Alisa nel mentre.
Passa qualche secondo di silenzio, durante il quale Alisa sembra pentirsi della sua risposta.
“Non dovevo dirlo?” chiede timidamente a Lars, ma lui la tranquillizza con un piccolo sorriso.
“Emma Kliesen…” ripete Jin pensieroso.
Lars alza lo sguardo su di lui.
“Ti dice qualcosa?” chiede scrutandolo “Non era il nome che usava durante il suo periodo trascorso alla Zaibatsu, per questo dubito che Kazuya possa conoscerla.”
“No, ma è strano perché…” riflette Jin a voce alta “... questo nome in effetti mi dice qualcosa.”
“Sul serio?!” esclamo io fiduciosa.
“Ma non riesco a ricordare cosa.” conclude.
“Wow, sei molto utile allora!” borbotto.
“Cioè hai già sentito questo nome?” gli domanda allora Lars.
Jin ci riflette ancora un po’ in silenzio.
“Sì, credo non sia la prima volta che lo sento, ma non ne sono sicuro.” 
“Probabilmente si sta sbagliando.” alzo gli occhi al soffitto “Jin sente i nomi stranieri tutti allo stesso modo! Non riesce neanche a ricordarsi il nome di Lucky Chloe!”
“Sta’ zitta!” sbotta lui scocciato “So di cosa sto parlando! Credo davvero di conoscere questo nome!”
“Davvero?” chiede ancora conferma Lars.
“... beh, credo.” sottolinea ancora Jin.
“... quindi non lo sapremo mai.” aggiungo io con una mezza smorfia.
Lui sbuffa.
“Mi verrà in mente!” sbotta, prima di riinfilarsi le mani in tasca e andare a chiudersi dentro la sua stanza.
Lars riprende a zoppicare verso la sua camera, trascinando la valigia.
“Ehm lascia che ti aiuti!” esclamo, offrendogli un sostegno.
“Senti Lars…” riprendo poco dopo mentre entriamo nella sua stanza “Domani ci vedremo con Heihachi e cercheremo… di rubargli un po’ di DNA.” termino sottovoce.
Lui esita un po’ prima di portare la valigia sul letto.
“Così finalmente sapremo se mia madre ha detto la verità.” dice con un sorriso amaro.
Sospiro.
“Ecco, per l’appunto… ci ho pensato molto.” riprendo abbassando lo sguardo “All’inizio sai, sentivo di non potermi più fidare di te e volevo fare questo test per capire se avevi detto la verità, ma…”
Mi guarda dubbioso mentre apre la zip e inizia a disfare i bagagli.
“Insomma, io ti credo e…” mostro un piccolo sorriso “Se tu non vuoi che andiamo avanti con questa storia devi dircelo. Dopotutto si tratta del tuo DNA. È una cosa tua personale e…”
Lars sorride.
“Non ti preoccupare, Asuka. Dopotutto ho tradito la vostra fiducia, è comprensibile che vogliate avere la conferma. E poi d’altronde…” esita, forza un sorriso “Anche io non ho altro che la parola di mia madre… dentro di me è sempre rimasto un piccolo barlume di speranza che… si possa essere sbagliata.”
“Lars…” dico seria “Sei sicuro?”
Annuisce con decisione.
“Fatemi sapere se riuscirete a spedire il test.” sorride convinto.


Dover recuperare l’irrecuperabile alla fine dell’anno scolastico è un incubo senza precedenti. Mai nella vita mi sono ritrovata a dover cercare di recuperare così tante materie tutte insieme per evitare la bocciatura. E d’accordo, so che è stata colpa mia e di nessun altro. So benissimo che non avrei dovuto trascurare la scuola e che se mi fossi impegnata di più non mi sarei ritrovata in questa situazione disperata e bla, bla, bla.
Ma! È anche vero che ho passato uno degli anni più incredibili della storia dell’umanità. O per lo meno della mia vita. 
La ragazza è intelligente, ma sembra costantemente distratta, dicono i miei insegnanti. Ed è proprio questo il problema, con tutto quello che mi è successo ultimamente credo che sia un tantino comprensibile aver perso un po’ la concentrazione!
Insomma, sono un essere umano io, al contrario di Jin! Su di me, le cose che mi succedono intorno hanno un certo impatto! Io non riesco ad essere sempre distaccata, lasciar fuori qualsiasi cosa e studiare come se niente fosse. 
Purtroppo io non sono come lui e non riesco a mantenere una media perfetta anche dopo che la casa diventa un vero e proprio manicomio! Abbiamo visto tutti come Jin sia il tipo che preferisce arrivare a bucarsi lo stomaco dallo stress, piuttosto che perdere una posizione nella classifica dei secchioni della scuola. Beh, io purtroppo non sarò mai così!
Con questi pensieri sospiro ed entro nel bagno del primo piano, dopo l’ennesimo sabato mattina passato a scuola a seguire corsi di recupero.
Entro in uno dei camerini e inizio a cambiarmi. Lancio una rapida occhiata al mio orologio da polso e sbuffo. Sono un po’ in ritardo, oggi la lezione è finita un po’ oltre il suono della campanella. Al posto della divisa scolastica mi cambio in tuta da allenamento, infilo velocemente la divisa dentro allo zaino ed esco di nuovo nell’anticamera del bagno dove davanti ad un lavandino, intenta a mettersi il rossetto, trovo… Lili.
Mi guarda per un secondo, attraverso il riflesso dello specchio. Lei impeccabile come sempre, io con occhiaie, capelli in disordine e tuta da ginnastica. Mi squadra da testa a piedi, fa una smorfia e poi torna a concentrarsi sulle sue labbra.
Sospiro e faccio per lasciare subito la stanza, ma ovviamente Lili non può accontentarsi di lasciarmi andare così.
“Hai intenzione di dileguarti così facendo finta di niente?” chiede senza voltarsi.
Mi fermo la scruto confusa, mentre lei curva le labbra per distendere meglio il colore.
“Cosa vuoi Lili?” chiedo allora spazientita “Sappi subito che non ho tempo per le tue idiozie.”
Non risponde subito e ho l’impressione che lo stia facendo apposta. Chiude il rossetto e lo fa cadere dentro alla sua trousse di perline, che ha tutta l’aria di costare un bel po’, ed evita sempre di guardarmi.
“Non credi che sia il caso di risolvere la nostra disputa una volta per tutte?” chiede poi.
La guardo confusa.
“Disputa? Quale disputa Lili?! Ti rendi conto che è tutto nella tua testa?”
Solo a quel punto lei decide di degnarmi di un suo sguardo e mi rivolge un risolino antipatico.
“Sei seria?!” chiede fingendosi divertita “A chi vuoi darla a bere?” 
Alzo gli occhi al soffitto e torno a guardare nervosamente l’orologio.
