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Autore: Angelica Cicatrice    29/02/2020    1 recensioni
Per chi ha seguito la mia storia " Se ci fosse qualcuno come me " allora vi annuncio che questa è una serie di momenti sfuggiti, o scene eliminate, dei vari capitoli. Alcuni riguardano i sentimenti della nostra coppietta di giullari, ma altri descrivono anche alcuni dettagli sulla tradizione gitana, sulla famiglia di Clopin e di Roxanne, e molte curiosità che di sicuro non vi dispiaceranno.
Consiglio a chi non abbia ancora letto la storia di base di recuperarla, per godersi appieno queste piccole chicche.
Buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clopin, Nuovo personaggio
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                                             Anima libera
                                                                     (Tratto dal capitolo 7 - La Corte dei Miracoli)

 
Dopo aver gustato il dolce, Roxanne fece una bella chiacchierata con il suo amico campanaro Quasimodo. Quei due avevano già fatto amicizia, quella sera alla taverna di Marcel, e nonostante la timidezza il campanaro era riuscito ad aprirsi con la nuova arrivata. Intanto, Clopin, pieno come un uovo, ne aveva approfittato per assentarsi dal suo posto e andare vicino a sua sorella, dove vi era Zephyr nella cesta di vimini. Lo zio buffone tirò fuori le sue marionette per far divertire il piccolo. L'atmosfera era così calma e giocosa al tempo stesso, che anche la capretta Djali ne fu attratta, trotterellando in giro per la stanza. Il tempo trascorse piacevolmente, e Roxanne, tra tante cose che aveva visto e imparato, fece la conoscenza dei vicini di Clopin. Una coppietta, in particolare, erano Mireya e Tadeo, due vecchi amici d'infanzia di Clopin, cresciuti nello stesso villaggio in Andalusia.
- Siamo sposati da otto mesi, ma fra poco non saremo più soli - disse Mireya con un sorriso radioso, accarezzandosi il ventre, mentre suo marito Tadeo la cinse con un braccio in maniera amorevole. La giullare strabuzzò gli occhi vermigli e capendo che la giovane donna era in dolce attesa non poté che esclamare:
- Congratulazioni! E' una bellissima notizia! -.
I due sposini sembravano davvero felici e Roxanne pensò che fossero una gran bella coppia. Poi Mireya diede un'occhiata all'orecchino con la mezzaluna che portava la giullare.
- Che bel gioiello! - esclamò la gitana suscitando così anche l'interesse di suo marito.
- Merciè. E' il cimelio di famiglia, da parte di mia madre - disse la giullare, con una punta di orgoglio nella voce. Per quell'occasione speciale, aveva deciso di indossarlo, dato che lo aveva portato con se, custodito gelosamente nella fodera del suo corsetto. Dopo averlo studiato per bene, Mireya abbozzò un sorriso dolce e con nota romantica aggiunse:
- Sono certa che sarà ancora più bello accompagnato dalla sua "metà" -.
In quel momento Roxanne aggrottò la fronte, non capendo il significato di quelle parole. Notando la sua espressione, Tadeo intervenne.
- Quando riceverai l'orecchino del tuo promesso sposo. Insomma quando ti sposerai, dato che adesso non sei impegnata con nessuno, giusto? -.
La giullare rimase atterrita. Vero, lei non era né fidanzata ne sposata. Ma come facevano quei due a saperlo? Da cosa lo avevano capito? Mentre Roxanne, ancora più confusa si rigirava il cerchio dorato tra le dita, i due sposi si scambiarono un'occhiata e infine fu Mireya a parlare.
- Forse nella tua famiglia è sconosciuta, ma noi gitani dell'Andalusia abbiamo una tradizione molto antica, I nostri orecchini non sono semplici cimeli che vengono passati da una generazione all'altra. Sono simboli che dimostrano lo status di ogni individuo. Se una donna ha un solo orecchino, come nel tuo caso, vuol dire che è nubile. Mentre se porta due orecchini allora è sposata. Questo perché, di solito, lo sposo dona uno dei suoi orecchini alla sua amata, in questo modo anche lui si distinguerà dagli altri -.
Roxanne rimase ad ascoltare con attenzione. Quella usanza così affascinante la colpì profondamente. Anche se sua madre era una gitana, non aveva mai sentito parlare di un'usanza simile, forse perché era qualcosa che faceva parte della cultura spagnola, e per di più così antica.
- Capito. Quindi è per questo che hai due orecchini - disse la violinista, indicando l'amica.
- Esattamente - rispose Mireya - Beh, così vuole la tradizione, ma ci sono casi d'eccezione, come ad esempio Esmeralda. Sposandosi con Febo, che non è uno zingaro, le è rimasto solo il suo unico orecchino -.
