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Autore: Andrea Micky    01/03/2020    0 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/Supernoobs]
Dato che nella serie originale Shope non é mai stata coinvolta in una trama romantica, ho realizzato questa storia.
SUPERNOOBS and relative characters are copyright of DHX
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amore virale
by Andrea Micky

Come di consueto, all’inizio della pausa pranzo, la sala mensa della scuola media di Cornbury si riempì di studenti affamati.
Tyler, Shope, Kevin e Roach si erano già accomodati al loro solito tavolo, quando Amy Anderson e le sue amiche ci passarono vicino.
In preda al panico, Tyler si nascose sotto il tavolo, così che Amy non potesse vederlo.
“Eddai, Tyler. É mai possibile che tu debba fare ogni volta questa scenata?” gli domandò Shope.
“Non posso farci niente” rispose Tyler, rimanendo nascosto.
“Com’é possibile che un ragazzo maturo come te si riduca in questo stato?” continuò Shope.
“Tutto è possibile, quando c’é di mezzo l’amore” dichiarò Tyler.
“Ma tu non puoi saperlo, perché non ti sei mai innamorata” si lasciò sfuggire Roach.
“Ci piacerebbe proprio vedere cosa faresti TU, se ti innamorassi di qualcuno” rincarò Kevin.
“Quando succederà, vi posso assicurare che io non mi ridurrò così” garantì Shope, con l’aria di chi la sa lunga.

Quando ritornò a casa, Shope notò che c’era un’auto parcheggiata davanti al suo giardino e pensò “Sarà sicuramente di un collega della mamma, venuto a farle visita”.
E infatti, quando rincasò, Shope vide sua madre intenta a parlare con un signore in giacca e cravatta, dall’aspetto distinto.
Notandola, la madre le disse “Oh, ciao Jennifer. Questo é il Signor Simmons ed é venuto con suo figlio Simon”.
“Piacere di conoscerti, Jennifer. Mio figlio é andato un attimo in bagno, ma arriverà subito” assicurò il visitatore.
Prevedendo che Simon fosse il classico brufoloso con gli occhiali, Shope tentò di svincolare via, giustificandosi “Mi piacerebbe molto conoscerlo, ma ho un sacco di compiti da fare”.
“Non sia mai che una ragazza debba essere distratta dai suoi doveri a causa mia” intervenne una voce alle sue spalle.
Colta di sorpresa, Shope si voltò...trovandosi faccia a faccia con un suo coetaneo piuttosto avvenente, con un piccolo ciuffo di capelli neri sulla fronte.
“P...piacere di c...c...conoscerti, S...Simon. Io mi c...chiamo Je...Jennifer, ma gli am...amici mi c...chiamano S...S..Shope” balbetto la ragazza, arrossendo visibilmente.
“Lieto di conoscerti, Jennifer” replicò il ragazzo.
”Adesso dobbiamo andare, ma visto che sabato siamo entrambi invitati ad una cena di lavoro, i nostri ragazzi potrebbero farsi compagnia a vicenda” propose il signor Simmons alla collega.
“Ottima idea. Ti andrebbe di venire con me al minigolf, Jennifer?” chiese gentilmente Simon.
“Si!” rispose senza esitazione Shope.

Alla successiva sessione di addestramento, a bordo della Galacticus, Shope raccontò dell’appuntamento ai suoi amici.
“Quindi, hai accettato il suo invito?” domandò Tyler.
“Si. Io e Simon passeremo una magnifica serata insieme” progettò Shope, al settimo cielo.
“Non sono convinto di quel tipo” obbiettò Kevin.
“Già. I maschi pensano solo a una cosa” rincarò Roach.
“E a che cosa?” chiese indispettita Shope.
“Non lo so, ma mia madre dice sempre così quando guarda i talk show” spiegò Roach.
“Comunque, non avrai nulla di cui preoccuparti, perché noi saremo i tuoi angeli custodi” assicurò Kevin.
“No! -obbiettò Shope- Voi non farete un bel niente. Questa sarà una serata speciale per me e non voglio che voi roviniate tutto”. “Ma Shope...” tentò Kevin.
“E se per caso v’intrometterete nella mia vita sentimentale, ve ne farò pentire amaramente” promise la ragazza, generando un potente tornado, che scagliò violentemente i suoi amici contro il muro.
“Sei stata chiarissima” assicurò Tyler, stordito dalla botta.
“Wow, quello é stato il tuo colpo migliore” si complimentò Mem.

