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Autore: AcquaSaponePaperella    27/02/2020    5 recensioni
Storia che ha partecipato al contest "Il contest delle prime volte" di inzaghina.EFP sul forum di efp.
Dal testo: C'era un momento, durante le oziose domeniche, in cui tutti i bambini interrompevano i loro
giochi e gli adulti le loro mansioni, per recarsi al loro appuntamento preferito.
Il segnale era un semplice squillo di trombetta, in grado di giungere alle orecchie di chiunque, il suono più melodioso che si potesse mai udire.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era un momento, durante le oziose domeniche, in cui tutti i bambini interrompevano i loro giochi e gli adulti le loro mansioni, per recarsi al loro appuntamento preferito.
Il segnale era un semplice squillo di trombetta, in grado di giungere alle orecchie di chiunque, il suono più melodioso che si potesse mai udire.
E dopo la trombetta, puntuale come sempre, era la voce che proveniva dal megafono, a volte femminile a volte maschile. "Venite, venite, venite!" gridavano i due proprietari del carretto.
L'uomo era anziano e paffuto, dai folti baffoni, e un grande cappello in testa; la donna aveva due guanciotte rosse, una cuffietta sui capelli color neve e un sorriso che avrebbe rallegrato chiunque. Erano fratello e sorella, abitavano al paese da quando erano nati, e facevano quel lavoro da sempre.
Quella domenica, al megafono gridava l'uomo. "Su, forza, dai, accorrete!" si sbracciava, come un vero annunciatore, mentre la donna allestiva il carretto.
C'era una nuova bambina, nel gruppo dei ragazzini del paese.
O meglio, non era una nuova bambina. Era nata e cresciuta lì, ma fino ad adesso se ne era rimasta bella e tranquilla nella sua culla, e poi sotto la sorveglianza della famiglia e dei parenti.
Quando poi si era decisa a farsi un pochino più grande, gli adulti diedero il permesso agli altri ragazzini di integrarla nella compagnia, ma la bambina, come era accaduto anche agli altri quando erano solo dei bambini, ancora non aveva avuto a che fare con la tradizione che interessava ogni domenica gli abitanti del suo paese.
Fino a quel giorno.
"Che cos'è questo suono?" aveva chiesto, con la sua voce innocente e ancora incerta.
"È arrivato!" le aveva spiegato il suo migliore amico, il ragazzino più grandicello del gruppo.
Le aveva preso la manina e aveva cominciato a correre insieme a lei, seguito a ruota dagli altri bambini, le cui voci dispersive venivano sopraffatte dalla cantilena dell'uomo. "Forza, dai, accorrete!".
Man mano che si avvicinavano, la bambina avvistò un carretto.
Quest'ultimo era a dir poco attraente: pieno di colori e disegni, con un grande tendone a coprire il tutto, le grandi ruote di legno, e quei due buffi e simpatici personaggi che accoglievano la gente.
Fu la bambina adesso a tirare di più la mano del suo amico, costringendolo ad accellerare il passo, quando finalmente giunsero a destinazione insieme a tutti gli altri bambini, mettendosi in cerchio attorno al carretto; cerchio che venne allargato poi man mano dall'arrivo di altre persone, di qualunque età.
La bambina, essendo che chi era più alto di lei le oscurava la vista, non riusciva a vedere bene cosa c'era sul carretto, e prese a saltellare, nel vano tentativo di scorgere qualcosa.
"Qualcosa dal carretto, cari?" chiese la donna, sporgendosi di più verso il basso, rivolta ai più piccoli, con sguardo tenero e amorevole, accompagnato da una voce dolce e soave.
La bambina non avrebbe mai dimenticato le grandi risate che seguirono le sue parole, quando esclamò, battendo le mani tutta contenta e assolutamente all'oscuro di tutto, "Sì, io voglio il gelato!"
E non avrebbe mai dimenticato la grande sorpresa che la colse quando riuscì a vedere -finalmente il suo amico si era deciso a darle una mano, sollevandola leggermente da terra e permettendole pertanto di guardare ciò che attirava l'attenzione della gente- che non c'era alcuna traccia di gelati, in quel curioso carretto.
"Ma... Niente gelati?" chiese, con fare indagatore, sgranando gli occhi dallo stupore.
"Tranquilla, non sei l'unica a cascarci. Anche io da piccolo pensavo che fosse il carretto dei gelati." la consolò l'amico, dandole qualche pacca sulla spalla.
Eh no, non era proprio un carretto di gelati, quello lì.
"Libri, libri di tutti i gusti!" stava intanto proseguendo l'uomo al megafono, con voce profonda e tonante, suscitando l'interesse della bambina, e gettandola ancora di più nella confusione allo stesso tempo.
