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Autore: Andrea Micky    29/02/2020    0 recensioni
[animaniacs]
Quando venne annunciato il reboot degli Animaniacs festeggia realizzando questa parodia del film 300, in cui i fratelli Warner aiutano Leonida nella battaglia delle Termopili.
ANIMANIACS and relative characters are copyright of WARNER BROS
300 and relative characters created by FRANK MILLER
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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303
by Andrea Micky

Nell’anno 480 a.C., il re persiano Serse diede inizio ad una feroce campagna militare, con lo scopo di espandere il suo impero.
Numerose città greche si arresero, ma il re spartano Leonida decise di opporsi e progettò una spedizione militare presso le Termopili, a capo della sua guardia personale, composta da 300 soldati.

E così, il giorno della partenza, nel cortile del tempio, Leonida era in attesa di passare in rassegna le sue truppe, per assicurarsi che fossero pronte alla battaglia.
“I 300 spartani sono pronti?” chiese Leonida.
Con un certo imbarazzo, il consigliere reale rispose “No, mio re”.
“Come sarebbe a dire?” chiese sorpreso Leonida.
Consultando un elenco, il consigliere spiegò “Metà dei soldati é in licenza e l’altra metà in malattia”.
“E quindi, non ho soldati a disposizione” concluse il sovrano.
“Non esattamente, mio re” precisò il consigliere, indicando 3 piccole figure, vestite come soldati spartani, che procedevano verso di lui.

Quando le 3 creaturine furono davanti a Leonida, questi chiese “E voi chi siete?”.
“Noi siamo i Warner Brothers” risposero all’unisono Yakko e Wakko.
“E la Warner Sister” aggiunse Dot.
“Ma tu sei una femmina” obbiettò Leonida.
“E le femmine non dovrebbero immischiarsi nelle faccende di guerra” aggiunse il consigliere.
Per tutta risposta, Dot estrasse una mazza ferrata da dietro la schiena e la usò per colpire violentemente il consigliere sulla testa, mettendolo KO.
“Visto che non c’é nessun altro, mi accontenterò di voi” sospirò Leonida.
“Se non ti andiamo bene, puoi sempre chiamare i Teen Titans” brontolò Wakko.
“Non so cosa significhi e non m’interessa” disse il re di Sparta, mentre andava a prepararsi.
In quella, da dietro una colonna del tempio, sbucarono fuori i protagonisti di Teen Titans Go!.
“Allora il nostro aiuto non vi serve?” chiese Robin.
“No, ma grazie per essere venuti” rispose Yakko.
“Comunque, odio i camei” brontolò Corvina, mentre lei e i suoi compagni se ne andavano.

Poco dopo, Leonida e i Warner erano in marcia verso le Termopili, che raggiunsero in pochi minuti (grazie ad una rapida sequenza di montaggio).
“Allora, qual é il piano?” chiese Dot.
“Dobbiamo proteggere lo stretto passaggio delle Termopili dai soldati di Serse, in modo che, nel frattempo, le altre città della Grecia possano organizzare i loro eserciti” spiegò Leonida.
In quella, Wakko avvertì “Navi persiane in avvicinamento. E sono parecchie”.
“La battaglia sta per cominciare” disse Leonida, impugnando le sue armi.
“Non necessariamente” lo corresse Yakko, che prese una penna stilografica e ne usò l’inchiostro nero per oscurare le nuvole in cielo, causando così un violento temporale.
Colte di sorpresa, le navi persiane non poterono opporsi alla tempesta e furono pesantemente decimate.
“Bel trucco” ammise il re di Sparta.

La mattina dopo, sebbene malconci, i persiani erano pronti a sferrare il loro primo attacco.
Leonida e i Warner adottarono la tipica mossa della falange, mentre i soldati persiani si lanciavano alla carica.
“State pronti” avvertì Leonida, prima di accorgersi che Wakko stava mangiando delle banane.
“Ne vuoi una?” gli chiese il Warner, porgendo un frutto già sbucciato.
“Non é il momento per queste cose” lo rimproverò duramente il sovrano.
“Ok!” replicò Wakko, gettando le bucce di banana oltre il suo scudo, facendo così scivolare per terra l’intero contingente persiano.
I soldati nemici però si rialzarono subito, per poi lanciarsi di nuovo alla carica; ma il suono di un fischietto li fece fermare e Yakko, vestito come una guardia di frontiera, domandò loro “Che state facendo?”.
“Stiamo attaccando” rispose uno dei soldati.
Fissandoli attentamente, Yakko replicò “Voi non mi sembrate di queste parti. Siete in regola col passaporto e i documenti relativi alla vostra attività? Mostratemeli subito”.
Perplessi, i soldati si frugarono addosso e risposero “Non ce li abbiamo”.
“Allora fate dietro front e lasciate qui le vostre armi -ordinò Yakko- Le riavrete una volta chiarita la faccenda”.
Ubbidendo, i persiani gettarono le armi a terra e fecero dietrofront...salvo poi rendersi conto di essere stati gabbati.
Ma prima di accennare una qualsiasi reazione, Dot (vestita come un’animatrice da spiaggia) balzò davanti a loro, dicendo allegramente “Suvvia ragazzi, approfittate della situazione per farvi una bella sabbiatura”.
E prima che i soldati potessero replicare, un camion guidato da Wakko scaricò su di loro una tonnellata di sabbia, seppellendoli completamente.
Quando poi i soldati persiani tirarono fuori la testa dalla sabbia, un’onda gigantesca si abbatté su di loro e lasciò dietro di sé delle meduse che li punsero, delle anguille che li fulminarono e una piovra gigante, che suonò le loro teste come strumenti a percussione, usando delle grosse mazze da tamburo.

