L’irriverenza di Ryuk era nota nel regno degli Shinigami.
La sua imperitura voglia di divertirsi e di combattere la noia lo aveva indotto a gettare il proprio Death Note sulla Terra, per giunta nel cortile di un liceo. Aveva imbrogliato il grande re degli Shinigami, aveva infranto almeno una decina di regole e si era divertito da impazzire di fianco al brillante Light Yagami. Non poteva sperare in un detentore migliore di lui.
Ma ora il vento dello spasso soffiava altrove, per la precisione nei pressi di un appartamento al quindicesimo piano sito nel centro di Tokyo, e Ryuk non si faceva alcuno scrupolo nel seguirlo.
Egli era amorale, a stento distingueva il bene dal male, e si era da sempre professato neutrale: a differenza di Rem, egli non stava dalla parte di Light, né di nessun altro.
Non per niente, ora si trovava nel covo segreto di Watari, col sorriso grottesco e imperituro dipinto sulle labbra viola. Aveva disseppellito il proprio Death Note e lo aveva portato ai due ragazzini più bizzarri e intelligenti che avesse mai visto: Nate River e Mihael Kheel.
Questi due giovani, insieme al vecchio Watari, ora erano davanti a lui e lo fissavano sconvolti.
In ordine, il dio della morte aveva rivelato loro che:
1 La regola dei tredici giorni era falsa.
2 Rem si era affezionata a Misa.
3 Light Yagami era Kira.
-Dobbiamo subito dirlo a L!- esclamò Watari, angustiato.
-C’è un problema però- lo bloccò Near -Se glielo diciamo, Rem ci ucciderà tutti, vero?-
Ryuk ridacchiò, addentando tutto contento l’ottava mela rossa della giornata -Eh sì…-
-E allora? Come diavolo facciamo?- esclamò Mello, frustrato -Ingaggiamo un sicario per uccidere Light?-
-Io sono un cecchino- esclamò Watari, teso -Per L sono disposto a questo e ad altro-
-Meglio restarne fuori e pagare qualcuno di esterno- lo confutò Mello, riflessivo.
-No, l’essere bianco ci troverebbe comunque e ci ucciderebbe. Ricordatevi che è pur sempre un dio della morte. E poi… Sono certo che L non voglia questo. Lui non ama uccidere in questo modo barbaro-
-L, L, L!- sbottò Mello, infastidito -Tu non sei L, Near, impara a ragionare con la tua testa-
-So di non essere L- si difese il ragazzino, assottigliando lo sguardo -Ma ciò non mi impedisce di imparare da lui-
-Tanto non sarai mai alla sua altezza-
-Parli tu, che non sei nemmeno alla mia-
-ORA BASTA!- li interruppe Watari, facendo ridere Ryuk -Smettetela di bisticciare, sembrate due bambini dell’asilo! Quanto a te- si rivolse allo Shinigami -Esiste un modo per ingannare il Death Note?-
Ryuk ciondolò, dando un bel morso alla mela -Forse un modo ci sarebbe…-
-E quale sarebbe?-
Il sorriso grottesco del demone si allargò -Che cosa mi date in cambio?-
-Cosa mi dai in cambio?-
-Non è divertente, Light-
Light aveva un luccichio spaventoso negli occhi, sicuramente lo stesso che aveva quando scriveva i nomi nel Death Note.
L invece era immobile, ammanettato coi polsi sulla sponda del letto. Ecco cosa succedeva a fidarsi di un killer psicopatico. Le manette che gli avevano tenuti uniti per tutti quei mesi e che L qualche ora fa aveva deciso di togliere, adesso gli tenevano le braccia sollevate contro il letto.
Ma quando il gioco si fa particolarmente duro, L tira fuori gli attributi.
-Avanti, rispondimi- esclamò, accarezzandogli il busto da sopra la maglietta bianca e basica -Che cosa mi dai in cambio, Lawliet?-
-Il mio nome è L, non so più come dirtelo-
Ma Light lo interruppe con un bacio, solo che L scalciò come un cavallo imbizzarrito.
-Che ti prende?-
-Liberami, ora-
-Te l’ho già detto, voglio qualcosa in cambio. Ti desidero, ma sarò sincero. È la mia prima volta con un uomo. So per sentito dire… Insomma, so ciò che sanno tutti. Tu hai ben sette anni in più di me e hai sempre saputo di amare gli uomini. Saprai qualcosa in più-
“Che bastardo” pensò L.