“So benissimo che tu ti ritieni migliore di me.” dice con un sussurro carico di veleno “E penso che sia arrivato il momento di sfidarci e di stabilire una volta per tutte chi sia la migliore delle due.”
“Sfidarci?” ripeto perplessa “Una sfida di che tipo?”
“Di qualsiasi tipo, sono certa di poterti battere in qualsiasi campo!” continua impertinente.
Sono scioccata e ne ho davvero abbastanza.
“Lili, mettitelo in testa una volta per tutte, non mi interessa minimamente fare a gara con te!” dico allora “Perché sei così ossessionata dal voler essere migliore di me?! Non è salutare!”
Ed è a quel punto che mi rendo conto di quanto questa ossessione di Lili mi ricordi la stessa di qualcun altro di mia conoscenza.
“Oh... mio... dio…” mormoro arrivando a quella conclusione. 
Ebbene sì, Lili è la mia Hwoarang!
“Ti tiri indietro così quindi?” continua con tono secco e per un attimo me la immagino con i capelli arancioni “Non ti facevo così codarda, Asuka!”
Indietreggio, quasi spaventata.
“Fatti curare!” borbotto poi, prima di andarmene in fretta da lì.
È abbastanza disturbante, specialmente perché non me ne ero mai resa conto prima di adesso. 
Percorro velocemente il corridoio della scuola e mi dirigo in fretta verso l’uscita, mentre rifletto ancora sbigottita sulla cosa.
Quello che più mi lascia perplessa è che, al contrario di Hwoarang, che un motivo per volersi misurare con Jin, per quanto stupido, ce l’ha pure, io non ho mai avuto davvero a che fare con Lili prima che nascesse questa sorta di rivalità unilaterale.
Insomma, cosa mai potrò averle mai fatto per meritare questa antipatia?!
Con questi pensieri, raggiungo abbastanza presto il complesso della Mishima Zaibatsu, dove tra un quarto d’ora (sono in super ritardo!) avremo l’appuntamento con Heihachi per iniziare il super allenamento.
Jin e Xiaoyu, che -beati loro- non hanno corsi di recupero di inglese da seguire il sabato mattina, dovrebbero già essere in palestra, dove abbiamo appuntamento per riscaldarci insieme. Ed è ovviamente l’occasione giusta per parlar loro del mio piano, che è decisamente più affidabile di quello di Xiaoyu! 
Sogghigno accarezzando la tasca del mio giubbotto. Non ho ancora avuto il tempo poterlo spiegare a quei due, ma ho avuto una trovata geniale per il successo della nostra missione!
Entro nell’edificio della palestra e mi dirigo verso la sala al pian terreno dove si allena di solito Jin, una di quelle più sfigate, con un pezzo di pavimento rotto e che non usa mai nessuno. Non mi stupirebbe se quell’asociale avesse scelto proprio quella sala per incappare in altra gente il meno possibile.
Di sabato mattina queste palestre sono poco frequentate, c’è piuttosto silenzio, ma sento del vociare provenire proprio da quella sala.
“Incredibile, quasi venti minuti di ritardo!” sento dire a Jin.
“Ma starà arrivando!” risponde Xiaoyu “Poverina, aveva anche i corsi di recupero stamattina!”
“I corsi sono finiti da un pezzo!” risponde Jin “Si deve essere fermata a perdere tempo con qualcuno!”
E trovo questa mancanza di fiducia decisamente fastidiosa, nonché offensiva.
Non è mica colpa mia se il prof ha deciso di continuare a spiegare qualche minuto dopo il suono della campanella.
“Provo a chiamarla.” lo sento dire a quel punto.
E il cellulare nella mia tasca comincia a vibrare. Risentita, decido di fermarmi e di aspettare, senza rispondere, per sentire quali altri gentili parole mio cugino vorrà dedicarmi.
“Non risponde.” dice poco dopo staccando la chiamata “Come al solito.”
Da che pulpito! Proprio lui che non è mai raggiungibile!
“Dai, magari ha finito più tardi del previsto a scuola.” prova a farlo ragionare Xiaoyu “In fondo sono solo venti minuti! Non è così tanto. Non essere sempre così duro con lei!” 
“Non è così tanto?!” ripete lui sdegnato.
Mi avvicino a passi felpati alla porta e mi sporgo giusto il tanto per riuscire a vedere qualcosa.
Jin cammina nervosamente avanti e indietro con le mani in tasca, mentre Xiaoyu fa stretching a terra.
Jin poi si ferma e sospira irrequieto.
“E poi non è che sono necessariamente duro con lei…” sussurra “... potrei anche essere…”
Si ferma, al che Xiaoyu si gira a scrutarlo.
“Potresti essere cosa?”
“Niente, lascia stare.” brontola Jin riprendendo a camminare.
“No, cosa stavi dicendo?!” insiste Xiaoyu con un mezzo sorriso, mettendo le gambe in posizione di riposo.
“Non stavo dicendo niente!”
“Potresti essere… preoccupato?” conclude lei al posto suo “È così?”
Jin si ferma di nuovo, la guarda in silenzio, poi va a sedersi sulla panca a bordo sala. 
Non l’ha negato! Se lo conosco bene, e lo conosco come le mie tasche, questo vuol dire che sì, Jin è preoccupato per me!
Xiaoyu lo guarda sorpresa. Io spalanco la bocca, ancora più stupita di lei.
“Ma dai! Tu così apprensivo?” osserva “Questa sì che è una novità!”
“C’è poco da essere ironici! Ricordi cosa è successo a me e a lei non troppo tempo fa, no?” dice lui a denti stretti “Il giorno in cui siamo stati aggrediti con lo spray urticante. È in ritardo e non risponde al telefono! Cosa diavolo devo pensare?! E se l’avessero riattaccata?! Certo che sono preoccupato! Come potrei non esserlo?!”
Spara tutte quelle parole ad una velocità notevole, come se volesse far durare quel momento il meno possibile, per essere meno imbarazzante. Io intanto non ho proprio idea di come dovrei sentirmi. Mio cugino, l’iceberg asociale incapace di provare sentimenti positivi ha appena ammesso di essere preoccupato per me.
Questo vuol dire che in fondo in fondo mi… mi… vuole bene?
Rimango pietrificata. 
Intanto Jin sbuffa e tira fuori il telefono dalla tasca. Lo osserva.
Xiaoyu si alza e lo raggiunge.
“Fammi capire, c’è davvero bisogno di preoccuparsi?” chiede seria.
Lui a quel punto le rivolge un’occhiata strana.
“Sì.” risponde gelido “Come ti ho già detto innumerevoli volte, se hai a che fare con la mia famiglia non puoi mai escludere eventuali pericoli.” aggiunge serissimo “Sono sempre, costantemente preoccupato… e non solo per lei.”
