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Autore: ONLYKORINE    29/02/2020    3 recensioni
Kristen si risveglia nel pulmino dopo che questo è finito fuori strada. Cosa fare adesso? Per fortuna Jake sembra in grado di cavarsela.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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l'incidente

L’incidente

 

Kristen riaprì gli occhi dopo quella che le sembrò un'eternità. Intorno a lei c'era buio e freddo. Il vetro anteriore del pulmino era in frantumi e la ragazza non riusciva a vedere l'autista da dove era seduta.

Si mosse sul sedile, sotto la protezione della cintura di sicurezza, per controllare il resto dell'abitacolo. Individuò subito la matita e il block notes su cui stava scrivendo quando era avvenuto l'incidente, si sganciò la cintura e si chinò a raccoglierli per rimetterli nello zaino ancorato al sedile davanti al suo.

"Principessa... Sei sveglia per fortuna..." Il sussurro del ragazzo che era seduto accanto a lei la fece voltare senza neanche arrabbiarsi per il nomignolo che aveva usato.

"Jake!" esclamò, vedendo il coetaneo bloccato nello spazio fra i sedili anteriori e quelli occupati da loro. Una delle sacche gli era finita addosso e lui non riusciva a toglierla perché si era aperta e le mazze da hockey si erano incastrate malamente nei sedili.

"Stai bene?" chiese, con un filo di voce, il ragazzo. Kristen annuì e si inginocchiò per sfilare le mazze da sotto il sedile e riuscire a liberarlo. Lui si lamentò quando dovette premere contro la spalla per liberare un bastone molto pesante che si era incastrato malamente.

"Cos'è successo?" gli chiese lei, dandogli la mano e aiutandolo a tirarsi su, una volta libero.

"Penso che l'autista abbia avuto un malore. Si è accasciato, siamo finiti fuori strada e poi abbiamo sbattuto contro qualcosa" spiegò. Kristen scosse il capo: lei non si era accorta di niente. Stava riscrivendo gli appunti presi sul campo guardando la partita per poter fare la registrazione per suo padre, il coach.

"Se alzassi gli occhi da quel blocco, ogni tanto, te ne saresti accorta. Pensavo avessi avuto un infarto anche tu."

Kristen annuì distrattamente mentre si guardava intorno. Il pulmino su cui stavano viaggiando, quello piccolo, era partito da Knox, nell'Indiana, dove avevano giocato la partita di campionato studentesco contro la Malcom High School, e occupato solo da cinque persone: lei, l'autista designato dalla scuola, Jake, Mike e Paul, tutti e tre membri della squadra della scuola.

"Mike e Paul?" chiese quindi, guardando il portellone scorrevole aperto.

"Io sono qui" rispose la voce di Mike, dall'ultima fila di sedili.

I ragazzi si sporsero tutti e due e videro Mike accasciato, anche lui, nello spazio per le gambe dei viaggiatori, ma riuscì ad alzarsi da solo. "Paul è stato sbalzato fuori, mi sa" disse ancora, indicando il portellone aperto.

Kristen seguì la sua indicazione e fece per scavalcare i sedili e andarlo a cercare, quando Jake la fermò.

"Mettiti il giubbotto, principessa. Fuori c'è freddo" quasi le ordinò, infilandosi la cuffia e la sciarpa sopra la sua giacca e uscendo dal veicolo.

La ragazza, nervosa per come lui continuasse a chiamarla, ubbidì comunque e si coprì prima di seguirlo fuori. "Senti, potresti smetterla di chiamarmi..." iniziò, raggiungendolo nella parte anteriore del pulmino.

"Stai indietro" ordinò di nuovo Jake, voltandosi velocemente e allargando le braccia per impedirle di andare oltre la portiera anteriore del mezzo.

"Perché, che succede?" chiese, cercando di sbirciare oltre il ragazzo.

La voce di Mike, che stava imprecando, arrivò dall'altro lato del veicolo: aveva fatto il giro da dietro. Tutti e due si girarono verso di lui.

