Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Ivy001    27/02/2020    1 recensioni
Anna ed Elsa vivono da sole, dopo la separazione dei genitori. Qualcosa di sconvolgente sta per accadere e avrà per protagonista Anna. Chissà come reagiranno la madre e il padre?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Elsa, ma cosa…?” – Anna non trova le parole giuste ma sono tanti gli interrogativi che le vengono alla mente e che vorrebbe esporre alla sorella. Eppure non ha la forza per farlo. Sente che qualsiasi cosa potrebbe essere inadatta o indelicata.

La sua espressione scioccata e la mancanza di risposte da parte di una persona di natura logorroica, danno ad Elsa la consapevolezza di aver sbagliato a confessarle il fatto.

Perciò si pente immediatamente – “Non dovevo dirtelo, cazzo” – si alza dal letto, aumentando la distanza da sua sorella.

Anna però non si pronuncia ancora. Dentro di sé viaggiano pensieri contrastanti e lo shock per quanto appena udito sembra prevalere sull’amore che nutre per Elsa.

“Ti faccio schifo, dai dillo pure” – aggiunge la maggiore, con le mani tra i capelli, muovendosi in maniera confusionaria nella stanza.

L’atteggiamento impassibile della ventiduenne è snervante e così la più grande le tuona contro – “Vattene via! Lasciami da sola. Avrei preferito un rimprovero e delle sberle a questo tuo silenzio che mi sta uccidendo…” – le indica la porta, cercando di trattenere il pianto che da lì a poco  sarebbe potuto esplodere.

Ma la secondogenita dei Froze, nel mentre, mette assieme vari tasselli che la conducono alla verità appena svelata.

“Ecco perché quando Hans ti ha provocata sulla questione amorosa, tu hai reagito infuriandoti” – finalmente si esprime e lo fa rievocando un episodio di giorni addietro.

“Cosa c’entra questo adesso? Ti ho appena detto che potrebbe piacermi una ragazza e tu parli di Hans?” – la guarda esterrefatta.

“Tante cose sembrano quadrare, ora”

“Ci tengo a precisare che se una persona non si fidanza, non significa automaticamente che…”
“Ovviamente. Non volevo dire questo. E’ tutto l’insieme… tu hai sempre schivato l’argomento sentimenti. Quando mamma e papà divorziarono, mi ripetevi che non era una famiglia vera quella. Non necessariamente un marito e una moglie, un uomo e una donna, assieme, ne creano una reale e sincera. A cosa alludevi?”

Elsa fissa la sorella e ascolta sconcertata le sue paranoie.

“Stai vaneggiando. Addirittura pensi che nei miei discorsi si nascondeva la mia vera natura? Sei folle a crederlo”

“Ricordo che quando ti scambiasti quel famoso primo bacio con Samuel della terza C, ne rimanesti schifata e ripetesti per giorni “Mai più”, “Mai più”…”

“D’accordo, non sopporto più questi discorsi. Lasciami sola, vattene” – ripete, fuori di sé, arrabbiata con il mondo, con la sorella, ma soprattutto con se stessa.

“Elsa, scusami, non volevo ferirti. Hai ragione tu, voglio esserti vicina” – intuisce di aver detto solo stupidaggini e le va incontro, aprendole le braccia, pronta a stringerla a sé.

Però la maggiore non è dell’umore adatto e si volta dall’altro lato, dandole volutamente le spalle.

“Pensavo che confidarmi con te mi avrebbe aiutata a spiegare la cazzata che ho fatto!”

“Ti sembrerò indiscreta, ma… cosa è accaduto effettivamente con questa persona?”

“Ci siamo baciate” – confessa, imbarazzata.

L’immagine di Elsa avvinghiata ad un’altra ragazza destabilizza Anna per alcuni istanti, la quale però cerca di metabolizzare rapidamente e di mostrarsi quanto più sensibile all’argomento.

In fondo quella che ha davanti è sua sorella, nulla è cambiato in lei.

Non è la sessualità a renderci persone migliori di altre.

“Ehm…okay. Adesso ti penti per paura del giudizio altrui o perché effettivamente non è l’amore ad averti indotta a farlo, ma solo una debolezza casuale?” – la domanda della ventiduenne spiazza la bionda che, confusa, risponde – “Non lo so neanche io”

“Allora andrò diretta al dunque, senza girare troppo intorno alla questione” – aggiunge Anna e seria in volto le chiede – “Ti manca Honeymaren? Senti di poter vivere anche senza di lei?”
“Annie, non riesci a capire? Non so rendermi conto di cosa provo”

“Allora è bene affrontare la situazione di petto” – le prende la mano e la trascina fino all’uscita.

