Crossover
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Autore: rosy03    25/02/2020    3 recensioni
[Crossover: MHA, Naruto, Fairy Tail, One Piece]
• Il Centro è un’organizzazione volta alla difesa della pace e dell’armonia tra gli Universi.
Ma cosa succederebbe se qualcosa andasse storto? Se tra le loro fila vi sia un demone di Abyss che sembra intenzionato ad aprire la Porta che conduce nel suo mondo, liberando così ciò che di più malvagio esiste?
Ivar e i suoi sottoposti non possono nulla contro Artemi, è un demone troppo potente e spietato.
Ma presto arriverà la soluzione: se loro, semplici esseri umani, non possono sperare di sconfiggerlo allora basterà chiedere a chi di umano ha ben poco, giusto?
Combattenti forti nello spirito, ecco di chi il Centro ha bisogno... comincia così un’avventura, una lotta contro il tempo per impedire ad Artemi di aprire quella Porta.
La Porta che si trova su Antilia.
• La storia è attualmente in revisione
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Battaglia dei Mondi'
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Capitolo 01:
 
Il Centro e i suoi Nemici
 





Tre giorni. Tre maledetti giorni di riposo assoluto, Isuke avrebbe avuto tante cose da ridire ma non se l’era sentita di mettersi contro un’Amanda furiosa come una biscia.
Avevano protetto la Colonna grazie a chissà quale divinità e l’avevano portata al Centro.
Claudia. Questo era il nome della Colonna proveniente dall’Altra-Parte; lo stesso da cui sapeva di provenire Amanda, ma di cui non ricordava quasi nulla... dopotutto aveva vissuto al Centro sin da quando era bambina. Claudia si era rivelata una persona normale, non aveva qualità speciali, non era in grado di difendersi neanche da un borseggiatore con un coltello di plastica ed era miope, per cui non vedeva un tubo senza i suoi occhiali.
Nonostante avesse faticato a fidarsi di loro (chi si sarebbe fidato di due pazzi che sostenevano di provenire da un altro mondo?), alla fine aveva compreso chi fossero i buoni e chi i cattivi, chi intendeva proteggerla e chi ucciderla.
Quella mattina Claudia si svegliò riposata, attese qualche minuto prima di alzarsi e andare a parlare seriamente con il capo del posto, un certo Ivar. Voleva sapere perché quegli strani individui ce l’avessero con lei, perché la volevano morta... e come avrebbe fatto a tornare a casa senza mettere in pericolo nessuno.
Ricordava ancora nitidamente il combattimento furioso tra i due agenti del Centro e quel tipo con le catene, Ayan. Sarebbe potuta morire. Erano stati attimi di puro terrore e se non fossero intervenuti loro avrebbe fatto sicuramente quella fine. Scosse la testa, non lo voleva ricordare.
Le faceva impressione.
Claudia camminò a lungo, percorrendo i lunghi corridoi vuoti di quel palazzo illuminato da grossi lampadari che pendevano dal soffitto, era incredibile come in quel luogo antichità e modernità coesistessero in armonia. Amanda le aveva disegnato una specie di cartina ma nonostante questo si perse un paio di volte prima di riuscire a trovare la sala grande.
Era una stanza perfettamente quadrata e ben illuminata.
Intravide l’uomo dai capelli marroni intento a leggere qualcosa sull’enorme tavolo posto al centro della stanza, quando gli si avvicinò questo si voltò nella sua direzione facendole un segno col capo, per salutarla. – Sei venuta in cerca di informazioni, immagino.
– Immagina bene, signore.
Lui sorrise flebilmente. – Chiamami pure Ivar.
In un primo momento non disse nulla, si limitò a sedersi su una delle sedie girevoli che erano disposte in fila lungo il tavolo. Aveva gettato un occhiata vaga al soffitto chiaro, le pareti erano color panna e su quella opposta all’entrata c’era un’immensa libreria.
– C-Cosa ci faccio qui?
Perché Isuke e Amanda erano giunti lì a salvarla? Perché quel tizio pericoloso voleva tanto mettere le mani su di lei? A cosa serviva?
Ivar lesse nei suoi occhi quella infinità di domande, si concesse un sospiro prima di cominciare a parlare: – È una storia lunga.


