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Autore: Letterenascoste    26/02/2020    1 recensioni
«Se Silente è morto, per quale motivo sei qui?» lo sguardo della donna era guardingo, pronto a scovare una qualsiasi discrepanza in ciò che avrebbe detto la giovane ragazza.
«Poco prima di…» cominciò Hermione inclinandosi verso la donna e prendendo fiato «morire, il preside ci ha parlato di lei.»
«A te e a chi altro?»
«Ero con i miei amici, Ronald Weasley ed… Harry Potter»
«Harry Potter» disse la donna ridendo. Era una risata strana, che riempì la stanza «Il ragazzo che è sopravvissuto… che continua a sopravvivere».
Genere: Drammatico, Guerra, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più contesti
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Giugno 1943

 

Erano sedute l’una di fronte l’altra illuminate solo da qualche candela e dal caminetto acceso, che emetteva qualche pop ogni tanto, rompendo quel silenzio.
Hermione non si sentiva esattamente a suo agio, guardandosi intorno era evidente che le condizioni in cui versava quella donna erano ai limiti dell’umano. Tutto all’interno di quella casa sembrava logoro e vecchio, alle pareti non vi erano foto né quadri, c’era solo della carta da parati rotta qua e là. Si sentivano le gocce di pioggia che continuavano a infiltrarsi dalla finestra e il plop che facevano cadendo nel secchio che era stato risistemato. C’era umidità negli angoli più alti e la casa era stranamente fredda, nonostante fuori fosse piena estate. Non era questo che Hermione aveva immaginato, non era questa la condizione che pensava di trovarsi davanti.
«Mi stai compatendo» disse Emily rompendo il silenzio.
«Non mi permetterei mai» dichiarò pronta Hermione.
«Non era una domanda» riprese la donna picchiettando le dita contro il bicchiere mezzo pieno di vino rosso «Lo avrei fatto anche io, suppongo. Se mi fossi trovata di fronte a tutto questo» continuò indicando delle chiazze di muffa «mi sarei chiesta come si può finire in tali condizioni. Ma si ci arriva e, te lo assicuro, che non ti accorgi nemmeno di essere su quella strada» concluse poi alzandosi.
Hermione notò il gesto che accompagnò il sollevarsi della donna dal sofà: una mano appoggiata sulla schiena per darsi forza o, forse, per trattenere qualche dolore articolare.
Emily si defilò al piano di sopra. Sapeva che quello era il momento esatto in cui avrebbe potuto tentare la fuga e stava quasi per smaterializzarsi quando, girandosi per afferrare una borsa che teneva pronta in caso di emergenza, vide il suo riflesso in uno specchio posizionato sopra il comò della camera da letto. Si vide vecchia e stanca. Si passò una mano sulle rughe del viso, chiedendosi quando fosse stato il momento in cui la bellezza aveva deciso di abbandonarla. Guardò la sua immagine riflessa, si guardò negli occhi e capì che non voleva più scappare, non voleva più sopportare stenti e stanchezza.
Inspirò profondamente l’aria fredda di casa sua.
Girò la bacchetta e da un armadio fece fuoriuscire un grande vassoio argentato, che portò al piano inferiore con l’utilizzo della magia. Si risedette sul sofà e fece sospende l’oggetto tra lei ed Hermione.
«Un pensatoio» constatò Hermione.
«Trovo che certe cose siano troppe complesse da raccontare e io non ho la forza per farlo, forse vederle ti renderebbe il compito più facile»
Bevve il vino che restava nel bicchiere, che fu subito riempito nuovamente mediante un incantesimo lanciato prima dalla donna più anziana, il quale teneva la bottiglia sempre pronta a riempire i bicchieri vuoti.
«Sono pronta, chiedimi ciò che vuoi»
Hermione ci pensò un attimo alla prima domanda da voler porre, erano tante ma pensava che la prima fosse fondamentale.
«Qual è la prima cosa che si ricorda di lui?»
«Lui…» sorrise la vecchia, appoggiando la schiena stanca sul sofà e stringendosi ancora nella vestaglia «ha un nome, lui»
«Voldermort» disse solenne Hermione.
Rise di gusto Emily, mentre si faceva scivolare ancora un sorso di vino giù per la gola.
«Lord Voldemort» continuò ridendo «l’ho sempre trovato pomposo e ridicolo quel nome» poggiò di nuovo il bicchiere sul tavolino accanto a lei «No ragazza, io non ti parlerò di Voldermort, non per ora almeno… La persona di cui tu mi stai chiedendo informazioni si chiama… chiamava, Tom Marvolo Riddle» rispose Emily portandosi la bacchetta alle tempie e lasciandone fuoriuscire un piccolo puntino luminescente che si muoveva con la bacchetta.
Fece segno alla ragazza di avvicinarsi al pensatoio.
«La tua domanda mi sembra un po’ vaga, ragazza» cominciò la donna «tutti già al tempo conoscevano Tom Riddle ad Hogwarts… di nome quanto meno. Ogni tanto si parlava di lui tra ragazze, molte lo trovavano affascinante, avevano la curiosità di conoscerlo meglio»
«Anche lei era di quel parare?» chiese curiosa Hermione.
Emily rise «No, no di certo. Aveva qualcosa di inquieto nello sguardo che non ti faceva mai sentire a tuo agio con lui» risposte perdendosi un attimo tra i suoi pensieri «Comunque sia» continuò riprendendo il filo del discorso «Nessuno sapeva dirti qualcosa di specifico su di lui. Io stessa che appartenevo non solo alla sua casata, ma frequentavamo il medesimo anno di corso, credo che fino ad allora potessi contare sulle punte delle dita di una mano le volte che ci rivolgemmo la parola… almeno, appunto, fino al mio quinto anno di scuola. Fu un anno molto inquieto quello: una ragazza, non ricordo il nome, venne trovata morta nel bagno. Mi ricordo che si aveva l’impressione che la stessa Hogwarts fosse diventata un fantasma: molti studenti tornarono a casa da genitori spaventati ma per quelli di noi che rimasero, beh sembravamo fagocitati dalla paura che potesse capitare anche noi, da un momento all’altro… proprio come era successo a quella povera ragazza»
«Mirtilla Elizabeth Warren»  la fermò per un secondo Hermione «era questo il suo nome»
«Si, beh, non penso che abbia più molta importanza il suo nome» riprese Emily «Era morta e la scuola si diceva che avrebbe chiuso i battenti per sempre.»
«Ma non fu così»
«No, certo che no. Venne accusato un ragazzino, un mezzo gigante, di aver in qualche modo inconsapevolmente contribuito alla morte di Mirtilla. In molti non credettero che potesse essere stato lui ma, dopo che se ne andò, tutta Hogwarts sembrò pian piano tornare alla normalità e nessuno si curò più di lui. Fu durante quel periodo di stasi che ebbi, per la prima volta, a che fare con Tom»
Emily girò il polso e il puntino luminescente abbandonò il moto della bacchetta per ricadere nel pensatoio.
«Guarda con i tuoi stessi occhi»
Hermione si avvicinò ancora un po’, fino a quando la realtà intorno a sé si dissolse in una nube scura che riprese poi la forma di un’aula di Hogwarts.