Si scambiano un lungo sguardo silente. Poi Xiaoyu sospira, si siede a fianco a lui e… appoggia una mano sopra quella di Jin. 
Ok, questo è strano.
Lui intanto non solo non sposta la mano, ma nemmeno sembra reagire. 
Alzo un sopracciglio. Ok, questo è ancora più strano. Possibile che sia davvero così preoccupato per me? Al punto da non fiatare nemmeno se qualcuno lo prende quasi per mano?! Esagerato! Manco fossimo già al mio funerale! 
“Ok, probabilmente non è successo niente e ha semplicemente fatto tardi a scuola.” dice Xiaoyu cercando di rassicurarlo “Ma forse potremmo chiedere a qualcuno se l’ha vista. Conosci qualcuno che segue i corsi con lei?” chiede poi.
“No.”
Ok, so che dovrei uscire allo scoperto, così che possano rassicurarsi entrambi. Soprattutto dato che sono già arrivati al punto di doversi fare forza a vicenda mano sulla mano. Ma sono davvero troppo sconvolta da questa rivelazione che Jin si preoccupa segretamente per me e ho ancora bisogno di qualche momento prima di riaffrontarlo e senza sentirmi troppo in imbarazzo!
“D’accordo, forse con un giro di telefonate riesco a trovare qualcuno che l’ha vista.” riflette Xiaoyu allungandosi per prendere il suo telefono che era stato lasciato sull’estremità della panca.
Il tutto senza che nessuno dei due sposti ancora la mano.
Jin a quel punto la guarda, poi guarda il telefono e noto un velo di imbarazzo sul suo volto.
“Sì, beh, aspetta però… non è che sia così preoccupato.” cerca improvvisamente di riaggiustare le sue precedenti dichiarazioni e ritrae finalmente la mano “Chi hai intenzione di chiamare?!”
“Miharu, segue i corsi di fisica di sabato mattina. Potrebbe averla incontrata.” 
Vero, infatti ci siamo bevute una cioccolata insieme all’intervallo.
“No, aspetta.” riprende Jin “Forse non è il caso di chiamare gente. Sicuramente non le è successo niente e non è il caso di preoccuparci.” dice non riuscendo comunque a mascherare un certo nervosismo, come se non fosse del tutto sicuro della sua stessa ipotesi.
Xiaoyu lo guarda sbigottita.
“Sei sicuro? Sei stato tu a parlare di aggressioni!” gli fa notare.
“Lo so, questo è perché…” sbotta, poi si blocca, sbuffa e riprende cercando di imporsi di stare più calmo “Quell’idiota è in ritardo, probabilmente non è successo niente però… dico solo che sarebbe stato carino avvisare, visti i recenti avvenimenti!”
“Ok, e allora perché non chiamare così magari ci togliamo il dubbio?” continua Xiaoyu confusa.
“Perché la parte razionale di me è certo che non le sia successo niente e…” 
“... e?”
“E se non fosse successo niente, che sarebbe comunque lo scenario più plausibile, e se nel mentre Asuka dovesse scoprire che mi sono preoccupato per lei sarebbe…” non conclude.
“Jin!” lo rimprovera accigliata Xiaoyu capendo quale doveva essere il resto della frase “Non c’è niente di imbarazzante ad avere delle normali emozioni umane!”
“Tu non capisci!” sbotta “La delicata stabilità del mio rapporto con Asuka si basa sul fatto che ci sopportiamo a malapena. Se dovesse scoprire una cosa del genere… probabilmente non riusciremmo più a guardarci in faccia!”
“Ma per favore!” Xiaoyu rotea gli occhi all’indietro “Vuoi bene a tua cugina e in quanto cugino maggiore sei protettivo nei suoi confronti! Capirai che vergogna!”
Posso letteralmente vedere Jin rabbrividire al suono di quelle parole.
“Hey, io non mi sono espresso in questi termini!” protesta lui “Perché ti diverte tanto travisare sempre quello che dico per mettermi a disagio?!”
“Sai benissimo anche tu che era proprio quello che intendevi dire, invece.” risponde Xiaoyu “Ed è molto carino da parte tua!”
“Ok, ne ho abbastanza. Chiudiamo adesso questa conversazione.” sbotta disgustato alzandosi e spostandosi di qualche passo, come se cercasse letteralmente di allontanarsi dall’argomento di quella conversazione “Per sempre!”
“Perchè devi reagire così?” chiede Xiaoyu con tono cantilenante.
Si alza anche lei e lo raggiunge. Lui si ferma e la guarda con aria di rimprovero.
“Perché tu devi fare così piuttosto?!” le rinfaccia Jin.
“Mm?” chiede lei.
“Non fare la finta tonta.” risponde lui “Sembra che cercare di farmi impazzire sia diventato il tuo intrattenimento preferito ultimamente.” aggiunge a mezza voce, appena appena udibile dalla mia posizione.
Xiaoyu ridacchia, poi gli si avvicina, molto. Troppo. Decisamente oltre il confine di spazio personale di Jin. Si solleva un po' in punta di piedi, per essere più vicina. 
“Non sto cercando di farti impazzire.” ribatte lei a pochissimi centimetri dalla sua faccia “Ti sto solo aiutando a ricordare che sei un essere umano dopo tutto.”
Detto questo gli dà un buffetto sulla guancia. Lui corruga appena la fronte, brontola qualcosa di incomprensibile ma per il resto non si allontana, né si infastidisce in altro modo. Il che è proprio assurdo.
Xiaoyu sta praticamente sfiorando la punta del naso contro la sua, ma lui sembra più che altro turbato dalle sue parole e non dalla situazione. 
Qualche secondo dopo, sempre come se niente fosse, Xiaoyu si riallontana, con un sorrisetto soddisfatto, e va a prendere la sua borraccia lasciata sulla panca. Jin intanto controlla l’orologio, sospira e torna a sfilare il telefono dalla tasca dei pantaloni.
“Si sta facendo davvero tardi. Provo a richiamarla.” dice serio “Se ancora non risponde chiamo mia madre perché io non so che altro fare.”
Io sono ancora sconvolta per la scena a cui ho assistito poco fa. Mi sto perdendo qualcosa?
O mio cugino è stato rapito dagli alieni e questa è una strana copia mal riuscita oppure… 
Deglutisco.
… oppure Jin ha dei lati di sé che è molto abile a nascondere. E questo francamente mi inquieta ancora più degli alieni.
Non solo ha, seppur indirettamente, ammesso di volermi bene e di preoccuparsi per me, ma ha anche evidentemente uno strano legame con Xiaoyu che onestamente è la cosa che più di tutto mi lascia di stucco.
Guardo Jin, poi Xiaoyu, poi di nuovo Jin, poi ancora Xiaoyu. 
