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Autore: Milich96    27/02/2020    0 recensioni
Nel DLC "Hearts of Stone" , ad un certo punto, Geralt diventa oggetto di possessione da parte di un fantasma, Vlodimir Von Everec. Durante tale quest Vlodimir ci prova incessantemente con Shani, amica di vecchia data del witcher. E' un siparietto comico molto divertente, una boccata d'aria fresca in un videogioco a tratti così oppressivo. "Possessione, Flirt e Cuori Spezzati" cerca di raggiungere un simile scopo, ma nel ruolo della conquista amorosa, invece dell'attraente medico, vi pone il caro Dandelion. Buona lettura e mi raccomando, se l'opera vi soddisfa, toss a kudos to your author.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Dandelion, Geralt di Rivia
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non mi spaccio per scrittrice eccelsa (forse non raggiungo manco la mediocrità), quindi se trovate errori di grammatica, punteggiatura o anche frasi che vi sembrano stonare, ditemelo e sarò più che contenta di apportare correzioni. Per ora ho solo guardato la serie netflix e giocato un po' al terzo videogioco. Al momento sto leggendo il primo libro, quindi se ci sono incongruenze nei personaggi mi scuso, mi sono basata sulle poche informazioni che ho al momento.

Grazie di aver cliccato su questa fic. Spero vi piaccia.



 


Tutto si poteva dire riguardo Geralt, tranne che fosse un codardo…Tutto si poteva dire riguardo Geralt, tranne che fosse un codardo. Il witcher aveva combattuto draghi, vampiri, demoni e streghe. Mai era scappato dalla lotta e mai era venuto meno alla parola data. Tuttavia, in quel momento, non desiderava altro che fuggire il più lontano possibile, sparendo nel nulla e non fare più ritorno.

Ma chi può essere tale bestia, capace di dare del filo da torcere ad uno dei più grandi witcher in circolazione? Per capire ciò dobbiamo fare un passo indietro, e tornare al giorno prima.

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Geralt aveva incontrato Olgierd von Everec in una situazione tutt'altro che piacevole. Quello che a prima vista sembrava un normale contratto si era trasformato in una complessa e pericolosa missione, una sfida contro il tempo, una battaglia contro un essere che mai più lo strigo desidererebbe ri-incontrare. Fortunatamente, ne era uscito vincitore, guadagnando una meravigliosa spada e un alleato in Olgierd. Il nobile aveva deciso di cambiare vita, di lasciare Novigrad e ricominciare altrove. Per questo Geralt si sorprese quando lo incontrò fuori dal Chameleon quella mattina.

“Witcher, devo chiederti un favore”. Non c’era urgenza in quelle parole, ma la voce del rosso era chiaramente segnata da preoccupazione. “ Possiamo parlarne in un posto meno..”

“Stravagante?”

“Affollato.”

Lo strigo annuì e condusse Olgierd sul retro del cabaret. La musica proveniente dal locale si poteva a malapena udire e ogni altro rumore era smorzato. Era il posto ideale per parlare in privato senza dare nell’occhio. Se mai qualcuno si fosse avvicinato a cercare rogne avrebbero potuto sbarazzarsene in tranquillità, lontano da sguardi indiscreti.

“Si tratta di Vlodimir” iniziò a spiegare l’altro. “Sono andato a trovarlo una settimana fa, portandomi dietro una bottiglia di vino da bere beh… per fingere di bere con lui. Già appena entrato nella cripta mi sono accorto che qualcosa non andava. L’aria intorno era gelida, ancora più del solito. Più mi avvicinavo alla sua tomba e più sentivo le gambe farsi pesanti e la testa scoppiare. Poi l’ho sentita... la sua voce. Mi sembrava… malinconica. Inizialmente ho pensato fosse solo un’allucinazione, ma poi ho iniziato a sentirla anche nel sonno. Per questo sono venuto a cercarti: hai già avuto a che fare con mio fratello in passato e mi fido di te. Credi di essere in grado di fare qualcosa? Ovviamente ti pagherò”

“Come fai ad essere così sicuro fosse Vlodimir e non qualche altro spettro? Ti ha detto qualcosa in particolare?” chiese scettico Geralt.

