Serie TV > Il paradiso delle signore
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Autore: Danielle96    28/02/2020    0 recensioni
Storie autoconclusive. What it e Missing moments su Cattegaris e personaggi a loro legati!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza
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''Almeno uno di noi due va avanti'' ''Uno di noi due?...'' domanda Clelia, quasi retoricamente. ''...Perchè, tu non ci sei riuscito? Non sei riuscito ad andare avanti... con Silvia?'' Luciano accenna un sorriso nervoso e ribatte con un tono amaro e con lo stesso sguardo incupito di prima . ''Andare avanti? Più che andare avanti ho cercato di tornare indietro, di ricostruire quel qualcosa che credevo ci fosse stato un tempo, ma che probabilmente è stata solo un'illusione. Il nostro matrimonio non ha mai avuto basi solide e ogni tentativo di ricotruirle, anzi... di costruirle, è stato e sarà totalmente vano'' Clelia scuote la testa confusa e quasi incredula. ''Eppure credevo che ci foste riusciti, questa volta. Vi ho osservato, mentre andavate al cinema o quando lei veniva al Paradiso... e quando saliva nel tuo ufficio. Vi ho visti. Ho visto anche mentre la abbracciavi e ti prendevi cura di lei in un momento di sconforto e ho visto lei trovare pace tra le tue braccia. A vedervi sembravate una vera coppia... sembravate davvero felici, questa volta.'' Clelia pronuncia queste parole a fatica, cercando di non crollare al ricordo delle scene viste nelle ultime settiamane. Scene di Luciano a stretto contatto con la moglie, nel tentativo di comportarsi come un un marito premuroso e attento capace di riservarle quelle stesse attenzioni che fino a pochi mesi prima aveva saputo riservare anche a lei, nella loro intimità clandestina, ma che ora sembravano essere quasi del tutto svanite nell'abisso provocato da quel distacco che si era imposto nella speranza di non cedere ai sentimenti che la legavano a lei. Ma quei sentimenti, ora, Clelia non sa nemmeno se lui li prova ancora. ''Felice? Come posso essere felice con una donna che non ha mai fatto altro che mentirmi, che ha costruito un matrimonio, un'intera vita, su menzogne e che non ha smesso un secondo di farmi sentire inferiore, di farmi sentire inadeguato, di farmi pesare tutto ciò che sono e tutto ciò ho provato. Sai quando sono stato felice? Con te sono stato felice. Con te, in quei pochi minuti che riuscivamo a ritagliarci per noi andando a pranzo insieme o condividendo un caffè o anche solo chiacchierando in ufficio, lontano da tutti. Ecco, quando sono stato felice. E Silvia non ha mai perso occasione di farmi pesare tutto ciò. E non importa quanto io abbia cercato di togliermi dalla mente quei momenti, di dimenticare tutto, di pensare a lei, pensando che ne valesse la pena e che lo meritasse. E' inutile, è tutto inutile. E non ha senso... tutto questo non ha senso. '' Luciano scuote la testa e si ammutolisce di colpo dopo aver buttato fuori tutto d'un fiato ciò che aveva tenuto dentro per troppo tempo e che avrebbe voluto dirle prima. Tutte le volte che era stato in procinto di pronunciare queste parole di sfogo si era frenato con sforzi immani, convincendosi che non fosse giusto. Non era giusto gettare su di lei tutto quello che provava, visto che questo non avrebbe potuto cambiare la loro situazione. Non avrebbe potuto liberarlo dalle catene di un matrimonio che si sforzava di portare avanti solo per il bene dei figli ma, soprattutto, non avrebbe mai liberato Clelia, irrimediabilmente vincolata a quell'amore che non avrebbero mai potuto vivere di liberamente. E ogni volta aveva represso quelle parole, soprattutto vedendo che lei, la possibilità di essere felice alla luce del sole, poteva averla davvero questa volta... ma non con lui. Clelia fissa Luciano sbigottita, sconvolta dallo sfogo che aveva appena avuto. Dirompente, potente, inatteso. Poche volte aveva visto Luciano reagire così, perdere il controllo e lasciarsi andare del tutto rinunciando a tenere a bada le sue emozioni, sempre forzatamente soppesate. Per qualche attimo ancora resta col fiato sospeso, cercando di metabolizzare quello che era appena successo, sforzandosi di essere lucida e di fare ordine tra tutte e parole che risuonano nella sua mente per poter rispondere in maniera adeguata. Non sa più cosa cosa pensare, come reagire. Ma una cosa la sa bene: sa bene cosa prova. 