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Autore: Hikari29    29/02/2020    0 recensioni
ATTENZIONE : non fatevi ingannare dal titolo, nessun lupo mannaro qui.
UNIVERSO 6
ANNO 2XxX
In uno strano mondo talmente simile e talmente diverso dal nostro, vive una popolazione d'élite, dotata di singolari abilità magiche detti "Alph" .
Una protagonista dal passato complicato, dagli occhi freddi, che ricomincerà a sorridere solo grazie all'affetto per i suoi nuovi amici.
Buffi, profondi e strani personaggi, liceali in cui è facile impersonarsi.
La nostra Eri, in particolare, non riesce a vivere davvero, troppo incatenata a quel passato che riaffiora attraverso gli incubi.
Un tipico antagonista, ma legami che non ti aspetti.
E, tra un colpo di spade ed un altro, vi introduco ad Alpha Academy.
Divertitevi.
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( tratto dal capitolo 9 )
Per la seconda volta oggi, vengo riportata alla normalità.
Questa volta però, mi ritrovo il volto di Chuichi a pochi centimetri di distanza che, dopo aver smesso di squotermi le spalle, mi fissa negli occhi con ansia e paura.
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Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ERI'S  P.O.V.

<< Non pensi di esagerare? >>

<< Ma sono ancora troppo lunghi!! >>

<< Li hai tagliati appena due giorni fa! >>

<< Non sono io. È colpa di quella là. >>

<< L'alph di Kimiko non ha effetti duraturi nel tempo. >>

<< Aaaaah! >>
Si dispera per l'ennesima volta scompigliandosi nervosamente la chioma rossa.

Chuichi non è più lo stesso ultimamente. 
È vero, è un tipo facilmente irascibile. Ma, da quell'incidente con la piccola Kimiko, continua a far drammi neanche ne dipendesse la sua stessa vita. 
È troppo esagerato per i suoi standard. 
Chissà cosa gli passa per la testa.

Sta zitto d'un tratto, mentre ancora passeggiamo per i corridoi ormai deserti della struttura scolastica. 
Il sole sta tramontando e ciò mi ricorda quanto le giornate si siano accorciate. 
Ad Aqua, ogni stagione è uguale all'altra. 
Beh, sì, anche noi abbiamo le giornate di sole, ma non è mai bello come questo qui, che riesce comunque a scaldarmi anche se lievemente con i suoi ultimi raggi. 
Mi manca la mia casa, sempre se definirla tale è giusto. 
Honey-sama, tornerò da te. Torneremo insieme e, allora, sarà casa. 
Perché ora posso dirlo: casa è dove sono coloro che amiamo e, devo ammetterlo, anche qui mi sento un po' a casa.

<< Forse dovrei legarli. >>

Ignoro i vagheggiamenti del mio compagno dai capelli rossi e, mentre lui continua insistentemente a torturarsi qualche ciocca, io mi dirigo verso la biblioteca in cerca di un libro che possa distrarmi.

<< Cosa facciamo qui? >>
Dice valcando la soglia della porta subito dopo di me.

<< Tu cosa fai solitamente in una biblioteca? Sai, in mezzo ai libri. >>

<< Ti sembro forse il tipo che spende il suo tempo a leggere? >>

<< Senti, Chuichi. Con me la parte del bulletto scansafatiche non funziona. I tuoi voti parlano da sé. Credo che la tua cultura sia persino più vasta della mia. >>

Ed ecco che perde il tipico sorrisetto furbo.

<< Mi hai chiamato per nome. Facciamo progressi, eh? >>
Ma purtroppo riecco la parte da idiota che riaffiora.

<< Hai semplicemente un cognome troppo lungo. >>
Mi giustifico, pur sapendo quanto la mia scusa sia debole.

<< Senti di parla. Ki - ta - mu - ra. >>
Scandisce sillaba per sillaba e mi si avvicina, consapevole di essere snervante.

<< Senti un po', tu. Compra un elastico, mi stai facendo il solletico. >>

Gli afferro una ciocca mentre lo dico e l'effetto è quello desiderato. 
Si allontana di colpo. 
Ma la sua espressione non è quella che mi aspettavo: si copre la bocca con la mano destra e si volta piano, rivelando una sorta di rossore sul viso. 
Ma che gli prende?