"È morto! Santissimo..." esclamò ancora, portandosi una mano alla bocca e facendo dei passi indietro. Kristen lo guardò e cercò di capire cosa intendesse, poi tornò a guardare il pulmino: il corpo immobile dell'uomo che guidava era riverso sul cofano, vicino all'albero su cui si era abbattuto il veicolo.

Girò intorno a Jake e andò a vederlo: il sangue gli ricopriva tutto il volto e i suoi occhi erano spalancati così come la bocca. Non si muoveva, doveva essere proprio morto.

"Non guardare" sussurrò ancora Jake, cercando di farla voltare.

"Siete sicuri che sia..."

"Sì. Non c'è battito" rispose il ragazzo, riuscendo finalmente a farle togliere lo sguardo.

Kristen annuì e si lasciò guidare fino al portellone del pulmino. "Resta qui, principessa, io vado a cercare Paul" le disse ancora Jake e questa volta lei non disse niente.

Dopo quello che le parvero dieci minuti, Jake tornò e disse a Mike che aveva trovato Paul ma non sapeva cosa fare perché si era fatto male e non poteva camminare. Mike sbuffò dicendo che aveva battuto una spalla e non poteva fare molto.

Kristen guardò Mike un po' sorpresa: perché non voleva aiutarlo? Era il capitano, il ruolo che si meritava chi prestava aiuto agli altri e chi, appunto, si occupava della squadra. Senza pensarci più volte, si alzò dal sedile e disse a Jake che lo avrebbe aiutato lei. Il ragazzo, poco convinto e con un'occhiataccia al compagno, annuì e le fece cenno di seguirlo.

Paul era caduto poco più indietro, subito dopo essere finiti fuori strada, probabilmente, e non era messo bene. Una delle gambe era piegata in maniera strana e Kristen vide Jake coprirla prima che lei potesse scorgere l'osso visibile. Paul farfugliava cose un po' incomprensibili, probabilmente per il dolore. Da quel poco che aveva visto, era una brutta frattura.

"Cosa facciamo adesso? Portiamo Paul al pulmino oppure..." chiese Kristen a Jake, come se avesse riconosciuto in lui il capitano di quella situazione.

"Prima o poi ci cercheranno, si accorgeranno che non ci siamo. Verranno a prenderci, dobbiamo solo aspettare" rispose invece Mike, che li aveva seguiti ugualmente.

"Vuoi rimanere qui?" domandò allora la ragazza, alzando un sopracciglio. Erano le sette, c'era buio e parecchio freddo in quella sera di febbraio.

"Non sappiamo quando si accorgeranno della nostra assenza. Siamo partiti dopo gli altri, ma loro non sanno quanto tempo dopo. Potrebbero passare ore prima che qualcuno venga a cercarci. E presto farà freddo."

La voce di Jake era stata un po' ostile e rigida, ma Kristen sapeva che diceva una cosa giusta, così annuì.

"Allora dimmi, cosa proponi little guy? Facciamo una cosa a tre per scaldarci?" disse ironico Mike, lanciando a Kristen un'occhiata divertita.

"Potremmo incamminarci lungo la statale. Abbiamo passato una stazione di servizio circa un quarto d'ora fa. Saranno dieci miglia" propose Jake.

"Io dico ancora che è meglio aspettare qui. Magari qualcuno passa e possiamo chiedere aiuto. Non ho voglia di camminare dieci miglia con questo freddo" disse ancora Mike, rabbrividendo.

"Non abbiamo incontrato nessuno da quando abbiamo imboccato la statale, dubito ci sia molto passaggio, qui" disse a quel punto Kristen. "Potremmo incamminarci, ma come facciamo con Paul?"

"Io non lo sposterei di qua" disse Mike, guardandolo.

"Vorresti lasciarlo qui?" chiese Kristen. Il ragazzo invece di risponderle, alzò le spalle e si infilò le mani in tasca. La ragazza era sbalordita, guardò Jake e scosse la testa. Lui le sorrise e fece un cenno con il capo.

"Dobbiamo trovare il modo per portarcelo dietro" propose lei, guardando Paul, che, con una smorfia di dolore, veniva aiutato dall'amico a infilarsi la giacca. I ragazzi parlottavano sottovoce.

"Potremmo fare una barella" disse Jake, rialzandosi e incamminandosi verso il pulmino. Gli altri lo seguirono.