Dato che la forza umana aveva fallito, Serse decise di ricorrere a quella animale.
Fu per questo che, al loro secondo attacco, i soldati persiani si fecero da parte, mandando avanti un rinoceronte ricoperto da una solida armatura.
“All’attacco, bestione” ordinò l’addestratore al mammifero, che si lanciò al galoppo verso il quartetto spartano.
Ma quando il rinoceronte fu a pochi metri dal bersaglio, Yakko si fece avanti, porgendogli un biscotto.
“Su le zampe, bello” gli ordinò Yakko.
Allora, l’animale si fermò e si mise ad ansimare sulle zampe posteriori, come se fosse un docile cagnolino.
“Rotola, adesso” ordinò Yakko al rinoceronte, che gli ubbidì.
“Bravissimo. Adesso prendi pure il biscotto” disse il Warner, lanciando il dolcetto lontano, facendolo finire proprio in mezzo ai soldati nemici.
Incapace di resistere alla propria golosità, il mammifero corazzato si voltò e corse a tutta velocità verso i persiani, appiattendoli al suolo come tante frittelle.

Quell’insuccesso non scoraggiò i persiani, che decisero di ricorrere ad un animale più grosso.
E poco dopo, mentre Leonida e i Warner erano in attesa di un nuovo attacco, 2 grossi elefanti marciarono nella loro direzione.
Sulla schiena dei pachidermi c’erano delle portantine, da cui un comandante persiano intimò “Arrendetevi, o sarete schiacciati dalla nostra potenza”.
“Poveretti, mi fanno quasi pena” ammise Wakko, mentre tirava fuori dal suo sacco speciale un topolino a molla.
E dopo essere stato caricato, il giocattolo sfrecciò verso i 2 elefanti, che, terrorizzati, afferrarono con le loro proboscidi i soldati che li cavalcavano, usandoli poi per schiacciare il roditore meccanico.
Fortunatamente però, tutti i colpi andarono a vuoto e poco prima che la carica del giocattolo si esaurisse, i 2 elefanti fuggirono via, lasciandosi dietro i loro malconci ex-cavalcatori.
“Questa spedizione é proprio necessaria?” chiese il più malridotto di loro.
“Zitto” si limitò ad ordinargli il comandante.

Stava per scendere la sera, quando Serse mandò all’attacco la sua armata più potente: gli immortali.
Costoro, vestiti con un abito nero, un’armatura ed una maschera di lucente metallo, marciarono in silenzio verso i nemici.
Ma proprio quando sfoderarono le loro spade, Dot avanzò verso di loro e facendo gli occhioni, chiese innocentemente “Oh, volete davvero fare del male a me e ai miei fratelli?”.
Vittime del fascino di Dot, gli immortali non videro che i 2 Warner maschi stavano gonfiando un pallone aerostatico, a cui legarono una grossa calamita, la cui attrazione magnetica trascinò via l’intera armata.
Ma uno degli immortali, prima di essere trascinato via, riuscì a liberare l’arma principale della truppa, ovvero “il Mostro”.
Costui era un colosso alto quasi 3 metri, col corpo pieno di cicatrici ed una bocca dentata simile a quella di una belva feroce.
Ringhiando come un predatore affamato, l’omaccio raccolse un paio di armi cadute ai suoi compagni e si avvicinò al quartetto nemico.
Il primo dei suoi colpi riuscì a spezzare la falange spartana, ma quando il colosso avvicinò il suo viso a quello di Leonida, Wakko sfoderò il suo martello e gli diede un terribile colpo sul naso.
“Cattivo! Mi hai fatto la bua!” frignò il colosso con voce infantile, prima di fuggire via, premendosi il naso ferito.
“Bel colpo” si congratulò Leonida.
“Grazie, ma in fondo, quel tipo aveva la mascella di vetro” minimizzò Wakko.
“O meglio, il nasino delicato” precisò Dot.