Che cosa mi sono persa? Sono semplicemente amici molto a loro agio con la prossimità fisica o… deglutisco al solo pensiero… c’è dell’altro?
Intendo dire, non è il caso di saltare subito a conclusioni affrettate, no? Mano sulla mano e conversazioni quasi naso contro naso non vuol dire per forza che quando sono soli fanno chissà cos'altro, giusto?
“Mio dio…” sussurro impercettibilmente.
Passano un sacco di tempo insieme, da mesi e mesi ormai. Cosa diamine fanno quando sono soli?
Oltre all'essere sbigottita e ovviamente raccapricciata da questo pensiero mi sento anche in un certo senso… ferita. Se c'era qualcosa tra questi due, perché non me l’hanno detto?! 
Il mio telefono ha ripreso a vibrare e questo mi ricorda che sono in un certo senso dispersa da mezz’ora. Vorrei scappare, tornare a casa e urlare tutto il mio shock contro il cuscino, ma… devo uscire allo scoperto. Devo farmi vedere, prima che Jin denunci davvero la mia scomparsa.
Deglutisco di nuovo, forzo un sorriso, faccio il possibile per sembrare spontanea e normale… ed entro nella stanza.
“Hey ragazzi! Scusate il ritardo!” dico con una voce ben più acuta del solito.
Mi sento goffa e insolitamente timida e sono certa che in una certa misura si noti, ma… è già troppo difficile impormi di non urlare per lo shock in questo momento.
“Asuka!” Xiaoyu viene immediatamente verso di me “Dove eri finita?! Eravamo preoccupati!” 
“Asuka?” Jin aggrotta la fronte e chiude la chiamata.
“Ehm… abbiamo finito un po’ tardi con i corsi di recupero e… era molto importante che restassi fino alla fine della lezione, sapete.” spiego parlando molto velocemente.
“Asuka, tutto bene?!” mi scruta Xiaoyu.
“Ma certo.” rispondo con il mio migliore finto sorriso di sempre “Sono solo… preoccupata per la scuola. Ho un sacco da studiare.”
Xiaoyu non sembra convinta del tutto.
“La scuola… sei sicura?”
“Ok, perfetto.” la sovrasta Jin evitando il mio sguardo “Ora che sei qui non perdiamo altro tempo e iniziamo il riscaldamento. Heihachi verrà a prenderci a momenti.”


La palestra personale di Heihachi si trova all’interno del giardino della sua abitazione privata. Non capita spesso che il vecchio ci inviti ad entrare nelle aree di sua proprietà, io in effetti  ho avuto l’occasione di entrarci solo un paio di volte, ma questa è decisamente un’occasione particolare. La palestra è un dojo enorme in stile tradizionale all’interno di quel parco nel cuore della metropoli. È talmente ampio e sconfinato che non sembra per niente di essere ancora a Tokyo, certo se escludiamo gli aerei che si vedono attraversare il cielo di tanto in tanto.
Heihachi, che indossa per l’occasione una tenuta da allenamento tradizionale bianca, ci fa strada all’interno dell’ambiente della palestra. La stanza sarebbe completamente buia, se non fosse per le traballanti fiamme dei vari focolari disposti lungo il perimetro della sala.
È qui che si sono allenati gli esponenti della famiglia Mishima per generazioni e generazioni e in effetti questo ambiente sembra essere venuto fuori direttamente da qualche secolo del passato.
Il riscaldamento di poco fa è stato il più strano e il più imbarazzante della mia vita, almeno per i primi minuti. Ma alla fine loro davanti a me non si comportano diversamente da come hanno sempre fatto. E se mi impegno per non pensare a quella scena in effetti le cose non sembrano poi così cambiate. Certo… non posso fare a meno di pormi qualche domanda di tanto in tanto, ma… non è il momento giusto per questo. Non ora, non oggi. Per oggi facciamo finta che tutto sia come è sempre stato.
“Vi starete chiedendo cosa ho organizzato per voi stasera!” esclama Heihachi sogghignante, fermandosi più o meno al centro della sala. 
“Aspettate pure dove siete, ora vi spiegherò tutto quel che c’è da sapere.” continua “Sapete, ci lavoro da un bel pezzo, e credetemi… non resterete delusi!”
“Che intendi dire?” chiede Jin dubbioso “Cioè non sarà il solito allenamento?!”
In effetti sono confusa anche io. Da quando vivo a Tokyo e da quando prendo parte alle gare con la squadra della Mishima Zaibatsu, Heihachi si è sempre preso la briga di farci un allenamento speciale prima degli incontri, roba che serviva più che altro per testare la nostra preparazione e ricordarci come lui alla nostra età fosse anni luce più forte e più preparato di noi. Sono sorpresa anche io da questa novità, qualsiasi essa sia.
“In cosa consiste il solito allenamento?” ci chiede Xiaoyu confusa. 
Per lei in effetti è la prima volta che prende parte a questo torneo. Fino a questo momento era ancora in quella che Heihachi definisce fase di preparazione, senza prendere parte agli incontri ufficiali. 
Non abbiamo il tempo di rispondere, che subito Heihachi riprende a parlare. 
“No, non sarà il solito stupido allenamento.” annuncia “Oggi sarete sottoposti ad un tipo di prova diversa!Il vostro obiettivo sarà quello di raggiungere questa sala!”
Ci guardiamo intorno confusi.
“Taglia corto vecchiaccio e spiegati meglio!” brontola Jin “Che diavolo vuol dire? Siamo già in questa sala!”
Heihachi piega la testa all’indietro e scoppia in una risata fragorosa, poi schiaccia improvvisamente un piede con forza contro il pavimento e solo allora scorgo quello che sembra proprio una sorta di pedale mimetizzato tra le travi di legno.
“Che??!” urlo mentre il pavimento sotto di noi si apre.
Siamo sopra una botola gigante.
“Aaaah vecchio di merda!” urla Jin mentre cadiamo nel vuoto.
Fortunatamente il vecchio pazzo ha avuto il buon senso di piazzare un materassone sotto la botola, non poteva di certo rischiare che ci frantumassimo qualche osso.
Rettifico, adesso la palestra non sembra più uscita dall’epoca feudale.
“Ora non lo siete più!” esclama Heihachi rispondendo alla domanda di Jin “Vedete di ritrovare la strada per tornare qui prima del tramonto.”
Detto questo il pavimento si richiude, togliendo Heihachi dalla nostra vista, ma siamo ancora in grado di sentire la sua risata fragorosa. Il vecchiaccio si sta divertendo un mondo alle nostre spalle! 
“Io non ci sto capendo niente.” mugugna Xiaoyu “Mi aspettavo un allenamento normale con sacchi e roba così!”