-Se magari mi togli le manette, possiamo anche discuterne- gli disse, cercando di mantenere il sangue freddo -Non mi sento a mio agio così, Light-
-Ma a me piace vederti così, in balia delle mie decisioni…- gli diede un bacio, spingendo il ginocchio tra le sue gambe, facendogli montare quella ben nota sensazione di languore e spine allo stomaco.
-Sei uno psicopatico. La tua mente è perversa-
-La mia? Parla quello che mi spiava mentre facevo la doccia-
-Credi che lo facessi per ammirare il tuo bel fisico?- gli rispose L, con la sua solita voce piatta e apparentemente tranquilla -Fatti un bagno di umiltà, Light, perché sei solo un assassino. E se hai smesso momentaneamente di uccidere, è solo per merito mio-
-Non sono un assassino- gli sussurrò assertivo, guardandolo negli occhi.
-Sì, che lo sei- lo contraddisse il detective, sicuro.
-E perché mi hai baciato, allora?-
-Perché credevo e credo tuttora di stare per morire- gli rispose L, sincero.
-E quindi?- gli rispose Light, sorridendo -Non è una giustificazione. A meno che non fosse stato il tuo primo bacio, ma voglio ben sperare di no-
L lo guardò, sostenuto -Ognuno ha le proprie priorità. Da quando avevo quattordici anni, ho risolto ventotto cold case, ho sventato sette attentati e salvato approssimativamente mezzo milione di persone. E chissà quante altre ne salverò, quando riuscirò a comprovare la tua colpevolezza-
-Quindi sono stato il tuo primo bacio- concluse Light -Davvero deprimente, Lawliet-
-Tu non sai neanche cosa vuol dire l’aggettivo deprimente- gli rinfacciò L.
-Quanto ti sbagli. La mia vita era la quintessenza della depressione, prima che…
-Prima che?- esclamò subito il detective, severo -Prima che trovassi il Death Note, per caso ?-
Light sorrise “Perspicace, ma non abbastanza…”
-Prima che incontrassi te- mentì, furbo -Sei riuscito a vedere al di là della mia maschera e all’inizio questo mi innervosiva, tu mi innervosivi, ma poi ho capito che avevo un disperato bisogno di qualcuno che riuscisse a farlo, di qualcuno che fosse alla mia altezza. Perché per una volta non provi a lasciarti andare? Chiudi gli occhi-
Gli posò una mano su quegli occhi perennemente aperti e vigili e lo baciò sulla bocca.
La bellezza di L e del suo essere diverso andava al dì là dei suoi modi goffi e strambi. Non era da tutti risultare attraenti senza alcun tipo di accorgimento, con una sindrome dello spettro autistico e moltissime ore di insonnia alle spalle.
Light gli slacciò il bottone dei pantaloni e gli calò la cerniera, ignorando i suoi “no” di protesta. Non sapeva bene neanche lui cosa fare -O meglio, come fare- ma alla fine si rese conto che quello era come se fosse il suo corpo, solo dai colori più pallidi e le ossa più sporgenti. Gli abbassò l’elastico dei boxer, ma L sbottò.
-Non farlo, ho detto! Ti prego, non farlo- lo supplicò, sollevando energicamente le ginocchia contro il petto.
-Perché? Lasciami provare…-
-Non farlo. Non voglio, ti prego-
Light non sapeva cosa pensare. Le sue mani formicolavano dalla voglia di accarezzarlo e gli era venuta perfino l’acquolina in bocca, ma non volle insistere ulteriormente. In fondo, era molto teso anche lui, pur non dandolo a vedere.
-Preferisci farlo tu a me?-
-Non ne sono capace- gli rispose subito L, sgranando gli occhi.
-Ma sì che lo sei- lo confutò Light, nervoso -Tutti lo siamo-
-Light liberami, ti prego-
Il giovane abbassò lo sguardo e gli obbedì, tristemente. Gli tolse le manette dal letto e rimase inerte, osservandolo mentre balzava in piedi e si chiudeva con ansia i pantaloni.
-Pensavo di piacerti…- gli disse, incupito.
-Ma tu mi piaci-
-E allora? Qual è il problema, allora?- insistette Light, imbarazzato.
-Io sono L, Light, e credo fermamente che tu sia Kira. Non mi sentirò mai a mio agio con te-
-Ma guardami, ti sembro un bruto? Un violento?- gli domandò, esasperato -Non vedi che sono teso quanto te?-
-Preferisco un bruto a un assassino- gli rispose il detective, perentorio -Mi dispiace, Light-
-Come preferisci- esclamò Light, freddo ma ferito nel profondo -Tanto sei tu a perderci, non io-
-Non lo metto in dubbio- convenne L, docilmente -Ora è meglio che vada-
Light istintivamente fece per alzarsi dal letto, ma poi si ricordò che non avevano più le manette e che non c’era bisogno che si muovessero in coppia. Si sdraiò sul fianco, verso il muro, cercando di chiudere gli occhi e di fingersi calmo.