“No, in realtà non ho neppure capito quello che mi ho sentito. Erano mugolii più che parole… ma so che è lui. Me lo sento nel profondo…” Orgierd chinò la testa sconsolato, come se il peso di tutti i suoi errori fosse al momento troppo pesante da portare. Mormorò con voce roca. “Può darsi sia arrabbiato con me. Come dargli torto, dopo quello che gli ho fatto. So di non meritare niente da te, ma ti prego...” occhi verdi incontrarono lo sguardo di quelli gialli “aiuta Vlodimir”.

Il witcher rimase in silenzio per un po’, valutando la situazione. Al momento non aveva impegni urgenti e i contratti scarseggiavano. Il fantasma in questione non era pericoloso. Al massimo fastidioso. Sarebbe stato un compito facile e veloce, non aveva alcuna ragione per rifiutare. Eppure c’era qualcosa che non lo convinceva. Una sensazione che stava per essere fregato di nuovo. Nonostante ciò, accettò l’incarico. L’ex criminale lo ringraziò e fissarono la ricompensa a 300 corone.

Geralt partì immediatamente per la cripta dei Von Everec. Distava solo a mezza giornata di cammino e con Rutilia l'avrebbe raggiunta in molto meno. Aveva considerato di terminare il lavoro entro il tramonto, al massimo al mattino dopo. Giunto sul luogo scese le scale che conducevano ai sarcofagi, portando con se il necessario per il rituale di resurrezione. Riempì la stanza principale di incenso misto al sangue di Orgierd, offerto spontaneamente, e pronunciò l’incantesimo. Questa volta non apparve tutta la famiglia. Meglio. Lo strigo non aveva voglia di perdere tempo lottando.

“Vedo che mio fratello mi ha ascoltato. Ahh, sapevo di poter contare su di lui” Disse una voce familiare alle sue spalle. Voltandosi si trovò davanti un volto su cui era stampato un sorriso beffardo. Aveva incontrato molti fantasmi nella sua lunga carriera, ma mai nessuno con una faccia da schiaffi come quello di Vlodimir. Ma a Geralt faceva piacere rivederlo, tutto sommato.

"Potevi venire ogni tanto a trovarmi, witcher. È grazie a te che ho incontrato la dolce Shani. Dimmi, come sta'?"

"Partita per il fronte. È da un bel po' che non la sento."

Non si era lasciato nei migliore dei modi con il medico. Shani non era stata contenta di quello che era successo dopo la festa, ma Geralt era stato onesto: quello che provava per lei non andava oltre l'amicizia e non aveva intenzione di fingere ci fosse molto altro.

"Come non hai mantenuto i contatti? Me la sono lavorata tutta la sera e tu mandi a monte il mio operato in 20 secondi. Tsk. Certo che avete gusti difficili voi mutanti."

"Non è questione di gusti è… l'ho rifiutata per un altro motivo" meglio non andare oltre coi dettagli e rischiare di dire più del dovuto.

"Mmh certo certo. Peccato. Quella fragolina era proprio succosa. Ma basta con le ciance. Orgierd ti avrà avvisato che ho un problema"

"Ha menzionato tu avessi qualcosa che ti affligge. Di cosa si tratta?"

"Mi annoio"

…. Chiaramente era una scemenza come questa. Come poteva aspettarsi un dilemma serio da questo fantasma beota.

"Ti annoi.."

"Come puoi giudicarmi. Hai visto che posto è questo? Buio, pieno di muffa e di vecchi parenti. Neanche fosse un pranzo domenicale. Puà. Voglio tornare fuori all'aria aperta, a ballare, a bere, a scopare. Mi sembra normale, no?"

"Non proprio. Sei morto. Non dovresti avere queste urgenze"

"Beh, ma le ho. Cosa vuoi farci, sono sempre stato un tipo particolare". Poteva dirlo due volte. Finalmente Geralt capì perché fosse stato chiamato e l'idea lo infastidiva sempre di più.

"Scordatelo. Non ti darò di nuovo il mio corpo" detto ciò cominciò ad avviarsi verso l'esterno, mandando a fanculo le 300 corone promesse.

Non fece neanche 10 passi che Vlodimir si parò davanti a lui, bloccandogli per così dire il passaggio.

"Avanti. Per un'altra sera soltanto. Cosa ti costa?" Petulante, doveva aggiungere petulante agli aggettivi che descrivevano questo fantasma.

"La faccia. L'ultima volta mi hai fatto fare la figura del fesso. Ti sei divertito e detto le peggio cose, ma poi ho dovuto pagarne io le conseguenze. No, non se ne parla. Addio"

"Prometto che sarò bravo! Seguirò le tue regole" La faccenda doveva essere molto importante per lui, se era disposto ad accettare limitazioni. Geralt si voltò.