<< Se non hai nulla da fare qui, non voglio prenderti tempo. Non mi serve una mano e tu avrai sicuramente di meglio da fare. >>
Lo dico senza nemmeno guardare nella sua direzione e i suoi passi mi suggeriscono che presto si lascerà la porta alle spalle.

Non volevo essere scortese. 
Non so cosa mi prenda quando si tratta di quel rosso dei miei stivali. 
È un testardo, stupido e fin troppo impulsivo. 
Ma, per qualche ragione, con lui sono in grado di ridere, piangere, arrabbiarmi e mi sento...me stessa.

Mi allungo per prendere un libro la cui copertina mi incuriosisce. 
Purtroppo però, la mancanza di altezza si fa sentire e, anche così, non riesco ad arrivare alla mia meta, rischiando soltanto di farmi male. 
Lo sfioro di un minimo, quel che basta per far sì che cada proprio sulla mia testa. 
Chiudo gli occhi per prepararmi all'impatto, ma ciò non accade. 
Perché, proprio alle mie spalle, una presenza lo ha afferrato al mio posto. 
E, solo girandomi, mi rendo conto che in realtà quell' antipatico di un Maekawa non ha mai lasciato la stanza.

<< Dovresti imparare a chiedere aiuto, non credi? >>
Mi fissa dall'alto del suo metro e ottanta. 
Questa volta non rispondo e mi limito a fissarlo con quello che dovrebbe essere un broncio. 
Fa il suo solito sorrisetto e se ne va. 
Stavolta per davvero.

Fisso la finestra e adesso siamo davvero al crepuscolo. 
Forse è meglio tornare al dormitorio. 
Questo libro però mi incuriosisce: Hybrids, eh? 
Sarà per la prossima volta.

Faccio un ultimo giro dell'istituto e un rumore mi incuriosisce. 
Penso che qualcuno si stia ancora allenando in palestra e la curiosità mi divora. 
La porta è socchiusa e mi invita a sbirciare. 
Avvicino l'occhio destro alla fessura ed effettivamente avevo ragione. 
Questo qualcuno sembra prenderla sul serio e si scaglia con foga sull' unico sacco da boxe presente. 
Dalla stazza è sicuramente un ragazzo, ma solo dopo l'ennesimo calcio riesco a scorgere il volto di Kenjiro.

Lo esservo ancora per non disturbare, ma a quanto pare mi sono sporta troppo e, mentre tampona il viso col suo asciugamano, mi nota.

<< Oh, Eri-chan. >>

Mi avvicino quel che basta per analizzare il suo viso. È un vizio che non credo perderò mai.

<< Hai gli occhi rossi. >> Gli faccio presente.

E subito va sulla difensiva. 
<< Oh, certo che sì. Penso di essermi allenato un po' troppo. >>

Ma la sua risatina nervosa non mi convince.

<< Sicuro che vada tutto bene? >>

Riposiziona il braccio lungo il fianco e di colpo il suo viso si fa più cupo. 
Il silenzio regna sovrano. 
Poi si lascia andare alla gravità e raggiunge terra sedendosi a spalle contro il muro.

<< Ehi! Ma tu- >>

<< Che stupido. >>
Dice interrompendomi.

Lo fisso dall'alto e lui finalmente riprende a parlare, ma senza degnarmi di uno sguardo.

<< Pensavo solo...di poter diventare forte. Più forte, ancora più forte. E invece sono solo un debole, uno che si abbatte per niente e che non riesce a proteggere le persone che ama. >>

È forse la prima volta che lo vedo così preoccupato e credo, e spero, l'ultima che lo vedo piangere.

Nasconde il viso tra le braccia ed io non sono in grado di proferire parola. 
Poi mi accovaccio al suo fianco.

<< Io...vorrei solo proteggerla. >>

Quasi mi scappa un sorriso e, impulsivamente, poggio una mano ad accarezzargli il capo. 
Finalmente torna a guardarmi.