°°°


All’interno non stentò a riconoscere un Silente nettamente più giovane e agile nei movimenti di quanto ella stessa si ricordasse. Accanto a lui un’alunna con la divisa di Serpeverde: una ragazza alta, dai lunghi capelli scuri.
«Vedi Emily» le stava spiegando Albus «per migliorare la tua trasfigurazione, devi concentrarti su un movimento più sinuoso del polso, così» e tramutò un rospo in un gatto.
«Movimento del polso » ripeté lei annotandosi i particolari.
«Il tuo pesce a due teste non era male come inizio, ma beh… sarebbe meglio che ne avesse solo una» concluse Albus sorridendo e dando una pacca gentile sulla spalla della ragazza «Ora vai pure, si sta facendo buio. Stai all’erta Emily, non abbassare mai la guardia» le disse il professore con aria apprensiva.
La ragazza salutò il proprio docente,  raccogliendo la borsa piena di libri che giaceva ancora sul banco.
Hermione guardò il viso di Emily, era diverso e non sono per l’età e per l’assenza di rughe, non sapeva cosa fosse maggiormente differente rispetto la donna anziana che si era trovata di fronte pochi attimi prima, se l’espressione non più sorridente e serena o quegli occhi scuri che paradossalmente sembravano così limpidi.
Anticipò Emily nel fuoriuscire dalla classe, i corridoi erano affollati per il cambio d’ora.
Appena fuori dalla porta sostava un ragazzo: alto, anche lui con la divisa dai ricami verdi e argento, aveva i capelli mori e li portava corti, ma ciò che più di tutto spiccava erano i due occhi così scuri da non poter distinguere l’iride dalla pupilla.
Hermione era intenta a squadrare il ragazzo e non si rese conto come Emily, uscendo dall’aula, lo avesse urtato.
Le era caduto un libro e si chinò a prenderlo. Si rialzò velocemente e si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, guardò distrattamente il ragazzo.
«Scusa Riddle» le sentì dire prima di allontanarsi tra la folla di studenti di rientro nelle proprie sale comuni.
Hermione vide lo sguardo del ragazzo spostarsi nuovamente su Silente, prima che il fumo nero l’avvolgesse di nuovo Hermione

