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Autore: Andrea Micky    01/03/2020    0 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/Supernoobs]
Ecco una storia con protagonisti i 4 amici nerd che difendo la Terra dai virus spaziali.
SUPERNOOBS and relative characters are copyright of DHX
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un grandissimo scocciatore
by Andrea Micky

Era un tranquillo sabato mattina a Cornbury e come di consueto, Tyler, Shope, Kevin e Roach si stavano recando da Mem e Zen per il loro consueto addestramento.
Ma proprio quando i quattro amici raggiunsero la casa dei loro mentori extraterrestri, nell'aria risuonò uno strano gracchiare animalesco.
“Che succede? Siamo sotto l'attacco di un virus?” chiese allarmato Kevin.
“No. É quel pappagallo a fare tutto questo rumore” spiegò Shope, indicando un pappagallo verde, appollaiato sopra un trespolo, piazzato nel giardino di una casa adiacente.
“Certo che ne fa di rumore quell'uccello” disse Tyler, mentre entrava in casa.
“Altroché” confermò Roach, infilandosi due gomme da masticare nelle orecchie.
 
Una volta entrati in casa, i quattro amici s'imbatterono subito in Mem e Zen, che davano loro le spalle.
“Ehi ragazzi, avete sentito gli strilli di quel pappagallo?” domandò loro Roach.
A quel punto, i 2 alieni si voltarono, rivelando le profonde occhiaie sui loro volti e le numerose vene rosse nei loro occhi. “Mi sa di si” bisbigliò il ragazzino, resosi conto della sua gaffe.
“Odio quel pappagallo. Non ha fatto altro che strillare per tutta la notte” sbraitò Zen.
“Ma scusate, perché non avete isolato acusticamente la vostra casa?” domandò sorpreso Kevin.
“Ci abbiamo provato” rispose tristemente Mem, indicando alcuni vetri crepati che giacevano sul tavolo della cucina.

In quel momento, il pappagallo si mise a cantare con voce stridula una canzone e Zen, attivando una delle armi del suo bracciale, dichiarò furioso “Io lo disintegro quel pennuto”.
Ma Shope lo bloccò afferrandogli un braccio, mentre gli diceva “No, Zen. Sulla Terra non si risolvono così i problemi”.
“Hai ragione, Shope. Starò calmo” promise Zen...prima di afferrare un vaso e tirarlo verso il pappagallo, che fuggì gracchiando in casa del suo padrone.
“Oh-oh” disse Tyler, prevedendo dei guai.
Infatti, pochi secondi dopo, il padrone del pappagallo (un culturista grosso come un gorilla, sulla cui tuta grigia c'era scritto SPIKE in lettere rosso sangue) uscì di casa, per poi bussare infuriato alla porta di casa dei suoi vicini.

Dopo aver assunto le sue fittizie sembianze umane, Mem aprì la porta di case e chiese al suo vicino “Cosa posso fare per lei?”.
“Chi di voi due ha tirato un vaso al mio Cocorito?” domandò il culturista.
Dalla cucina, Zen (anche lui con sembianze umane) sbraitò “Sono stato io, perché quel dannato pennuto mi ha rotto i timpani”.
“Ah, allora é stato lei, dunque” esclamò il vicino, mentre tentava di entrare in casa.
Fortunatamente, Mem riuscì a bloccarlo, mentre i quattro ragazzi facevano altrettanto con Zen, già pronto a battersi.
“Se tocchi ancora il mio pappagallo, ti rompo la testa” minacciò il culturista.
“Se il tuo pappagallo mi infastidisce di nuovo, lo cucino al forno” ribatté Zen.
Indispettito, il vicino di casa se ne andò e subito dopo, il pappagallo si rimise a cantare più forte di prima.
Zen era già pronto a mettere in atto la sua minaccia, ma Tyler e gli altri lo fecero sedere sul divano, accarezzandogli gentilmente le mani.
“Coraggio, amico. Prendi questa” disse Roach, mettendo in bocca all'alieno una delle sue gomme da masticare.
“Guarda almeno il lato positivo: le cose non possono andare peggio di così” lo incoraggiò Kevin, notando che i tentativi di calmare Zen non sortivano alcun effetto. 

Dopo aver finito la canzone, Cocorito fece una piccola pausa ed il suo padrone si mise ad accarezzarlo dolcemente; e notando che la vaschetta del cibo era quasi vuota, gli disse “Stai buono, mentre vado a prenderti degli altri semi da sgranocchiare”.
“Squack!” rispose deliziato il volatile.
Ma non appena l'uomo entrò in casa, nel cielo sfreccio un meteorite, da cui si staccò una piccola sfera irta di punte, che cadde nella vaschetta dei semi proprio quando il pappagallo si apprestava a mangiare gli ultimi rimasugli.
E senza rendersi conto di nulla, Cocorito inghiottì il virus, che innescò subito la mutazione.