“Di solito lo era infatti!” borbotta Jin guardandosi intorno con sospetto.
Siamo in una sorta di sala quadrata senza porte, illuminata da una luce giallastra sul soffitto apribile, racchiusa da delle pareti di carta di riso con disegni tradizionali. Nessuna porta o via d’uscita.
“Che diavolo vorrebbe dire che dobbiamo tornare nella sala di prima?” continua Xiaoyu.
“Shh.” la fermo tendendo le orecchie “Avete sentito?”
“No? Che cosa?” risponde Xiaoyu confusa.
“Anche io ho sentito qualcosa.” conferma Jin a bassa voce.
Poi scende dal materassone di salvataggio e si mette in piedi.
“State in guardia.” suggerisce.
Di nuovo quei rumori, come se ci fosse qualcuno che si muove da qualche parte oltre quelle pareti.
Ci chiudiamo come a formare un triangolo con le nostre schiene guardandoci le spalle a vicenda. Teniamo gli occhi fissi sulle pareti intorno a noi e poi lo vedo finalmente.
“Sono qui!” esclamo a gran voce indicando la parete davanti a me.
La parete di carta viene tranciata di netto e si infilano all’interno della stanza almeno una decina di uomini con il capo coperto. Ovviamente ci attaccano e iniziamo il combattimento.
“Seriamente?!” sbotta Jin togliendosene uno di mezzo con un calcio “La Tekken Force?!”
Ebbene sì, Heihachi ha deciso, come allenamento di preparazione, di farci sfidare niente po’ di meno che la Tekken Force.
I membri dell’esercito personale di Heihachi, vestiti in tuta nera e con il volto coperto, hanno addosso una sorta di pettorina elettronica, che si illumina di rosso una volta ricevuti un tot di colpi, a quel punto si tolgono di mezzo e si siedono da parte ad assistere alla scena.
“E adesso?!” chiede Jin dopo che li abbiamo affrontati tutti “Che dovremmo fare?!”
“Non è chiaro?” risponde un membro donna “Dovete trovare la strada per arrivare alle scale!”
Ci guardiamo intorno.
“Vuol dire che… dobbiamo sfondare altre pareti per creare il nostro percorso?” chiedo indicando i divisori di carta di riso.
“Esattamente… dovreste iniziare ad andare, comunque. Il signor Mishima vi sta cronometrando!” spiega un altro.
“Ci sta cronometrando?! Ma che diavolo di problemi ha?!” si lamenta Jin.
“Io sono molto confusa.” continua a dire Xiaoyu “Non mi aspettavo questa specie di caccia al tesoro!”
“Non parlare come se fosse un gioco simpatico. Non lo vedi che è un dannato pazzo?! Non ci ha nemmeno spiegato le regole di questa cosa!” borbotta Jin.
“Tutto questo piano è diviso in quadrati di stanze come questa?!” chiedo io alla Tekken Force cercando di raccogliere altre informazioni.
“Sì, ma non tutte le stanze contengono la stessa quantità di soldati, dovrete fare bene le vostre scelte.” risponde la donna di prima con un risolino malvagio “Buon divertimento con la vostra caccia al tesoro!”
“Grazie.” risponde Xiaoyu balbettando. 
Jin alza gli occhi al soffitto.
“Dev’essere la demenza senile che avanza, non c’è altra spiegazione.” brontola.
“E se sosterete più a lungo del dovuto arriveranno rinforzi.” aggiunge un altro “Fareste meglio a muovervi.”
“Andiamo!” dico allora dirigendomi verso una parete a caso “Prima finiamo questa farsa, meglio sarà!”
E prima il vecchiaccio avrà la sua speciale ricompensa, penso ridacchiando tra me e me.


“Due ore e ventisette minuti!” sogghigna Heihachi vedendoci finalmente solcare la soglia della sala centrale del dojo, stanchi e ansimanti “Cominciavo a pensare di avervi sopravvalutato.”
Scoppia a ridere fragorosamente, seduto a braccia conserte al centro della stanza.
Io mi butto a terra sulle ginocchia, esausta. Xiaoyu sembra avere il mio stesso quantitativo di energie e si siede a terra, persino Jin è talmente stanco da non avere voglia di rispondere alla provocazione di Heihachi.
Heihachi si alza e ci guarda con aria soddisfatta.
“Almeno adesso siete degni di portare il nome della vostra squadra.” 
Intanto noto che Xiaoyu cerca il mio sguardo, poi mi fa un sorrisino di complicità. 
“È arrivato il momento di… mettere in atto il nostro piano.” bisbiglia tra un respiro e l’altro.
“Piano?!” ripete Jin con un sibilo “Che diavolo… che diavolo avete in mente di fare voi due?!”
Sorrido e annuisco a Xiaoyu.
Lei si schiarisce la voce e ancora col fiato corto dice “Heihachi-san, devo dire che sono rimasta molto sorpresa da questo tuo allenamento! Non ho mai partecipato a niente del genere.” sorride “È un’idea originalissima!”
Jin la fulmina con lo sguardo. Heihachi sorride compiaciuto.
“Beh, mi piace definirmi come uno che pensa fuori dagli schemi.” commenta orgoglioso “È stato divertente, vero?”
A quel punto sto al gioco e annuisco anche io con un sorriso.
“Assolutamente!” esclamo “Faticoso, certo, ma divertente!”
“Lo so… annientare tutti quegli avversari l’uno di seguito all’altro.” continua Heihachi.
“Immagino tu abbia fatto molti di questi allenamenti speciali da ragazzo…” continua Xiaoyu.
“Hmm beh… non sono proprio paragonabili, ora ci sono tante di quelle norme di sicurezza da rammolliti che ti costringono a mettere a freno la creatività… diciamo che ai miei tempi era tutto molto più autentico ecco, dolore compreso.”
“Wow!” esclama Xiaoyu colpita “Sicuramente hai delle storie interessanti da raccontare.”
“Seriamente?! Mi volete prendere per il culo?!” sibila Jin.
Lo zittisco schiacciandogli un piede.
“Maledetta.” sussurra tra i denti.
Heihachi sembra prendere in considerazione l’idea, poi incrocia le braccia al petto.
“Potreste in effetti prendere qualche spunto da qualche mia storia, mentre riprendete il fiato.” sogghigna “Vi ho mai raccontato di quando mi hanno sparato e i proiettili hanno rimbalzato sui miei pettorali?!”
“Andiamo Heihachi, non puoi essere serio!” esclamo continuando a stare al gioco.
In realtà ho già sentito questa storia almeno altre due volte, ma ad Heihachi piace riproporla periodicamente. È decisamente meno mitologica rispetto a come gli piace presentarla. I proiettili che rimbalzano contro i pettorali è il suo modo molto creativo di dire che i proiettili non hanno raggiunto nessun organo vitale.
