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Autore: Kuro Iri    26/02/2020    0 recensioni
Cosa succede se uno spirito maligno continua a mietere vittime, senza che nessuno riesca a fermarlo? Cosa succede se a uno spirito guardiano viene distrutto il tempio? Cosa succede se a farne le spese sono dei ragazzi senza colpe? O forse, tutti hanno le proprie
Genere: Fantasy, Song-fic, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seduta a terra, Nyx pensava a quel giorno di quasi due anni prima nel quale il suo corpo era stato dilaniato da una forza misteriosa. Allungò la mano verso il trono reciso dell’ultimo albero, rabbrividendo al ricordo del dolore che aveva provato. Sentì dentro di sé una sorta di sospiro. Si immobilizzò, respirò a fondo e strinse i pugni. Sentì una fitta di rabbia, poi si rilassò.
“Nyx! Dove sei? Non ti trovo!”
Sorridendo, la ragazza si alzò e si avviò verso casa. Lux e Orion si guardavano intorno con aria sconsolata il primo e divertita il secondo.
“Eccomi”
“Nel bosco?! È pericoloso, non ci dovresti andare!”
Sbuffò.
“Non sono una femminuccia inerme. Sono capace di difendermi”
“Resta comunque troppo pericoloso. Devi promettermi che non ci entrerai più”
“Come vuoi”
Si avviò verso casa.
“Non hai promesso”
“è ora di pranzo”
“Ah, si?”
Il cugino le saltò addosso, spingendola a terra. Rapidamente, la ragazza con una risata, bloccando le braccia dell’avversario.
“Orion, dammi una mano!”
“Non ti azzardare!”
“Forza unione dei maschi!”
Ridendo, i tre amici si rotolarono a terra, simulando una lotta. Rimasti senza fiato, si sdraiarono sul prato, cercando di recuperare ossigeno.
“Lux! Dove sei finito? È pronto, sono stufa di chiamarti!”
“Arriviamo!”
Dopo pranzo, si diressero verso i rispettivi lavori: Lux raggiunse la Guardi di cui era da poco diventato scudiero, ansioso di prendere parte all’allenamento; mentre Orion accompagnò l’amica per un po’, per poi separarsi alla bottega dell’artigiano che gli aveva creato la protesi alla gamba. Era un capolavoro: gli sembrava di avere nuovamente due gambe, non dava fastidio ed era lavorata come una gamba umana con una maestria incredibile. Nyx, dopo averlo salutato, si avviò verso la locanda. Entrando, salutò la padrona, poi aspettò un suo cenno. La donnona le sorrise furbescamente, poi le lanciò una scopa. Ringraziandola con un cenno del capo, si lanciò nel sotterraneo della locanda. Bussò tre volte alla porticina di legno, fece una pausa di tre secondi e bussò due volte. La porta si aprì su un volto con un occhio mancante di un vecchio, che le rivolse un sorriso sghembo. Mentre si dirigeva verso il centro di quel luogo segreto, tolse la parte finale della scopa, roteando il bastone per sgranchirsi i polsi. Nel centro, altre quattro ragazze si stavano affrontando usando oggetti quotidiani come armi: un nastro, due spuntoni per capelli in metallo, un bastone più corto e spesso di quello di Nyx e un vecchio ventaglio. La salutarono distrattamente con un cenno del capo, per poi tornare al loro allenamento, ignorandola. Si parlarono solo in un’occasione, nella quale ringraziarono ancora una volta la padrona. Qualche mese dopo la guarigione di Nyx, un uomo aveva cominciato a violentare giovani ragazze, uccidendole una volta finito. Prigioniere della paura nessuna ragazza e nessuna donna riusciva a lasciare la sicurezza della propria abitazione, tranne che per estrema necessità. Nonostante ciò, l’uomo continuava a mietere vittime. Un giorno, era stato trovato il colpevole agonizzante al centro del villaggio: qualcuno gli aveva bloccato mani, piedi, gambe e braccia al suolo con delle sbarre di ferro appuntite, dopodiché aveva riprodotto sul suo corpo tutte le ferite che aveva inflitto sulle sue vittime. Infine, gli aveva strappato gli organi genitali dopo averli maciullati. Nelle settimane successive, con molta cautela, le donne avevano ripreso a uscire di casa. La padrona della locanda aveva deciso di mettere a disposizione di qualunque ragazza lo desiderasse il sotterraneo della sua locanda per consentire loro di imparare a difendersi. Aveva chiesto a una vecchia Guardia in pensione di occuparsi del loro addestramento. Quando l’aveva scoperto, Nyx si era unita al gruppo in gran segreto. Non si era mai sentito di una femmina con in mano un’arma, né tantomeno di una in grado di usarla. Nemmeno Orion e lux lo sapevano.
 