“Adesso va meglio” dichiarò Zen, alzandosi dal divano.
“Ne sei sicuro?” gli chiese Roach.
“Assolutamente. Niente potrebbe farmi arrabbiare, in questo momento” assicurò l'alieno.
“Squack!” disse un vocione cavernoso che proveniva da fuori.
“Eh, no! Questo é troppo” sbraitò Zen, subito prima di correre fuori casa, con l'arma carica.
Immediatamente, Mem e gli altri lo seguirono, ritrovandosi davanti a Cocorito, infettato dal virus.

A causa dell'infezione, il pappagallo era diventato grande il doppio della casa del suo padrone, gli artigli delle sue zampe si erano allungati a dismisura e i suoi occhi erano rossi come il fuoco.
“Squack!” ripeté il volatile con fare minaccioso.
“Mi sa che abbiamo un piccolo problema” gemette Shope.
“Effettivamente le cose sono peggiorate” ammise Kevin.
“Non per me” disse Zen, mentre si apprestava a far fuoco.
In quella, il culturista tornò in giardino e vedendo il suo amato pappagallo in quelle condizioni esclamò “Mi sa che ho sbagliato a fargli assaggiare le mie vitamine”.
Con un colpo delle piume della coda, Cocorito mise KO il suo padrone e con una raffica sonica (ovvero uno dei suoi urli), spazzò via Zen e gli altri, per poi volarsene via.
“Il pappagallo infettato sta scappando” avvertì Mem.
“Ragazzi, mano alle sfere da battaglia” ordinò Tyler, sfoderando la sua sfera azzurra.
Gli altri fecero come era stato detto loro e subito vennero rivestiti delle loro armature.
“Andiamo a fermare quel pappagallo” disse Tyler con fare deciso.

Usando il teletrasporto di Tyler, il quartetto raggiunse Cocorito proprio quando questi atterrava nel centro di Cornbury.
“Ok, ragazzi. Adesso tocca a noi” disse Tyler, dando il segnale d'attacco.
“Ci penso io. Quel pennuto non potrà fare nulla contro una feroce pantera” dichiarò Kevin, che usando il potere della sua sfera, si trasformò invece in un candido coniglietto.
“Oh, ma dai” brontolò il ragazzino, prima di essere respinto con un colpo d'unghia del pappagallo.
“Lasciate fare a me” disse allora Roach, che usando la sua super forza si lanciò verso Cocorito.
Ma questi, sbattendo le ali, generò una fortissima raffica di vento, che respinse il ragazzino, per poi volarsene via.
“Non possiamo permettergli di scappare” disse Shope, usando i suoi poteri per generare dei fulmini, con cui colpire il nemico.
Ma muovendosi con grande agilità, Cocorito scansò tutti i fulmini, per poi virare verso Tyler e Shope, colpendoli poi con una potentissima raffica sonica.
“Quel pappagallo é troppo forte per noi” ammise Tyler.
“Abbiamo bisogno di aiuto” concordò Shope.
E per una straordinaria coincidenza, in cielo apparve la Galacticus, pilotata da Mem e Zen.
“Bersaglio agganciato” avvertì il computer di bordo.
“Perfetto” disse soddisfatto Zen, prima di sparare i missili contro Cocorito.
Ma questi, con un'abile manovra aerea, non solo schivò i missili, ma riuscì anche a portarsi dietro l'astronave, per poi colpirla con una delle sue micidiali raffiche soniche.
Gravemente danneggiata, la Galacticus cominciò a perdere quota e Cocorito ne approfittò per ghermirla con i suoi artigli, per poi prenderla a colpi di becco.
Ma attivando un campo di forza protettivo, Mem e Zen riuscirono a liberarsi del nemico, per poi atterrare nel parco cittadino, sempre tampinati dal gigantesco volatile.
Ma proprio quando Cocorito stava per attaccare nuovamente l'astronave, Roach combinò la sua super forza con la sua capacità di volo e riuscì a colpire in pieno viso l'uccello, mentre Shope lo attaccò coi suoi fulmini.
Anche Tyler e Kevin contrattaccarono, mutando le loro sfere nelle armi laser, riuscendo così a mettere in seria difficoltà il volatile.
Ma lanciando una nuova raffica sonica, Cocorito scagliò lontano i suoi avversari, riportandosi in vantaggio.