Leonida e i Warner si stavano concedendo un momento di riposo, quando videro una grossa portantina, trasportata da numerosi schiavi, procedere verso di loro.
Ad un certo punto, la marcia del veicolo si fermò e da esso ne uscì un uomo seminudo e pesantemente ingioiellato, che annunciò “Leonida, sono venuto a trattare”.
“Ma certo, signora. Si accomodi pure” disse Yakko, facendo un inchino.
“Non si può negare un favore ad una signora così elegante” aggiunse Wakko, inchinandosi a sua volta.
“Quella non é una donna, bensì Serse, il re persiano nostro nemico” fece notare Leonida, avvicinandosi alla portantina.
“Quello é un uomo?” chiesero all’unisono i Warner, visibilmente increduli.
Sforzandosi di ignorare quella domanda, Serse disse solennemente “Leonida, io di solito non esisto a schiacciare i mie nemici sotto i piedi...”.
“Oh, non sono poi così grandi” lo confortò Dot.
“...ma nel tuo caso, in virtù del tuo coraggio, sono disposto a fare un’eccezione -proseguì Serse- E in cambio della tua resa, ti renderò generale di tutta la Grecia, una volta che l’avrò conquistata”.
“Offerta allettante, ma non è nello stile di noi spartani” rispose Leonida.
“Sei sicuro di non volere accettare? Perché io posso offriti piaceri anche più grandi” disse Serse, mentre le porte della portantina si spalancavano, rivelando un harem di bellissime ragazze.
“Ciao, infermiera” gioirono Yakko e Wakko.
“Maschi” brontolò Dot, prima di notare che nell’harem c’erano anche dei giovanotti piuttosto prestanti, a cui sorrise deliziata.
“Sei molto generoso, ma devo agire da guerriero e perciò, rifiuto la tua offerta” ribadì risoluto Leonida.
“Accidenti” dissero mestamente i Warner, distogliendo lo sguardo dall’harem.
Infuriato, Serse giurò “Ti pentirai della tua scelta, Leonida. Io schiaccerò te, Sparta e tutti i tuoi uomini, fino a che non resterà alcuna traccia della vostra esistenza. Mi colpisse un fulmine se non é vero”.
E in quel preciso momento, un fulmine si abbatté sul re persiano, incenerendolo.
Subito, la portantina ritornò all’accampamento militare, dove Serse ricevette le cure necessarie.
Ma durante la medicazione, un comandante annunciò “Maestà, abbiamo trovato un modo per impadronirci delle Termopili”.

Poco dopo, col favore delle tenebre, Serse e i suoi soldati stavano marciando attraverso un sentiero di montagna.
“Sei sicuro delle informazioni che ti hanno dato le tue spie?” chiese il sovrano della Persia.
“Sicurissimo -ribadì il comandante- Questo sentiero, solitamente usato dai pastori, ci permetterà di sorprendere Leonida e i suoi alle spalle”.
In quella, i soldati persiani giunsero davanti ad una caverna e il comandante assicurò “Una volta attraversata, sbucheremo alle spalle degli spartani e li sconfiggeremo facilmente”.
Muovendosi in silenzio, Serse e i suoi entrarono nella grotta, ma quando furono tutti dentro, una robusta porta di metallo si chiuse alle loro spalle, mentre all’esterno, da dietro un cespuglio, sbucarono fuori Yakko, Wakko e Dot.
“Hey Serse, ci siete tutti lì dentro?” chiese Yakko.
“Si” rispose tristemente il sovrano.
“Ci dispiace tanto” dissero all’unisono i 3 Warner, prima di fare un ghigno soddisfatto.
A quel punto, Wakko e Dot rimossero un panno che sembrava roccia, rivelando così che la grotta era in realtà un missile spaziale e subito dopo, da dietro la schiena, Yakko estrasse un telecomando e premendo un pulsante rosso, fece decollare il missile verso il cielo.
Mentre il razzo diventava un semplice puntino luminoso nella volta celeste, Serse brontolò “Comandante, sei un idiota”.

Il razzo si sfracellò sulla luna pochi minuti dopo.
Ma mentre emergeva dai rottami, Serse dichiarò “Non avremo conquistato le Termopili, ma adesso ci impadroniremo della luna”.
E notando 2 piccoli alieni seduti lì vicino, il re persiano ghignò “E stavolta, sarà una cosa facile”.
Senza perdere tempo, i soldati persiani circondarono i 2 piccoli alieni, che gridarono “Mamma, papà, aiuto!”.
E da un cratere poco distante, sbucarono fuori 2 alieni grandi quanto un grattacielo, che subito sovrastarono i persiani.
“Perché state minacciando i mie figli?” domandò l’alieno maschio, facendo crocchiare le nocche.
“Non é affatto carino” aggiunse l’aliena femmina, brandendo un grosso mattarello.
“Oh, mammina” gemette Serse, con voce debole.

Una volta ricongiuntosi con i Warner, Leonida ammise “Avete fatto un ottimo lavoro, anche se i vostri metodi non sono proprio quelli che usiamo a Sparta”.
“Diciamo che abbiamo fatto le cose alla Warner” rispose Yakko.
“Adesso, vorremmo prenderci una piccola vacanza” ammise Wakko.
“Sempre se é possibile” precisò Dot.
“Ve la siete meritata. E adesso, torniamo tutti a Sparta” incitò Leonida.
E mentre il quartetto si metteva in marcia, in cielo comparvero tante nuove stelle...accompagnate delle grida di dolore di Serse e dei suoi soldati.

FINE

   
 
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