•••


Ivar sembrava una persona seria e ligia al dovere. Secondo lei doveva aver vissuto qualcosa di traumatico perché ogni volta che finiva per parlare di certi argomenti il suo sguardo diventava triste e perdeva un po’ di lucidità. Non si sarebbe affatto stupita se a un certo puto la sua voce avesse cominciato a tremare.
Questo è il Centro – aveva iniziato così il discorso. – La funzione principale della nostra organizzazione è evitare che la Via si squarci. La Via è una specie di barriera che divide un Mondo dall’altro e solo noi con i nostri dispositivi possiamo aprire un varco.
Ivar era stato gentile e paziente. Tutta la tensione e la paura scemarono grazie al suo modo di metterla a suo agio, la tranquillità con cui le infondeva coraggio e si rivolgeva a lei non aveva niente a che vedere con l’irruenza di Amanda e Isuke. Poteva dire di essere più serena di quanto non lo fosse mezz’ora prima.
Quasi nessuno sa della nostra esistenza. Fino a tre settimane fa eravamo più di cento agenti, ora siamo solo in tre – aveva spiegato e fu a quel punto che Ivar divenne scurissimo in volto. – In pochi sono ancora vivi ma hanno preferito tornare a casa pur di non incontrare nuovamente quel... mostro.
Claudia non riusciva a credere che Ivar le stesse raccontato per filo e per segno tutto ciò che era successo al Centro quando la creatura di Abyss aveva messo a soqquadro quel luogo. Quando Isuke aveva accennato alla cosa si era rabbuiato e zittito, facendole capire che ciò che era accaduto l’aveva segnato talmente tanto che ancora non riusciva a parlarne.
Non ci aspettavamo un evento simile – aveva detto. – Ma fino a poco fa il corridoio che hai percorso per arrivare qui era impregnato dall’odore del sangue.
Claudia si era sentita gelare sulla sedia.
Non ci voleva un genio per capire che Ivar si sentiva in colpa, tremendamente in colpa per essersi salvato a discapito di molti suoi sottoposti. Ma ora avevano un nuovo obiettivo.
Lei. Proteggerla da Artemi.
Tu sei una Colonna, Claudia. L’ultima rimasta, sfortunatamente. Per questo dobbiamo evitare che Lui ti uccida a qualunque costo.
Che cos’è una Colonna? – si era azzardata a chiedergli.
Ivar rispose dopo un lungo silenzio, forse non era facile trovare le parole giuste. – Le Colonne sostengono la Via proprio come i pilastri di un ponte. È la vostra energia vitale a farlo e quasi nessuna di voi ne è conoscenza – aveva spiegato. – Ora che tutte le Colonne tranne te sono morte, sei l’unica che può evitare che la Via collassi. Noi ti proteggeremo ma per farlo devi rimanere qui.
È tutto così assurdo, pensò.
Rimanendo nel tuo mondo tutti saranno in pericolo.
Claudia l’aveva capito. Era rimasta per qualche secondo in silenzio senza proferire parola e lo sguardo basso, sulle scarpe che Amanda le aveva prestato e fatto trovare accanto al letto dove l’avevano messa a riposare.
Avrebbe messo in pericolo sua madre, suo padre, il suo fratellino... il solo pensiero che potesse succedere loro qualcosa le annebbiò la vista per un attimo. Aveva accettato di buon grado di rimanere lì al Centro, per il bene dei suoi cari e per il bene del mondo intero.
Chissà cosa sarebbe potuto succedere se la Via fosse scomparsa.
Una tragedia si abbatterà sui mondi, chiunque potrà passare da una parte all’altra e i più deboli soccomberanno ai più forti. Sarà una catastrofe.
Era ignara, Claudia, di quali creature Ivar stesse parlando ma il senso era chiaro. Non potevano permettere che la Via venisse distrutta, lei doveva restare in vita.
Va bene – gli aveva detto, annuendo discretamente e mordendosi un labbro. – Resterò qui.
Purtroppo non so ancora quanto tempo ci impiegheremo a sconfiggere Artemi, ma faremo tutto il possibile per proteggere la tua famiglia. Fino a quando la situazione non si stabilizzerà tutti i tuoi conoscenti si dimenticheranno di te.
Poi si era affrettato ad aggiungere: – Puoi stare tranquilla, i poteri di En sono precisi e infallibili, non appena potrai far ritorno a casa tutto tornerà come prima.
Claudia avrebbe tanto voluto chiedere chi diavolo fosse En ma non le sembrò il caso, anche perché c’erano ancora tante cose che Ivar doveva dire e poco tempo a disposizione.