                                                                                                    °°°

«Il professor Lumacorno…» mormorò Hermione riconoscendo il docente in una versione migliore di quanto si ricordasse, ma ovviamente nessuno poteva sentirla.
Si guardò intorno, poteva essere certa che oltre al luogo era cambiato anche il giorno, dato che ora alcuni studenti avevano disegni in viso inneggianti le proprie case per una partita di Quidditch che sembrava essere imminente.
«Mi raccomando signor Cygnus Black, quel boccino non si prenderà da solo» affermò Horace Lumacorno sorridendo a un ragazzone alto e dai lineamenti pesanti.
La classe cominciava a svuotarsi quando Hermione sentì un nome familiare.
«Signorina Fawley, aspetti un attimo la prego» disse il professore trattenendo la giovane Emily «vorrei chiederle un favore»
Il fare dell’uomo era sempre stato lo stesso: vi avvicinava ai ragazzi con aria bonaria per poi estorcere, prima o dopo, un favore.
«Vede queste zampe di topo?» disse prendendone una e posizionandola sulla cattedra «in realtà» continuò, facendo girare la bacchetta «sono lumache cornute. Sembra che qualcuno si sia divertito a confondermi gli ingredienti.»
Il professore posò una mano sulle spalle di Emily, spingendola leggermente verso la dispensa di pozioni. «Il professor Silente decanta sempre moltissimo le sue doti in trasfigurazione e Serpeverde sta per giocarsi la finale tra pochi minuti, non vorrei perdermi la partita… Mi sarebbe veramente d’aiuto se potesse pensarci lei e, ma che rimanga tra noi, il prossimo anno ci saranno parecchi posti disponibili all’interno del Lumaclub.. mi ricorderò il suo nome al momento degli inviti» proferì l’uomo che continuava a muoversi con quell’aria un po’ goffa verso la porta, per poi abbandonare l’aula.
«Il Lumaclub… che squallore» disse poi a voce alta la ragazza cominciando ad aprire ogni singolo barattolo della dispensa.

