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Autore: Farkas    25/02/2020    2 recensioni
[The Goldbergs]
Barry ha dovuto faticare molto per ottenere l'approvazione di Bill il padre di Lainey ma alla fine ce l'ha fatta. Al termine della quarta stagione però, Lainey lascia Jenkintown per frenquentare il college in Georgia, cosa che devasta il giovane Goldberg. Ed è Bill ad offrire al ragazzo una spalla su cui piangere. Perchè entrambi hanno sofferto della partenza di Lainey, ma entrambi hanno scelto accettare la sua decisione.
Non che per Lainey sia stato facile andarsene... cliccate sul titolo, e vedrete che effetti ha avuto quella partenza avvenuta nel 1980 o giù di lì.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 EFFETTI DI UNA PARTENZA

 
Ci si aspetterebbe che la gente, ami le vacanze estive e che il loro arrivo le renda felici … ma a una famiglia di Jenkintown quell’anno l’inizio di Giugno, non aveva portato alcuna gioia. Era come se un grosso nuvolone nero si aggirasse per casa loro, rovinando l’atmosfera estiva. Un nuvolone di nome Barry Norman Goldberg.
Era il 10 Giugno del 1980 o giù di lì e il ragazzo, era devastato dalla partenza della sua adorata fidanzata Lainey Lewis, andata a frequentare il college a Savannah in Georgia.
I due si erano salutati con affetto, ma ciò non aveva reso meno duro il colpo… e il ragazzo più energico di tutta la città, si era ridotto ad un essere amorfo, che non aveva voglia di far nulla tranne diffondere ovunque la sua infelicità.
-La vita non è altro che dolore e disperazione, e infine ci attende la morte!-.
-Cioè non vuoi la parmigiana per pranzo?- domandò Beverly Goldberg.
-Riempire il mio stomaco, non potrà mai colmare il vuoto che sento nel cuore- sospirò il riccio prima di rigettarsi prono sul divano. Questo era un esempio delle conversazioni che faceva in quei giorni il giovane, che ormai si alzava dal letto solo per gettarsi sul divano, o nel seminterrato dove passava tutta la giornata a deprimersi: certi giorni faceva anche gli straordinari e il turno di notte.
Vederlo ridotto in quel modo non era certo piacevole, ma purtroppo non si poteva far altro che aspettare che il dolore si attenuasse. Nemmeno Erica ed Adam che si erano ritrovati in situazioni simili*, pur capendo quello che stava passando il fratello avevano idea di come aiutarlo.
-Non ho nemmeno il coraggio di prenderlo in giro- mormorò Erica fissando il fratello struggersi su una foto della giovane Lewis.
-A chi lo dici- concordò Adam.- Anche per te dev’essere doloroso. Lainey è la tua migliore amica da sempre-.
Erica sospirò. La partenza della bionda in effetti era stata dura anche per lei, per quanto l’eccitazione dell’inizio della sua storia con Geoff, l’avesse un po’ mitigata.
Di colpo il campanello suonò, ed andando ad aprire la mora si trovò proprio di fronte al ragazzo.
-Geoff! Che bella sorpresa! Ma entra non stare sulla porta-.
-In realtà preferirei che uscissi tu-. Preoccupata dal suo tono la giovane Goldberg, seguì in giardino il fidanzato.
-Senti credo che per un po’ non dovremmo vederci- esordì senza preamboli, il moro, mandando in pezzi il mondo di Erica.
-P-perché?- balbettò la ragazza. - Cos’ho sbagliato? Non ti piaccio? Pensi ancora a Evelyn?-.
-No, no, no- si affrettò a rincuorarla il ragazzo prendendole una mano.- Tu sei… perfetta. E’ per Barry… visto come l’ha ridotto la partenza di Lainey, non credo che gli faccia bene vederci insieme-.
-Oh, ormai la sta superando- mentì la primogenita di Murray.- Credimi è davvero…
-COME SONO DISPERATOOOOOOOOOOOOOOOO!-.
