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Autore: Piumadoro    27/02/2020    1 recensioni
"E la baciò..."
Siamo al quinto anno. I Malandrini stanno crescendo, la vita diventa più complicata e i sentimenti più profondi.
Quest'anno qualcosa cambierà.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Il tempo passava talmente piano da essere straziante, Star non era abituata a non fare nulla, eppure non sarebbe riuscita a fare qualcosa, poteva solo guardare quell'odioso orologio. 

Susan era stanca, James lo sapeva perché lei si mordeva le labbra ad intervalli regolari, era il suo modo per mantenersi sveglia e attiva. Si chiese quante volte, nella sua vita da Auror, era stata sottoposta ad attese di quel genere, pure dopo lunghi giorni di lavoro e poche ore di sonno a notte. L'ammirava. E ammirava suo padre. Mettevano il bene degli altri al primo posto. Combattevano per la sicurezza di tutti. Per questo voleva diventare Auror come loro.  

Il silenzio era diventato talmente opprimente che il ticchettare della lancetta dell'orologio pareva quasi rimbombare. Il cielo, fuori dalle finestre, era diventato appena più chiaro. 

James balzò in piedi. “Adesso andiamo.” Esordì spazientito.  

“Sì, non posso aspettare un minuto di più.” Concordò Star afferrando il suo mantello, indossava ancora l'abito da sera rosso e oro e per un attimo James si chiese come era riuscita a sopravvivere ad una tale attesa dentro un corpetto così stretto. 

E poi… si udì bussare alla porta. 

Star e James si guardarono intensamente. I signori Potter, che fino ad un attimo prima stavano sorridendo dell'impazienza dei loro figli, ora erano vigili, le bacchette pronte. 

Bussarono ancora e i due fratelli corsero a perdifiato verso l'ingresso.  

“Fermi!” Tuonò Henry; non era più tempo di aprire la porta di casa senza sapere con esattezza chi vi fosse dietro.  

James guardò attraverso lo spioncino e trattenne a stento un sorriso, ma i suoi genitori gli avevano insegnato regole ben precise. “Cosa cantavi quando mi hai confessato di essere innamorato?” Chiese il giovane Potter.  

Una voce chiara al di là della porta rispose: “Elenor dei The Turtle.” Star riconobbe la voce di Sirius e il suo cuore le sembrò salito sulle montagne russe. James aprì la porta ad un Sirius sconvolto e pallido ma senza ferite evidenti. 

“Me ne sono andato.” Dichiarò, il tono concitato. “Me ne sono andato davvero. E mi dispiace di essere qui, così all'improvviso, è che non sapevo dove altro andare e…” 

James lo abbracciò trascinandolo dentro casa e Susan chiuse la porta con un dolce sorriso sulle labbra. “Sei il benvenuto qui.” Disse la donna. 

Abbiamo sicuramente spazio per un figlio in più.” Commentò Henry guardandosi attorno. 

Grazie.” Mormorò Sirius, era commosso, aveva le lacrime agli occhi, ma sembrava già più sereno. 

Star osservava la scena un passo più in là, ma il ragazzo incrociò presto il suo sguardo.  

“So che non credi che sia la cosa giusta, che pensi che soffrirò, ma non importa perché ci ho provato ma.. non potevo più andare avanti così, mi disp…” La ragazza lo abbracciò senza lasciargli il tempo di finire la frase. 

“Voglio solo che tu sia felice, e sono così sollevata ora che so che stai bene.” Gli sussurrò lei prima di staccarsi. 

“Allora,” James circondò le spalle del suo amico con un braccio. “ora che ho finalmente un fratello, noi uomini siamo tornati in maggioranza in questa casa.” Constatò. 

Henry si illuminò all'improvviso. “È vero! Finalmente potrò avere un angolo relax per soli uomini al posto della lavanderia!”  

“Nossignore!” Sbottò Susan. “Hai avuto il tuo dannato sentiero dritto per le tue dannate rose e mille altre cose negli undici anni con James. Che siate in maggioranza o no, io e Star decideremo per almeno altri sei anni.”  

I due cominciarono a bisticciare amorevolmente mentre James e Star aiutavano Sirius a portare il suo baule nella sua stanza. Era esattamente come l'avevano dipinta la prima estate insieme, quindi uguale a quella di James. Tutto quel rosso e oro mise il ragazzo di buon umore. Era come se dopo molto tempo si fosse tolto un peso dal petto che gli impediva di respirare a pieni polmoni.  

“Vi abbinate alle pareti.” Scherzò James indicando il suo amico e sua sorella Poi, mentre loro si guardavano a vicenda perplessi, scattò una foto. 

“Bhe, è normale che ci assomigliamo. Sono appena diventato suo fratello.” Commentò Sirius scherzando. 

Io non ho detto che vi assomigliate! E poi io sono suo fratello!” Sbottò James. 

“Nessuno di voi due mi assomiglia!” Li bloccò Star.  

“Perché?” Chiese James deluso.  

“Perché sono più bella di entrambi.” Rispose Star in falso tono altezzoso facendo ridere i suoi amici. 

“Comunque non ti permettere mai più di dire che sei più bella di me. Io sono Sirius! Il famigerato pluri-amato Sirius Black.” Replicò Sirius. Le risate riempirono la casa.  

I signori Potter dovettero andare a lavoro e i ragazzi si scusarono o per averli fatti restare svegli tutta la notte. 

“Era una cosa importante, chiederemo a dei colleghi di coprirci così potremmo tornare presto.” Li tranquillizzò Susan. 

I tre giovani filarono a letto per riposare un po’ e nel pomeriggio iniziarono a preparare una cena di ringraziamento per i signori Potter.  

Quando Susan e Henry rientrarono trovarono la tavola imbandita, ottima musica e profumo di arancia e cannella. Mangiarono allegramente tutti insieme e poi andarono a letto presto, Susan però si attardò con Star a spegnere alcune candele.  