Il tempo intorno ad Hermione cominciò a scorrere velocemente, gli oggetti e la stessa Emily si muovevano ad una velocità inconsueta, la luce si era affievolita e le candele si accesero a causa dell’ora tarda.
Poi d’improvviso ci fu un rumore molto forte, come se tutte le porte dei sotterranei fossero state sbattute all’unisono.
Il tempo riprese il suo corso normalmente.
Hermione stessa, pur sapendo che non le potesse succedere nulla, ebbe un fremito.
Vide Emily stringere la bacchetta e guardarsi intorno: l’aula era vuota a parte lei. Si diresse verso la porta per capire cosa avesse causato tutto quel frastuono. Si sporse leggermente e guardò a destra e a manca: non c’era niente.
Esitò un secondo, poi si arrotolò le maniche della camicia e riprese il lavoro molto più velocemente di prima. Era spaventata e si intuiva a colpo d’occhio.
Passarono diversi minuti e sembrò che tutto andasse bene.
Emily aveva appena finito di trasfigurare gli ingredienti del penultimo barattolo, chiuse il recipiente di vetro e si girò per collocarlo in dispensa.
Ma quando si rigirò il suo cuore perse più di qualche battito.
«Riddle» sibilò sentendosi il cuore in gola: Tom RIddle si trovava al centro dell’aula e stava avanzando verso di lei. Schiena dritta, passo lento. Emily, dal canto suo, si chiedeva da dove fosse saltato fuori ed era evidente dal suo volto corrucciato. Hermione notò come la ragazza non riuscì a sostenere lo sguardo.
«Il professor Lumacorno non è ancora tornato» disse Emily mentre con la bacchetta aprì l’ultimo barattolo per completare il suo incarico «Se vuoi gli dirò che lo hai cercato»
Forse, pensò Hermione, Emily si aspettava di poterselo liquidare in poco tempo.
Tom sorrise. Ormai era proprio dall’altra parte della cattedra e poggiò entrambe le mani sul legno.
«Non è lui che stavo cercando… in realtà, vedi, mi interessava trovare proprio te» disse Tom.
La sua voce era straordinariamente avvolgente.
Emily alzò leggermente lo sguardo a quelle parole, ma non lo guardò in viso. Continuò a trasfigurare gli occhi di coleottero nero per farli tornare dei semplici bezoar.
«Beh, mi hai trovata» disse Emily «Dimmi pure»
«Ho notato» cominciò lui con voce calma e melliflua «che il professor Silente ha un certo occhio di riguardo nei tuoi confronti. Anche durante una cena privata, sai quelle di Lumacorno, ha speso grandi lodi a tuo riguardo. A quanto pare, almeno per lui, sei un asso in trasfigurazione» disse poi guardando la dispensa delle pozioni alle spalle di Emily «Certo, devono essersi divertiti con tutti questi ingredienti».
Emily si fermò cogliendo l’allusione. Finalmente alzò lo sguardo «Per quale motivo mi stavi cercando?» sibilò la ragazza innervosita dalle ore stressanti che aveva passato in quell’aula del sotterraneo evidentemente per colpa sua.
«Vedi, Emily Fawley, dovresti svolgere un piccolo compito per me. Silente è un po’, come dire, guardingo nei miei riguardi e non mi lascerebbe mai avvicinare a ciò che mi serve.» la voce di Tom sembrava modularsi e diventare via via sempre più severa «Cerco un libro dal titolo ‘Segreti dell’arte più oscura’»
«E io dovrei prenderlo per te» tagliò corto la ragazza.
Tom sorrise.
Emily rispose al sorriso «Non vedo il motivo per cui dovrei farti un favore, Tom Riddle» rispose secca.
«Io non ti sto chiedendo un favore» rispose con voce sottile «Io ti sto solo dicendo ciò che devi fare»
A quell’ordine, Hermione vide Emily puntargli contro la bacchetta.
«Io non farò proprio niente» asserì con voce rabbiosa la ragazza «e ora vattene immediatamente»
Lei era rabbiosa e pronta a lanciargli contro un incantesimo.
Tom alzò le mani in segno di resa e fece qualche passo indietro, tornando verso la porta.
«Si mormora che sia pericoloso rimanere soli, di questi tempi» esordì lui, mentre indietreggiava lento, con una voce vellutata «Dopo quello che è successo a quella ragazza poi…»
Emily lo vide ridere dopo quelle parole e un brivido di terrore le percorse la schiena. Continuò a puntargli la bacchetta fin quando non lo vide oltrepassare la porta d’accesso all’aula.
«Ti darò un po’ di tempo per pensarci, Fawley»
Hermione vide Tom prendere la bacchetta e con un cenno lieve fece sbattere la porta così forte da farla sobbalzare.
«Colloportus» urlò Emily, lanciando l’incanto che serrò la porta.
Emily rimase con la bacchetta in guardia ancora per qualche minuto prima di trasfigurare gli ultimi ingredienti.
Li aveva appena chiusi nell’apposito barattolo, quando d’un tratto un vento gelido fece spegnere tutte le candele.
Si sentì un urlo, ma Hermione non riusciva a vedere in maniera nitidita, poteva solo distinguere due sagome: una più alta sovrastava l’altra tappandole la bocca.
«Tempo scaduto. Ora ti spiego come funziona Fawley» si sentì sibilare «Se io ti chiedo una cosa, tu la fai senza fiatare. Sono stato chiaro?»
Hermione sentì un altro urlo, questa volta soffocato dalla mano di Tom.
«Tu mi porterai quello che voglio o finirai sotto terra come la Warren. E se dirai qualcosa su di me, ti giuro che la morte ti sembrerà una pena magnanima e mi supplicherai di farlo»
Ancora urla soffocate e dei colpi di colluttazione sulla cattedra.
D’improvviso si udirono delle voci: era Lumacorno di ritorno con un allievo del primo anno.
«Hai tempo una settimana» bisbigliò Tom all’orecchio di Emily.
Velocemente si discostò da lei e tutte le luci furono riaccese.
Hermione si ritrovò di fronte Emily con il viso rosso, bagnato dalle lacrime che l’avevano sporcata di trucco, che ora colava sulle sue guancie. Con la mano destra si teneva la sinistra che era stata trafitta da cocci di vetro.
«Per Merlino, signorina Fawley, cosa le è accaduto?» domandò Lumacorno non appena entrò in aula.
Emily restò in silenzio, sguardo basso, piangeva.
«L’aiutavo a mettere a posto gli ultimi ingredienti quando, sbadatamente, si è ferita» esordì Tom, aveva di nuovo una voce calma.
Il professor Lumacorno spostò lo sguardo da lui a lei velocemente, diverse volte, poi annuì «Deve essere andata per forza così, non ci sono altre spiegazioni»
«Mi offro io di terminare qui» riprese Tom «così Emily può andare in infermeria»
«Grazie Tom» disse il professore con un viso ancora incredulo «Vada Fawley, vada in infermeria»
Emily tremava, impiegò un paio di minuti prima di riuscire a fare qualche passo. Piano si stava dirigendo verso la porta quando il professore la riprese.
«Potrebbe almeno ringraziare il signor Riddle che si sta prestando tanto gentilmente a terminare il suo lavoro»
Emily si voltò e quando alzò lo sguardo vide Tom Riddle che sorrideva soddisfatto.
«Grazie Tom»
E le nubi scure investirono nuovamente Hermione.


