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Autore: AnonymousWord_    28/02/2020    0 recensioni
[Achille Lauro]
Tratto da una canzone vera.
“Giuro con te avevo l'impressione che
Fossi scesa dal cielo sì, solo per me
Per salvare me da questo inferno, sì”
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Bella e la Bestia

Tratto da una canzone vera.


“Giuro con te avevo l'impressione che

Fossi scesa dal cielo sì, solo per me

Per salvare me da questo inferno, sì”

 

La guardo da lontano, come si guarda un ricordo quando lo stai dimenticando.
Come quando pensi a qualcuno e ripeti la sua voce nella mente per paura di dimenticare che suono ha, ma tanto poi arriva il momento che non te la ricordi più e sprofondi nel vuoto di quello che è, non lo puoi definire in nessun modo.

La sto guardando ora mentre si muove nel letto, con il lenzuolo che le copre il corpo anche in estate, anche con 30 gradi.

La guardo accanto a me, ma la sento come un ricordo che ormai non c’è quasi più.

Io non lo so se l’ho mai amata, quelli come me non amano, adattano.

Adatto qualsiasi cosa, appago il mio animo insaziabile, pieno di incapacità, animo da rottamare. Egoista. L’ho uccisa.

La guardo che apre un occhio ma poi lo richiude, comincia a capire che tra me e lei ho ragione io in questa situazione.

Ha fatto bene, io non la merito e non la voglio meritare.

Mi ha regalato il suo cuore quando ha visto il mio petto vuoto, io l’ho preso e l’ho gettato a terra davanti ai suoi occhi.

Scorreva il sangue, lei lo asciugava ed io lo bevevo.

Asciugavo la mia bocca con le sue maniche e la stringevo forte, come avrebbero fatto tutti se avessero avuto lei davanti, come avrebbe fatto un qualsiasi essere umano. ( ma forse non me).

Mi prendevo il suo dolore e lo assimilavo come il sole quando fa freddo, la amavo quando stava male, la odiavo quando stava bene.

Era un angelo che mi stava accanto quando mi mancava la linfa vitale, scesa per salvarmi da un destino forse non ancora scritto.

La ritrovavo a casa quando non la volevo, non c’era e la desideravo.

Ci volevo sesso senza provarci nemmeno gusto,ma ci volevo fare l’amore quando mi sentivo affamato.

E la chiamavo, lei veniva, la svuotavo come una batteria senza ricarica.

Perché mi ama?

Ma io la amo? Chi ama non fa male, Achille.
La guardo ancora, stavolta è sveglia ma non parla.

Mi guarda e lo sa già. 

Un angelo mandato da Dio per leggermi fino alle viscere e farsi odiare per essere l’unica ad averne le possibilità.

Lei che mi ha donato l’anima, io mai niente.

‘’ Vai via, finché sei in tempo’’.

Si alza dal letto, con le sinuosità della natura.

Come le colline che le guardi e ti chiedi chi le abbia messe lì,così perfette, così rotonde. Forgiate nella roccia se ne stanno lì a guardarti, facendoti sentire al posto giusto nel momento giusto.

Che mi guarda e me lo dice con gli occhi che vuole smettere di amarmi, ma non riesce.

‘’Cosa pensi che voglia da te? Pensi che io voglia te?’’ Urlo.

Sta zitta, sospira, si riveste.

‘’ No, non voglio più volerti.’’ secca, come un pugnale che lei sa bene che gusto ha.

“ Perche non vuoi amarmi più?” mi sento stupido subito dopo averglielo chiesto.

La guardo adesso che si avvicina,lei non ha paura di me,non ne ha mai avuta.

Che freddo inverno anche in estate,quando le guardo gli occhi.

Poggia le labbra sui tatuaggi del mio viso,che stupido gioco per gli altri,che aghi piantati nel più sublime dei modi nel mio cuore per me.

“Perché mi pensi sempre,io non ti penso mai..”

“ Un giorno non mi troverai più qui, forse capirai”

Ha il viso di un angelo venuto per salvarmi, il cuore di un diavolo che persevera nel farsi male,nel bruciarsi con il mio fuoco ed essere accarezzata dalla mia mano tagliante.

“ Perché? Perché carichi la pistola per farti sparare?” Sospiro. Silenzio. 

“ Perché non hai il coraggio di premere il grilletto” i suoi sussurri nel mio orecchio.

 La mia costante, il mio punto fermo nel mondo, come il baricentro di un oggetto in equilibrio, questo era lei per me.. un appiglio al celeste in una vita di peccato.

“ Mi ami anche se muoio a terra, se muoio qui..se sono un figlio di puttana”

Mi bacia ancora il viso, come fosse un punto di sutura per ogni parola che  mi dedico e che mi taglia come una lama.

Io taglio, lei rattoppa.

Sale su ferite che bruciano ancora, mi lecca l’anima per farmela guarire come una madre nella foresta accudisce i suoi cuccioli.

Mi rende schiavo del suo volto,schiavo delle sue mani,della sua anima cristallina che riflette il mio viso e lo rende perfetto.

Lo specchio delle meraviglie,dove tutti sono migliori.

E mentre continua a baciarmi ed io le sfioro la pancia piatta,i brividi..la pelle d’oca..pian piano comprendo e capisco che sono il suo schiavo d’amore.

Alzo le mani difronte a tanta regalità.

È come un gioco dove credi di aver vinto e qualcuno ha le carte migliori delle tue.

È lei il mio amore.

La mia ossessione.

Il mio possesso.

Io che non ho dato mai, anche potendo..che gli mancavo,mentre mi davo ad altre.

Mi spoglio di ogni mia veste per abbracciare i miei errori.

La stringo forte,come una bestia farebbe con la sua preda.

La stringo forte come una bestia,farebbe con la sua bella.

 

   
 
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