“Tesoro, io e tuo padre abbiamo ricevuto delle notizie da Hogwarts sulle tue abilità di cura.” Cominciò la donna. Star rimase in silenzio, aveva forse deluso sua madre? Susan proseguì. “Siamo molto fieri di te, usare i tuoi poteri per aiutare gli altri è qualcosa di stupendo. Quindi… mi chiedevo se volessi venire con me al San Mugo domani, devo fare alcune cose per l'ufficio, e potremmo trovarti un insegnate.” 

Star sorrise. “Certo, ne sarei felice.”  

“Però, non ti prometto nulla, la tua magia è complessa…” La fermò sua madre. 

La ragazza annuì. “Lo so, solo Iskra sapeva come aiutarmi.”  

“Troverò questa donna, chiederò a Silente, se è capace di aiutarti con i tuoi poteri la troveremo. Vedrai.” Susan la baciò sulla fronte e poi salirono verso le camere. 

“Grazie mamma.” Star abbracciò la donna e poi si dileguò nella sua stanza.  

Non era sola. 

 

…… 

 

Quella notte Star entrò nella stanza di Sirius.  

Il ragazzo era evidentemente sveglio perché appena lei si richiuse la porta alle spalle lui disse: “Hai sbagliato stanza di nuovo, credo.”  

La ragazza avanzò verso il letto. “No, ero preoccupata per te. Come stai?”  

Il ragazzo sorrise, i suoi denti bianchi luccicarono appena nella stanza semibuia. “Sembri più sconvolta tu di me.” 

“Bhe, mi sento come se fosse un po' colpa mia...” Cominciò a spiegare lei. 

“Non lo è. Posso assicurartelo.” Sirius la bloccò e poi le fece segno di sedersi accanto a lui sul letto. 

Star si accomodò, ma sembrava ancora tesa.  

“Dimmi cosa c’è.” La incoraggiò il ragazzo. 

“Continuo a pensare che tu l’abbia fatto per difendermi... perché io so cavarmela da sola e … non era necessario...” 

“Io non sono James. Sono certo che tu sappia difenderti da sola, e so perfettamente che tu potresti difendere te e tutti noi, e non l’ho fatto per difenderti. E se mai ti difenderò, o se ho già agito così, sappi che è solo perché mi fa piacere farlo e non perché mi sento obbligato a proteggerti.” 

Star rimase bloccata per qualche secondo. “Tu non pensi che io abbia bisogno di essere protetta?” Chiese poi sorpresa. 

“No, e non solo perché sei una Deran, ma perché sei tu. So che sei sveglia, forte e coraggiosa. E che sicuramente sarai quella che tirerà sempre fuori dai guai me e James.” Rispose Sirius convinto. 

“Grazie.” La ragazza era sinceramente grata per quelle parole.  

“Però sarebbe carino se ogni tanto lasciassi credere a me e James che possiamo esserti d’aiuto. Infondo tutti hanno bisogno di aiuto.” Continuò lui. 

“Anche tu?” Domandò Star, Sirius era l’ultima persona al mondo che avrebbe potuto accettare il fatto di aver bisogno di aiuto. 

“Si.” Replicò invece a sorpresa. “E per questo vorrei chiederti una cosa, se ti va... non sei obbligata...” 

“Dimmi!” Lo pregò lei. 

“Resteresti a dormire con me?” Doveva essergli costato molto fare quella richiesta e Star non aveva nessuna intenzione di rifiutare ma si chiedeva perché Sirius voleva questo. La risposta arrivò subito dopo. “Avevi ragione, anche se mi sento più libero non è comunque stato facile... andare via...e mi sento strano... e tu... so che puoi capirmi...” 

Non era da tutti i giorni vedere Sirius completamente senza barriere. Star era abituata al lato fragile di James, ma a quello di Sirius? Decisamente no. Eppure era bellissimo. Gli sorrise e si stese nel letto permettendogli di abbracciarla.  

“Allora, sei stato adottato dai Potter anche tu, eh?” Scherzò poi. 

Sirius rise, lei sentiva il suo respiro addosso, e il cuore di lui le batteva nell’orecchio. “Sono felice che James sia mio fratello.” Rispose. 

“E non sei felice di avere me?”  

 Il ragazzo sbuffò. “Avere una sorella sexy è la cosa peggiore del mondo, ora tutti i ragazzi verranno a chiedermi se possono uscire con te e se posso aiutarli a conquistarti.”  

Star rise. “Ma non è vero! Al massimo saranno le ragazze a venire da me per chiedermi di presentarvi!” 

“Oddio! Siamo entrambi sexy! Povero James!” Sirius si posò una mano sulla fronte fingendo di essere davvero preoccupato. Scherzarono così ancora un po', finché il sonno non sopraggiunse. 

 

….... 

 

“E’ una mia impressione o avete preso una brutta abitudine in questi giorni a casa Black.” La voce di James risvegliò i due immediatamente, ma il ragazzo non era arrabbiato o infastidito, sembrava divertito. 

“Ti ho rubato il peluche per una notte, devo dire che è davvero terapeutico.” Commentò Sirius stiracchiandosi. 

“Tua madre ha preso un colpo.” Scherzò James riferendosi a sua sorella. “E’ venuta a chiamarti nella tua stanza e non ti ha trovata, allora è passata da me e quando non ti ha visto si è preoccupata così le ho detto che magri eri qui.” Il ragazzo sorrise divertito. “Inutile dire che è completamente impazzita, credo non le sia piaciuta la notizia che sua figlia dorme con un ragazzo. Mi ha chiesto di venire a chiamarti.” 