Sabato sera, Shope indossò il maglione nuovo che si era appena comprata, si mise il suo miglior cerchietto per capelli e si diede persino del profumo, per poter apparire al suo meglio.
Quando il campanello di casa suonò, la ragazza scese le scale nel modo più signorile che poteva, sorprendendo piacevolmente il suo accompagnatore.
“Ciao, Jennifer. Sei raggiante, stasera” la salutò Simon.
“Grazie, Simon. E tu, sei un vero gentiluomo a notarlo” replicò la ragazza.
“Allora, adesso io e la signora Shope vi accompagniamo al minigolf con la mia macchina e poi, andremo alla cena di lavoro” spiegò il Signor Simmons.
“Credo che spetti alle signore decidere, papà” notò Simon.
“Per me va benissimo” assicurò Shope, sorridendo.
“Anche per me” concordò la madre.
E così, poco dopo, la macchina del Signor Simmons partì in direzione del minigolf, lasciandosi dietro la casa della famiglia Shope.
Ma mentre la vettura partiva, da dietro un bidone, sbucarono fuori Tyler, Kevin e Roach.
“Mi spiegate perché seguiamo Shope, anche se lei ci ha detto di non farlo?” domandò Roach.
“Kevin perché é fatto così, tu per offrirgli supporto morale ed io per assicurarmi che voi 2 non combinate guai” spiegò Tyler.
“Afferrato” rispose Roach, facendo ok con le dita.

Una volta arrivati a destinazione, Simon e Shope si recarono al bar del minigolf e si accomodarono ad un tavolo per cenare, ignari che ogni loro movimento fosse seguito dagli amici della ragazza.
“Guardate quante arie si da quel galetto” borbottò Kevin.
“A me sembra un ragazzo a posto” obbiettò Tyler.
“Perché non li lasciate in pace, invece?” domandò infastidito Zem/Rob, seduto insieme a Mem/Bob allo stesso tavolo dei ragazzi.
“Hey, se il nostro piano non vi va a genio, potevate fare a meno di venire” gli fece notare Roach.
“Veramente siamo venuti qui solo per gustare la torta speciale di stasera” rispose Mem/Bob, senza smettere di mangiare.
“E ci siamo incontrati per puro caso” aggiunse Zen/Rob, facendo altrettanto.
In quella, una cameriera servì al tavolo di Simon e Shope 2 sandwiches, bloccando la visuale ai ragazzi.
“Non si vede più niente” brontolò Roach.
“Vado più vicino” decise Kevin, nascondendosi sotto il tavolo, dove si trasformò in una zanzara.

Fra un boccone e l’altro, Simon propose “Dopo cena, ti andrebbe di fare un paio di tiri?”.
“Certamente. Dopotutto, siamo in un minigolf” notò Shope.
In quella, Kevin-zanzara cominciò a ronzare vicino alla testa di Simon, infastidendolo notevolmente.
“Scusami un attimo, Jennifer” disse Simon, alzandosi per andare in bagno.
Riconoscendo il suo amico, Shope bisbiglio “Kevin, che ci fai qui?”.
“Io e gli altri siamo venuti qui per intervenire nel caso in cui ti servisse aiuto” rispose l’insetto.
“Vi avevo detto di non farlo” gli ricordò Shope, infastidita.
“Ma Shope, potresti avere bisogno di noi” insisté Kevin.
“Fila via, Kevin” ordinò risoluta Shope, allontanando l’insetto con una ditata.
“Perché parli con quella zanzara?” le chiese Simon, tornato all’improvviso.
“Oh, si tratta di un esperimento -si giustificò Shope- Sono convinta che, impartendo ordini agli insetti con la dovuta severità, essi obbediscano”
“Interessante. Ma non capisco perché hai chiamato quella zanzara Kevin” insisté Simon.
“Perché mi ricorda un mio amico altrettanto fastidioso” spiegò cupamente Shope.
“Capisco e concordo” ammise Simon, annuendo con fare serio.