".... All'alba in punto te ne devi andare. Senza protestare."

"Tranquillo, dopo quello che ho subito l'ultima volta non intendo attardarmi un secondo in più"

"Non iniziare zuffe, a meno che non sia per autodifesa"

"Quei tre zoticoni mi avevano insultato! Come potevo fargliela passare liscia?"

"Niente zuffe. Terza e ultima regola, la più importante: non flirtare con donne che mi conoscono. Niente smancerie, frasi romantiche da 4 soldi o frecciatine a sfondo sessuale. Zero. È stato imbarazzante sentire quelle cose dette con la mia voce."

"Amico mi stai togliendo tutto il divertimento! Se non posso scopare come posso dire di essermi divertito?"

"Ho detto di non molestare donne che mi conoscono. Cortigiane e donne qualunque sono campo libero. Queste sono le mie regole. Accettare o rifiutare."

"E come faccio a sapere quali dame conosci e quali no? Chiedo in giro se hai già nascosto la tua salsiccia nella loro credenza?"

"Metodo elegante, ma no. Te lo dirò io. In una possessione si crea un collegamento tra la persona posseduta e il possessore. L'altra volta tale connessione era interrotta dalla tua brama di entrare nelle mutande di Shani. Ho cercato di comunicare con te più volte, ma non mi hai prestato la minima attenzione. Stavolta dovrai stare attento e ascoltarmi. Contento?" Geralt sapeva di avere il coltello dalla parte del manico, e cercava di approfittarne il più possibile.

Seppur amareggiato, Vlodimir accettò le condizioni imposte. Cos'erano tre misere regole, in confronto alla possibilità di vivere di nuovo? Aveva intenzione di divertirsi e chissà, magari sarebbe stato in grado di trovare un modo di battere il witcher al suo stesso gioco.

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Il viaggio di ritorno a Novigrad si protese più del previsto, ma fu tutto sommato piacevole. Vlodimir aveva volutamente allungato la strada in modo da poter gustarsi appieno la sensazione del sole sulla pelle, dell’aria fresca e del profumo dell’erba attorno a lui. Niente di strano fin qua. Aveva anche fatto a botte con degli uomini lungo il cammino, ma essendo banditi Geralt non ebbe niente da ridire. Anche il witcher si stava godendo la situazione: non gli capitava spesso di poter prendere una giornata di pausa. Era bello potersi rilassare e mollare ad altri il comando. Geralt decise di lasciare il controllo totale del suo corpo al fantasma per qualche attimo, e si mise ad ammirare il panorama attorno a sé, permettendo ai pensieri di fioccare senza fermarsi, lasciandoli attraversare la sua mente privi di ordine e disciplina. Pessima idea. Il witcher si accorse del suo errore immediatamente.

“Ohh ma che bocconcino questa Yennefer. Dimmi amico, c’è qualche possibilità di vederla stasera?”

Lo strigo si destò dal suo riposo immediatamente, come se avesse ricevuto una secchiata d’acqua gelida in faccia.

“.. come fai a conoscere Yen?”

“Beh, me l’hai mostrata tu ciccio. Non so come ci sei riuscito, ma da un momento all'altro BOOM! Ecco sta sventola che si materializza nella mia mente. Solitamente preferisco le more, ma per lei potrei fare un’eccezione hehehe”

…. Merda. Geralt si era totalmente dimenticato che in una possessione il possessore può leggere la mente al posseduto, nel caso quest’ultimo abbassi la guardia. Poco male, l’importante era che il fantasma non avesse visto niente di troppo personale.

“Scordatela, ci vorrebbe minimo una settimana di tempo per raggiungerla a cavallo e tu hai tempo fino all'alba, ricordi?”

“Peccato, poteva essere un incontro interessante. Mi dava idea di una a cui piaceva comandare nella stanza da letto, e non rifiuto mai un po’ di sana disciplina, se capisci cosa intendo.” Un sorriso viscido si presentò sulle labbra di Geralt, beh.. del corpo di Geralt. Lo strigo, da canto suo, fece una smorfia di disgusto.