“Oh, no.” La ragazza si alzò di scatto e si precipitò in salone, ancora in pigiama. James e Sirius la seguirono curiosi. In sala da pranzo li attendevano i signori Potter. 

“Sedetevi, tutti e tre.” Disse Henry. 

I ragazzi obbedirono. 

“Crediamo sia giunta l’ora di farvi un certo discorso e, Sirius, anche se non sei nostro figlio, vorremmo che ascoltassi.” Continuò Susan. 

“Volentieri.” Il giovane non più Black sorrise mentre sedeva tranquillo abbandonandosi sullo schienale della sedia. 

“Dobbiamo parlare di sesso.” Cominciò il signor Potter provocando un sonoro “No ti prego.” di suo figlio, un “Preferirei parlarne da sola con mamma.” da sua figlia e un sorprendentemente entusiasta “Quando vuoi!” da parte di Sirius. 

“Vogliamo solo darvi qualche consiglio e qualche avvertimento, non entreremo nei dettagli.” Cercò di tranquillizzarli Susan. 

“Il sesso porta molte malattie, è pericoloso, e tu potresti pure restare incinta.” Sputò fuori Henry, principalmente rivolto a sua figlia. 

Mentre Star iniziava a sentire uno strano senso di colpa montare in lei, anche se non aveva mai fatto sesso, Sirius ghignò. “Non è esattamente così.” Disse calmo. “Al giorno d’oggi esistono delle protezioni molto efficaci per le malattie; come il preservativo. E’ molto importante e non smetto mai di ricordare a James di usarlo sempre.” 

James fece spallucce. “E’ vero, mi ha riempito il baule praticamente.” 

“Mentre a Star non serve che glielo ricordi, lei non farà sesso se non con quello giusto, anche se mi permetterò di consigliarle di usarlo almeno per le prime volte, oh e di usare un contraccettivo. In ogni caso avete due figli puri e candidi, per ora.” Proseguì il giovane tranquillo e rilassato come se stessero parlando di ricette di famiglia. 

“C’è una malattia mortale che sta spaventando tutti i Babbani, ho letto le notizie in un loro giornale a lavoro, e noi maghi non ne siamo immuni.” Insistette Henry dopo essersi ripreso da un lieve shock. 

“L’AIDS non è un problema se si usano le giuste precauzioni, e comunque per essere tranquilli si può chiedere al proprio compagno di fare un test.” Replicò Sirius, perfettamente a suo agio. 

“Si... noi siamo a posto con il sesso, abbiamo l’enciclopedia Sirius a portata di mano. Ha infilato un preservativo persino nella tasca della giacca di Remus la sera del ballo.” Raccontò James, soddisfatto di saperne di più dei suoi genitori grazie al suo amico. 

“Cosa! Questo non lo sapevo!” Si sorprese Star, dimenticando i sensi di colpa. “E lui ha accettato di portarlo con sé tutta la sera?”  

“Non si è più toccato la tasca, però si.” Le confidò suo fratello. 

“L’astinenza non è mai una saggia idea quando si è giovani, bisogna essere pronti e preparati.” Fu la seria risposta di Sirius. “A proposito di questo, a che età avete avuto James?”  

La, decisamente invadente, domanda del giovane fece arrossire Susan e alzare di scatto Henry dal tavolo, entrambi trovarono alla svelta qualcosa da fare lasciando cadere il discorso. 

“Comunque non ci hai mai detto come sai tutte queste cose, non può essere solo esperienza...” James fronteggiò il suo amico pieno di curiosità, era ovvio che se ci fosse stato un canale di informazione accessibile anche a lui ne avrebbe volentieri usufruito. 

“Avevo delle domande e mio zio mi ha detto che se me ne avesse parlato lui sarebbe stato troppo imbarazzante, così mi ha portato in un ospedale babbano e un medico è stato così gentile da rispondere a tutte le mie domande, mi ha anche lasciato dei dépliant.”  

“Tu hai letto dépliant sul sesso?” Star era sempre più sconvolta.  

“Andiamo, tesoro?” Susan però la stava chiamando, era giunta l’ora della sua visita al San Mugo. 

Salutò i suoi amici e se ne andò. 

 

…............... 

 

“Non sembra che sia andata bene.” L’accogliente sorriso di James si spense quando, aprendo la porta, si trovò davanti alle facce abbattute di sua sorella e sua madre. 

“Nessuno crede che potrei essere utile, e se lo credono non credono di potermi aiutare a gestire il mio potere.” Raccontò Star. 

“Ma non fa niente, perché troveremo Iskra e lei ti aiuterà.” La rassicurò Susan. 

Henry non tornò a casa per cena quella sera, e Susan lasciò da soli i ragazzi per tornare in ufficio ad aiutarlo. 

I tre erano riuniti nel Covo a chiacchierare allegramente. 

“Dovresti ringraziare che non ho detto ai tuoi genitori del tuo lato scandaloso.” Dopo essere stato insultato scherzosamente dalla sua amica Sirius la rimbeccò con queste parole. 

“In che senso il suo lato scandaloso?” Si incuriosì subito James. 

“Abbiamo lasciato intuire di aver fatto qualcosa andando da una camera all’altra in déshabillé.” Spiegò la giovane pronunciando l’ultima parola con lo stesso disappunto della signora Black. Cosa che fece ridere Sirius. Era fuori da casa da appena due giorni e sembrava la persona più felice del mondo. 

“Ah, quello! Si me lo avevi raccontato.” Commentò James. 

Star lanciò un’occhiata interrogativa a suo fratello. “Come te lo ha raccontato?” 

“Abbiamo usato i tuoi specchi per tenerci in contatto.” Le spiegò Sirius. 

“Sono utilissimi.” Concordò James. 

Star sorrise, era bello sapere di essere stata utile. 

“Mi sbaglio o oggi è l’ultimo dell’anno?” Domandò Sirius all’improvviso. 