Poco dopo, Shope e il suo accompagnatore erano impegnati a superare le difficili 18 buche del minigolf di Cornbury.
Quando venne il momento della buca nel laghetto artificiale, Simon rimase impressionato dall’animatrone posizionato in acqua.
“Certo che quel coccodrillo meccanico é incredibilmente realistico” ammise il ragazzo.
“Già, veramente realistico” concordò Shope, notando che il coccodrillo le faceva l’occhiolino.
Simon colpì la sua pallina con la mazza, ma il coccodrillo aprì la bocca intercettandola, col risultato di farla cadere in acqua.
Quando invece toccò a Shope, il coccodrillo lasciò passare la palla, permettendole di raggiungere la buca con un solo colpo.
Dopo che Simon ebbe tirato nuovamente, senza farsi notare, Shope caricò di elettricità la sua mazza e la immerse nell’acqua, col risultato di fulminare Kevin, lasciandolo a pancia all’aria.
“Santo cielo, potevo restare fulminato” notò Simon.
“Già. Spero che gli addetti alla manutenzione portino via questo robot difettoso al più presto” disse Shope, con un tono decisamente allusivo.
Capendo l’antifona, Tyler e Roach attesero che i 2 giocatori si allontanassero, per andare a recuperare il loro amico.

Quando Kevin si riprese, domandò “Che é successo?”.
“Shope ti ha dato la scossa e ci fatto capire che non ci vuole più fra i piedi” gli rispose Roach.
“Si, é meglio lasciar perdere questa storia -intervenne Tyler- Shope sa badare a se stessa e se la tormentiamo in questo modo, potremmo anche perdere la sua amicizia”.
“E va bene” accettò a malincuore Kevin.
“Visto che siamo già qui, andiamo a prenderci un gelato al bar” propose Roach.

Nel frattempo, Shope e Simon avevano continuato a giocare, ma necessitarono di fare una piccola pausa.
“Vado a prendere qualcosa da bere. Tu aspettami qui” disse lui.
“D’accordo e fai pure con calma” replicò lei.
E mentre il ragazzo si allontanava, Shope pensò “Questa serata sta andando benissimo e niente potrà rovinarla. Neanche se cadesse la luna dal cielo”.
Per uno strano scherzo del destino, qualcosa effettivamente cadde verso la Terra; e quel qualcosa era un virus, che andò a finire in uno dei bicchieri presi da Simon.
Così, dopo essersi ricongiunto a Shope e aver bevuto dal proprio bicchiere, Simon cominciò a tremare incontrollabilmente e ad emettere degli strani versi.
“Simon, stai bene?” gli chiese preoccupata Shope.
“Roarr!” ruggì Simon, mentre diventava un gigantesco mostro umanoide arancione, con la schiena irta di spine ed una mazza da golf saldata alla mano destra.
“Immagino che il tuo sia un no” ironizzò la ragazza.

Tyler, Kevin e Roach stavano gustando il loro gelato, quando notarono un fuggi fuggi generale; e quando il ruggito di Simon risuonò nell’aria, capirono di dover passare all’azione.
“Dobbiamo trasformarci in un luogo appartato” ricordò Tyler. “Proviamo lì” propose Roach, indicando la toilette maschile.
“É umiliante, ma non abbiamo scelta” riconobbe Kevin.
Senza esitare, i 3 ragazzi corsero in bagno nello stesso momento...e subito dopo, il loro verso di disgusto, causato dalla scarsa pulizia del posto, echeggiò per tutto il minigolf.