"E come vuoi farla la barella?" chiese Mike, stizzito.

"Abbiamo le mazze e le divise, immagino che si possa combinare qualcosa."

"Hai guardato troppe puntate di Mac Giver" lo prese in giro Mike. Jake lo ignorò e tornò con le sacche delle divise e qualche mazza.

"Ne mettiamo una in orizzontale così la possiamo spingere in due..." iniziò a spiegare mentre cercava di legare maglie e pantaloncini con le stecche delle mazze. Dopo un po', anche con l'aiuto di Kristen, riuscì a mostrare quella che sembrava una barella d'emergenza.

"Grande! Mac Giver davvero!" Kristen batté il cinque contro la sua mano e Jake sorrise soddisfatto, mentre Mike sbuffava e girava intorno senza degnare nessuno.

"Ok, Paul, guarda, Jake è riuscito a realizzare una barella. Ora ti spostiamo su questa cosa e ti spingiamo fino alla stazione di servizio. Poi..." Kristen si era chinata a parlare a Paul che, sofferente, riusciva a malapena a parlare. Poco dopo riuscirono a spostarlo sulla barella e Paul gemette più volte: stava veramente male.

"Io mi sono fatto male a una spalla, non lo spingo da nessuna parte" rimarcò ancora Mike. Jake sbuffò e disse che avrebbero fatto a meno di lui.

Kristen li ignorò entrambi e tornò verso il pulmino, tornando con lo zaino. Tirò fuori una coperta e il termos. Ci coprì il ragazzo e lo fece bere. "Potresti avere freddo, così, immobile. Mi è avanzato un po' di tisana. Non è il massimo ma è tiepida, dovrebbe riscaldarti un po'..."

Paul la ringraziò e lei gli accarezzò una guancia mentre gli allungava il bicchierino. Poi infilò il suo zaino fra le sue gambe e fece cenno a Jake che l'avrebbe aiutato lei.

"Principessa, non sono sicuro che..." iniziò il ragazzo, ma lei lo interruppe subito.

"Smettila di chiamarmi così!" urlò la ragazza, diventando un po' nervosa.

"Principessa. Sai perché ti chiamano così? Perché sembri proprio una principessina del cazzo, la tipica figlia di papà: secchiona, perfettina e rompiballe. Fammi indovinare: sei pure vergine, vero?" La voce di Mike si sentì benissimo, in quanto non fece niente per abbassarla e Kristen sentì chiaramente le guance prendere fuoco quando lui rise e si toccò il cavallo dei pantaloni.

"Mike, non fare lo stronzo" disse Paul, infagottato nelle divise e nella coperta di Kristen.

"Io sarei uno stronzo? Perché ho detto quello che pensiamo tutti?" rispose lui con un po' troppa enfasi, secondo la ragazza. Mike fece un passo verso il ragazzo, che ora guardava Paul con un'occhiata truce e non la stava più calcolando. Sembrava che stessero litigando per qualcos'altro.

"Lasciali stare" sussurrò Jake prendendola da parte. "Hanno... delle questioni fra di loro. Non ce l'ha veramente con te..." Poi alzò la voce e disse: "Allora possiamo andare. Kristen mi aiuterà con la barella e tu, Mike, se vuoi puoi venire con noi, oppure puoi stare qui con il cadavere. Magari ti trovano prima che tu muoia di ipotermia. In bocca al lupo!" E così dicendo fece un cenno alla ragazza e sollevò la mazza che reggeva la parte anteriore della barella, per poterla spingere. Kristen, con un sorriso, annuì e lo raggiunse prendendo posto accanto a lui per aiutarlo e, insieme, si incamminarono verso la strada. Quando riuscirono a risalire verso la statale, Kristen notò che Mike li raggiunse di corsa e, senza dire niente, si unì in coda e li seguì.

Dopo un'ora di cammino Kristen pensava di stare per morire. Aveva un freddo allucinante che le congelava le dita delle mani e sentiva il sudore sotto la maglietta colarle in tiepide gocce.

"Sto morendo..." si lamentò Paul, fra un gemito e l'altro.

"Non morirai, amico, non stasera" lo consolò Jake.