“Che vuoi fare?”
“Dimmi dove abita questa ragazza. La questione bisogna sistemarla, prima di confessare ai nostri genitori la verità”
“Confessare? Non ci penso proprio. Loro sono tradizionalisti, lo sai bene”
“Non ci metterei la mano sul fuoco” – puntualizza la minore – “Hanno avuto rapporti prima del matrimonio, mamma rimase addirittura incinta; poi hanno divorziato e ricominciato nuove vite… hanno accettato che anche avessi un figlio senza essermi sposata, hanno aperto la mente rispetto ad anni fa”

“Sei convinta che dirgli “Hey, come va? Sapete che penso di amare una donna”,sia la cosa migliore? Perché solo all’idea mi tremano le gambe” – sostiene Elsa, terrorizzata al solo pensiero.

“Ci sono io con te, sorellina. Non ti lascerò mai” – le si avvicina e la avvolge tra le sue braccia sottili.

Restano in quella posizione a lungo, fino a quando non è Anna a riprendere il discorso.

“Qual è l’indirizzo di casa di Honeymaren?” – domanda, intenzionata a recarsi sul posto.

“Che? Vuoi andare lì? Non se ne parla. Io non vado da nessuna parte” – decisa a non cedere, si siede di peso sul divano e incrocia le braccia a petto in segno di disappunto.

“Vado da sola se non ti va. MI basta sapere la strada e…”
“Annie, no!!” – ripete Elsa.

“Rifletti, è la cosa più giusta per te. O vuoi continuare a dilaniarti senza sapere cosa desideri davvero?”

La primogenita dei Froze resta in silenzio.

“Affronta il problema una volta per tutte” – la invoglia a dare una scossa alla sua vita.

E dopo esitazioni, Elsa posa lo sguardo su Anna. La ventiduenne è talmente seria da non sembrare lei ed è determinata ad andare avanti, con o senza il consenso della parente.

“Facciamola finita” – finalmente la grande prende la sua decisione.

Raggiungono l’automobile, ignorando che fosse tramontato il sole.

Idunn dalla finestra della sua stanza nota le figlie salire sul mezzo.

“Dove vanno quelle due?” – si chiede, stupita.

“Lasciale in pace. Magari hanno bisogno di stare insieme o chissà andranno da Kristoff”

“A quest’ora? E senza dire nulla? No, tesoro. Qui gatta ci cova” – riflette la donna, tornando poi alle sue faccende domestiche.

Durante tutto il tragitto, Anna sprona Elsa ad agire e a comprendersi, prendendo di petto la situazione difficile.

E teneramente le pone anche domande su Honeymaren.

“Lei come è?”

“In che senso?”

“E’ bella?” – quella richiesta che Anna maschera come una sua curiosità personale, è un trabocchetto che utilizza per comprendere quanto coinvolgimento emotivo ci sia in sua sorella al solo parlare della Frost.

“Bellissima” – si lascia scappare Elsa, arrossendo subito dopo.

Giungono alla meta proprio allora.

La maggiore ha il cuore in gola quando parcheggia il mezzo, tremante di paura.

“Siamo arrivate. La casa è quella” – indica il portone scuro, distante pochi metri.

“Forza, andiamo” – Anna è inarrestabile e tiene stretta la mano gelida della sorella.

L’ansia dipinta sul viso dell’aspirante avvocatessa, irrigidisce anche Anna stessa, che nonostante ciò cerca di darle forza con la sua sola presenza.

Sono di fronte all’ingresso e ad una serie lunga di citofoni con cognomi di gente sconosciuta.

“Dimmi il suo cognome” – dice la ventiduenne, scrutando la lista con attenzione.

“Frost”- risponde l’altra, con naturalezza.

Ma è allora che Anna inizia a pensare – “Non mi è nuovo”

“Forse perché ricorda un po' il nostro?”

“Mmm” – riflette, mentre sua sorella maggiore schiaccia con forza il pulsante corrispondente proprio alla famiglia di Honeymaren.

Una voce risponde – “Chi è?”

“Ehm…cerco Honey! E’ in casa?” – domanda Elsa.

“E’ uscita. Puoi dire a me, sono sua sorella Sarah”

In quel preciso istante Anna impallidisce e un flashback le chiarisce tutto.

 

“Finalmente ci conosciamo come si deve. Piacere sono Sarah, Sarah Frost. Ci siamo viste all’ospedale giorni fa, ricordi? Eri dal mio fidanzato… ops…volevo dire dal tuo grande amore”

“Non è tuo, inutile che speri che sia così”

“A quanto ne so io, non mi ha né mollata, né mi ha chiesto una pausa di riflessione. Ai fatti, è con me che sta”

 

La voce di quella ragazza rimbomba pesantemente nella testa di Anna che non si accorge che Elsa è pronta per tornare in auto.