<< Ci vuole una gran forza per mettere qualcuno prima di noi, sai? >>

I suoi occhi sono ancora lucidi, ma in qualche modo sta sorridendo, anche se debolmente. 
Si asciuga di riflesso il viso e solo allora noto le sue nocche insanguinate.

<< Ma fai sul serio? >>
Quasi lo rimprovero.

<< Su, andiamo. Ti porto in infermeria. >>

Lo trascino di forza verso l'aula in questione e, nel frattempo e senza che lui se ne accorga, afferro il cellulare e compongo un messaggio per una certa persona.

La stanza bianca sarebbe completamente deserta se non fosse per noi e un lettino già occupato dalla presenza di Eichiro, in compagnia di una sorridente Sawako che, seduta su una sedia proprio accanto al lettino, sembra intenta a fasciargli la mano sinistra. 
Ci osserviamo velocemente e ci sorridiamo a vicenda, poi saluto il corvino con un cenno della mano.

<< Prendo il disinfettante. >>
Dico allontanandomi.

In realtà voglio solo prendere tempo. 
E, neanche a dirlo, ecco che una ragazza dalla chioma verde selva fa la sua entrata.

<< Sachiko, ma che ci fai- >>

<< Stupido! >> Lo interrompe. 
E, di getto, lo abbraccia.

Lui, un po' confuso all'inizio, non può non ricambiare la stretta, dando così vita a un abbraccio tanto dolce quanto sofferto, accompagnato dalle lacrime di lei.

La scena, per quanto carina, mi dice che sono di troppo e, silenziosamente, ma neanche tanto, mi allontano accennando un saluto. 
Faccio per lasciare la stanza, ma non prima di aver rivolto un altro sguardo alla seconda coppia presente. 
Sawako sta ancora sorridendo e arruffa i capelli ad un Eichiro col viso semi nascosto dalle braccia poste sulle ginocchia.

<< Oggi i ruoli si sono invertiti, eh? >>

Sorrido un'ultima volta e mi chiudo la porta alle spalle, lasciando poi definitivamente l'edificio scolastico. 

KAORU'S  P.O.V.

<< Stupido, stupido Daisuke. >>
Un altro colpo.

<< Si può sapere cosa diamine ti passa in quella testaccia?? >>
Un altro. E questa volta l'albero sembra inclinarsi.

<< Idiota. IDIOTAAAA!!! >>
Urlo e do un colpo finale, dando sfogo a tutta la mia frustrazione. 
Quando i pensieri sembrano avere il sopravvento, la mia unica via di fuga è l'allenamento. 
E così, eccomi qua. Tra gli alberi. In mezzo a questa sorta di boscaglia dove nessuno viene a cercarmi. 
E pensare che in realtà è a soli due passi dal dormitorio.

Stanca, metto l'asciugamano sulle spalle, raccolgo il borsone e faccio per tornare. 
Il sole è tramontato da un po' e spero che Sachiko abbia già liberato il bagno. Ma, in fondo, lo so: è un'ottima compagna di stanza.
Scorgo all'ingresso due figure femminili che riconosco come Akiko e la piccola Kimiko. 
Alzo la mano per salutarle, ma non faccio in tempo perché la prima ha già valcato la porta, mentre la sua minuta accompagnatrice assume uno strano comportamento. 
La vedo guardarsi attorno, alternando lo sguardo prima a destra poi a sinistra finché, certa di non essere vista, si allontana fino al retro del dormitorio. 
La raggiungo, di soppiatto pur non avendone bisogno, mentre lei si rannicchia e comincia ad emettere una debole luce.

<< Cosa stai facendo? >>
La interrompo. 
E lei sobbalza, perdendo l'equilibrio fino a toccare terra. 
Mi osserva con i suoi occhioni nocciola.

<< N-non sono affari tuoi! >>
Dice mettendo il broncio.

Non ci vuole molto a capire in realtà. 
Penso al suo Alph, analizzo la sua stazza minuta, e sorrido.