“E’ vero! E l’anno scorso non abbiamo nemmeno festeggiato come si deve!” Notò James. 

“Ma cosa possiamo fare ora? Mancano solo poche ore all’anno nuovo...” Commentò Star. 

“Abbiamo noi stessi e della buona musica, cos’altro ci serve?” Si entusiasmò Sirius. 

“Niente.” Rispose James. Star invece non sembrava convinta. 

“Manca Remus, e anche Peter.” Mormorò la ragazza.  

“Magari non possiamo stare con loro, questa sera, ma loro saranno sicuramente con le loro famiglie. Una cosa che possiamo fare, però, è una sorpresa ai nostri genitori.” Cercò di risollevarla suo fratello, sembrò funzionare. “A te andrebbe di aiutarci, Sirius?” Chiese il giovane Potter. 

Il ragazzo sorrise ampiamente. “I vostri genitori mi hanno accolto a braccia aperte senza un minimo di preavviso e senza nemmeno chiedere per quanto ho intenzione di restare. Una sorpresa è il minimo che possa fare.” 

Così i Malandrini, non al completo, si misero all’opera: radunarono cibo, bevande e qualche decorazione, presero un disco molto speciale per loro, infine James chiese a Star di forzare la porta dell’ufficio di suo padre. 

“Il camino qui dentro ha una linea di collegamento con il Ministero della Magia, mi è proibito entrarci e usarlo, e non ho mai avuto intenzione di infrangere questa regola, fino ad ora.” Spiegò a Sirius mentre Star tamburellava le dita sulla porta in legno borbottando una serie di parole in latino. La porta si aprì quasi subito e i ragazzi presero svelti una manciata di polvere a testa; la destinazione era a portata di mano. 

Il primo a giungere nell’immenso atrio del Ministero fu James, era totalmente vuoto. Subito dopo giunsero Star e infine Sirius, svelti come linci si coprirono come riuscirono con il Mantello dell’Invisibilità e si diressero verso gli uffici degli Auror, solo in qualche ufficio le luci erano ancora accese, nessuno però si aggirava nei corridoi, erano tempi duri. 

James si diresse deciso verso una porta molto specifica, doveva essere stato in visita all’ufficio dei suoi genitori più di una volta. Si catapultò senza tanti preamboli dentro alla stanza e controllò rapidamente che non ci fosse nessuno mentre suo padre, da chino sulla scrivania, alzava lo sguardo verso la porta che si era apparentemente aperta e richiusa da sola. 

“Susan.” Chiamò tranquillo Henry, dall’ufficio accanto la signora Potter lo raggiunse chiudendo tutte le tendine della stanza. 

“James?” Chiese poi la donna. 

“Non è divertente così!” Brontolò il ragazzo togliendosi il mantello e scoprendo così anche Star e Sirius che, non essendosi arresi, gridarono “SORPRESA!” 

“Avete portato delle cose per festeggiare la fine dell’anno!” Si stupì Susan, commossa. 

“Siete stati davvero gentili.” Commentò Henry, iniziando a fare posto sul tavolo. In pochi minuti la scrivania del signor Potter sembrava un piccolo buffet, alle pareti c’erano bandierine luccicanti, e un giradischi sgangherato suonava in sottofondo Auld Lang Syne.  

“Credo che manchi poco.” Annunciò la signora Potter. 

Sirius dette un rapido sguardo al suo orologio, era diventato particolarmente bravo a leggerlo. “Quindici secondi ora. Dodici...” 

“Undici!” Gli fece eco James, felice. Era raro, specialmente in quel periodo, poter festeggiare qualcosa con i suoi genitori, non c’era niente di meglio del poter essere con loro. Anche se non lo avrebbe mai ammesso. 

“Otto!” Si esaltò Star, era così bello avere un altro ricordo come quello da poter conservare. Un momento in cui era una Potter anche lei, aveva dei genitori anche lei, e tutto andava bene. 

“Cinque!” Continuò a contare Sirius, e si sentiva terribilmente strano, i signori Potter sembravano essersi abituati a lui in un attimo, mentre lui... non si era abituato a niente. In realtà non aveva ancora realizzato un bel niente di quello che era successo. Voleva piangere? Forse si. O forse voleva solo ridere, una gigantesca e liberatoria risata. O picchiare qualcosa, o urlare. Non lo sapeva, come si fa a capire come reagire ad una situazione che non hai compreso? Però era con James, il suo amico, suo fratello. L’indomani ne avrebbe parlato con lui, loro due soli, e le cose si sarebbero sistemate magicamente. Accadeva sempre, magari serviva comunque qualche pugno, ma andava sempre tutto a posto. 

“Uno” Le voci si mescolavano, Sirius si era completamente perso nei suoi pensieri e non aveva badato al conto alla rovescia, gli sembrò di non essere davvero lì, in quel momento. Si sentiva come un osservatore esterno di sé stesso, finché Star non gli poggiò la mano sulla spalla e gli sorrise, allora tornò in sé. 

“BUON ANNO!”  

Ovviamente, per quanto avessero insonorizzato l’ufficio e nonostante non ci fosse più quasi nessuno al Ministero, la festa non poté durare che qualche manciata di minuti. I ragazzi non dovevano essere lì, e i signori Potter dovevano lavorare. 

“Bhe, direi che è stata una gran bella giornata.” Commentò James gettandosi sul suo letto, Star era sprofondata su un pouf e Sirius sedeva in equilibrio sul balcone della finestra. 

“E’ stato magnifico, mamma e papà erano così felici!” Sospirò la ragazza soddisfatta. 

Sirius fissava il giardino buio aldilà del vetro, era talmente silenzioso e fermo da sembrare finto. 