“Purtroppo ho capito. Non per farti star male, ma non saresti sopravvissuto neanche 5 minuti con Yennefer. Lei odia i flirt troppo spinti”

“Mmm una regina delle nevi insomma. Bellissima e frigida. Già, forse non avrebbe funzionato. E di questa rossa che mi dici? Triss, giusto? Lei è nei paraggi?”

“Anche se lo fosse non te lo direi. Io e Triss… abbiamo una storia complicata. Se sei tanto gentiluomo come dici di esserlo non andare da lei. La feriresti soltanto.” L' aveva già illusa lui stesso in passato. Non meritava di essere imbrogliata nuovamente.

“Cazzo amico. Io in vita ero un puttaniere, sarò stato con minimo 50 donne, ma tu le devasti proprio. Di quelle che mi hai mostrato non ho chance con nessuna? Hai mandato a cagare le relazioni con tutte?” Tra poco avrebbe mandato a cagare la relazione con lui, se non la smetteva di fare domande.

“Primo, non te le ho mostrate, tu le hai viste per errore. Secondo, è nella mia natura da witcher: non proviamo emozioni, causando la rottura di molti rapporti temo.”

“Stronzate. Secondo me sei tu che non sai prendere le donne. Okay, la mora no, stà rossa nemmeno, stà bionda non mi ispira, Shani se ne è andata mmhhn che mi dici di stò bocconcino?”

“Di chi parli?” chiese, già pronto a ricordargli della terza regola che aveva accettato.

“Sto bardo, Dandelion. Lui ci starebbe per una serata?”

Se fosse stato nel suo corpo avrebbe sentito il sangue gelarsi nelle vene e il cuore smettere di battere. Invece avvertì solo un insopportabile ronzio farsi sempre più forte nelle orecchie. Doveva aver capito male. Non poteva aver detto sul serio quel nome.

“... chi?”

“Ma dai che mi hai capito. Dandelion. Moro, occhi azzurri, sorriso a 32 denti. E’ tipo il primo a cui hai pensato. Non è sexy come la sventola rossa, ma ha uno stile impeccabile. Finalmente qualcuno con buon gusto nel vestire”

E invece no, aveva capito proprio bene. Allo shock seguì il panico. Vlodimir non doveva puntare neanche lontanamente al bardo. Geralt glielo avrebbe impedito categoricamente.

“Non se ne parla! Dandelion è un mio caro amico e tu hai giurato che non ci avresti provato con persone con conoscevo”

Il fantasma ghignò in un modo che non preannunciava nulla di buono.

“Eh no, amico. Tu hai detto di non molestare DONNE che tu conosci. Non hai mai parlato di uomini. Ergo, non infrango alcuna regola.”
Cazzo cazzo cazzo. Aveva ragione. Presto: doveva trovare un’altra scusa. E alla svelta.

“Non ho specificato anche uomini perché mi sembrava logico. Cos’é? Giochi per entrambe le fazioni? Dovevo forse aggiungere di non vestirsi da donna, come quarta regola?” magari insultando la sua maschilità gli avrebbe fatto cambiare idea.

“No tranquillo, il travestimento non è per me. Ma la bellezza sì. Donne, uomini, non ha importanza per me. Se una persona è bella, io mi ci fiondo addosso. E il tuo amico non è niente male. Sì, penso proprio passerò con lui questa serata. Dimmi, dove posso trovarlo? Nei tuoi pensieri c’era una locanda: canta là?”

Avrebbe potuto mentire e dargli un indirizzo falso, o mandarlo direttamente al diavolo. Ma Dandelion era abbastanza famoso che tutti nei dintorni sapevano dove fosse. Mentire non aveva senso e avrebbe solo peggiorato le cose.

“Il luogo si chiama Chameleon. E’ un cabaret nel distretto di Glory Lane, a Novigrad. Fanno musica tutto il giorno, impossibile non notarlo.”

“Chameleon. Mi piace. Sofisticato. Io e questo Dandelion andremo d’accordo, vedrai” aggiunse ridendo di gusto.

“Non lo dubito… senti, fammici parlare per primo. Per avvisarlo della possessione e di te”

“Uh? Come mai? Temi si arrabbi?”

“No, è più probabile apprezzi le attenzioni che gli darai. E’ più una cosa che riguarda me. Voglio mettere le carte in chiaro, così che nessuno soffra quando te ne andrai.”

“... questo bardo… è molto importante per te?”

“... tieni gli occhi aperti, a breve c’è una tana di mostri e non voglio ritrovarmi con nuove cicatrici domani mattina.”

   
 
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