 

•••


Amanda stava togliendo la fasciatura al braccio, ormai la ferita era completamente guarita. La sua stanza era come l’aveva sempre lasciata: piena di fogli e vestiti sparsi per terra, il caos.
Era uno dei motivi per cui Isuke non vi metteva mai piede. Contrariamente a quel che sembrava la vera disordinata era lei mentre il ragazzo digrignava i denti anche solo quando notava un quadro fuori posto. Davvero pignolo su certe cose.
Si fece un bel bagno caldo, in verità ci impiegò anche meno del solito, e tornò a far compagnia al suo fido compagno di sventure che sonnecchiava in infermeria.
Isuke la accolse con una smorfia. – Mi passeresti il manuale che En ha lasciato lì? – le chiese indicando l’enorme libro posto sul mobile accanto all’ingresso.
Glielo passò. – Non dovresti riposare?
– La ferita è quasi del tutto guarita. I poteri di En funzionano alla grande!
Amanda sbuffò. – Ma non dovresti sforzarti comunque. Domani dobbiamo ripartire e sai bene che è meglio essere riposati.
Il ragazzo annuì distrattamente, troppo impegnato a rileggere alcune note che aveva trascritto sul corretto funzionamento dei DG. Come se non li sapesse usare alla perfezione!
– Ancora non capisco perché continui a studiare cose che già sai – gli disse, infatti.
Lui alzò le spalle. – Non si smette mai di imparare.
– Il capo sta parlando con Claudia.
Isuke alzò lo sguardo sull’amica per un nanosecondo – Le starà spiegando un po’ la situazione.
– Ma ovviamente non le dirà tutto, no?
Seguirono interi minuti di silenzio.
Amanda sapeva bene che qualsiasi cosa fosse successa, Ivar non si sarebbe messo a sbandierare i fatti del Centro ai quattro venti. Non era da lui.
Ad ogni modo Claudia meritava delle spiegazioni. Era lei il bersaglio della follia di Artemi.
– Beh, ormai non serve più nascondere la realtà dei fatti. Se Ivar vorrà parlargliene è una sua decisione, io non voglio saperne niente. Ho già i miei problemi e anche tu dovresti pensarla così.