'Anche io sono stata felice in quei momenti.' dice con le lacrime agli occhi 'Sono stati la cosa più preziosa che io abbia mai avuto nella mia vita. Quando credevo che tutto fosse finito, che non ci potesse essere più per me la speranza di essere felice e di credere di nuovo in qualcosa... sei arrivato tu. E hai cambiato tutto. E mai, mai avrei pensato di poter provare delle emozioni così forti e di poter essere felice, felice davvero, felice nonostante tutto il dolore che non ho mai smesso di portare dentro, nonostante la paura. La paura di quello che ho vissuto prima e di quello che sarebbe potuto accadere dopo, la paura di perdere te, la paura di averti perso per sempre non una ma più di una volta e la consapevolezza costante di non poterti mai avere, nè dopo averti trovato e nemmeno dopo averti finalmente ritrovato. E nonostante quest'angoscia che mi accompagna perennememente io non ho mai smesso di essere felice pensando a tutto quello che abbiamo vissuto, in quei momenti, e immaginando quello che avremmo potuto vivere in un futuro lontano o in un'altra vita... E non ho mai smesso di provare neanche un attimo quello che ho provato in quei momenti. Nemmeno un attimo' Clelia prende fiato dopo aver pronunciato queste parole, con la stessa necessità con cui Luciano aveva pronunciato le sue ma con tutta la calma che, nonostante tutto, la contraddistingue anche nei momenti più tesi. Sente finalmente di essersi tolta un macigno dal cuore, avendo espresso dinanzi a lui a chiara voce tutte le sue emozioni, mettendo, ancora una volta, tutta la sua vita e suoi sentimenti nelle mani di lui. Luciano guarda Clelia, colpito dalla schiettezza con cui lei si era esposta. Entrambi si erano finalmente liberati del peso di quelle catene emotive in cui si erano intrappolati a vicenda, nel momento in cui avevano smesso di confidarsi liberamente i propri sentimenti iniziando a lasciare tutto sottinteso, a mentire all'altro dopo aver mentito a se stessi, nell'inutile tentativo di domare i propri sentimenti e impedire a questi di prendere di nuovo il sopravvento nelle loro vite rischiando di rompere gli equilibri precari che si ostinavano a convincersi di aver finalmente raggiunto. Entrambi si erano finalmemente messi a nudo, quasi del tutto, per la prima volta dopo tanto tempo. E ora sento le forze della loro razionalità abbandonare lentamente i loro corpi lasciando spazio a quelle emozioni represse da troppo tempo e certe sensazioni libere, quasi leggere, euforiche, che non si concedevano da mesi. Luciano allunga lentamente la mano verso il viso di lei, accarezzandole delicatamente le guance col dorso delle dita per poi sfiorarle le labbra con i polpastrelli. Di nuovo si allontana dalla bocca seguendo con le dita la lunghezza del suo collo e poi con uno slancio avvicina il suo corpo al suo e la stringe a sè, cingendole la vita con l'altro braccio. Appoggia il viso a suo e le accarezza la testa incastrando le dita tra i suoi capelli. Si perdono l'uno tra le braccia dell'altro. E' appena la seconda volta che accade, da quando si sono ritrovati. Eppure questa volta è diverso. Questa volta l'abbraccio è stato preceduto da quelle ondate di parole che l'altra volta non avevano avuto ancora il coraggio di dirsi. Simultaneamente scostano i loro visi per cercarsi a vicenda con gli occhi lucidi, imprimendo nelle loro pupille ogni più piccolo dettaglio dell'altro. Luciano appoggia le labbra sulla fronte di Clelia, per poi premerle con crescente intensità fino ad accennare un bacio. E sempre con le labbra inizia a percorrere delicatamente i lineamenti del viso di lei. Le palpebre socchiuse, gli zigomi, il naso... fino alle labbra. Si ferma, e la guarda negli occhi senza mai scostare il viso dal suo, mantenendo la fronte sulla sua, il naso sul suo e gli occhi persi nei suoi. Clelia sente tutto il calore del suo contatto, il respiro di lui quasi perfettamente sintonizzato col suo. Appoggia le mani sul collo di lui, accarezzandogli con i polpastrelli le gote e poi le labbra, come aveva fatto lui poco prima. Sono lì, finalmente, uno tra le braccia dell'altra, in un contatto così stretto come non lo avevano da tempo. Sono lì, ci sono quasi. Manca l'ultimo passo, l'ultimo gesto per potersi abbandonare finalmente e completamente l'uno all'altro. Socchiudono ancora una volta gli occhi e si cercano le labbra a vicenda. Le trovano. E con esse ritrovano quel brivido che pensavano di non provare mai più ma che non avevano smesso un attimo di bramare e ricordare. E in quel momento, con quel contatto, sembrava che non fosse passato neanche un minuto dall'ultima volta. In quel momento, con quel contatto, si erano finalmente, definitivamente, ritrovati del tutto.
   
 
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