<< Volevi per caso...provare i tuoi poteri su te stessa? >>

Colpita nel segno. 
Il suo viso si accende e si alza di scatto, per poi allontanarsi a passo pesante urlandomi ancora: 
<< NON TI RIGUARDA! >>

CAPITOLO 22: "CONCENTRATI"

<< È proprio una bella giornata per allenarsi all'aperto, no? >>

Cavolo, ma perché questo tizio deve sempre urlare così tanto?
I capelli biondi devono dare alla testa. 
No, ripensandoci, anche quella Tamaki è bionda, ma non mi da l'impressione di essere una sciroccata. Certo, ossessione per Asako a parte, sia chiaro.

<< Su, su. >>
Ed eccolo che si volta proprio verso di me. 
Eppure sa quanto io sia forte. 
Voglio dire: in quanti come me passano le serate a tirare calci in mezzo a un bosco?

A tal proposito, mi viene da cercare con lo sguardo una certa piccoletta di mia conoscenza. 
Ma, prima che possa trovarla, è lei a venirmi incontro sbattendomi addosso.

<< Tu! >>
Mi punta il dito.

<< Non dirai a nessuno di avermi vista, vero? >>

Rido al pensiero dei venti centimetri di altezza che ci distanziano. 
Ma decido di prenderla di poco sul serio e le afferro il dito per rimetterla al suo posto, pur con gentilezza.

<< E, sentiamo, cosa ci sarebbe di tanto umiliante? >>

<< Non ti riguarda! >> Ripete ancora.

<< Ricominci? Bene, allora. Non lo dirò a nessuno a patto che...tu mi dica perché hai questa fretta di crescere. >>

La vedo pietrificarsi, un po' imbarazzata, un po' infastidita, ma con un pizzico di qualcosa che sembrerebbe tristezza.

<< Ehi, tutto bene? >>

Non risponde e ancora fissa i suoi piedi insistentemente.

<< Akira, vieni qui! >>
La voce di Isako mi distrae. 
Torno a guardare la piccoletta che mi sta di fronte, ma anche lei come me ha volto il suo sguardo in direzione della coppietta. 
Il problema è il suo sguardo. 
Mi sembra troppo imbambolata. 
Troppo strana. 
Troppo...triste.

Aspetta un attimo.

<< N-non dirmi che tu... >>

Ancora una volta ho colpito nel segno, ma mi sento in colpa quando le vedo gonfiarsi le guance per camuffare gli occhi lucidi.

<< Ma lui- >>

<< ZITTA! >>

Sta per scoppiare. 
<< Per favore, non dirlo. >>

La osservo dall'alto e lei sembra non riuscire più a trattenersi. 
Si lascia andare e si rannicchia in sé stessa, quasi in posizione fetale.

<< A volte vorrei soltanto sparire. Crescere e cambiare, ma...non ci riesco. >>
Qualche singhiozzo soffocato mi suggerisce quanto stia provando a non piangere ed essere forte. 
Ma, prima o poi, crolliamo tutti. 
E quando si parla di questioni di cuore, beh, anche il più imbattibile dei colossi si sente fragile e indifeso.

<< Non so quanto possa servire, ma sei forte piccoletta. >>

<< Mmh? >>
Mugugna risollevando la testa e, solo allora, le sfodero un sorriso.

<< Spesso le lacrime finiscono per fluire in forza. Sta a guardare. >>

E, guidata da un forte spirito di volontà, assumo una posa di attacco, caricando tutto il potere alle gambe. 
Parto alla carica e salto. 
Urlo e torno a toccare terra, finché al solo contatto questa si crepa sotto di me. 
Evito di caderci dentro aiutandomi con un'acrobazia improvvisata. 
Adesso tutti gli sguardi sono posati su di me, incluso quello dell'insegnante e incluso quello della ragazzina dai buffi codini, che adesso ha interrotto il pianto per abbandonarsi a uno sguardo meravigliato.

<< Vedi? Basta volerlo. Sono sicura che tu puoi fare di meglio. Che ne dici di provare insieme? >>

Le porgo una mano e lei mi guarda dalla sua posizione come sorpresa. 
Poi si alza di scatto e passa la manica dell'uniforme sul viso.