•••


La sua camera era piccola ma gli spazi erano così ben organizzati che sembrava parecchio più grande di quanto non lo fosse in realtà. Due armadi stretti e alti erano posti ai lati della finestra che dava sul retro del quartier generale, il letto era a una piazza e mezza ed era davvero soffice, mentre la scrivania aveva una piccola libreria annessa.
Se doveva passare del tempo lì avrebbe dovuto riempire gli spazi vuoti con libri, fumetti e tutto ciò che poteva servirle per ammazzare il tempo quando voleva stare da sola. La sua camera si trovava a poche porte di distanza da quella di Amanda e perfettamente di fronte a quella di Isuke.
Tutte le altre erano vuote e sigillate.
Si stupì non poco quando vide un valigia sul letto, l’aprì e le mancò il respiro: dentro c’erano alcuni suoi vestiti, alcuni libri e il suo peluche preferito. C’erano persino il suo diario e lo zaino che usava per andare a scuola. Il solo rivedere l’orsacchiotto color caramello che le avevano regalato i suoi amici al suo quindicesimo compleanno, fece sì che la mente venisse invasa dai ricordi.
Ricordi belli, felici ma anche dolorosi, e di conseguenza sentì un forte peso al petto quando l’immagine di suo fratello cominciò a formarsi nella sua mente. Le mancava già tantissimo.
Gli occhi si inumidirono e ben presto due lacrime le rigarono il volto.
Non voleva piangere, era troppo presto ma erano successe così tante cose tutte insieme. Prima lo strano individuo che cercava di ucciderla, poi Amanda e Isuke, quest’ultimo rimasto ferito proprio davanti ai suoi occhi, il viaggio ultra dimensionale che come conseguenza le aveva fatto rimettere tutto ciò che aveva mangiato e infine la notizia di non poter più tornare a casa. Almeno finché Artemi non fosse stato sistemato.
Per un momento desiderò davvero la morte di quell’essere a cui dava la colpa della sua condizione. Non avrebbe potuto riabbracciare Thomas, né i suoi genitori e nemmeno i suoi amici se prima Artemi non fosse sparito dalla circolazione per sempre.
Lo odiava. Lo odiava davvero tanto.
Claudia si meravigliò di poter provare tanto odio verso una singola persona, si sentiva addirittura peggio di quando ‘conobbe’ per la prima volta Shou Tucker dell’anime di Fullmetal Alchemist Brotherhood. Si sentì fremere dalla voglia di dare un pugno al responsabile di tutto!
Poi sentì bussare.
Fece appena in tempo ad asciugarsi il viso con la manica della maglietta. – Avanti.
L’uscio si aprì e fece la sua comparsa niente di meno che Amanda. – Ciao – disse ed era accompagnata da una donna bellissima, Claudia pensò di non aver mai visto nessuno di così bello. – Lei è En. È la Guardiana del Centro, una specie di nostro angelo custode – le spiegò.
En le sorrise. – Piacere di conoscerti, Claudia.
– Il piacere è mio – disse, cercando di mostrarsi rilassata. Ma la sua mente non faceva altro che pensare a quello che le aveva detto Ivar poco prima: che era stata lei a far perdere i ricordi di sé ai suoi cari. Ma almeno così saranno al sicuro...
– Se hai bisogno di qualsiasi cosa rivolgiti pure a lei. Anche se hai solo bisogno di sfogarti con qualcuno, è brava a tirar su di morale le persone al contrario di me.
En ridacchiò garbatamente mentre Amanda alzò le spalle.
– Vi ringrazio – disse Claudia a un certo punto. – Mi avete salvata e curata.
– Non devi ringraziarci. Dopotutto è il nostro lavoro. Tutto ciò che riguarda Artemi è il nostro lavoro – asserì Amanda. – Comunque non c’è bisogno che parli con noi in maniera tanto formale. E puoi semplicemente chiamarmi Amy se ti va.
Claudia annuì. – D’accordo.
– Bene! – fece la bruna posando le mani sui fianchi. – Ivar di avrà già spiegato tutto, no? Del Centro, della Via, del fatto che tu sei l’ultima Colonna rimasta in vita? Se vuoi dopo cena posso spiegarti un altro po’ di cose riguardo la missione di domani.
Claudia alzò un sopracciglio. – Quale missione?
A quel punto En intervenne nella conversazione con un altro dei suoi luminosi sorrisi. – È stata una decisione dell’ultimo momento. Tu andrai con Isuke e Amanda in missione domani. Muovendoti continuamente da un Mondo all’altro eviteremo che Artemi possa localizzare la tua posizione.
– E sicuramente sarai molto più utile in missione che qui a far niente.
Claudia non capiva se Amanda stesse scherzano o no, ma sicuramente partire per una missione quando ancora non aveva avuto il tempo di ambientarsi le pareva una pazzia.
Ma non poté controbattere perché le due se ne andarono, consigliandole di farsi un bel bagno caldo prima di cena cosicché avrebbero avuto il tempo necessario per altre spiegazioni.