Star si alzò di scatto, sapeva cosa doveva fare: lasciarli soli. Li salutò e se ne andò a farsi un lungo bagno, la vasca era un privilegio che apprezzava ogni giorno di più. I sali da bagno alla camomilla di sua madre erano perfetti per rilassarsi ma di certo non superavano quelli alla rosa di Andromeda. Dopo il bagno prese carta e penna e scrisse alla sua amica pregandola di rivelarle dove li comprava e soprattutto chiedendole quando avrebbero potuto vedersi. Gil si librò nella fredda aria di gennaio. Gennaio 1976. Un nuovo anno, un nuovo inizio. 

Nella stanza di James, intanto, Sirius si era spostato dalla finestra e camminava nervosamente avanti e indietro. “Io volevo andare via, ho sempre voluto andare via. Non voglio negarti che avevo e ho paura, mi chiedo cosa farò ora, e dove starò...” 

“Puoi stare qui.” Il tono del giovane Potter non ammetteva repliche. 

“Si ma non per sempre.” 

“Nemmeno io voglio stare qui per sempre. Ma finché ne avrai bisogno questa è casa tua.” 

Sirius sorrise. “Grazie. Comunque ho paura anche perché so che mi mancherà mio zio, e mio fratello. So che ho fallito come fratello maggiore, perché avrei dovuto proteggerlo, avrei dovuto rispettare le regole e garantire ad entrambi una vita più serena. Ma non potevo. Non potevo fingere di non disprezzare ogni singola idea che loro hanno. Era tutto così ridicolo! Assurdo! Se avessi fatto come volevano loro sarei finito in Serpeverde, non avrei conosciuto te, Star, Remus e Peter, non sarei la persona che sono. Io sono così, e so di averlo ferito, ma non posso nasconderlo. E non potevo più resistere in quella casa. Però mi sento un vigliacco per averlo abbandonato lì.” Ancora silenzio. “E al tempo stesso so che non sarebbe mai venuto via con me, lo so, perché quella è la sua famiglia, l’unica che conosce. Invece io ho voi.” 

James si alzò in piedi e abbracciò il suo amico. “Non è colpa tua. Tuo fratello deve fare le sue scelte, non è giusto che sia tu a scegliere per lui, nemmeno se sai che la tua via è giusta.” 

“Sono comunque preoccupato.” 

“Questo te lo concedo.” I due risero e si staccarono. 

Per Sirius stava cominciando una nuova vita, totalmente diversa. 1976. Un nuovo inizio. 

 

….............. 

 

“Buon giorno.” James accarezzò piano i capelli di sua sorella svegliandola dolcemente. 

È giunta l'ora di parlare con te di sesso?” Scherzò Star sedendosi sul suo letto. 

Non è necessario parlare di sesso. Ma avete finto di essere scandalosi, a quanto dice Sirius, quindi tu come ti sei sentita?” Le chiese lui. 

La ragazza sospirò. “Come ho detto anche ad Andromeda, mi sono sentita stupida. Una stupida ragazzina in piena crisi ormonale. Ha cantato per me e c’è mancato poco che gli sbavassi letteralmente dietro. Ho bisogno di guardarmi intorno, davvero. Non posso essere così fissata con lui. L'ho sognato mentre dormivo con lui! È stato terribilmente imbarazzante. Abbiamo fatto il bagno insieme e io ho provato a restare calma ma ero talmente agitata che mi sono mossa troppo e l'ho fatto scappare, e poi era così vicino a me. Scherzava. Mi prendeva in giro. Ha persino usato una voce sexy, e sembrava volesse baciarmi.” 

“E tu?” Domandò il ragazzo decisamente divertito. 

“Sono scappata! Non potevo fare altro. Ho tirato fuori la calma e distaccata Piumadoro e ci ho riso su. Non esiste che io perda la mia dignità. NO!” Replicò lei risoluta. 

“Hai mai preso in considerazione di dirglielo e basta?” Sospirò suo fratello. 

“Sai una cosa? Penso che lo farò, ma solo se effettivamente non mostrerà nessun interesse per Mary o nessun’altra ragazza.” Decretò lei. 

“Davvero?” Si esaltò il ragazzo. 

“Davvero.” Star si alzò in piedi di scatto. “Non so come ci riuscirò ma lo farò, così se dovesse dirmi di no almeno potrò andare avanti e basta.” 

“Sei molto coraggiosa, sorellina.” Il ragazzo era davvero ammirato, e poté riflettere su sé stesso e su Lily. Si, sarebbe stato più coraggioso anche lui. 

Quella mattina i signori Potter tornarono a casa solo per poche ore e le passarono tutte a godersi un po' di meritato riposo. I ragazzi rimasero tutto il giorno nel Covo a rilassarsi e chiacchierare. 

“Ma dimmi un po', i tuoi sanno che noi abbiamo finto di stare insieme?” Chiese Sirius all’improvviso. 

Star dovette mandare giù velocemente la triste verità: Sirius aveva usato il passato, avevano finto di essere innamorati, ora anche il flebile barlume di speranza di passare del tempo insieme se ne andava, Sirius era libero. Nuovo anno, nuovo inizio. 

“Lo sa, ma Star è stata poco delicata come al solito e le è quasi venuto un colpo." Rispose James tranquillo. 

“Sei un disastro!” Rise Sirius. 

“Ero solo distratta!” Si difese Star, ed era vero. 

 

Star stava leggendo un libro, i raggi caldi del sole le scaldavano la pelle. Essere di nuovo a casa Potter per l’estate la faceva sentire sia felice che malinconica. Sua madre si sedette accanto a lei. 

“Ti mancano i tuoi amici?” Le chiese dolcemente la donna. 

Su figlia annuì. 

“Non mi hai più raccontato cosa è successo questo Natale. Siete stati bene? Vi siete divertiti?” Continuò Susan.  

“Diciamo di si.” Il tono della giovane non era entusiasta e sua madre iniziò a preoccuparsi. 