-… ridotto a uno straccio- sospirò Erica mentre i gemiti di suo fratello si diffondevano sul vialetto.- Ma perché devi essere così meravigliosamente dolce e sensibile?-.
Geoff sorrise:- Credo che sia il caso che vada a fare un po’ l’amico-.
-E se ci vedessimo a casa tua, e fossi io a riaccompagnarti lì dopo gli appuntamenti?- propose la ragazza.
-Sì ti prego!-.
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Un altro nuvolone nero di nome Lainey Lewis intanto si addensava a Savannah. La bionda si era sempre immaginata entusiasta ed eccitata per l’inizio della sua vita adulta, quando sarebbe andata al college, non tormentata dai dubbi e dalla nostalgia. Barry le mancava tanto che le pareva di avere mal di stomaco.
“Non è troppo tardi” sussurrò una vocina dentro di lei. “Corri da papà, digli che ci hai ripensato, che non vuoi più studiare qui e torna a casa. Torna da Barry”.
“Certo e poi? Starai a girarti i pollici ogni volta che lui non sarà con te?” ribatte un’altra voce dal tono decisamente più realista. “Barry ti ama, e tu lo ami certo… ma che ne sarà del tuo futuro? Vuoi davvero svegliarti a cinquant’anni senza aver mai fatto nulla tranne la moglie e forse la madre?”.
La bionda sospirò. Quella battaglia fra cuore e cervello andava avanti da un pezzo… da quando aveva cominciato a provare qualcosa per il fratello di Erica. All’epoca si preoccupava per la sua reputazione a scuola… e sembrava un ricordo di una vita precedente. Ora invece si chiedeva se avrebbe mai più provato quella meravigliosa sensazione di gioia che sentiva ogni volta che Barry le diceva quanto l’amava, se il giovane Goldberg le avrebbe ancora organizzato le folli sorprese che le faceva, e che lei tutto sommato apprezzava… se sarebbe mai riuscita ad essere di nuovo così innamorata…
Basta!” ordinò a sé stessa. “Non pensare a Barry! Concentrati su qualcos’altro, ogni volta che ti viene in mente!”.
Distratta dai suoi pensieri la bionda andò a sbattere contro una pallida ragazza, dai capelli corvini.
-Mi dispiace!- fece subito l’ex di Barry.
-Non fa niente- fece l’altra in tono cordiale.- Però cerca di stare più attenta-.
-Sapresti indicarmi dove sono i dormitori?-.
-No mi spiace. Io non studio qui, sono venuta a portare un regalo a mia sorella… sperando che voglia vedermi-.
-Perché non dovrebbe volerti vedere?- chiese perplessa la bionda.
-Be’… anch’io volevo studiare moda e mi sarei dovuta iscrivere qui quest’anno, ma il mio ragazzo è stato accettato a Berkley per studiare legge e quindi ho deciso di seguirlo. Cosa sono dei progetti e delle aspirazioni condivise con una sorella, a confronto del vero amore? La distanza ci avrebbe distrutti, e io non lo volevo… ma mia sorella non ha gradito che mettessi il mio ragazzo prima di lei. Certo lui, mi ha detto che non era necessario… ma la legge è un settore più sicuro della moda dopotutto-.
Sforzandosi di ignorare la colata di cemento armato, che si sentiva scivolare nello stomaco, Lainey salutò e proseguì la ricerca del dormitorio.
Quella ragazza aveva rinunciato ai suoi progetti per amore. Era arrivata a litigare con la sorella e a rinunciare a un suo sogno…  non sapeva se compatirla o ammirarla… magari a Philadelphia avrebbe potuto trovarsi qualcosa che col tempo l’avrebbe appassionata di più della moda…
“Sei qui, quindi ormai la tua decisione l’hai presa! Ormai è inutile chiedersi che sarebbe successo se fossi rimasta!”.