“Chi se ne frega. Ma chi lo vuole ” si diceva, sentendo la porta che si chiudeva “Non è nemmeno normale, non mi merita. Diavolo, se non mi merita”
Eppure sentiva un profondo dolore dentro, un vuoto frustrante e pesante come un macigno, che gli mozzava il respiro. Si asciugò le lacrime con uno scatto rabbioso, sentendosi terribilmente patetico e debole.
Lo avrebbe amato, ecco la verità. Lo avrebbe amato lentamente, dolcemente, sinceramente… Non come con Misa.
Light strinse forte i pugni. L avrebbe pagato caro questo affronto. Carissimo, in un modo che non poteva neanche immaginare.
Ogni minima goccia delle sue lacrime sarebbe stata vendicata, ogni minimo, addolorato…
-Kira?-
Il giovane Yagami sussultò dalla sorpresa e si voltò di scatto, trovandosi proprio L, ancora L, di fronte a sé. Il giovane torreggiava nel buio con gli occhi ben aperti, gli ricordava quasi uno zombie.
-Kira- ripeté L con un filo di voce, svuotato -Potresti toccarmi, per favore?-
Light dischiuse le labbra, ma notò subito la grossa erezione che svettava dai jeans del suo sedicente nemico.
Inutile dire che Kira sorrise.
“Death Eraser”.
Gli occhi di Near sfavillavano.
Non aveva neanche mai pensato a un’eventualità del genere, non gli era nemmeno vagamente occorsa per la mente, eppure ora che lo sapeva, gli pareva ovvio.
Una sorta di gomma che cancella i nomi scritti nel Death Note e che riporta in vita le vittime secondo determinate regole.
Ryuk aveva spiegato loro che più che una gomma era una sorta di gemma di cristallo nero che, se passata sopra al nome, lo faceva svanire, come se l’inchiostro sublimasse verso l’esterno. Ovviamente doveva seguire delle regole precise: la vittima non doveva essere morta da più di un’ora, e il suo corpo doveva essere ancora integro, in modo da permettere il ripristino delle funzioni vitali minime. Chi viene carbonizzato e ridotto in cenere in un incendio, ad esempio, non può tornare in vita.
Near teneva ben stretto tra le piccole mani il prezioso manufatto ultraterreno, e lo esaminava con occhi curiosi. A vederlo, sembrava proprio un bambino…
Qualcuno, però, suonò al campanello.
-Chi può essere a quest’ora?- domandò Watari, allarmato.
-Vado io- soggiunse Mello con un ghigno, mettendosi una pistola tra i pantaloni di pelle. Near si nascose dietro a Watari e Mello con irruenza e coraggio spalancò la porta, solo che, invece di trovarsi un nemico come segretamente sperava, si trovò L, un pallidissimo e inzuppato L.
-E tu che cosa ci fai qui?- gli domandò malamente, appoggiandosi allo stipite.
-L!- esclamarono Watari e Near in coro, andando verso di lui -È pericoloso, non puoi stare qui!-
-Scusami, Watari- gli rispose L, contrito, mentre Near gli andava incontro.
-Ho scoperto tantissime cose- lo informò il piccoletto con orgoglio, stringendolo forte.
-Abbiamo- lo corresse Mello, ingelosito.
-Bravi- sussurrò L, accarezzando i capelli argentati di Near.
-L Lawliet!?- lo chiamò Watari, severamente -Perché sei venuto qui!? Light Yagami…-
-È Kira- disse subito Mello, attirando lo sguardo esausto del detective -E abbiamo le prove-
Il cuore di L perse un battito.
-A-avete le prove?- balbettò, con un filo di voce. Near gli sorrise e gli mostrò il Death Note sconosciuto, quello che fino a quel momento era rimasto segreto.
-Questo è il quaderno che ha usato Light Yagami nelle vesti di primo Kira- gli spiegò Near, serio -Dalla calligrafia dei nomi segnati si può facilmente risalire a lui. Se inoltre leggi il regolamento, noterai che la regola dei tredici giorni non c’è, per cui abbiamo una prova concreta della sua natura fittizia. Inoltre, il Death Note che avete voi nel Quartier Generale è quello appartenuto a Misa Amane, il secondo Kira-
-Proprio come avevo pensato fin dall’inizio- sussurrò L, incredulo ma sconfortato. Near annuì, abbacinato dalla sua bravura, Watari gli sorrise.