“Sembri molto giù, hai lasciato ad Hogwarts qualcuno di importante? Un ragazzo? Forse Sirius, è molto carino, c’è qualcosa tra voi?” 

Star sospirò e senza smettere di leggere il libro: “Nah, sono solo la sua promessa sposa, ma niente di serio.” 

Susan quasi si strozzò con la sua stessa saliva. “Come scusa?!” 

Allora la ragazza realizzò che sua madre non sapeva niente di Sirius, e del suo ritorno ritardato a Hogwarts e di tutto il resto. Chiuse il libro in fretta. “Oh, ma solo per finta! Davvero! Lo sto aiutando a sopravvivere alla sua famiglia, non ti agitare!” 

La donna riprese un po' di colore in viso e, dopo un lungo sospiro di sollievo, rise. Quella sera, a cena, non parlarono altro che dello spavento che Susan aveva preso e del piano di Star. 

 

“Ci sei?” La voce di Sirius la riportò al presente. 

“Si, certo.” La ragazza fece una breve pausa mentre i suoi amici continuavano a parlare del più e del meno e poi si ricordò: “Verreste con me a trovare Andromeda?” 

“Vuoi tornare dai Black?” Si sorprese James. 

“Oh, no. Anche lei ha lasciato la famiglia. Vive in un posto davvero carino.” Spiegò Sirius. 

“Capisco, e come vuoi arrivarci?” Domandò James ora d’un tratto curioso. 

“C’è solo un modo: dovete Smaterializzarvi con me. Vi porto io, nessun problema.” Propose Star. Inutile dire che i suoi amici accettarono, e che non dissero nulla ai signori Potter. Non era per cattiveria, ma solo perché sapevano che si sarebbero preoccupati eccessivamente. 

In pochi minuti erano di nuovo nel boschetto innevato e presto bussarono alla porta di Andromeda. La giovane donna li accolse con calore, meno calorosa fu la sua reazione alla notizia che Sirius aveva abbandonato i Black. 

“Spero che tu non l’abbia fatto per causa mia, non dovevo influenzarti con le mie scelte.” Si rammaricò lei. 

Sirius guardò James per un secondo e poi tornò a sua cugina stringendole la mano. “Io dovevo andarmene da lì. E sai, quello che mi hai detto ora mi fa sentire meglio. E’ stata una mia scelta, solo mia, non c’entri nulla. Prima stavo male per aver lasciato lì Regulus, ma tu hai ragione: non dobbiamo condizionarci a vicenda. Tu avevi i tuoi motivi, io i miei. Ma ti ringrazio.”  

Andromeda sorrise sollevata. “Perfetto, Ninfadora si sveglierà tra poco, posso offrirvi un thè?” 

Fu un pomeriggio davvero gradevole, la neve cadeva fitta fuori dalle finestre della casa e Ninfadora era particolarmente di buon umore. Vedere Star giocare con la piccola era straordinario, l’aspetto delle due cambiava con estrema rapidità e naturalezza e spesso prendevano tratti davvero divertenti. Ad esempio Star si ritrovò con una boccuccia a cuore e dei capelli rosa che fecero partire a Sirius un attacco di risa infinite. James sosteneva ancora il suo amico quando salutarono Andromeda e se ne andarono dalla casa, la neve aveva smesso di cadere ma un lieve manto bianco ricopriva anche il giardino di casa Potter, il che fu una fortuna visto che loro erano pieni di neve e i signori Potter stavano rientrando in casa proprio in quel momento. Svelta Star lanciò una palla di neve a James cominciando una battaglia che rese credibile il fatto che avessero tutti e tre i vestiti bagnati. Appena entrarono in casa dalla porta sul retro Susan iniziò subito a pregarli di togliersi i mantelli e di salire a fare un bagno cercando di non gocciolare in giro. 

“Di do una mano.” La signora Potter si avvicinò a Sirius tendendo una mano verso la sua spalla per aiutarlo a togliersi un po' di neve di dosso, ma i sensibili riflessi di Sirius scattarono e il ragazzo si scansò in fretta. Fu allora che Susan poté vedere la paura negli occhi di Sirius, la paura di un gesto qualunque fatto nei suoi confronti da una figura materna. Anche James sembrava essersene accorto, infatti fece subito una battuta sul fatto che Star era scivolata fuori dalla porta, cosa non vera, e la ragazza prese subito a difendersi, come previsto. L’episodio dello spavento di Sirius rimase tra lui, Susan e James.  

Dopo un bel bagno caldo si riunirono tutti per una cena allegra e solo quando Susan si infilò sotto le coperte le tornò in mente lo sguardo spaventato del giovane Black. Non riuscì ad addormentarsi, così, dopo ore insonni, si alzò e uscì in corridoio. Camminò fino alla stanza di suo figlio e socchiuse piano la porta.  

“Sei sveglio?” Chiese in un sussurro. 

“Si.” La risposta di James arrivò subito, segno che anche lui non aveva chiuso occhio. Susan entrò e si sedette ai piedi del letto. 

“Sei qui per Sirius?” Domandò James. 

Sua madre non rispose ma fece un suono piuttosto strano, a metà tra un sospiro e un mugugno di assenso.   

“Se la caverà. Lo sapevo, sapevo che non stava bene lì, ma non immaginavo quanto sua madre lo avesse punito. Deve essergli rimasto dentro per molto tempo. Se vuoi sapere cosa gli facevano io non lo so, dovresti provare a chiederlo a Star ma forse lei non te lo racconterà.” Raccontò il ragazzo. 

Susan sospirò di nuovo. “Povero Sirius.” 

“Star urlava la notte, ricordi?” Ricordò all’improvviso James. “Ora dorme pacifica. Se potessimo fare lo stesso per Sirius sarebbe magnifico...” Qualcosa nel suo tono preoccupò la donna. 

