Film > The Avengers
Ricorda la storia  |      
Autore: AleDic    27/02/2020    4 recensioni
[Natasha!Centric ǀ Introspective!fic ǀ 676 parole]
La cosa, con le decisioni difficili e la quasi naturalezza con cui Natasha le prendeva, era che, semplicemente, era il modo in cui funzionava il mondo. Non importava se si stesse dalla parte dei buoni o dei cattivi: si sceglieva il male minore per un bene superiore o per lo scopo della missione.
E poi si conviveva con le conseguenze.

{Storia partecipante al contest “November Rain” indetto da MaryLondon sul forum di Efp}
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

Domani sarò

ciò che oggi ho scelto di essere.

 

James Joyce

 

 

 

 

 

Disclaimer: non sono miei, ovviamente.
Generi: Introspettivo, lievemente(?) Angst.
Avvertimenti: //
Rating: Verde.

Prompt: 23 – Decisioni difficili.
Contesto: Tutta la timeline di Natasha, da pre-Iron Man 2 a Endgame.
Personaggi: Natasha Romanoff, Clint Barton (citato), Steve Rogers (citato).
Pairings: accenni (praticamente invisibili) Romanogers.

 

 

 

 

 

The road from hard to right

 

 

{ 676 parole }

 

 

 

 

 

 

Natasha ha imparato il significato di “decisioni difficili” sin da tenera età.
La Stanza Rossa era stata concepita per scopo educativo quanto formativo: non addestravano semplicemente a essere delle spie; addestravano ad essere delle macchine. Usare solo la logica, la freddezza calcolatrice che usano i computer: c’erano scelte e c’erano conseguenze. E di solito erano sempre vivere e morire.
A quel punto nelle decisioni c’era ben poco di difficile: si trattava di semplice sopravvivenza.
E Natasha era sempre stata la migliore.

 

Quando Clint l’aveva risparmiata, cambiando i termini della sua missione, Natasha aveva imparato che esisteva un altro tipo di decisione difficile: quella basata sull’istinto.
Clint le aveva detto che non si dovrebbe giudicare una persona solo in base alle sue azioni, soprattutto se, di vere scelte, non ne ha mai avuto possibilità.
Quando la mano di Clint le porge l’offerta, Natasha accetta di buon grado.
Si tratta sempre di sopravvivenza, ma – si rende conto, per la prima volta – anche di qualcosa di più.

 

Lavorare per lo S.H.I.E.L.D. era e non era allo stesso tempo come lavorare per il KGB.
Prendeva per lo più le stesse decisioni difficili e continuava a essere la spia che era sempre stata, tra menzogne e sopravvivenza.
L’unica cosa diversa era che ora si trovava dalla parte opposta della scacchiera.
E che aveva scelto di restarci.

 

La cosa, con le decisioni difficili e la quasi naturalezza con cui Natasha le prendeva, era che, semplicemente, era il modo in cui funzionava il mondo. 
Non importava se si stesse dalla parte dei buoni o dei cattivi: si sceglieva il male minore per un bene superiore o per lo scopo della missione.
E poi si conviveva con le conseguenze.
Non esistevano bianco e nero: la scacchiera sulla quale si muovevano era di varie sfumature di grigio, e a volte era difficile capire da quale parte ci si trovava.
Tra loro non c’erano eroi. Non il genere sul quale si raccontano storie, almeno.
Quelli, se mai erano esistiti, si erano estinti molto tempo fa.

 

Eppure c’era stato un uomo, uno di quegli eroi, che si era ritrovato a vivere in quel suo mondo senza vere linee di confine.
Le era sempre sembrato di guardare uno di quei personaggi dei libri di fantasia catapultato improvvisamente nel mondo reale: un pezzo estraneo al complesso che faticava a capire la logica di quello che aveva intorno.
Steve Rogers era riapparso da un’epoca ormai lontana giudicando e condannando un mondo che ormai non riconosceva.
A Natasha quel comportamento risultava allo stesso tempo curioso e inutile: trovava gli sforzi del Capitano valorosi, ma completamente vani. Un solo uomo non era abbastanza per cambiare un mondo che non aveva intenzione di cambiare.
Ma Steve Rogers non era uomo fatto per arrendersi, anche difronte a una causa persa.

 

Natasha aveva capito il vero significato del prendere una decisione difficile solo dopo averlo conosciuto.
Perché prendere una decisione difficile voleva dire combattere con se stessi.
Voleva dire rinunciare a tutto a quello che si era costruito con fatica, perfino a quello chi si amava.
Perché prendere una decisione difficile faceva male, faceva paura.
La cosa più importante che Steve Rogers le aveva insegnato dal momento in cui aveva messo piede sul quell’Elivelivolo anni prima, era stata che la decisione più difficile da prendere nella vita era fare la cosa giusta.
Natasha l’aveva visto con i suoi stessi occhi, provato sulla sua stessa pelle che gli eroi, i veri eroi, esistono ancora.
E lei si era ritrovata a essere uno di loro.

Si chiedeva ancora, dopo anni e anni, se sarebbe riuscita a esserlo fino alla fine.
Anche se fosse rimasta sola.
Anche senza Steve.
Si chiedeva, nonostante tutto quello che avesse già passato, se sarebbe stata pronta a prendere, ancora una volta, una vera decisione difficile.
A fare la cosa giusta.
A qualunque costo.

 

Quando si alzò dalla roccia sulla quale era seduta, su un pianeta a miliardi di anni luce da casa, facendo scorrere lo sguardo dal viso di Clint al precipizio che li separava dalla Gemma, si sentì sollevata.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: AleDic