“Sono serio quanto il chirurgo che mi ha visitato dopo!” risponde Heihachi.
Visitato in questo caso significa ovviamente ricucito.
“Questa me la pagate… tutte e due.” promette Jin minaccioso.
“Venite, andiamo nell’altra stanza. Prepariamo il tè!” propone Heihachi.
 

Tè, niente alcool. Primo intoppo del ‘piano perfetto’ di Xiaoyu.
In effetti potevo prevederlo, non conosco le abitudini del nonno di Xiaoyu, ma Heihachi non è mai stato propriamente un bevone. Gli piace mantenere il controllo della situazione, anche fin troppo.
Comunque almeno siamo riusciti ad avvicinarci a lui, nella sala da pranzo della sua casa, e almeno su qualcosa Xiaoyu aveva effettivamente ragione: anche a lui piace vantarsi delle esperienze passate, dato che appunto adora dipingersi come una sorta di eroe dalla forza sovrumana. 
Gli piace al punto da sopportare un non necessario tè in nostra compagnia.
“Heihachi-san! Non sapevo che ne avessi passate così tante!” esclama Xiaoyu sinceramente colpita.
Mi schiarsico la voce. Dovrò ricordarmi di spiegare a Xiaoyu più tardi che non deve assolutamente credere a tutte le frottole di Heihachi, o almeno al settanta percento di esse.
Lui sogghigna soddisfatto, prima di bere un sorso di tè.
Io e Xiaoyu ce la stiamo giocando abbastanza bene, è a suo agio e non sembra sospettare ci sia niente di strano. 
Jin se ne sta imbronciato a sorseggiare il suo tè in silenzio. Ogni tanto ci lancia uno sguardo risentito, è chiaro che vorrebbe essere ovunque fuorché lì, ma fortunatamente se ne sta buono a fare la sua parte.
Osservo la tazzina di Heihachi come la riposa sul tavolino. Se riuscissimo a rubarla potremmo anche risolvere la cosa così, senza necessarie evoluzioni. Anche se, sposto lo sguardo sui suoi ciuffi di capelli che gli partono da dietro le orecchie, sarebbe molto meglio se riuscissimo a mettere le mani su uno di quei capelli!
“E non vi ho raccontato di quella volta che durante un’escursione in una foresta svedese ho messo in fuga un branco di alci arrabbiati!” riprende poco dopo.
“Svedese.” sottolinea Jin con una smorfia “Ti devi essere proprio divertito durante il tuo soggiorno svedese...”
Heihachi ovviamente non può cogliere quella tagliente ironia, e ignora il commento di suo nipote.
Mi schiarisco la voce.
“Gli alci sono degli animali molto grandi!” riprendo su quell’argomento.
Heihachi annuisce. 
“E molto territoriali, sai che sono molto più pericolosi degli orsi?”
“Probabilmente non dei tuoi orsi transgenici.” sibila Jin.
Gli tiro un calcio sul ginocchio per zittirlo. 
Andiamo Jin! Sei rimasto buono fino ad adesso, che diavolo fai?!
“Naaa, dubito che quell’idiota di Kuma potrebbe anche solo torcere un pelo di uno di quei bestioni!” risponde Heihachi convinto.
“Heihachi-san, hai mai pensato di scrivere un libro con tutte queste tue storie eroiche?” domanda Xiaoyu.
Heihachi posa di nuovo la sua tazza sul tavolino e sembra rifletterci su, poi sorride pieno di orgoglio.
“Non sarebbe una cattiva idea in effetti. Potrei ingaggiare qualcuno per scrivere la mia biografia.” esclama “Sarebbe un successo!”
“Oh per favore! Lo sai che la leggeresti solo tu.” grugnisce Jin.
Heihachi lo ignora e guarda Xiaoyu compiaciuto.
“Mi piacciono le idee di questa ragazzina!” commenta “E non è nemmeno la prima volta che mi suggerisce qualcosa di interessante.”
Xiaoyu si irrigidisce e beve il suo té, arrossendo visibilmente.
“In che senso?” chiede Jin, che ha notato anche lui la strana reazione di Xiaoyu.
“Beh, Xiaoyu mi ha dato una grande idea per un tipo di business in cui non avevo mai pensato di investire.” spiega Heihachi.
“Un tipo di business?” ripete Jin scrutando Xiaoyu.
“Certo! È la ragione per cui mi ha contattato in primo luogo!” risponde Heihachi dando una piccola pacca sulla spalla di Xiaoyu “Davvero non l’avevi mai detto a questi due?!” 
Lei intanto tiene gli occhi bassi, rossa in volto, visibilmente a disagio.
“No, non ne volevo parlare prima che… la cosa fosse pronta.” dice con un filino di voce.
“Ma che tipo di business?” domando allora io, molto confusa.
“Industria del tempo libero.” risponde Heihachi.
“Tempo libero.” ripete Jin confuso continuando a lanciare occhiate a Xiaoyu.
“Parchi di intrattenimento!” spiega ancora Heihachi “Ero scettico anche io inizialmente, ma dopo un’indagine di settore viene fuori che potrebbe non essere una così cattiva idea. Quei posti possono diventare una vera macchina sputa soldi!”
“Quindi, ricapitolando…” riprende Jin cercando di fare il punto della situazione “Xiaoyu è venuta da te, ha messo KO la tua scorta attirando la tua attenzione perché… voleva proporti di aprire un parco a tema?”
Heihachi ridacchia.
“Più o meno è quello che è successo, non è vero?!” si rivolge a Xiaoyu “E la ragazza non è si è mica presentata a mani vuote! Ha portato pure un progetto fatto interamente da lei!”
“E tu ovviamente le hai fatto credere che avresti sviluppato il suo progetto.” continua Jin.
“Beh, sì ovviamente i miei esperti hanno rielaborato un po’ le cose in base all’analisi della domanda e offerta, ma diciamo che la ragazza mi ha dato un utile spunto.” rettifica Heihachi.
Xiaoyu scorre lo sguardo su di noi con aria sempre più imbarazzata.
“Lo so che messa così può sembrare una mossa totalmente folle, soprattutto la parte di affrontare le guardie, ma…” dice poi abbassando lo sguardo “Aprire un parco dei divertimenti tutto mio è sempre stato il mio sogno ed… ero estremamente impulsiva fino a qualche anno fa.”
“Può sembrare una mossa folle, dici?” ripete Jin con sarcasmo che si taglia con il coltello.
Xiaoyu evita il suo sguardo e si imbroncia.
“Ecco perchè finora ho evitato di raccontarlo!” risponde infastidita “E comunque Heihachi-san lo sta realizzando davvero, quindi non è stata poi così assurda come cosa, no?” 