“Sembra che tu non creda di poterci riuscire.” Ipotizzò lei. 

“Non è che non ci credo, è che lo so. Star si fidava di me, ero il suo eroe, per questo sono riuscito ad aiutarla almeno un po'. Ma sai quando ha iniziato ad essere forte? Quando Sirius le ha spiegato come potersi aiutare da sola. E ora tocca a lei. Il loro vissuto è molto simile, si capiscono più di quanto io potrò mai capirli, e so che l’unica persona che può aiutare Sirius è Star. Lei può capirlo davvero. Io... posso solo immaginare.” James fece una breve pausa. “Di questo vi ringrazio. Siete stati ottimi genitori, tu e papà. Non che ci voglia molto a essere meglio di quelli di Star e Sirius, ma voi avete fatto proprio un bel lavoro. E vi ringrazio di essere così disponibili ad accogliere sempre i miei amici.” 

Susan sorrise e passò la mano sulle coperte sopra i piedi di suo figlio. “Tu sei buono, James. E io e tuo padre siamo fieri di te, e lo saremo sempre perché sempre aiuterai gli altri. Noi lo sappiamo. Tu sei questo.” Detto ciò la donna si alzò e tornò a letto, il suo ultimo pensiero andò a Star, la sua figlia adorata. James era nato maschio, e lei lo aveva amato dal primo momento per quanto avesse desiderato una femmina, e il suo James era riuscito ad accontentarla anche in quello; le aveva portato a casa una figlia. Aveva realizzato il suo sogno, e quello della giovane Star. E ora c’era anche Sirius, un altro figlio, un altro regalo per lei che credeva che non avrebbe potuto avere figli mai più. Si, James sapeva come far stare bene chi amava, compreso Sirius. Finalmente le sue preoccupazioni scomparvero, i suoi figli sapevano cosa fare per sostenersi a vicenda, lei poteva solo esserci per loro. Gli occhi di Susan si chiusero e lei si addormentò, sognò i suoi tre figli ed era felice. 

 

…........ 

 

Inutile dire che la felicità di Susan veniva spesso offuscata dalla preoccupazione; i tre giovani si radunavano nel loro Covo e spesso facevano esplodere qualcosa. Ne succedevano di tutti i colori, letteralmente: un giorno la neve diventò blu, l’altro delle bolle di sapone giganti invasero il salone, e una sera tutte le luci della strada si spensero all’unisono. Erano davvero scatenati.   

Fortunatamente mancava poco al loro ritorno ad Hogwarts, poi sarebbe stato compito di Minerva gestirli, quella santa donna! Proprio quando Susan si stava illudendo che le sue preoccupazioni sarebbero presto giunte al termine un rombo incredibile si udì fuori dalla loro casa. La signora Potter era già pronta ad uscire e sgridare i suoi figli quando li vide scendere dal piano superiore, sorpresi quanto lei. Henry prese subito il comando e guardò fuori con lo spioncino, sorrise e uscì chiudendosi la porta alle spalle. I tre Malandrini e Susan rimasero in casa pronti ad ogni evenienza. Poco dopo Henry rientrò e dette loro il permesso di uscire. Fuori dal cancello in ferro battuto c’era Alphard, lo zio di Sirius, accanto ad una grossa motocicletta nera con sidecar. Inutile dire che Sirius gli corse immediatamente incontro emozionato e curioso. 

Quando i Potter li raggiunsero Alphard stava dicendo: “Cos’è questa? Ma un regalo per te ovvio! Questa e qualche soldo che potrà farti comodo più avanti, questo è il tuo nuovo conto alla Gringott.” 

“Orion ti ha lasciato aiutare Sirius?” Si sorprese Star. 

“Certo che no! Sono stato finalmente eliminato dall’albero anche io!” L’uomo sembrava davvero felice e entusiasta, libero.  

“Ora puoi andare dove vuoi! Fare quello che vuoi!” Si entusiasmò James. 

“Esatto, ragazzo!” Alphard sorrideva come mai prima, indossava una maglia dei Rolling Stones e dei jeans logori, un look che gli donava sicuramente di più degli abiti eleganti dei Black. 

“Ma i tuoi soldi... serviranno a te, per viaggiare...” Rifletté Sirius.  

Alphard gli diede una poderosa pacca sulla spalla. “Assolutamente no, io parto all’avventura. Non ho bisogno che di me stesso e buona musica. Tutto qui.” 

“E dove andrai?” Chiese Sirius di nuovo felice. 

“Chi lo sa! A sud, o magari a nord. Non ha importanza. Andrò. Sono passato solo a salutarti. Tratta bene questo bolide, sono certo che sarai in grado di farlo volare!” Rispose l’uomo. Era chiaramente entusiasta e in trepidazione così non lo trattenerono oltre. I Potter lo salutarono e poi rientrarono in casa lasciando a lui e Sirius qualche minuto di privacy.  

James osservò Sirius che salutava con la mano suo zio che si allontanava e poi raggiunse il suo amico insieme a Star. 

“Ha detto che fa un po' di capricci ma che è certo che la saprò sistemare.” Disse Sirius spingendo la moto verso il Covo, Star dietro di lui dovette far ricrescere qualche cespuglio di rose schiacciato per evitare una crisi di Henry.  

Sirius non ci badò, non badò quasi più a nulla se non alla motocicletta. Passava le giornate a sfogliare riviste babbane sul tema sperando di farsi un’idea su come cominciare, mentre Star e James lo prendevano in giro amichevolmente.  

Per quanto Susan non fosse entusiasta del regalo di Alphard a suo nipote dovette ammettere che stava tenendo impegnati i ragazzi in modo estremamente efficace. E presto giunse il giorno del rientro ad Hogwarts. 