-Sei davvero un mago, ragazzo mio- lo elogiò Watari, orgoglioso più che mai -Un fenomeno-
Come L toccò il Death Note, gli apparve alla vista Ryuk, seduto con una cassa di mele sul grembo e un ghigno orribilmente divertito.
-Un altro Shinigami…- sussurrò L, più a se stesso che agli altri. Poi aprì il quaderno e lesse gli ultimi nomi scritti in bella calligrafia…
Kuro Otoharada
Shibuimaru Takuo
Lind L. Taylor
Kiichiro Osoreda
Raye Penber
Naomi Misora
Beyond Birthday
Kyosuke Higuchi
Wedy
Aiber
Kanichi Takimura
Light era Kira oltre ogni ragionevole dubbio, tutto tornava, tutto quadrava. Il caso era risolto ma nel suo cuore, L sentiva di essere morto. Aveva sempre saputo che Light fosse Kira, eppure nel suo cuore una piccola fiamma di speranza era rimasta accesa, lo aveva confortato, illuso, riscaldato… Ma ora c’era solo il gelo della realtà e la consapevolezza di essersi innamorato di un assassino destinato a morire.
-Capisco- sussurrò L, chiudendo il quaderno e cercando vanamente di sorridere -Dovevo aspettarmelo da voi due, siete… Siete bravissimi. Insieme diventate più bravi di me-
L aveva la voce rotta, gli occhi lucidi e un’espressione addolorata. Near indietreggiò appena per guardarlo in viso, perplesso.
-Cosa c’è che non va, figliolo?- si preoccupò subito Watari, vedendo la sua espressione prossima alle lacrime.
L scosse la testa -Niente- sussurrò, ma proprio mentre diceva così, una lacrima gli solcò il viso. Mello e Near si scambiarono un’occhiata confusa, e Ryuk fece la sua iconica risatina -L non sembra molto contento di avere vinto…- esclamò, divertito.
-L’essere mi ha tolto le parole di bocca- concordò Mello, sottovoce.
-Oh, L- lo confortò dolcemente Watari, abbracciandolo. Il detective rimase rigido, con le braccia abbandonate lungo i fianchi -Vedrai, andrà tutto bene-
-Non andrà tutto bene. Va tutto male, Watari- gli sussurrò debolmente, restando di pietra mentre le lacrime gli solcavano velocemente le guance.
-Perché dici così? Il caso è risolto e tu non morirai- cercò di consolarlo -Light non era tuo amico, L, non lo è mai stato. Ci ha ingannato tutti-
L annuì -Lo so, l’ho sempre saputo. Ma è stato il primo amico che abbia mai avuto-
-E il primo con cui sei andato a letto- lo corresse Mello, cinico ma sveglio -Ecco perché stai piangendo-
Watari sgranò gli occhi e guardò Mello come se fosse impazzito.
-Che orrore- esclamò Near -Questo è uno dei tanti motivi per cui voglio restare bambino per sempre-
-Nate!- lo richiamò severamente Watari.
-Suvvia, L, guarda il lato positivo- lo consolò Mello -Puoi sempre venire a letto con me e Matt, se vuoi-
-Mihael!-
Ryuk rise, ma l’espressione di L non mutò di una virgola. Era strano vederlo piangere, il suo viso restava pallido e le labbra rimanevano serrate, solo gli occhi lacrimavano copiosamente. Sospirò e si allontanò dall’abbraccio confortante di Watari.
-So cosa fare, ora. Grazie per il vostro aiuto, ragazzi- si rivolse a Near e Mello -Se sono vivo, è solo per merito vostro-
-Per te questo e altro, L- gli disse Near, Mello invece minimizzò alzando le spalle.
-Quindi? Cosa pensi di fare ora?- gli chiese Watari.
-Semplice- esclamò L, atono -Vado ad arrestare Light-
Note
C'è nessuuuuuuuno? xD
Hello? Is there anyone here??
Ho fatto la doppietta dello 0, un mio nuovo record devo dire, ma eppure ci siete! Lo vedo che visualizzate!!! Ve ne approfittate perché non conosco i vostri nomi e non posso vedere i vostri visi, dite la verità...
Comunque, sappiate che siamo alla fine. Il prossimo capitolo potrebbe essere l'ultimo o il penultimo, dipende da quanto viene lungo. E niente, spero che vi sia piaciuto!