“Accidenti che botta” si lamentò Kevin.
“Dobbiamo trovare un modo per impedire a Cocorito di usare le sue raffiche soniche” rifletté Shope. 
“É il momento di una gomma” disse Roach, mentre scartava una delle sue gomme da masticare.
“Ti sembra questo il momento?” domandò indispettito Tyler.
“Mi aiuta rilassarmi” spiegò Roach masticando.
E osservandolo, Shope disse “Mi é venuta un'idea. Tyler, teletrasportaci subito alla fabbriche di gomme da masticare di Cornbury”.
“D'accordo, Shope. Ma non capisco il perché” disse Tyler.
“Lo capirai” assicurò la ragazza.

Dopo il combattimento, a Cocorito era venuta fame, così si mise a sgranocchiare le sementi che si trovavano a bordo di un camion, parcheggiato vicino al luogo dello scontro.
A bordo della Galatticus invece, Mem e Zen stavano osservando impotenti la scena.
“Ma dove si sono cacciati i novellini” chiese Zen.
“Poco fa li ho visti che si teletrasportavano altrove” rispose Mem.
“Ok. Allora allontaniamoci anche noi, in attesa della loro prossima mossa” decise l'extraterrestre azzurro.
Cercando di fare meno rumore possibile, i 2 alieni fecero decollare l'astronave, ma Cocorito se ne accorse e si apprestò ad attaccarli nuovamente.
“Accidenti, si é accorto delle nostre manovre” disse Mem.
“Ma dove diamine sono finiti i novellini?” chiese infuriato Zen.
E in risposta a quella domanda, Cocorito venne colpito alle spalle da Roach, che si mise a svolazzargli intorno insieme a Kevin, che era diventato un falco.
“Vediamo se riesci a prenderci, uccellaccio troppo cresciuto” lo sfidò Roach.
“Scommetto che non ce la fai” rincarò Kevin.
Infuriato, il pappagallo si lanciò all'inseguimento dei due ragazzi, senza  accorgersi di Tyler e Shope, pronti ad intervenire.
 
Infatti, una volta teletrasportatisi nella fabbrica di gomme da masticare, i quattro amici avevano preso un blocco di gomma della stessa forma e dimensione di un materasso e lo avevano portato nel parco, dove lo avevano appallottolato, trasformandolo in un gigantesco proiettile.
Così, quando Cocorito tentò di colpire Kevin e Roach con una delle sue raffiche soniche, Tyler si teletrasportò davanti al suo becco e Shope, generando un fortissimo colpo di vento, lanciò la gomma in bocca al pappagallo, che non fu più in grado di gracchiare.
Privo della sua arma principale, Cocorito tentò la fuga ma la Galatticus gli sparò una raffica di missili che andò a segno, indebolendolo considerevolmente.
A quel punto, ai supernoobs non restò altro da fare che mutare le loro sfere nelle armi laser e sparare un colpo concentrato verso il pappagallo gigante, che venne finalmente abbattuto.
A quel punto, Tyler sfoderò l'estrattore, con cui tolse il virus dal corpo di Cocorito, che ritornò normale.

Dopo aver occultato la Galacticus rendendola invisibile, Mem e Zen raggiunsero i loro quattro protetti.
“Ce l'avete fatta ancora una volta” si congratulò Mem.
“Già. E adesso occupiamoci di questo sgorbio una volta per tutte” disse Zen, avvicinandosi minacciosamente allo svenuto Cocorito.
“Tu non farai niente” lo ammonì Tyler.
“Anche se non lo sopporti, lo renderai al suo padrone” stabilì Shope.
“Che guarda caso, sta arrivando” avvertì Kevin, indicando l'entrata del parco.

“Cocorito. Cocorito, dove sei?” chiese preoccupato il culturista.
“É qui. L'ho trovato io” disse Zen con sembianze umane, andando incontro al suo vicino.
“Oh, grazie infinite. Ammetto di averla giudicata male” disse l'uomo prendendo il pappagallo, che udendo la voce del padrone si svegliò, per poi mettersi a cantare con la sua voce stridula.
“Bravo Cocorito. Canta qualcosa per il signore” lo incoraggiò sorridendo il culturista.
“Non é il caso” disse Zen con un sorriso forzato.
“Io e Cocorito insistiamo” disse l'uomo, mentre il pappagallo alzava il volume della sua voce.
Allora Zen si guardò intorno e dopo essersi accertato che non ci fossero testimoni in giro, colpì padrone e pappagallo con il suo raggio congelante, intrappolandoli in un blocco di ghiaccio.
“Almeno non li hai disintegrati” sospirò Mem.
“Per oggi ne ho avuto abbastanza di quel pappagallo” dichiarò risoluto Zen.
“Anche noi” dissero all'unisono i quattro amici terrestri.

FINE

   
 
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