°°°

«Quel libro… è stato quel libro che gli ha permesso di creare gli horcrux» asserì Hermione rinvenendo dal ricordo «lei lo ha rubato per lui»
«Non per lui di certo» ribatté Emily «avevo paura e di certo non sapevo a cosa gli servisse quel libro. Mi trovai sola e spalle al muro, non avevo altra scelta»
«C’è sempre una scelta e lei ha scelto di aiutarlo» la voce di Hermione divenne più autorevole e incisiva.
«Io ho scelto di salvarmi» disse quasi urlando l’anziana.
«Silente si fidava di lei!»
I toni delle due donne divennero sempre più accessi.
«Silente… cosa ne sai tu di Silente?! Ti dirò io qualcosa su di lui: Albus era un manipolatore, uno stratega e posso scommettere sulla barba di Merlino che si divertiva maledettamente a giocare con la vita delle persone» continuò Emily urlando «vuoi vedere il vero Albus Silente?»
Nuovamente l’anziana strega fece fuoriuscire un ricordo dalle tempie.
«Ti accontento subito»


°°°


Di nuovo Hermione fu catapultata indietro nel tempo, questa volta si trovava di nello studio del professore di trasfigurazione.
«Volevo ringraziarla professore» disse la giovane Emily «è sempre stato molto disponibile con me quest’anno e credo di aver fatto notevoli progressi, non sarebbe successo senza di lei.»
Sorrise Albus sentendo quelle parole.
«Eri una scommessa vinta in partenza, Emily. Entrambi i tuoi genitori furono straordinari, ognuno nel proprio campo… era solo questione di tempo affinché tu trovassi il tuo. Impegnandoti vedrai che anche tu farai grande cose»
«Grandi cose?» domandò la ragazza «Lei lo sa cosa mi aspetta e sono abbastanza grande da capirlo anche io, purtroppo» il tono di voce di Emily si fece sempre più amareggiato.
«Anche per tua madre fu difficile, ma ce la fece. Non devi arrenderti mai Emily»
Emily voltò lo sguardo verso la finestra che dava sul campo di Quidditch.
«Ma ora non pensiamoci, tra pochi giorni saremo finalmente a casa. È stato un anno difficile per tutti noi»
 «Quella ragazza» disse Emily «Mirtilla Warren intendo… secondo lei è stato davvero quel ragazzo a causare la sua morte?»
«Rubeus Hagrid? No, credo sia solo rimasto vittima degli eventi» rispose Albus scuotendo lentamente la testa.
«Questo significa che l’assassino di Mirtilla è ancora in giro, ancora dentro la scuola. E voi non fate nulla a riguardo?» chiese Emily indignata.
«Mi trovo con le mani legate Emily, non ci sono indizi, non ci sono sospetti e io…»
«Tom Riddle, signore» lo interruppe secca la ragazza «Lui ha qualcosa che non va.» si fermò un attimo, incerta se raccontare o meno cosa le fosse successo nei sotterranei.
«È stato lui a dirti di aver commesso tale crimine?» chiese Silente avvicinandosi alla ragazza e afferrandola per le spalle. La guardò negli occhi, come se volesse estorcerle la verità «Ti ha esplicitamente detto di averlo fatto?»
«Lui…» si fermò a riflettere  «no, lui ha solo alluso alla faccenda»
Silente annuì e liberò la ragazza dalla stretta.
«Vedi Emily, l’allusione non è considerata una prova dal Ministero della Magia. E in quanto a Tom, ha un trascorso difficile da portarsi dietro, per quanto lui possa non darlo a vedere. Cosa conosci di lui?»
«Nulla» ammise lei.
«Ti dirò io qualcosa sul suo conto. Fui io stesso ad informarlo di far parte di un mondo diverso da quello che conosceva. Al tempo era un bambino molto solo e spesso le istitutrici ebbero qualche grattacapo per colpa sua»
«Istitutrici?»