•••


– Questo è un esempio di Dimensional Gap, abbreviato in DG – le disse Amanda mostrandole l’aggeggio rotondo. Sembrava più una calcolatrice che un oggetto in grado di creare varchi tra le dimensioni. – Basta digitare le coordinate e premere il pulsante bianco. Quelle del Centro sono 44rp12m5. Cerca di ricordartele nel caso in cui dovessi scappare senza di noi.
Claudia annuì. Ormai non faceva altro da trenta minuti.
Il giorno prima era crollata e Amanda non aveva avuto modo di spiegarle niente: le troppe informazioni ricevute e il continuo stato di stress le avevano fatto perdere le energie, così all’alba la ragazza del Centro era entrata in camera sua e l’aveva buttata giù dal letto.
– Abbiamo una missione! – aveva esclamato.
Il sonno le era passato del tutto quando era andata a sbattere contro la schiena di Isuke. Il ragazzo, contrariamente alle sue aspettative, sembrava stare più che bene, tanto che la sollevò senza sforzo quando, per lo scontro, era finita a terra.
– Ehi, Terra chiama Claudia! Ci sei? A cosa stai pensando?
Amanda le stava sventolando una mano davanti al viso, al che Claudia scosse la testa nella speranza che tutti i pensieri inutili svanissero dalla sua mente. – Scusa, mi ero distratta.
La bruna sospirò. – Dicevo, i DG sono apparecchi che non possono finire in mani sbagliate. Artemi ne ha rubati un paio l’ultima volta che è stato qui, ma dobbiamo assolutamente evitare che altri estranei ne entrino in possesso.
– In altre parole si deve evitare che qualcuno che non sappia usarli possa aprire un varco dimensionale e finire in un altro Mondo per caso. Giusto? – concluse.
Amanda sorrise allegramente annuendo. – Esatto!
– Ne porteremo due con noi. Uno lo terrò io e l’altro Amanda – fece Isuke, irrompendo nella conversazione. Fino a quel momento stava smontando un computer con un cacciaviti. – In caso di problemi ti farò avere il mio e potrai scappare.
Claudia avrebbe voluto ribattere ma non gliene diedero il tempo perché arrivò Ivar seguito da En. – Siete pronti?
I due agenti annuirono vigorosamente.
– Fate attenzione e non strafate. È importante che anche voi non vi facciate male – disse En con voce angelica, per poi volgere gli occhi nocciola verso la Colonna. – Resta sempre vicino a loro.
Claudia annuì. Ancora.
– Il computer ha le coordinate giuste. Dobbiamo trovare queste persone e convincerle ad aiutarci.
Ivar parlò principalmente a Claudia, essendo l’unica che ancora non aveva ben capito quale fosse la missione che avrebbero dovuto compiere. Tirò fuori dalla tasca alcuni fogli che porse ai tre giovani.
Quando Claudia diede uno sguardo a quello che le capitò tra le mani si ritrovò a trattenere il fiato.
– Nessuno di loro è a conoscenza dell’esistenza del Centro ma trovate il modo di convincerli a combattere con noi. Non abbiamo tempo da perdere e queste persone sono a dir poco straordinarie, sicuramente saranno in grado di battere... un mostro.
Isuke annuì arricciando le labbra. – Questo qui mi sembra forte già dalla foto.
– Non mi convincono tutti e tre al cento per cento ma se li hai selezionati tu, mi fido – fece Amanda, annuendo in direzione del capo.
Claudia, invece, era ancora scioccata. Non riusciva a capire come fosse possibile che ci fosse una sua foto lì sopra.
Il suo strano silenzio attirò l’attenzione degli altri che cominciarono a preoccuparsi circa un eventuale attacco di panico. Fu En ad avvicinarsi lentamente mettendole una mano sulla spalla e inclinando di poco la testa per vederla in volto. – Tutto bene?
Claudia tremò. – Voi siete proprio sicuri che q-questa persona esista?
Isuke alzò un sopracciglio, stranito, imitato da Amanda mentre il capo del Centro non si scompose più di tanto dinanzi alla sua incredulità.
Poi alla ragazza venne in mente una cosa singolare e fu a quel punto che comprese il suo turbamento. – Ora che ci penso... nel tuo mondo esiste qualcosa grazie ai quali è possibile venire a conoscenza di ciò che succede negli altri Mondi – disse, la sua era una riflessione fine a se stessa ma ciò che disse bastò a far scuotere Claudia.
Quest’ultima era, se possibile, ancora più allibita del sapere di essere l’ultima rimasta che può impedire il collasso della Via.
– Mi stai dicendo che...?
– Non mi pare proprio il momento di parlare di queste cose – disse Isuke, all’improvviso. – Dobbiamo sbrigarci se vogliamo sconfiggere Artemi prima che riesca ad ammazzarla.
Ivar si trovò d’accordo e Claudia dovette reprimere tutte le domande, le ansie e i dubbi che le tartassavano le interiora perché... non può essere vero!
– Rientreremo alla base tra una settimana al massimo. Abbiamo tre Mondi da visitare – disse Amanda, al che il compagno annuì con un sorrisetto.
En li salutò con un sorriso radioso mentre Isuke inseriva le coordinate sul DG.
Il varco si creò e Ivar assunse la sua solita espressione preoccupata – Buona fortuna a tutti e tre.