MARCI. TUTTI LORO. FINO AL MIDOLLO.
 
Nyx barcollò, poi conficcò il bastone nel soffice terreno e vi si appoggiò pesantemente.
No.
I suoi occhi serrati mandarono un breve bagliore, poi rilassò i muscoli. Qualcuno bussò alla porta.
“Nyx? La padrona ha bisogno di te”
Sistemando la scopa, la ragazza risalì la scala.
“Ci servi ai tavoli. Siamo pieni”
Quando finalmente la giornata finì, Nyx, Lux e Orion si trovarono alla fontana dello Spirito e tornarono a casa insieme, tutti e tre esausti. Quella sera, a cena, Shu non perse nessuna occasione per punzecchiare la nipote.
“Lux sta per diventare una Guardia. Tu sei ancora a lavorare in quella locanda da quattro soldi”
“Anche Orion sta imparando un mestiere, tu invece cosa fai?”
“Sei una ragazza o no? Come mai i tuoi capelli sono scompigliati, i tuoi vestiti spiegazzati, sei impolverata e a volte torni distrutta, come se avessi corso. Vedi di darti una sistemata”
Una volta che finirono di mangiare, i due ragazzi cercarono di consolarla, ma lei li allontanò. Non voleva che la vedessero con gli occhi lucidi.
 
BASTA. HA VISSUTO ABBASTANZA. NON VIVRà OLTRE.
È INUTILE.
È INUTILE FUGGIRE.
 
Il giorno dopo vennero svegliati da urla: l’assassino aveva colpito ancora. Nyx dovette passare davanti al corpo per andare alla locanda, e quando entrò aveva il volto verdastro. A metà giornata, un araldo fece irruzione nel locale, leggendo ad alta voce le nuove misure precauzionali contro l’assassino. Non appena il coprifuoco venne anticipato di due ore, nella locanda si alzarono urla di protesta. Senza curarsene, l’araldo terminò la sua lettura, poi si diresse verso l’uscita. Si fermò davanti alla porta.
“Un’ultima cosa. Ci è giunta voce di un’attività che va contro i desideri di pace del nostro Signore. È meglio che non giriate mai da soli. Rischiereste di essere catturati per partecipare a degli incontri illegali di combattimento. Stiamo cercando si gli organizzatori che i… rifornitori”
Su quest’ultima nota cupa, uscì. Quel giorno, nella locanda, non passò quasi nessuno. Quella sera, mentre cenavano, Shu impose dei limiti ai tre ragazzi: non sarebbero mai dovuti uscire da soli e non avrebbero potuto muoversi dalla locanda e dalla bottega da soli. Lux era obbligato a stare sempre alle calcagna della Guardia di cui era scudiero e aveva il permesso di portarsi dietro un’arma. Solo quando lui sarebbe passato a prenderli sarebbero potuti tornare a casa, indipendentemente dall’ora. Mentre parlava, scoccava occhiate di fuoco a Nyx e Orion, come se fossero dei bambini disobbedienti. La ragazza strinse i pugni sempre più forte, finché non si ferì i palmi con le unghie. Quella sera, andarono a letto presto.
 
