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Autore: Aperonzina    28/02/2020    1 recensioni
Da sei anni Carlo sente che la sua vita è in pausa, non riesce ad andare avanti a causa di un evento il cui solo ricordo non gli da pace.
Passa ogni anno aspettando quello successivo, intrappolato in quel terribile autunno di sei anni fa.
La spensieratezza e intraprendenza che aveva da giovane ormai sono sparite, la sua vita è monotona e proprio nel momento in cui sentirà di starsi abituando a questa situazione, ecco che il suo passato tornerà a galla e questa volta per lui sarà impossibile ignorarlo.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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La presenza di Elia e di Anna, così aveva detto di chiamarsi la ragazza che avevo incontrato il primo giorno di scuola, divenne presto una costante nella mia vita.
Anna era la tipica persona che non più di un mese prima avrei odiato, era solare e allegra, ma fin troppo entusiasta di una vita che per me di interessante aveva un gran poco.
Un tempo mi avrebbe irritato la sua tendenza a vivere in un mondo illusorio più bello di quanto non fosse in realtà, ma ora non mi dispiaceva.
In sua compagnia le giornate sembravano un po’ meno lunghe, non sapevo perché le piacessi tanto, non ero certo il tipo di persona che da soddisfazioni, con la mia espressione seria e l’aria poco accogliente, ma Anna era sempre al mio fianco a scuola e ci teneva a presentarmi tutti quanti e a farmi fare nuove amicizie.
Non sapevo se la cosa iniziava a piacermi o ero solo accondiscendente, ma poco a poco le stavo permettendo di mostrarmi il suo mondo, così diverso dal mio, così stravagante, ma a tratti invidiabile.
Elia al contrario era una persona che non mi sarebbe dispiaciuta affatto, ma le poche cose che ci dicevamo nel tragitto da casa mia alla scuola erano bastate per farmelo detestare.
Aveva continuato ad accompagnarmi a scuola, nonostante avessi imparato la strada abbastanza in fretta.
Era un perfezionista, troppo preciso, troppo perfetto e mi guardava con quell’espressione curiosa e glaciale allo stesso tempo.
Non mi piaceva ma mi facevo andare bene anche lui, non ero più a disagio in sua compagnia e ogni volta che vedevo la casa di Carlo avvicinarsi, mi ritrovavo a rimpiangere le camminate con lui.
 
Quel giorno lo avevo passato come al solito in salotto, avevo portato poche cose con me da casa oltre ai vestiti.
Così passavo le giornate al computer o davanti alla televisione, le uniche attività non passive erano fare i compiti e cucinare prima che Carlo tornasse da lavoro, avevo sempre amato cucinare, ma in quella casa anche le miei passioni erano smorzate.
Mangiavamo in silenzio e dopo averlo aiutato a riordinare la cucina, come da tacito accordo, mi rinchiudevo in camera mia e ne uscivo solo per utilizzare il bagno.
Ci parlavamo il meno possibile, ci incontravamo di rado e andava bene così, la mia vita procedeva e i miei piani pure, quello che faceva lui non mi importava.
 
Quella sera la noia aveva preso il sopravvento, me ne stavo sdraiata sul letto scomodo in cui dormivo mentre guardavo il soffitto grigio.
Non so se fu la noia o la nostalgia di vivere in una casa rumorosa e piena di vita, ma presi distinto il mio telefono in mano.
Prima di partire per Brescia avevo bloccato tutti i contatti della mia rubrica, ma quella sera capì che non sarei potuta fuggire per sempre e decisi di sbloccare il numero dell’unica persona che forse avrebbe avuto ancora voglia di ascoltarmi dopo la mia fuga, così senza pensarci su troppo, digitai:
 
Ciao, so che è da settimane che non mi faccio sentire, ma ero arrabbiata. Come sempre, del resto.
Mi dispiace davvero di non aver risposto ai tuoi messaggi, è solo che non me la sentivo.
Comunque sto bene, ho anche iniziato la scuola, mi ha obbligato lui a dire il vero. Però va bene così, mi tengo un po’ occupata, qui è tutto abbastanza noioso...
 
Scrissi a lungo, raccontando tutto quello che mi era successo a Brescia, mi erano sembrate delle giornate morte, ma man mano che scrivevo mi venivano in mente sempre più cose.
scrissi di come era antipatico e sempre di malumore Carlo, di quanto fosse fastidioso Elia e dell’interessante amicizia, se così potevo definirla, con Anna.
 
“spero davvero tu non sia arrabbiato per come ti ho trattato.
Non avrei mai voluto, ormai sei l’unica persona con cui mi sento libera di essere me stessa, tornerò presto.
Buona notte”
 
Era già tardi quando finì di scrivere, “tornerò presto” non ne ero del tutto sicura, ma poche cose erano certe nella mia vita in quel momento.
Mi addormentai raggomitolata sopra le lenzuola, il telefono stretto tra le mani, nel tentativo di sentirmi più vicina al destinatario del messaggio.

Note dell'autore: Spero il capitolo vi sia piaciuto, pian piano conosceremo bene tutti i personaggi!
   
 
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