«Si, Tom fino a quel momento aveva sempre vissuto in un orfanotrofio. Certo, pensai, doveva essere difficile sentirti così diverso in un mondo che non gli apparteneva e ancora di più senza nessuno che gli spiegasse cosa fossero quelle cose che involontariamente riusciva a fare. Come ti dicevo, io fui il primo mago che lui conobbe, che gli spiegò cosa lui stesso fosse e cosa poteva diventare. Da quando frequenta Hogwarts ha sempre ottenuto grandi risultati ma, non so se ci hai fatto caso, è sempre rimasto da solo, per quanta gente gli graviti intorno lui non ha amici»
«Forse perché pensa che tutti siano ai suoi comodi» sbottò la ragazza.
«E lo pensa perché è conscio di possedere eccellenti abilità e furbizia»
Silente si riavvicinò ad Emily. «A tutti serve un amico in questo mondo, Emily, altrimenti rischiamo di perderci in noi stessi» le disse guardandola profondamente negli occhi.
«Non può chiedermi una cosa del genere» disse piano la ragazza mentre stringeva il pugno sinistro che nascondeva delle profonde cicatrici.
«Io ti chiedo solo di provarci»
Hermione si avvicinò ai due, era certa che tra pochi attimi Emily avrebbe raccontato di quanto fosse accaduto la scorsa sera.
E forse Emily lo avrebbe anche fatto: aveva infatti aperto la bocca per parlare, quando il professore la interruppe.
«Ora devo andare» disse Silente «o tarderò alla prossima lezione»
Emily lo guardò sistemarsi la blusa e avviarsi verso la porta, facendole segno di seguirlo.
«Ancora un’ultima cosa professore. Vorrei chiederle se potesse prestarmi qualche buona lettura di trasfigurazione avanzata, così da portarmi avanti durante le vacanze estive.»
Hermione vide il professore annuire e dirle di cercare ciò che più le interessava nella sua libreria.
Di nuovo il tempo prese un’andatura insolita e la giovane Grifondoro si ritrovò ben presto a seguire Emily giù fino ai sotterranei, per poi finire nella sala comune dei Serpeverde.
Emily si fermò un attimo per guardarsi intorno, fermò una ragazza di qualche anno più piccola di lei.
«Ehi Druella, hai visto Riddle da queste parti?» le chiese.
La ragazza bionda e minuta scosse la testa per poi dirigersi verso il dormitorio.
Emily inspirò profondamente, si legò i capelli e poi improvvisò: prese dei libri tra le mani cominciò a camminare a passo spedito tra i vari corridoi della scuola.
Come cercare un ago in un pagliaio, pensò Hermione seguendola.
Infatti c’era parecchia confusione: gli studenti andavano e venivano dai dormitori perché intenti a preparare le valigie e fare ritorno a casa.
Forse per fortuna o forse perché volle farsi trovare, Emily vide Tom uscire dalla biblioteca.
Si fermò un secondo, poi riprese il suo passo di carica.
Schiena dritta, passava veloce tra gli studenti che ridevano felici della fine dell’anno, e poi il tonfo: sbatté contro il suo bersaglio facendo cadere i libri che teneva in mano.
Alcuni studenti si girarono a causa del rumore, ma distolsero ben presto l’attenzione da Emily.
Tom assottigliò lo sguardo squadrandola, ma lei non si girò, poi si guardò intorno e decise di riprendere il suo percorso.
«Riddle» disse Emily facendolo voltare nuovamente «Deve esserti caduto questo»
Hermione vide Tom avvicinarci alla ragazza e prendere un libro dalla copertina di pelle nera, poi di nuovo fu investita dalle nubi scure del pensatoio.
 

Autore:
Comincio col ringraziare chiunque sia arrivato fino in fondo a questo capitolo.
La mia idea, per questa storia, è quella di creare dei lunghi capitoli inerenti ognuno a qualcosa di
significativo per l'evolversi della storia stessa.
Comunque vi chiedo di darmi il vostro parere per quanto riguarda la lunghezza,
se magari preferite capitoli più brevi o vanno bene così o qualsiasi altra impressione abbiate sulla storia.
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto,
Letterenascoste.
   
 
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