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Autore: Monkey D Akiko    28/02/2020    0 recensioni
“Ahh quanto era bello il mio Yamatuccio!”
Miyu stringeva tra le mani le foto del suo fidanzato e ogni tanto le strofinava teneramente contro la guancia.
"Sei fortunata Miyu, io darei qualsiasi cosa per vedere le foto di Otohata da piccolo”
“Scusa Aya, perché non chiedi semplicemente a Otohata di mostrartele?”
“M-ma cosa dici? Non ne avrei mai il coraggio!”
Ran balzò in piedi e puntò il dito verso Aya.
“L'unica soluzione per vedere Otohata da piccolo è tornare indietro nel tempo!”

Riuscirà Aya a vedere il piccolo Otohata o sarà qualcun'altra la fortunata a fare un tuffo nel passato?
Iniziativa: Questa storia partecipa a “Time Travel Time” a cura di Fanwriter.it!
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aya Hoshino, Miyu Yamazaki, Ran Kotobuki, Yamato Kotobuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE DELL'AUTORE
Salve a tutti! Rieccomi con il secondo capitolo di questa storia. Purtroppo non sono riuscita a continuare prima per gli impegni universitari ma ora la storia è conclusa e non tarderà ad arrivare anche l'ultimo capitolo. Ringrazio tutti coloro che hanno letto la storia, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate ^^
A presto!
Monkey D Akiko <3