“Annie, tutto bene?” – le chiede la maggiore.

Ma la ventiduenne continua a ricordare e ad essere totalmente schiavizzata da tale rievocazione.

 

 “Ti consiglio di tornare con Hans, cara mia”
“Mai”

“Se preferisci condividere un uomo con la sottoscritta, fa pure”

“Io non condivido un bel nulla. Kristoff mi ama e mi sposerà”
“Quando gli dirò che avremo un bambino, dubito che sposi te”

 

Il bambino…già! Quel bambino…quella faccenda non ancora affrontata tra Anna e Kristoff

 

 “Cosa? Sei incinta?”
“Si, darò a Kristoff un figlio e vivremo per sempre felici e contenti”

 

Momenti come quelli sono difficili da rimuovere.

Invece la gioia ritrovata dal risveglio di Bjorgman, portò la ragazza a mettere da parte un argomento fondamentale nella loro relazione.

“Hey, Annie. Ci sei? Va tutto bene?” – Elsa insiste, notando le stranezze della parente.

“Eh? Scusami ero sovrappensiero”

“Mi sono accorta…comunque andiamo via, lei non è a casa” – commenta la maggiore, facendole poi segno di salire in auto.

“Sorellina, ho appena scoperto come mai il cognome Frost mi era tanto familiare”

“Perché?”

“Sarah… la ex di Kristoff, la ricordi?”

“Certo, la tipa dai capelli ramati che ti assomigliava!” – aggiunge la prima.

“Esatto… è la sorella di Honeymaren”

“CHE?”
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Kristoff lentamente si è rimesso in forze, felice di essere tornato alla vita grazie all’immagine di sua figlia, protagonista assieme ad Anna dei suoi lunghi sogni.

Ed è proprio la bambina che attende di riabbracciare dopo tantissimi mesi di distanza.

Erika gli mostrò varie fotografie e la Froze alcuni video realizzati con il cellulare in tutti i mesi addietro.

Però lui desidera stringerla a sé e riempirla di baci, darle l’amore che non ha potuto donarle.

Resta questo il sogno che primeggia in Bjorgman, un giovane padre che vuole trascorrere del tempo con la sua adorata figlia.

O meglio, questo era il suo sogno prima di venire a conoscenza del colpevole del suo incidente.

“Maledetto” – esclama, quando i genitori gli raccontano il fatto.

“Calmati, tesoro”
“No, mamma. Quel mostro stava per uccidermi”

“Adesso è in galera ed è ciò che conta”

“Spero per lui con tutto il cuore che rimanga lì dentro fino al resto dei suoi giorni”

Westergard, infatti, dopo aver confessato i suoi misfatti è stato arrestato, diventando la vergogna di casa Weselton e del dottore che, dalla vergogna, chiede la pensione anticipata e si trasferisce in una nuova città.

Un duro colpo per John Peterson sentitosi tradito dall’amico che non solo non gli chiese perdono, ma si scoprì essere al corrente delle cattiverie del nipote e di avergli retto il gioco, falsificando i documenti di Anna circa una finta gravidanza.

Chi gli rivela tutto?

Una persona inaspettata.

“Sophie? Come mai qui?” – domanda lui, vedendo la prorompente Westergard sull’uscio della villa.

“Voglio liberarmi di un peso”

Così decide di tirare fuori le colpe del fratello e quelle dello zio.

“Perché dovrei crederti? Sbaglio o tu in primis favorivi Hans?”

“Sono stanca. Ho un caratteraccio, lo so. Ho detestato Anna dal primo giorno perché era il mio opposto. Ero gelosa che fosse tanto amata, mentre di me si parlava poco e niente in casa. Adesso che Hans è in galera, sento di dovere proprio ad Anna un favore”

Peterson le sorride e la ringrazia.

Ma tali rivelazioni, turbano il ginecologo che, una volta congedata la sua ospite, chiama la compagna in salotto e le racconta il fatto.

“Come possiamo fidarci di Sophie? Se fosse l’ennesimo trucco?”

“No, era fin troppo sincera. Mi ha addirittura consegnato le vere analisi di Anna. Eccole” – le mostra dei fogli che Idunn guarda, confusa.

“Cosa sono queste?” – la ex signora Froze non era al corrente della storia della gravidanza della secondogenita ed è Peterson ad aggiornarla.