Roxanne si voltò verso la gitana dagli occhi color smeraldo, e in effetti aveva ragione Mireya. Portava un orecchino solo, al lobo sinistro. Come per essere sicura di aver capito tutto, la giullare tornò a rivolgersi alla coppia.
- Credo di aver capito. Invece, risulta il contrario per gli uomini. Cioè, come te Tadeo che hai un solo orecchino, vuol dire che sei sposato -.
- Brava, ti è tutto chiaro - rispose Tadeo compiaciuto. Ma proprio in quel momento, un pensiero colpì la mente della violinista. Sul suo volto c'era un'ombra indecifrabile. I suoi occhi erano fissi nel vuoto. Era come se un incantesimo maligno l'avesse colpita, pietrificandola da capo a piedi.
- Roxanne? - la chiamò Mireya, notando quel cambiamento repentino. La giullare non rispose, e si limitò a voltarsi alla sua sinistra, dove intanto Clopin era tornato al suo fianco, troppo occupato a parlare col cognato Febo. " Anche Clopin porta un solo orecchino..." pensò la giullare, e in quel momento sentì una morsa dolente allo stomaco. " Possibile che...no, non posso crederci...".
Nel cuore di Roxanne era calato il vuoto, e il suo silenzio era così forte che perfino tutti gli altri della tavolata se ne accorsero.
- Roxanne, va tutto bene? - chiese Quasimodo, lievemente preoccupato. Udendo quelle parole, anche il re del piazzale rivolse la sua attenzione alla violinista.
Quando la vide, rimase spiazzato davanti a quelle gemme vermiglie, colme di una preoccupazione e amarezza devastanti. Ma prima che potesse chiederle qualcosa, Roxanne tornò in se, e cercò di fare la disinvolta con una semplice spiegazione.
- Ehm, nulla. Mireya mi stava raccontando della vostra tradizione sugli orecchini...e mi stavo solo chiedendo...- a quel punto la giullare si interruppe, non sapendo come continuare. Non voleva chiedere al suo giullare se era davvero sposato, proprio lì davanti a tutti. Sarebbe stato troppo imbarazzante. Meno male che tra loro c'era Esme, che aveva percepito qualche frase di quella conversazione tra la giullare e la coppietta. Aveva capito cosa turbava la bella violinista, e nascondendo dietro a una mano un lieve sorriso, la zingara intervenne per aiutarla.
- Sai, mia cara, ognuno di noi potrebbe raccontare una storia riguardante i nostri inseparabili monili - incominciò a parlare, mentre riprendeva a cullare la cesta di vimini dove il piccolo Zephyr giaceva quasi addormentato.
- Ad esempio, quella degli orecchini di Clopin è molto particolare e insolita. Sono certa che la troverai deliziosa -.
E cosi, mentre Roxanne era pronta ad ascoltare quel racconto, Esme richiamò la sua capretta Djali, che belando felice andò a coccolarsi sul grembo della gitana.
- Questa storia, anche se sembra bizzarro, ha come protagonista proprio Djali - introdusse Esme, e diede una carezza alla capretta - tutto ebbe inizio più o meno tre anni fa, quando incontrai per la prima volta questa piccolina. Si aggirava per i vicoli di Parigi, senza una corda e senza alcun padrone. Non sapevo se fosse scappata da qualche recinto o fosse stata abbandonata. Sta di fatto, che dopo averle dato qualche carezza, mi ha seguita per tutto il tempo, fino alla Corte. Ha fatto lo stesso nei giorni seguenti, e mi accompagnava ovunque io andassi. Poi, un giorno, mentre ballavo nella piazza, Djali cominciò a ruotare su se stessa, saltellando a ritmo di danza e facendo risuonare gli zoccoli sulla pietra. Sembrava che fosse rapita dalla musica e che stesse proprio ballando insieme a me. Fu una meravigliosa scoperta, e Djali ebbe un successo clamoroso. Tutti gli abitanti della zona erano impazziti per lei, e una pioggia di monete riempirono il terreno dove lei continuava a danzare. Fu allora che si fece avanti un contadino che reclamava Djali come la sua capretta, scappata dalla sua fattoria. Io non crebbi neanche a una parola, perché Djali sembrava non riconoscerlo e si nascondeva dietro di me. Era ovvio che quell'uomo volesse portarla via per sfruttare il suo talento e arricchirsi. Ma lui insisteva nel dire che lei era di sua proprietà, e disse che se non gliela avessimo restituita ci avrebbe accusati di furto di bestiame -.