Determinata a non pensare più ai suoi dubbi, Lainey chiese nuovamente indicazioni, ottenendo finalmente l’informazione che le serviva.
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-Be’ è ora che vada. Vuoi che dica qualcosa da parte tua a qualcuno a casa?- sospirò Bill Lewis, posando l’ultimo scatolone nella stanza di Lainey. Quanto faceva male vedere la sua bambina lasciare il nido… ora che lo aspettava a Jenkintown? Solo una casa vuota.
-No grazie papà-.
-Sicura? Non hai un messaggio nemmeno per Barry?-.
-Ci siamo già detti tutto… ormai dobbiamo voltare pagina e… e… sono un mostro!-urlò la bionda esplodendo in una serie di singhiozzi isterici. Appoggiando il viso sulla spalla del padre Lainey diede libero sfogo a tutto ciò che si teneva dentro da troppo tempo: -Gli ho nascosto per mesi, che sarei venuta a studiare qui, e anche che mi sarei trasferita subito dopo il diploma! Ho passato anni a giudicare e ad odiare mamma per essersene andata, e guarda cos’ho fatto! Sono proprio come lei, anzi peggio, sono anche una terribile ipocrita!-.
-No, non lo sei!- fece con decisione l’uomo. –Perché non hai a Barry che partivi?-.
-Non ce l’ho fatta. Sapevo che avrebbe sofferto… e avrebbe fatto soffrire anche me- sospirò la ragazza.
-E adesso t’importa che lui probabilmente stia male?-.
-Certo! E mi odio per questo-.
- Ed è per questo che non sei come tua madre. Senti Lainey la cosa responsabile sarebbe stata dirgli tutto subito, ma certo non era una cosa facile. E se ti è mancata la forza di farlo… be’ è una cosa comprensibile. Sei ancora giovane, e non si può pretendere che tu affronti tutto nel modo giusto-.
La bionda rimase in silenzio. Un ricordo d’infanzia le ritornò di colpo alla mente: una notte si era svegliata dopo aver fatto un terribile incubo, ed era corsa in lacrime dal padre. Lui l’aveva fatta coricare vicino a sé, e l’aveva abbracciata carezzandole i capelli finché non si era riaddormentata. La paura era sparita, e lei si era sentita protetta e amata… era meraviglioso che potesse farla sentire ancora così.
-Grazie, ma non cambia che ho sbagliato-.
-E allora mettiti a pensare a cosa puoi fare per rimediare-.
Bill tenne stretta la figlia per un altro po’. Anche lui stava ripensando a quella nottata, e avrebbe dato di tutto per poter tornare a quel momento.
Giornate tutte uguali, ecco tutto quello che gli sarebbe rimasto una volta uscito da quella stanza.
No, ora stava esagerando Lainey non lo aveva abbandonato come sua moglie: semplicemente aveva fatto quello che prima o poi fanno tutti i figli... se n’era andata per crearsi una vita sua. Tra qualche mese l’avrebbe rivista, e nel frattempo aveva i suoi amici e il suo lavoro.
Già… ma non avrebbe potuto nemmeno sfogarsi un po’ col suo migliore amico. Se fosse andato a casa di Murray, avrebbe rischiato d’imbattersi in Barry, e l’idea lo metteva a disagio. Capiva benissimo quanto il ragazzo stesse male e certo non aveva bisogno di vedere qualcuno che gli facesse pensare a Lainey .
Sciogliendosi dall’abbraccio l’uomo scambiò un ultimo saluto con la figlia, e uscì. Da quella stanza, da quell’edificio, e da una parte della sua vita.
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Murray non si era intromesso nel dramma di Barry, e aveva imposto a sua moglie di fare altrettanto, ma la sera in cui aveva intravisto una luce nel seminterrato e aveva beccato Barry che posizionata una foto di della giovane Lewis dentro un rombo disegnato col gesso sul pavimento, farfugliava formule magica accompagnate dall’invocazione “Lainey ritorna… ti prego ritorna” capì che era ora d’intervenire.