“Ahi, ahi … cosa è successo? Ran, Aya?”
Miyu si tirò a sedere dopo essersi risvegliata sul pavimento. La testa le girava perciò teneva gli occhi chiusi. Non sentendo alcuna risposta li aprì piano e si guardò intorno. Il laboratorio di scienze era come sempre, non vi erano tracce né delle sue amiche né della macchina del tempo. Si alzò piano e fece qualche passo intorno, stringendosi nelle spalle.
“R-ragazze, dove siete? Miyu ha paura …”
La suoneria del cellulare la fece sobbalzare. Guardò lo schermo e lesse il nome di Aya, così un po’ si rincuorò.
“Pronto? Aya? Dove siete finite?!”
“Miyu, calmati. Noi non siamo andate da nessuna parte, sei tu a trovarti nove anni nel passato …”
“CHE COSA? E adesso Miyu come farà a tornare a casa?”
“Sta tranquilla Miyu, adesso io e Aya veniamo a prenderti!” si intromise Ran.
“Non è così facile, purtroppo Ran arrampicandosi sulla macchina del tempo l’ha danneggiata. Mi ci vorranno forse un paio di giorni per sistemarla”
“Un paio di giorni? Accidenti Ran, è tutta colpa tua!”
“Quante storie! Stai bene no?”
“Sì ma-”
“Be cool, be cool! Puoi approfittarne per vedere Yamato, non volevamo tornare indietro nel tempo per vedere i vostri boys?”
“Beh, non ne ero molto convinta ma visto che sono qui … Miyu vedrà il suo Yamatuccio!”
“Non è giusto, volevo vedere Otohata!”
“Nopro! Quando la macchina del tempo sarà riparata ci faremo tutte e tre un bel viaggetto! Divertiti intanto Miyu, noi ti chiameremo quando sarà tutto pronto!”
“Ah a proposito Aya, com’è possibile che possiamo comunicare  con il telefono se mi trovo nel passato?”
“Ho costruito una macchina del tempo in una notte, non essere pignola su questo. A presto!”
La bionda sospirò. Non aveva molte alternative se non quella di aspettare l’arrivo delle compagne. Infondo avevano ragione, poteva sempre vedere il suo Yamato e in quest’anno avevano la stessa età. Il cuore le batteva forte.
Decise quindi di cercarlo, se non altro giusto per ammirarlo da lontano.
Sgusciò furtivamente fuori dal laboratorio di scienze e guardinga si mescolò agli altri studenti. Fortunatamente le divise non erano cambiate molto, le bastò togliere il maglioncino rosa e legarselo in vita.
Anche in quell’anno era l’ora della pausa pranzo, così poté girovagare per un bel po’ ma doveva affrettarsi a uscire dalla scuola o i professori si sarebbero accorti che era un’infiltrata.
Lanciava repentine occhiate a destra e a manca e abbozzava un sorriso ogni qualvolta sentiva una risata maschile che gli ricordava quella del suo amato ma si ritrovava ad abbassare stancamente le spalle quando si rendeva conto dell’ennesimo errore. A suo malgrado, di Yamato non c’era traccia.
Camminava calciando l’erba nel cortile della scuola, con le mani in tasca e la testa chinata. Si stava dirigendo verso il muretto che a breve avrebbe dovuto scavalcare quando sentì ancora delle voci femminili. Voltò leggermente il capo nella direzione da cui proveniva il vociare ma riprese subito il suo cammino sospirando.
“Kotobuki-kun sei il migliore!”
Miyu si fermò di colpo.
“Aaah! Kotobuki-kun!”
Miyu si voltò all’istante e partì a razzo verso di loro. Non poteva essersi sbagliata questa volta, aveva sentito il suo cognome.
Ansimante si ritrovò presto tra delle ragazze che lanciavano gridolini e apprezzamenti vari. Si fece largo tra di loro e finalmente vide cosa stava accadendo.
A qualche metro davanti a lei, c’era un ragazzo alto dai capelli castani che se ne stava in piedi con le spalle dritte rivolte al pubblico e i pugni appoggiati ai fianchi. Di fronte a lui due ragazzi con il busto leggermente piegato in avanti e le mani in tasca lo guardavano dal basso verso l’alto digrignando i denti.
“Quando la smetterai, Kotobuki, di impicciarti in cose che non ti riguardano?” domandò come se ringhiasse sommessamente uno di loro.
Kotobuki, lo avevano chiamato Kotobuki.
“Mi intrometterò sempre quando vedrò delle ingiustizie!”
Il voltò di Miyu si illuminò, doveva per forza essere il suo Yamato. La voce stabile, il senso di giustizia e la figura decisa non potevano che appartenergli.
“Adesso voglio che vi scusiate con Minatomo-kun e che promettiate di non infastidirlo più!” affermò puntando un dito verso di loro.
Solo ora la bionda si era accorta di un ragazzo mingherlino seduto a terra con le ginocchia davanti a lui e le braccia che lo sorreggevano da dietro la schiena. Con la bocca leggermente aperta, spostava il suo sguardo da quei due tizi a Yamato, soffermandosi più su quest’ultimo guardandolo come se stesse implorando aiuto.
“Certo … oppure possiamo dare una lezione anche a te!”
Ghignando, i due si lanciarono caricando un pugno verso il futuro poliziotto che si difese senza problemi.
“Aahh! Kotobuki-kun! Stai attento!” gridarono le ragazze.
“Le risse all’interno della scuola sono vietate!” affermò schivando e parando i colpi dei due avversari.
Yamato era completamente diverso da Ran, lei li avrebbe distrutti senza farsi troppo scrupolo delle regole.
Per quanto Miyu sapesse che nessuno poteva battere il suo tesoruccio, non poteva starsene a guardare senza far nulla.
“Ehi brutti scimmioni! – gridò una volta avvicinatasi a loro – Ma non vi vergognate? Due contro uno è da vigliacchi! Se proprio ci tenete a fare a botte fatelo lealmente!”
I tre ragazzi si fermarono, con i pugni ancora sollevati in aria, a quella voce che contrastava col sottofondo delle fan in fermento.
“E tu che vuoi? Stanne fuori o prendo a pugni pure te!”
“Esatto, se ci tieni al tuo bel faccino fatti da parte, magari dopo andiamo a berci qualcosa, zuccherino. Ah, ah, ah!”
“Lasciatela stare! E tu allontanati, è pericoloso!” li ammonì Yamato.
La ragazza strinse i pugni tenendo le braccia rigide lungo i fianchi e infossano la testa nelle spalle.
“Zuccherino io? Come vi permettete! Ora vedrete cosa succede quando mi fanno infurrabbiare!”
Miyu partì alla carica.
“Vieni, che ti aspetto!” sghignazzò uno di loro caricando un pugno.
“Ferma!” Kotobuki tentò di intervenire ma l’altro ragazzo lo fermò.
La bionda non si fece certo intimidire e, non appena fu abbastanza vicina, afferrò il braccio nemico, fece una mezza giravolta e, usandolo come leva, lanciò a terra quel bellimbusto, lasciando tutti a bocca aperta.
Il ragazzo si tirò su a fatica massaggiandosi la schiena.
“Tu, piccola insolente … – masticò tra i denti che teneva stretti – Ora ti sistemo per le feste!”
“Ma chi vuoi sistemare? Non ti sei ancora accorto di essere stato sconfitto? Prendi il tuo amico e girate a largo se non vuoi che inizi a fare sul serio e, credimi, nessuno vuole vedermi fare sul serio!”
Se ne stava in piedi con le braccia conserte e lo sguardo duro. Vedere qualcuno a terra davanti a lei le ricordava il suo oscuro passato. Era da tanto che non si immischiava in scontri perché lo aveva promesso al suo poliziotto del cuore ma quella promessa non era ancora stata fatta nell’anno in cui era stata catapultata e poi non aveva fatto veramente male a nessuno …
“Basta così!”
La voce ferma di Yamato interruppe i suoi pensieri. Il giovane si fece avanti portando con sé l’altro ragazzo, che teneva fermo bloccandogli il braccio dietro la schiena.
“Adesso voi due e anche tu, Minatomo-kun, verrete con me in sala professori – sentenziò guardandoli a turno – In quanto a te, per questa volta lascio correre ma non fare più una cosa avventata come quella di entra in una rissa!”
Miyu chinò il capo e rilassò il corpo.
“Miyu voleva solo aiutare …” bisbigliò.
   
 
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