 
 






 
 





► Capitolo revisionato.

# Sono tornata prima del previsto ^^ questo primo capitolo è più esplicativo rispetto al prologo, anche se, come penso abbiate intuito c'è ancora qualcosa che la povera Claudia non sa, qualcosa di importantissimissimo! Qui abbiamo un'altra panoramica sui personaggi da me inventati: ho paura di parlare di loro perché potrei involontariamente fare degli spoiler, per cui lascerò le prime impressioni a voi.

Claudia, a differenza degli altri, è una persona normale senza alcun potere a cui è capitata la disgrazia di essere la Colonna che sostiene la Via. La relazione tra Amanda e Isuke è parecchio complessa, ma ci vuole del tempo prima che possa parlarvene liberamente. Pazientate ^^
Lo scontro avvenuto nel Mondo di Claudia è volutamente messo da parte, più avanti ritornerà.
Avrete anche notato che tra Claudia e gli agenti non è che ci sia tutta quest'amicizia, semplicemente perché cerco di mettermi nei panni di tutti e tre: per Claudia è difficile instaurare un rapporto perché è ancora impaurita e persa a causa della situazione; mentre per Amanda e Isuke lei è semplicemente una persona da dover proteggere, lavoro insomma. Sono stati abituati così.

Ovviamente poi le cose potrebbero cambiare, chissà ^^ io non mi esprimo.
E che altro? Ringrazio @Elgul1 per la recensione, spero che anche questo capitolo possa essere degno di altrettanti complimenti... Nel prossimo capitolo entreremo nel vivo della missione e non ci faremo mancare un po' d'azione, spero di riuscire in quest'impresa titanica: è da un po' che non mi cimento in questo genere di storie, non so se sono ancora brava a descrivere degli scontri. Incrocio le dita ^^

Alla prossima

Rosy
  
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