Solo a quel punto Xiao alza gli occhi e sfida lo sguardo di Jin, palesemente risentita.
Guardo prima uno poi l’altra e mi schiarisco la gola.
“Forse è meglio cambiare discorso.” provo.
Non credo sia solo una mia impressione, la situazione sta prendendo una piega un po’ antipatica e non è proprio il caso di continuare con questo discorso. D’altronde non siamo venuti qui a fare un tea party con Heihachi per assistere a litigi tra fidanzatini o qualsiasi cosa sia, Xiaoyu aveva in teoria un piano ben preciso, ma sembra non ricordarselo in questo momento.
“No, fidati. È assurda.” riprende Jin a denti stretti, rispondendo alla provocazione di Xiaoyu “E il fatto che mantieni questa storia segreta significa che almeno in parte ne sei consapevole anche tu.”
“Beh, staremo a vedere se è così assurda come dici.” dice lei in tono velenoso.
Io sospiro, alzando gli occhi al cielo. 
“Xiao…” cerco di richiamare la sua attenzione “... ricordati che siamo qui per passare un bel pomeriggio piacevole tutti insieme.”
“Fatti gli affaracci tuoi tu! Non capisco perchè cerchi continuamente di mettermi la gente contro!” mi sovrasta Heihachi rimproverando Jin “Xiaoyu, dovresti lasciar perdere i commenti di questo stupido! Non ha il minimo fiuto per gli affari… per questo non potrei mai lasciargli la Zaibatsu!”
“Non me ne faccio niente della tua Zaibatsu di merda.” risponde lui stizzito.
Heihachi scoppia a ridere di gusto.
“Come no, stupido ragazzino! Vorresti forse farmi credere che soldi e potere ti facciano schifo? Tu sei più speciale e migliore di tutti noi, vero?” lo sfotte “O pensi che il tuo paparino ti lascerà la sua corporazione? Perché se è così, sappi che, sicuro come la morte, non erediterai mai neanche un centesimo da Kazuya!”
“Preferirei vivere sotto un ponte piuttosto che mettere le mani sui vostri sporchi affari!” ribadisce Jin irremovibile.
Heihachi si fa serio per un momento.
“Ma sentilo!” sogghigna “Hai forse una vaga idea di quello che dici? Certo, è facile parlare di situazioni che non si conoscono, quando si vive ancora a carico dei propri genitori miliardari. Ne riparleremo tra un paio di anni, moccioso viziato, stupido figlio di papà! Non riusciresti a vivere neanche un giorno da povero!” continua Heihachi con un sorriso crudele.
Booom. Colpito e affondato.
Io e Xiaoyu restiamo ammutolite, mentre l’imbarazzo ci avvolge palpabilmente.
Jin vorrebbe chiaramente rispondere, ma sembra non trovare una giusta risposta. Basta guardarlo per capire che è letteralmente furioso.
Ottimo! Ci mancava solo questa adesso! Ma d’altronde ci si poteva aspettare di meglio da un tè con Heihachi?
È decisamente arrivato il momento di intervenire anche per me. 
“Heihachi, non dovresti parlare come se la vita in questa famiglia fosse facile!” puntualizzo “I soldi non c’entrano proprio niente! Perché avere a che fare con tutti voi, con te, non è neanche lontanamente semplice!”
Heihachi aggrotta le sopracciglia e mi guarda scocciato.
“Che diavolo vuoi tu, Asuka? Fai a malapena parte della famiglia, devi solo ringraziare quella hippy di tua zia che ti ha portato a casa. Stanne fuori!”
“Oh certo! Non faccio parte della famiglia, ma intanto l’aggressione me la sono subita lo stesso!”
“Aggressione?! Non so di che accidenti stai parlando! E smetti subito di usare questo tono con me! Ti ricordo che ho già avuto molta pazienza con te, non ho dimenticato che hai partecipato anche tu a quella scorribanda con questo idiota e a quella pazza della mia ex-moglie il giorno che avete fatto irruzione nel mio golf-club!”
“Oh certo! Fai finta di non ricordare che hai mandato qualcuno a seguire me e Jin? E che questo qualcuno ci ha aggredito quando ci siamo accorti di essere seguiti?!”
Jin mi guarda attentamente in silenzio, poi scruta Heihachi curioso della sua reazione.
Heihachi è molto bravo a fingersi perplesso.
“Ripeto, non ho la più pallida idea di ciò di cui tu mi stia accusando, maledetta allucinata!”
Mi alzo di colpo in piedi e assottiglio gli occhi, con aria di sfida.
“Ah no?” dico “Forse questo ti risveglierà la memoria allora.”
Detto questo tiro fuori il flaconcino dalla tasca e spruzzo il contenuto dello spray urticante dritto negli occhi del vecchio.
Heihachi urla, gettandosi all’indietro per la sorpesa. Mi arrivano insulti di vario genere, ma non mi lascio intimidire.
“Asuka!” esclama Xiaoyu alzandosi in piedi anche lei “Ma che diavolo fai?!”
Jin mi guarda confuso a bocca aperta, anche se lentamente l’espressione di confusione inizia a far spazio ad un sorrisetto compiaciuto.
“Se l’è cercata!” borbotto facendo il giro del tavolo. 
Raggiungo Heihachi, che tossisce e cerca di pulirsi gli occhi con le mani.
“Non è una bella sensazione vero?” mi inchino affianco a lui “Neanche noi ci siamo divertiti l’altro giorno. Ma tranquillo, tra un po’ passerà.”
“Piccola peste, maledetta. Sei matta come tua zia! Voi Kazama siete una famiglia di psicopatici! Ti faccio rinchiudere in un carcere minorile!” biascica camminando sulle ginocchia, cercando di orientarsi a tastoni.
“Heihachi-san!” Xiaoyu va a soccorrere Heihachi, lo aiuta a rialzarsi.
Passerà preso, Heihachi, fin troppo presto. La prossima sorpresa invece, in effetti potrebbe essere un po’ più dolorosa.
“Asuka, che diavolo vuoi fare?!” chiede Xiaoyu contrariata, mentre cerca di spingermi via.
Credo abbia già intuito le mie intenzioni. Lascio cadere la pellicola a terra.
“Cosa vuole fare?!” sbotta Heihachi preoccupato “Cosa ha intenzione di fare quella piccola delinquente?!”
Troppo tardi, Heihachi-san! Xiaoyu non riesce ad impedirmi di appicciccare e premere la striscia di carta sul lato destro della bocca di Heihachi.
“Aaarg! Che diavolo è?!” esclama lui.
Xiaoyu spalanca la bocca e sgrana gli occhi. Anche Jin capisce le mie intenzioni e impallidisce.
Heihachi infastidito prende un lembo del foglio.
“Che diavolo è?!” sbraita infastidito.