"Moriremo tutti" disse Mike, strofinando le mani una contro l'altra.

"Sai perché non moriremo?" disse Jake, fermandosi e riprendendo fiato. "Perché ho intenzione di morire felice. Quindi prima di morire ho intenzione di fare indigestione di cioccolata".

"Cioccolata?" chiese Kristen, stupita.

"La cioccolata è la felicità" dichiarò e la ragazza rise. Mentre riprendevano a spingere, lei lo guardò di sottecchi: non lo aveva mai notato, ma era veramente carino. Ed era l'unico a far qualcosa di concreto in quella situazione drammatica.

Dopo mezz'ora fecero un'altra pausa, si fermarono e Kristen controllò Paul che aveva smesso di gemere a ogni passo e notò che si era addormentato.

"Perché prima hai detto che hanno delle questioni fra di loro?" chiese la ragazza a Jake, vedendo che Mike non si era fermato ad aspettarli e aveva continuato a camminare.

"Paul ha confessato nello spogliatoio di essere innamorato di Mike, ma lui l'ha presa malissimo. Sono volate parole grosse e uno degli scarponi di Mike è volato contro la parete. Tuo padre si è arrabbiato e ha obbligato Mike a fare la doccia per ultimo. Paul l'ha voluto aspettare per parlargli ma io non mi fidavo e ho aspettato con lui. Per quello eravamo noi tre, stavolta, sul pulmino piccolo. Di solito ci sono le riserve" spiegò Jake, alzando una spalla e Kristen annuì. Solitamente lei era sul pulmino piccolo con le riserve per non dover spiegare quello che faceva con il block notes.

"E... è vero quello che ha detto su di me? Pensate che io sia..." iniziò a chiedere, ma non riuscì a finire la frase e si morse un labbro.

"Principessa... stai sempre sulle tue, scrivi tutto il tempo, non ridi mai, critichi come giochiamo... sì, diciamo che non sei proprio ben vista. Tuo padre ti chiama così e noi abbiamo iniziato a usarlo per prenderti in giro. Forse siamo un po' stupidi" spiegò, alzando la spalla destra. Kristen annuì.

"Scrivo gli appunti di mio padre. Lui è dislessico e non ci riesce. Quando siamo in partita scrivo tutto ciò che mi dice sullo svolgimento del gioco e appunti su altri giocatori. Poi lo riscrivo in maniera che sia leggibile e a casa lo registro, così lui può ascoltarlo con il walkman. Non riesce a leggere velocemente e si arrabbia per questo, così cerco di aiutarlo. Ultimamente ho imparato cosa guarda e spesso riesco a farlo da sola. E non è che critico come giocate... faccio notare i vostri punti deboli, in maniera che possiate migliorarli. Tu ad esempio, sul lato sinistro del campo tiri meglio che dal lato destro. Penso sia un problema di vista periferica, non di negligenza."

Il tono della ragazza era così deluso che Jake si sentì quasi in colpa. Avrebbe voluto accarezzarle una guancia con le dita, ma si trattenne, pensando che lei non avrebbe gradito.

"Sai perché mi chiamano little guy?" le chiese, invece. Lei scosse la testa. "Perché sono il più piccolo. Fisicamente. Mike, Paul, Chris, Jacob, Rick e tutti gli altri... sono molto più alti di me e hanno le spalle più larghe. Non sai quante botte ho preso nello spogliatoio..."

"Ma davvero? Ma se sei più alto di me! E poi, guarda qua!" esclamò la ragazza, toccandogli il braccio destro appena sotto la spalla. "Oh, scusa..." Lei arrossì quando lui rise e Jake pensò che, alla luce fioca dei pochi lampioni lungo la statale, fosse veramente molto carina.

"La coperta si è bagnata."

"Come?" chiese Jake, tornando al presente.

"La coperta di Paul si è bagnata" spiegò ancora Kristen, toccando il petto del ragazzo disteso. "È il caso di muoversi, altrimenti si ammalerà". Jake sospirò e annuì. Ripresero il loro lento cammino.