"Libri di tutti i gusti?" chiese all'amico.
"Tutti i gusti per davvero." le rispose lui, indicandole i libri disposti in ordine sul bancone.
Non c'erano coppette o coni, su quel carretto: al posto del gusto al limone, si poteva trovare un bel romanzo giallo; invece del cioccolato o della fragola si poteva prendere il genere gotico o il genere fantasy; a riempire il posto del pistacchio o dell'amarena c'era invece narrativa storica oppure di mitologia. E ancora: libri filosofici, libri di fantascienza, romanzi di formazione e così di seguito (più di quanto possa immaginare la fantasia dei lettori), tutti ad occupare gli spazi in genere destinati alla stracciatella, alla liquirizia o alle nocciole del bacio, e così di seguito (più di quando possa immaginare la fantasia dei lettori, e dei golosoni).
"Se proprio senti la nostalgia dei gelati, puoi prenderti qualche libro di cucina." scherzò l'amico.
"E ci sono anche libri di fiabe e favole. Credo che tu possa cominciare da questi. Però stai attenta, un mio amico giura che una volta ha trovato un libro di scuola! Già dobbiamo studiarli in classe, quei libri, dobbiamo trovarli pure qui?" si lamentò.
Nel frattempo si avvicinò una giovane ragazza, che i signori accolsero cordialmente: ormai era una loro cliente abituale, forse una dei loro preferiti.
"Buongiorno!" la salutarono all'unisono i due bibliotecari.
"Buongiorno, sono venuta a restituire il vostro libro." disse la ragazza, sorridendo.
"Lo hai già finito?" si stupì l'uomo, riprendendo in mano il pesantissimo e grossissimo manuale che gli porgeva la ragazza.
"L'ho letto tutto d'un fiato, avete niente di nuovo?" chiese, perlustrando la zona dedicata al mainstream.
"Sei venuta soltanto domenica scorsa." rise la donna. "Per il mainstream non siamo riusciti a recuperare molto..."
"Non fa niente, se non vi dispiace, prendo questo!" decise la ragazza, estraendo dal mucchio di libri un pesante tomo.
"Vuoi questo? Ma lo hai già letto due volte!" disse ridendo l'uomo, inforcando degli strambi occhiali e controllando il titolo del libro.
"È il mio preferito, posti esotici, intrepidi duelli, un principe misterioso..."
"Se ti piace così tanto, allora te lo regaliamo." esordì la donna.
"Ma..." la ragazza venne interrotta dalla donna.
"Insisto" le ripetè, porgendole cordialmente il volume tanto adorato.
"Grazie, vi ringrazio di cuore." accettò allora la ragazza, entusiasta.
Mentre vide la ragazza così, con un sorriso beato sul volto e un libro in mano, che aveva già cominciato a sfogliare, la bambina prese una decisione: se davvero la lettura rendeva così felici e unite le persone, allora da quel momento in poi avrebbe cominciato a leggere quanti più libri possibili.
E chissà che un giorno non sarebbe toccato anche a lei, quando sarebbe stata più grande, di trovarsi dietro quel carretto, a sorridere ed invitare i clienti.
Mentre il suo amico stava frugando tra i libri di avventura con gli altri ragazzini, la bambina si stava facendo aiutare dalla donna a trovare un libro sugli animali, quando arrivò un altro signore, piuttosto anziano, con una folta barba, gli occhiali, e l'aria di essere un tipo saggio.
"Buongiorno." salutò elegantamente, ricambiato dai proprietari del carretto. Anche lui era un loro cliente abituale, nonchè loro grande amico.
"Anche questa volta ti prendi un libro a caso, compare?" lo punzecchiò l'uomo.
"Oh sì, non si giudica mai un libro dalla copertina, sai che mi piace scoprire solo durante la lettura che genere di libro mi è capitato tra le mani." rispose il distinto signore. "È divertente, anche se a volte può risultare poco simpatico. Sono stato sfortunato una volta da giovane. Mi è capitato un libro di genere horror, non ho dormito per qualche notte."
Il signore parve pensarci su, poi, convinto, scelse un libro a caso. "D'accordo, prendo questo." poi cominciò a sfogliare il libro, e subito il suo sguardo si rabbuiò.
"Che c'è, è uscito fuori un altro horror?" chiese incuriosito l'uomo dietro il carretto.
"No, peggio..." balbettò il signore. "È un romanzo rosa." disse, suscitando l'ilarità generale attorno a quella biblioteca ambulante, di un tempo e un luogo remoti.

   
 
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