Rob e Bob stavano ancora gustando l’ennesima porzione di torta speciale, quando notarono il fuggi fuggi generale.
“Deve esserci un virus nei dintorni” ipotizzò Bob.
“Allora, andiamo a combatterlo” decise Rob, alzandosi in piedi.
Ma in quella, passò di lì un cameriere, che domandò “I signori gradiscono dell’altra torta speciale?”.
“Certamente” rispose Rob, sedendosi.
“Magari, per adesso, lasciamo fare ai novellini” rifletté Bob.

Nel frattempo, dopo essersi accertata di non essere vista da nessuno, Shope aveva indossato la sua tuta da Supernoob e tentava di fermare il suo ex accompagnatore.
Ad un certo punto, Simon  aprì la sua mano sinistra e sparò delle palle infuocate verso la ragazza, che le schivò abilmente, finendo però in un cespuglio.
“E dire che la serata stava andando così bene” brontolò lei.
In quella, grazie al potere di teletrasporto della sfera blu, Tyler, Kevin e Roach comparvero al suo fianco.
“Ragazzi, che bello vedervi...adesso” precisò Shope.
“Abbiamo sbagliato a seguirti durante il tuo appuntamento, ma ora siamo qui per rimediare” ammise Tyler.
“Forza, ragazzi. Diamo una lezione a quel golfista da strapazzo” incitò Kevin, diventando una pantera, per poi lanciarsi su Simon.
Ma con la sua mazza da golf, Simon intercettò Kevin a mezz’aria e lo colpì, spedendolo lontano.
“Adesso tocca a me disse Roach, chiudendosi a palla, per poi lanciarsi addosso a Simon, che però colpì anche lui, spedendolo più lontano di Kevin.
Osservando bene la mazza da golf, Shope ebbe un’idea e dopo aver generato un nuvole temporalesco, la ragazza colpì l’attrezzo con un fulmine, aumentando così la potenza della scossa elettrica.
Ma Simon, seppur barcollante, reagì, sparando una nuova raffica di palle infuocate verso Shope e solo il teletrasporto di Tyler le impedì di finire crivellata.

Tyler si materializzò insieme a Shope dietro una decorazione della buca 5, dove Kevin e Roach li raggiunsero.
“Grazie per il salvataggio, Tyler” disse Shope.
“Non c’é di che. Comunque, la tua é stata una buona idea” ammise Tyler.
“Se potessimo trovare un modo per potenziare i miei fulmini, batteremmo sicuramente Simon” rifletté Shope.
“Nei cartoni, per aumentare una scarica elettrica, di solito si bagna il personaggio da fulminare” rifletté Roach.
“Certo: possiamo usare il laghetto artificiale della prima buca” intuì Shope, schioccando le dita.
“Ma come facciamo ad attirare Simon là?” chiese Tyler.
“Ci penso io” disse Kevin, ridiventando una zanzara.

Simon si stava dirigendo verso l’uscita del minigolf, quando Kevin-zanzara cominciò a volargli intorno alla faccia.
“Hey, ti ricordi di me, grosso babbeo? Vieni a prendermi, se ci riesci” lo sfidò l’insetto.
In preda alla rabbia, Simon tentò di colpire la zanzara, che però riuscì sempre a sfuggirgli, grazie alle sue minuscole dimensioni.
Per aiutare il suo amico, Tyler attivò la sua arma laser e sparò alla schiena di Simon, attirandone l’attenzione.
Immediatamente, Simon si lanciò verso di lui, ma all’ultimo secondo, Tyler si teletrasportò alcuni metri più in là, ripetendo poi la procedura varie volte, col risultato di attirare Simon nel luogo stabilito per la trappola.
Ma quando Tyler si teletrasportò direttamente nel laghetto, Simon si fermò sul bordo, probabilmente perché memore del rischio di finire fulminato, corso poco prima.
Ma Kevin, mutato in un rinoceronte, caricò Simon alle spalle, col risultato di farlo cadere in acqua.
E quando l’infettato si rialzò in piedi, agitando minacciosamente la sua mazza da golf, Tyler si teletrasportò via, dopo aver urlato “Adesso, Shope!”.
Concentrandosi al massimo, la ragazza generò un nuovo nuvolone scuro, da cui scaturì un potentissimo fulmine, che investì Simon, mettendolo finalmente ko.
Usando poi l’estrattore, Tyler riportò Simon alla normalità e distrusse il virus.
“Grazie, ragazzi. Non ce l’avrei mai fatta senza di voi” ammise Shope.
“Non c’é di che” ripose Tyler.
“Adesso però, filate” ordinò la ragazza.
“Certo” si limitò a risponderle Tyler, teletrasportandosi via insieme a Kevin e Roach.