“Non ci credo che mia figlia non mi abbia raccontato questa cosa”

“Dai, tesoro. Non prendertela, forse non voleva preoccuparti più del dovuto”

“Mentono, si accordano tra loro in gran segreto, lasciano la villa senza avvisare…cosa nascondono!?”

E a proposito di figlie, ecco entrare dalla porta d’ingresso le due sorelle.

La ramanzina parte in automatico e Idunn si sente per l’ennesima volta messa da parte dalle sue ragazze.

“Mamma, non puoi pretendere che ti diciamo ogni cosa! Siamo adulte” – interviene Elsa, in difesa della sorella minore.
“Una ipotetica gravidanza non è un argomento da trattare con vostra madre?”

“Scusami, avrei dovuto dirtelo!” – aggiunge Anna, facendo segno alla maggiore di calmarsi e di chiudere la faccenda il prima possibile. Altre parole avrebbero incrementato la rabbia e le tensioni di casa.Meglio evitare.

Questo, però, Elsa non lo accetta. Scuotendo il capo, infastidita, si allontana.

“Cosa ha ultimamente? E’ sempre nervosa. Non è lei!” – commenta Idunn, esterrefatta.

“Le passerà. È un momento complicato” – aggiunge Anna.

“Le hai poi parlato? Che ti ha detto?”

“Questioni tra sorelle” – chiude la conversazione, ribadendo di nuovo le sue scuse e dirigendosi spedita verso la stanza dove la piccola Mia dorme beata.

“Le mie figlie mi nascondono qualcosa, ne sono sempre più certa!” – dice Idunn al compagno, quando, una volta a letto, coricandosi al suo fianco, gli manifesta le sue perplessità.

“Possibile che non riesci mai ad essere serena?” – aggiunge John, sfogliando la pagina di una rivista medica.

“Sono una madre! Le madri sono eternamente in ansia” – conclude prima di chiudere gli occhi e dedicarsi al lungo sonno ristoratore.

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È mezzanotte quando Elsa, ancora sveglia in attesa di un messaggio di Honeymaren, ripensa ala sua intera vita.

Ha vissuto chiusa in se stessa, avversa contro il mondo esterno. Per anni non ha assaporato un amore vero, non ha sentito quelle famose farfalle nello stomaco, non ha baciato con passione, non ha vissuto notti di fuoco. E adesso che potrebbe sentirsi così come si sente Anna stando con Kristoff, ha paura. Paura di soffrire e paura di far soffrire gli altri.

Non riuscendo a dormire, si alza dal suo letto e lascia la stanza. Cammina lentamente nei corridoi, mentre la mente e il cuore lottano l’uno contro l’altro e la indeboliscono ancor di più.

Avverte dentro di sé il conflitto tra la ragione che le ribadisce di essere anormale e i sentimenti che le rammentano quanto sia bello amare ed essere amati.

Senza volerlo è a due passi dalla stanza di Mia e la sente piangere. Possibile che Anna non si sia svegliata, si domanda tra sé e sé. Così interviene. Entra nella camera e prende sua nipote in braccio.

La osserva, sedendosi sulla seggiola, e ne ammira la bellezza estasiante.

“Piccina mia, ti auguro ogni gioia dalla vita. Che tutto ti sia semplice e immdiato. Nessuna sofferenza e solo immenso amore”  - le bacia la fronte e, per calmarla, inizia a cantare.

Mentre canta alla piccola di un fiume portatore di verità sul passato, oltre il quale non bisogna spingersi, Elsa legge la sua intera vita rappresentata da quella ninnananna antica.

Il fiume rappresenta ciò che lei è davvero; un fiume che sa dire tanto sul suo passato e che non va oltrepassato, per evitare il peggio. La Froze a quel punto giunge a una conclusione – “Non posso raccontare di me altrimenti… “in quel fiume affogherà, chiunque vada troppo in là” – ricanticchia, convincendosi dell’interpretazione giusta.

Semmai fosse andata troppo in là, semmai avesse mostrato la sua vera indole, semmai una parte di sé fosse emerso, avrebbe rischiato troppo.

Certa di essere giunta a capirsi fino in fondo, mette a letto la bambina. Si chiude di nuovo in camera e coricandosi, si lascia avvolgere dalle braccia di Morfeo.

Se vuole vivere senza drammi, è bene che Honeymaren resti un segreto eterno.

Non le interessa neanche più capire i suoi reali sentimenti.

Tra sei giorni avrebbe festeggiato la sua laurea e da lì a poco sarebbe andata via da Arendelle per sempre, alla ricerca di lavoro altrove.

Lontano dagli occhi, lontano dal cuore!

   
 
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