"Ehi, guardate qua!" La voce di Mike, sorprese tutti e due i ragazzi che, stanchi, si fermarono a prestargli attenzione. "È marijuana! L'ho trovata poco lontano dalla strada" esclamò ancora, mostrando un ramo di una pianta con foglie a cinque punte.

"Quella non è marijuana, Mike" disse Jake, riprendendo il passo: non avevano incontrato nessuno per tutto il tragitto, se iniziavano a fermarsi anche per delle lezioni di botanica non sarebbero mai arrivati.

Il ragazzo si allontanò deluso e poco convinto, così Kristen chiese a Jake: "Ma perché è lui il capitano? Non sembra tanto sveglio, a volte..."

Lui rise e sussurrò come un cospiratore: "Perché è quello più bello".

Kristen lo guardò e inclinò la testa. "Dici?" Jake rise ancora, resistendo al fatto di domandarle se lei la pensasse diversamente dalle cheerleader che cercavano di attirare l'attenzione del capitano.

Come finì quel pensiero, una sirena e una luce blu lampeggiante, riempirono il cielo e loro si guardarono sorridendo: i soccorsi!

Mike corse in mezzo alla strada saltando e sventolando le braccia tanto che Kristen ci rimase malissimo: ma non gli faceva male la spalla?

I paramedici portarono via Paul e Mike spiegò di aver bisogno di cure urgenti perché stava male, così gli proposero di salire sulla stessa ambulanza e lui, anche se tentennando molto, accettò, sedendosi il più lontano possibile dalla lettiga.

Kristen sbuffò quando l'ambulanza andò via e si incamminò verso Jake che stava spiegando agli agenti dove avevano abbandonato il pulmino e l'autista. I paramedici dissero che avrebbero portato anche loro in ospedale e i ragazzi salirono sulla stessa ambulanza. Quando controllarono le contusioni sul corpo di Jake, Kristen notò che lui aveva un grosso ematoma sulla spalla sinistra e rimase a bocca aperta: aveva aiutato tutti, aveva costruito una barella di fortuna e spinto l'amico per chissà quante miglia senza mai lamentarsi.

Gli sorrise quando i loro occhi si incontrarono.

***

"Ciao, come va?"

Kristen era entrata nella camera d'ospedale di Jake, mentre lui era a letto, con un braccio al collo, mangiando un budino alla ciliegia.

"Princ... Kristen!" esclamò lui, vedendola.

"Non mi chiami più principessa? Mi stavo abituando..." disse lei, avvicinandosi con un sorriso. Si guardò intorno e notò che nella stanza c'erano alcuni fiori e altri regali. Non tanti quanto nella stanza di Mike, che era stata presa di mira soprattutto dalle cheerleader della scuola, ma erano comunque di più di quelli che aveva ricevuto lei.

Il ragazzo alzò un sopracciglio alle sue parole e, sorridendo, le fece cenno di sedersi sul letto. Lei ubbidì.

"Stai andando a casa?"

Kristen annuì. "Sono andata anche da Mike e Paul. Stanno bene. Mike è già tornato a casa. Ma Paul ne avrà per un po', invece..." Quando annuì anche lui, lei continuò. "Io non mi sono fatta niente, invece" disse, alzando le spalle.

"È perché ti sei messa la cintura" spiegò lui.

"Perché sono perfettina, precisina e rompiballe" disse lei, sospirando.

"Sei stata molto coraggiosa e in gamba. Non scordarlo."

Kristen arrossì e abbassò gli occhi, spostò la giacca che portava sul braccio e sistemò lo zaino sulla spalla. "Grazie. Ho una cosa per te" disse.

"Per me? Cos'è?" chiese Jake, sorpreso, sorridendo come un bambino davanti all'albero di Natale.

"Un po' di felicità" spiegò, allungandogli una scatolina. Lui rise quando vide un grosso cioccolatino rotondo.

"Forse ho cambiato idea sulla felicità."

"Davvero? E cosa pensi che..."

"Questo" disse Jake, avvicinandosi a lei e posandole una mano dietro la nuca. Aspettò che lei capisse cosa volesse fare e si tirasse indietro in caso non fosse stata d'accordo. Quando Kristen sorrise, lui si avvicinò e le loro labbra si unirono.

 

   
 
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