Esmeralda si fermò, e la giullare, che aveva ascoltato ogni parola di quel racconto, si chiedeva ancora cosa centrasse Djali con la questione degli orecchini di Clopin. Inoltre, era molto curiosa di sapere come si fosse risolta quella faccenda. Povera, piccola Djali, pensava Roxanne.
- E poi, cosa è successo? - chiese ansiosa la giullare. Esmeralda allargò un radioso sorriso e si rivolse a suo fratello, che a sua volta sorrise in segno di intesa.
- Mi sembra giusto che sia Clopin a terminare la storia - fece la zingara e allora tutti, compreso la giullare, si voltarono verso il gitano.
Lui fece un sospiro alzando le spalle, come a voler dire " ecco, lo sapevo!", e si mise comodo sul cuscino.
- Djali, qui cheriè! - disse Clopin alla capretta, e quest'ultima trotterellò verso di lui, per poi accucciarsi come un cucciolo proprio in mezzo ai due giullari. Il gitano non perse tempo nel coccolarla con carezze sul manto argenteo, per poi recuperare il filo del racconto.
- Il contadino era sul punto di portare via con la forza Djali, ma prima che fosse troppo tardi sono arrivato io nella piazza. Dopo che mi fu spiegata la situazione, mi sono rivolto a quell'avaraccio in tal modo: Non è possibile che questa capra sia tua. Perché Djali, così si chiama, prima di tutto non appartiene a nessuno. Né a Esmeralda, né tanto meno a te. E' un essere vivente come tutti noi, e come tale ha fatto la sua scelta. Non di diventare la proprietà di qualcuno, ma di essere libera. Libera di andare e vivere, come e con chi vuole lei. Quindi, anche se fosse vero che sia "tua", non cambia nulla. Djali è libera, tanto quanto un gitano. E se ha scelto questa vita, nessuno può tenerla prigioniera. Detto ciò, il contadino se ne andò frustrato, capendo di aver perso la battaglia per soddisfare la sua avarizia. E da quel giorno, questa capretta è diventata parte della famiglia Trouillefou, vivendo libera proprio come un vero membro della Corte dei Miracoli. E per tenerlo presente a tutti in futuro, le ho donato uno dei miei orecchini, come simbolo della sua identità gitana e anima libera -.
La voce di Clopin tacque e la storia era ormai arrivata al suo termine. Mentre tutti i commensali si scambiavano commenti e opinioni tra loro, la giullare osservava quel cerchio dorato che Djali sfoggiava all'orecchio sinistro. Lo aveva già notato in passato, come quando conobbe Esmeralda qualche giorno prima della festa dei Folli. Ma mai avrebbe pensato che quel gioiello appartenesse proprio al re del piazzale.
- Ti è piaciuta la storia? - fece la voce del giullare, e quando Roxanne alzò gli occhi il suo viso si accese di vergogna. Clopin la guardava con uno sguardo furbetto, come a volerle dire che aveva capito tutto e che grazie a quel racconto le avesse dato la risposta che cercava.
"Tranquilla, cheriè, non sono sposato".
- Oui...è proprio una bella storia - rispose lei, con un leggero imbarazzo. A parte la vergogna, la giullare sentiva crescere sempre di più l'ammirazione e la stima per il suo giullare. Nessuno avrebbe fatto un gesto così altruista nei confronti di un semplice animale, e ne era rimasta conquistata. Il gitano stava ancora accarezzando il pelo della capretta, e allora la violinista allungò una mano e si unì a quel semplice gesto di puro calore.
- Quindi in un certo senso, è come se ti fossi sposato con Djali - disse infine lei con una nota ironica.
- Se vuoi metterla così - rise il giullare, mentre continuava ad accarezzare il mantello della capretta - Ma non importa. Se un semplice cerchio dorato ha potuto darle la libertà, del mio apparente status nubile posso anche farne a meno... -.
A quel punto, gli occhi dei due giullari si incontrarono di nuovo, legandosi più che mai. Un forte desiderio di maggiore contatto si accese: le mani dei due si cercavano e si sfioravano, mentre continuavano a plasmare la soffice pelliccia di Djali. Roxanne avvertì un caldo intenso nel suo petto, nelle viscere del suo corpo, e tutto ciò le inebriava la mente, più dello stesso vino che aveva bevuto a cena. Se in quella tenda ci fossero stati solo loro due, probabilmente avrebbero dato voce ai seguenti pensieri custoditi nei meandri delle loro menti:
" Mi piaci, davvero tanto...".
Un improvviso belare esasperato di Djali li fece scuotere da quel torpore, e la capretta saltellò via, lasciando esterrefatti i due giullari, che subito dopo scoppiarono a ridere all'unisono, come due anime in un solo corpo.
   
 
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