“Scusi ancora per l’inconveniente, non ci eravamo accorte che fosse così tardi”
“Tranquille ragazze, anzi, sono felice di vedere i vostri progressi! Sono certa che nessuno vi farà mai del male!”
La padrona della locanda sorrise alle quattro ragazze che stava riaccompagnando a casa. Loro la guardarono piene di riconoscenza, le mani appoggiate sulle loro “armi”. Avevano perso la cognizione del tempo nel sotterraneo della locanda, allenandosi fino a tarda sera. Il coprifuoco non era ancora scoccato, ma per le strade non c’era già anima viva. Solo loro. Le quattro ragazze, però, erano tranquille: se fosse apparso qualcuno intenzionato a far loro del male, l’avrebbero affrontato e sconfitto, per proteggere sé stesse e la donna che le aveva aiutate così tanto.
“Scusi… casa mia è da quella parte”
“Oh, lo so, cara, però… vedi, lì vicino è accaduta una rapina con omicidio quando ero piccola, e da allora non riesco ad avvicinarmi a quel luogo. Ti dispiace se facciamo un giro più lungo?”
“No, niente affatto. Parlare con lei mi piace”
Camminarono ancora per qualche minuto. Si trovavano in una parte del villaggio semiabbandonata a causa di un violento incendio causato da un fulmine. Dopo aver svoltato si trovarono in una strada sbarrata da tre uomini con un carro chiuso da sbarre di ferro. Quando le guardarono sorridendo in modo storto, si spaventarono e si bloccarono. La donna le spinse da dietro con fermezza.
“Coraggio, non abbiate paura”
Arrivate vicino al carro, la padrona della locanda le fermò. Loro la guardarono col cuore in gola e con lo sguardo tremante. Lei le ignorò e si rivolse agli uomini.
“Eccole, come promesso. Quattro ragazze con nozioni di combattimento che non vedono l’ora di mettere in pratica quello che hanno imparato. Ora, se non vi spiace…”
Allungò una mano, sulla quale uno degli uomini depose un sacchetto che produsse un tintinnio metallico. Poi, l’uomo si rivolse al suo ultimo acquisto.
“Buona sera, ragazze. Il mio nome è Ito. Mio padre era un mezz’elfo, non preoccupatevi per il mio aspetto, so che in questo paesino gli elfi e quelli come me sono molto rari. Comunque, ora fate parte della mia grande famiglia. Io vi darò cibo, vestiti e un letto. In cambio, dovete solo lavorare per me: basterà che mi mostriate la vostra abilità nel combattimento, nient’altro.  
Le ragazze, inermi, iniziarono a piangere in silenzio, lanciando occhiate supplici alla padrona della locanda. Che ricambiò con uno sguardo divertito.
“Pensavate davvero che vi avrei insegnato a combattere senza pagamento? Ora, avete saldato il vostro debito”
Con le guance rigate d lacrime, una delle ragazze tento di liberarsi. Venne colpita allo stomaco e si accasciò, con un filo di saliva rosata che le colava dall’angolo della bocca.
“In quella casa dovrebbe esserci una corda. Portala qui”
Le guardò con disprezzo.
“Non ho voglia di faticare inutilmente”
Mentre la donna entrava nella casa indicatole, l’uomo udì un debole gemito di uno dei compagni alle sue spalle. Si voltò giusto in tempo per vederli cadere a terra con la gola squarciata. Le ragazze emisero un urlo soffocato dalla sorpresa e dal terrore. In mezzo ai corpi, c’era un essere. Aveva forme antropomorfe, ma emanava un’aura di rabbia infinta e non era possibile distinguere il suo volto. Imprecando, l’uomo afferrò il pugnale che portava al fianco.
“Sei tu, vero? Il famoso assassino. Cosa vuoi da me?!”
L’altro non rispose. Allungò un braccio. L’uomo vide rosso per un istante, poi, dopo un dolore inimmaginabile che gli sembrò eterno, ma che effettivamente dorò solo un secondo, i pezzi smembrati del suo corpo caddero al suolo. Le ragazze urlarono. . l’essere si voltò lentamente verso di loro. In quel momento, la padrona della locanda uscì con la corda in mano. Quando i loro sguardi si incrociarono, nell’essere avvenne un cambiamento: una parte di lui aveva tentato inutilmente di fermarlo fino a quel momento, ma improvvisamente la sua furia si sommò a quella dell’essere.
 
Nel momento in cui uscì dalla casa, si accorse che qualcosa non andava. Poi li vide. I corpi. Il sangue. Le ragazze terrorizzate. L’essere. Che si voltò verso di lei. Vide l’aria attorno alla sua figura incresparsi e crepitare a causa della sua furia. Poi, l’essere mostrò il volto distorto dall’ira di Nyx.
“Bastarda traditrice!!!”
 
   
 
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