Per una strana casualità, i 3 ragazzi finirono proprio davanti al bar nel momento in cui Mem e Zen, pieni da scoppiare e coperti di glassa dalla testa ai piedi, ne uscivano.
“Ok, novellini. Noi siamo pronti a combattere” annunciò Mem.
“Dov’é il virus?” chiese Zen.
“Lo abbiamo già sistemato noi” disse Tyler.
“Che ne dite se, per festeggiare la vittoria, ci prendessimo un po’ di torta?” chiese Roach.
Udendo quelle parole, i 2 alieni ebbero un violento attacco di nausea  e corsero verso la toilette a tutta velocità.
“Io non ci andrei, se fossi in voi” li avvertì Kevin.
“Yeeech!” urlarono all’unisono i 2 alieni, una volta entrati nella loro destinazione.

Nel frattempo, Simon si svegliò e la prima cosa che vide fu il volto sorridente di Shope.
“Stai bene, Simon?” gli chiese gentilmente lei.
“Si, ma cosa mi é successo?” chiese lui.
“Sei svenuto e sei caduto nel lago del minigolf” rispose Shope, facendo mente locale su cosa dire e cosa no.
Simon allora abbassò lo sguardo sui sui vestiti e vedendoli sporchi di fango, diede i numeri.
“Oh, cielo. Come farò a pulirli?? Questi sono fra i migliori vestiti che ho...” si lamentò il ragazzo, agitandosi forsennatamente.
“Sono sicura che il prossimo appuntamento andrà meglio” lo interruppe Shope, sorpresa da quel cambiamento improvviso.
“Già. Ma dovrai aspettare un po’ di tempo, perché prima devo vedermi con Vanessa” le fece presente Simon.
“Vanessa? E chi è Vanessa?” domandò sorpresa Shope.
Schiarendosi la voce, Simon spiegò “Vedi, Jennifer...prima di iniziare una relazione amorosa seria, voglio vagliare tutte le possibilità che ho a mia disposizione”.
“Cioé, tu ti vedi con più ragazze nello stesso tempo” ringhiò Shope.
“Si, ma tu sei al numero 8 della mia classifica, se può consolarti” ammise Simon, parlando come se fosse nel mezzo di una trattativa d’affari.
Shope non replicò a quelle parole e dopo aver dato le spalle al ragazzo, si allontanò in silenzio.
“Questo tuo atteggiamento ti farà scendere di una posizione” la avvertì Simon.

Tyler, Kevin e Roach stavano per lasciare il minigolf, quando vennero raggiunti da Shope.
Notando l’espressione adirata della sua amica, Tyler le chiese “Shope, va tutto bene?”.
La ragazza non disse nulla, ma schioccò le dita, generando un fulmine, che si abbatté proprio nel punto in cui si trovava Simon, il cui urlo di dolore echeggiò per tutta Cornbury.
“Ora si” si limitò a rispondere la ragazza, allontanandosi in silenzio.
Capendo cos’era accaduto, Kevin ebbe la tentazione di dire “Io l’avevo detto”, ma preferì lasciar perdere, per non finire nuovamente folgorato dalla sua amica.

FINE

   
 
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