“Heihachi-san! Nooo!” cerca disperatamente di fermarlo Xiaoyu, ma è troppo tardi. L’istinto è troppo forte. Si strappa via il foglio di ceretta dalla faccia con un colpo secco, sradicando via l’intera sezione destra dei suoi baffoni bianchi.
Per un momento sembra pietrificarsi, poi gonfia il petto ed emette un urlo a metà tra il dolore e la rabbia.
Io prontamente prendo il foglio di ceretta a freddo carico di DNA e decido che è il caso di levare le tende.
“Mi dispiace Heihachi, ma te la sei cercata! Non avresti dovuto mandare quella persona a inseguirci e spaventarci!” dico prima di dileguarmi.
“Heihachi-san, mi dispiace tanto. Ho cercato di fermarla, ma…” dice Xiaoyu mentre varco la soglia.
“Fuori di qui, tutti e tre.” sento Heihachi rispondere con un soffio “Anche tu, Xiaoyu.” 
Nel corridoio, incrocio il maggiordomo di Heihachi che mi guarda perplesso, confuso sicuramente dalle urla.
“Credo che il signor Mishima abbia bisogno di lei. Porti del ghiaccio.” dico soltanto, con un finto sorriso.
Xiaoyu e Jin intanto mi raggiungono. Camminano in silenzio, ancora increduli.
“Diamine Asuka, quando vuoi sai essere diabolica!” si esprime finalmente Jin quando lasciamo la villa “È stato fantastico!”
Wow, tra le varie rivelazioni di oggi, Jin che si complimenta con me è la ciliegina sulla torta.
“Che diavolo di problema avete voi due?!” sbotta Xiaoyu indignatissima “Trattare un povero vecchio in questo modo sarebbe fantastico?! Ma dico, non avete un minimo di empatia?!”
“Povero vecchio!” ripete Jin sarcastico.
“Xiao, capisco che tu abbia sempre visto un’altra versione di Heihachi, ma fidati lui non è affatto un povero vecchio.” rispondo.
“Non volevo essere coinvolta in questo!” scuote la testa arrabbiata mentre passiamo a fianco alla palestra “Non era assolutamente quello per cui avevo accettato di aiutarti Asuka!”
“È solo quello che lui ha fatto a noi... più una ceretta. Gli passerà.” dico convinta.
“Ma dico, hai idea di quanto deve avergli fatto male?!” insite Xiaoyu.
“Cosa vuoi che sia una ceretta ai baffi per uno che fa rimbalzare i proiettili contro i pettorali?!”
“Giusto.” sogghigna Jin.
“... incredibile!” ripete Xiaoyu per niente convinta.
Poveretta, non è abituata a queste scene. È normale che reagisca così. Anche per me le prime volte è stato uno shock, ma poi quando si viene nostro malgrado coinvolti nella guerra, ci si deve abituare.
“Si incazzerà come una iena.” osserva Jin “Probabilmente cercherà di vendicarsi in qualche modo. Ma prima o poi gli passerà.”
“Xiao, non se la prenderà con te, ha capito che tu non c’entravi niente.” riprendo, cercando di tranquillizzarla.
“Beh, io non ne sarei così sicura.” dice lei “Ha mandato via anche me!”
“Oh sta' tranquilla, la vostra amicizia non è compromessa.” ironizza Jin.
“Oh, sta’ zitto tu!” lo tronca Xiaoyu con un tono estremamente sgarbato.

Jin la guarda un po' stupito da questa reazione un po' troppo brusca. È chiaro che Xiaoyu non abbia del tutto gradito la sua intromissione nel discorso riguardo al parco a tema.
Jin sembra voler dire qualcosa, ma non risponde subito. 

Sospiro. Forse è il caso di lasciargli un po’ di spazio. A quanto pare Jin fa vedere una versione un po' migliore di sé quando non è sotto i riflettori.
“Beh, io devo passare a prendere degli appunti da una mia compagna di classe.” dico con un sorriso “È meglio che vada. Mi aspetta una lunga serata poi! Devo spinzettare un po’ di baffi da quella striscia di ceretta e preparare il kit per spedirlo.”
Mi guardano entrambi con aria disgustata.
“Ehm riguardo a questo... Xiao, mi dispiace averti coinvolto in questa faccenda, ma non è che potrei mettere casa tua come indirizzo a cui spedire i risultati del test? Sarebbe molto più comodo sai, così non rischierebbero di trovarlo i miei zii.”
Xiaoyu sbuffa e alza gli occhi al cielo.
“Lo prendo come un sì?” chiedo alzando un pollice.
Di fatto Xiaoyu non mi nega il permesso e io decido che lo prenderò come un sì.
“Beh, allora io vado! Ci vediamo!”
Inizio ad incamminarmi. Lentamente. Molto lentamente.
Perché sotto sotto sono una gran pettegola.
“Non volevo offenderti prima, vorrei solo farti capire che stai facendo un grosso sbaglio a fidarti di lui.” sento dire a Jin “Devi capire che non è il generoso benefattore che fa finta di essere.”
Xiaoyu risponde qualcosa che non riesco bene a captare.
“Va bene. Ho esagerato.” risponde Jin poco dopo, poi aggiunge a voce sommessa un debolissimo "Mi dispiace."
Mi dispiace. Un suono appena udibile, ma inequivocabile. Sono così poco abituata a sentire quella parola dalle sue labbra che mi vengono i brividi.
“Mio… dio…” sussurro ancora tra me e me, allontanandomi fino a perdere traccia della conversazione.
Allora esiste davvero una versione un po' migliore di Jin di cui non mi ero mai accorta?






NOTE:
Yay! Avevo questo capitolo in cantiere da rieditare da mesi, ma ero sempre un po' indecisa su alcune scene e stavo aspettando una maggiore ispirazione. Spero che il risultato sia di vostro gradimento, mi rendo conto poi che ogni tanto si sfoci nel semi-demenziale, ma questa storia non ha mai avuto la pretesa di essere seria lol.
Ho voluto inserire in questo capitolo un riferimento al mini gioco della Tekken Force dei vecchi giochi, vi ricordate? Non credo di essere mai riuscita a completare quello di T3, che ho sempre trovato super difficile, ma in quello di T4 (che poi mi sa è l'ultimo che hanno fatto) me la cavavo decisamente meglio. La scena di questo capitolo è un riferimento proprio ad uno dei livelli del Tekken Force di T4, chi ci ha giocato credo non farà fatica a riconoscerlo.
Aaaah! *sospiro nostalgico* Ripensare a quel livello per scrivere questo capitolo mi ha riportato alla mente un sacco di ricordi legati al periodo in cui ero entrata in fissa con T4 e avevo scoperto per la prima volta questo sito. Bei tempi!

 
  
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