-Ok questo è veramente troppo! Va bene che ti manca Lainey, ma a tutto c’è un limite! Esci di casa e restaci per un bel po’! L’aria fresca non può che farti bene!-.
-No che non può!- protestò Barry. -Fuori c’è il posto in cui io e Lainey abbiamo avuto la nostra ultima cena insieme, dove abbiamo avuto la nostra prima vera conversazione, dove…-.
Ma Barry non riuscì a finire il suo elenco: suo padre lo prese di peso, e lo spinse fuori, gridandogli di tornare puntale entro un’ora.
Barry vagò affranto senza meta per una ventina di minuti. Non aveva voglia di andare da nessuna parte, e non voleva vedere nessuno.
Era così depresso da non prestare la minima attenzione, a dove stava andando, pertanto fu per lui una sgradita sorpresa accorgersi che per pura abitudine, aveva imboccato la strada per la casa di Lainey. Cosa che riuscì nella difficile impresa di peggiorare il suo umore.
Ovviamente il ragazzo conosceva già l’espressione “Cuore spezzato”, ma non aveva mai capito appieno cosa significasse prima della partenza di Lainey. Non era mai stato peggio in vita sua.
Mentre era preso da queste riflessioni qualcuno lo chiamò.
-Oh… buonasera signor Lewis- bofonchiò in tono abbacchiato il giovane Goldberg.
-Ehi Barry- fece l’uomo.- Come va?-.
-Un vero schifo- ammise il moro.
-Lo immaginavo. Ti va di parlarne?-.
-Francamente no. Ma se insiste…-.
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Accomodatosi nel soggiorno di casa Lewis, Barry sospirò stancamente. Strano a dirsi andare lì, gli faceva meno male di quanto si sarebbe aspettato. Forse perché anche se era casa di Lainey, aveva pochi ricordi della loro storia legati a quel luogo. In genere stavano a casa sua.
-Se n’è andata solo da una settimana e mi manca già- sospirò Bill.-E suppongo sia così anche per te ?-
- E’ … terribile. Vedo Lainey ovunque… e… e…-.
-… E ti sembra di avere una mostruosa belva che ti azzanna il cuore a ogni istante- completò l’uomo.- Credimi ti capisco. Ma ti giuro che neanche per Lainey questo è un momento facile-.
-Lo so… lo so… ma questo non mi fa certo sentire meglio… anzi, è peggio sapere che la ragazza che amo soffre -.
La risposta di Barry colpì profondamente il signor Lewis: invece di essere arrabbiato con Lainey che gli aveva nascosto la verità per ben due volte, il giovane Goldberg continuava a preoccuparsi per lei
E dire che lui per un certo periodo aveva osteggiato la loro relazione!
Barry uscì da casa Lewis circa mezz’ora dopo sentendosi vagamente rincuorato. Certo Lainey gli mancava, ma parlare di lei con qualcuno che sentiva almeno quanto lui la sua mancanza lo aveva aiutato.
Anche Bill si sentiva meglio: per la chiacchierata e per aver fatto qualcosa di buono.
Ci sarebbero state tante altre chiacchierate di quel genere tra i due quell’estate: parlare dei propri mali è già una consolazione, ma parlarne con chi li condivide è ancora meglio.
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Quando la luna piena fa un brutto effetto a Farkas, lui si mette a scrivere fanfiction nei fandom più disparati. Adoro questa serie e Barry e Lainey sono una coppia che mi piace davvero molto, e spero che per loro ci sia un lieto fine, quindi alla fine non ho potuto resistere alla tentazione di scrivere di loro.
Grazie mille per essere arrivati fin qui, e grazie diecimila se vorrete lasciarmi una recensione. Ogni commento è utile per migliorare come scrittore, quindi dateci dentro!
  
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