<< Si! >>
E, finalmente, i suoi occhi tornano vivaci. 

CHUICHI'S  P.O.V.

Non sarebbe male l'idea di un attacco combinato. 
Ma a chi potrei pensare?

Quell'idiota di Eichiro ha ancora una mano fasciata da ieri sera. 
Isako e Akira hanno degli Alph interessanti, ma faranno coppia tra loro, non mi va di disturbare. 
Anche Watanabe è una forte, ma ha appena deciso di affiancarsi alla piccola combina guai. 
Per il vicepresidente non se ne parla. Ben che meno la biondina amica della sua sottospecie di gemella. 
Il mutaforma è in panchina e Sachiko, perdonami, ma non so che farmene della tua invisibilità.

Potrei chiedere a lei...

E la vedo di spalle intenta ad usare Akiko come sacco da boxe, che para i suoi colpi con le mani dimostrando ottimi riflessi. 
Però, niente male! 
Anche se ancora non mi è chiaro perché l'albina non utilizzi il suo Alph, torno a concentrarmi sulla chioma blu di mia conoscenza. 
Stare a contatto con il suo elemento non mi rende esattamente più forte ma, pensandoci, l'acqua è un ottimo conduttore, potrebbe uscirne fuori qualcosa di buono.

<< Ehi, ragazzina. >>

Si volta di scatto ed io mi blocco un attimo ad osservarla. 
Aaah, dovrei smetterla!

Congeda la ragazza dagli occhi rosa e mi concede la sua attenzione, cominciando però ad osservarmi insistentemente.

<< Che - che ti prende? >>
Le chiedo cominciando ad agitarmi.

<< Oggi hai qualcosa di diverso. Mmh. >>

Stringe gli occhi in due fessure e mi scruta avvicinandosi ancora al mio volto. Troppo.

<< E-ehi. Che fai? >>

<< Ma si, certo! Hai legato davvero i cappelli! >>

Torna composta con un enorme sorriso ed io mi tranquillizzo, tornando a respirare normalmente. 
Lei ancora ride. 
Io ancora la guardo. 
Perché sento come un martellarmi nel petto? 
Merda.

<< Per oggi potete andare, ragazzi. >>

Bene, ho proprio bisogno di una doccia fredda.

***

<< Eccoti un cambio pulito. Muoviti, idiota. Ti aspetto all'ingresso. >>

<< Anche tu mi sei mancato oggi. >>

Lascio il mio migliore amico chiudendo ancora la porta dell'infermeria. 
Quella stanza ha un effetto soporifero, ma piano piano sto cominciando ad odiarla. 
Pensandoci, è così spoglia, così bianca e monotona. 
E poi, che tristezza quel silenzio! 
Non che qui sia meglio.

Giro ancora per i corridoi. 
Devo solo ingannare un po' il tempo. 
Passo davanti alla porta della biblioteca ed istintivamente entro. 
No, lei non c'è. 
Chissà perché sono entrato.

<< Ehi, Maekawa. Se stai cercando Eri, mi sembra di averla vista nella vostra classe. >>
È Himiko-senpai a parlare. 
Ma da dove è sbucata?

<< No, io... Non la stavo cercando. >>
La mia risposta però non arriva a nessuno, perché la ragazza si è già dileguata.

Senza pensarci troppo, forse solo per curiosità, mi dirigo proprio verso l'aula che riporta la targhetta "2A".
Indugio un po'. 
In fondo non ha senso che io sia qui. 
In fondo c'è solo lei. 
Qui. 
Che dorme sul banco.

<< Ragazzina imbranata. >>
E me la rido, avvicinandomi ancora.

Mi trovo quindi a prendere posto proprio davanti al suo, sedendomi alla rovescia con le braccia sullo schienale, solo per avere la possibilità di guardarla ancora. 
Sorrido di nuovo e mi sento un imbecille, ancora di più quando d'istinto le sposto una ciocca di capelli per liberarle il volto. 
Ma la mano si sofferma un po' troppo.

<< Ehi, ragazzina. >>

E le parole escono da sole.

<< Credo che tu mi piaccia. >>

   
 
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