I tre Malandrini erano felici di rivedere i loro amici; si svegliarono presto e, con i bagagli già pronti, scesero a fare colazione. 

“Vi prego, cercate di non combinare troppi disastri.” Augurò loro Susan mentre si accingevano a partire via Metropolvere. 

“Ma’, mi conosci! Dovremo per forza combinare qualcosa, c’è il primo aprile!” Ribatté James. 

“L’ultima volta mi è arrivato un gufo al Ministero sul fatto che avevate fatto esplodere delle uova di Pasqua, i miei colleghi l’avranno anche trovato divertente ma il mio capo no!” Proseguì la tiritera Henry, però era troppo tardi; James era sparito in un turbinio di fiamme. Sirius salutò in fretta e scomparve subito dopo, così rimase solo Star. 

“Divertiti, tesoro.” Le augurò il signor Potter. 

“E prenditi cura di quei due.” La pregò sua madre. 

Star abbracciò entrambi e poi seguì i suoi amici. “E anche di Remus!” Gridò la signora Potter e la ragazza riuscì a malapena a sentirla mentre tutto attorno a lei girava. Arrivò nell’ufficio della McGranitt che con la solita calma le diede il benvenuto, la pregò di spolverarsi via la cenere e di spostarsi prima che qualche altro studente le atterrasse in testa. 

La ragazza obbedì rapida e uscì dalla stanza trovandosi di nuovo in compagnia di Sirius e James. Senza nemmeno dirsi una parola i tre si diressero verso la loro Sala Comune e individuarono immediatamente Remus e Peter che tranquilli giocavano a scacchi.  

“Salve a tutti!” Gridò James avvicinandosi ai due suoi amici e facendo prendere un colpo ad entrambi. I Malandrini si salutarono e si abbracciarono e poi James costrinse tutti a salire nel loro dormitorio. 

“Ma che fretta c’è?” Esclamò Remus sedendosi sul suo letto già esausto. 

“La luna piena è la prossima settimana, non fingere di essere stanco.” Lo rimproverò scherzosamente Sirius. 

“A volte voi mi stancate più della luna.” Replicò lui. 

“Ma se siamo tornati da nemmeno cinque minuti!” Protestò James. 

“Appunto!” Remus si stese sul letto e i suoi amici risero di quella sceneggiata. Subito dopo James tornò serio e cominciò ad estrarre una marea di fogli dal suo baule. 

“La Mappa!” Si illuminò Peter, era davvero entusiasta di poter partecipare a quel progetto. 

“Allora, dobbiamo trovare un modo per visitare le altre Sale Comuni così potremmo disegnarle...” Cominciò James impaziente. 

“Tutte tranne quella di Corvonero, Star ci è già stata.” Ricordò Remus. 

“Oh, no, così non vale. Dobbiamo andarci tutti, possiamo disegnare qualcosa sulla mappa solo se ognuno di noi ci è effettivamente stato, è la nostra mappa, dobbiamo viverla!” Decretò James. 

“E’ vero! Questo ci porterà a vivere moltissime avventure!” Si esaltò Sirius. 

“Ed ad infrangere moltissime regole.” Completò Remus. 

“Io mi fermerei alle avventure.” Star sorrise al suo amico e bastò questo a convincerlo. Era vero, si sarebbero cacciati nei guai ma anche divertiti molto. 

“Allora...” Riprese James stendendo le carte su un tavolo che avevano spostato lì dalla Sala Comune. “Dopo le Case, ci mancano le torri e qualche luogo sperduto in vari piani, infine potremmo occuparci dei passaggi segreti...” Mentre il giovane spiegava i suoi amici gli si fecero attorno per sentire meglio e proporre le loro idee. Così, alla luce delle candele, la loro mappa ricominciò a prendere forma. 

 

…............... 

 

Il giorno seguente le lezioni ripresero regolarmente e anche gli allenamenti di Quidditch. James aveva deciso di mettere sotto la sua squadra. Gli mancava giocare con sua sorella ma era giusto così, e poi lei non si perdeva nessun allenamento quindi era un po' come averla ancora in squadra.  

Proprio alla fine dell’allenamento, mentre i giocatori si divertivano un po' tra battute e scherzi e James si era avvicinato agli spalti per parlare con Star e Remus, successe l’imprevedibile: Mary si avvicinò a Sirius per potergli parlare e lui la baciò. La cosa lasciò totalmente perplessa Mary e decisamente sconvolta Star. 

“Stai tranquilla, me ne sono andato dalla mia famiglia quindi Star non è più costretta a fingere di stare con me, e io posso stare con te in pubblico, se ancora lo voi.” Le raccontò Sirius. Per tutta risposta Mary lo baciò con foga e quando si staccò aveva un sorriso sinceramente felice. La squadra non poté far altro che festeggiare il nuovo amore a suon di domande e prese in giro che seguirono la coppietta felice fino allo spogliatoio. Solo James rimase in campo, in piedi nell’immenso spazio verde guardava in alto sugli spalti, lì dove sua sorella si stava pian piano allontanando. Il ragazzo poté vedere il suo viso mentre si fermava per raccogliere i libri che si era portata, sorrideva, ma la conosceva abbastanza da sapere che era un sorriso totalmente falso. Sirius aveva scelto Mary, e anche se lei aveva sempre detto di saperlo non poteva negare di aver sperato che le cose andassero diversamente.  

 

 

******************** 

 

Salve! E’ un capitolo che ho odiato un sacco, non c’è niente di esaltante, lo so, ma è un capitolo di passaggio, andrà meglio! 

Ringrazio di cuore kikichan85 e la sua bellissima recensione, spero di non averti delusa troppo con questo capitolo. 

E spero di non aver deluso nemmeno gli altri di voi che leggono e mi scrivono. Grazie di tutto. 

Ciao ciao 

  
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