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Autore: laurakovac    01/03/2020    5 recensioni
Nella sede della società dell'Amburgo è stata allestita una festa di Carnevale. Elisabeth è una delle organizzatrici. Coinvolgerà suo marito Benji e anche le loro bambine. Cosa succederà? Ve lo racconto in questa one-shot che narra alcuni momenti di vita dei nostri protagonisti.
Fanfic legata a "due anime e un pallone", la cui lettura però non è indispensabile.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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A villa Price regnava un gran fermento. Di lì a pochi giorni si sarebbe svolta una festa di carnevale indetta dalla società.
Elisabeth aveva accolto l’idea con entusiasmo. Si era prodigata per cercare costumi che andassero bene a tutti.
"Aliiii! Vieni qui" una delle gemelle era scesa di corsa dalla sedia, sfuggendo dalle grinfie della mamma e di Rose la governante.
Teneva stretta tra le mani una bacchetta che componeva il vestito da fata che stava indossando.
Miriam invece, volendo imitare Elisabeth , aveva scelto di vestirsi da gattina.
Pantaloni e maglione neri, gonna rosa e un cerchietto con due orecchie da gatto.
Di carattere era molto simile alla mamma e stava pazientemente provando i suoi abiti.
Alla festa era stato pure invitato Freddy, che in quel periodo stava soggiornando a villa Price.
"Nonno sono bella vero?" Miriam in piedi sulla sedia si stava ammirando allo specchio, continuando a girarsi e rigirarsi per osservarsi meglio.
Marshall le teneva la mano sospirando. Erano circa due ore che stavano provando i vestiti, e quell’agonia sembrava ancora non essere finita. 
Alicia girava attorno a Marshall muovendo la sua bacchetta.
“Vedi nonno? Adesso ti faccio una magia e tornerai giovane. I dolori alla schiena scompariranno."
Freddy sospirò "Speriamo tesoro, speriamo."
Elisabeth stava per perdere le staffe. 
Se Miriam le assomigliava, la sorella era invece un uragano, avendo la stessa pazienza del padre, cioè pari a zero.
"Adesso bastaaa!" urlò "togliti l’abito. Tu sei a posto!"
"Ma io voglio farmi vedere dal papà quando arriva!" piagnucolava.
Nemmeno il tempo di rispondere che dal piano terra si udì una voce
"Sono tornato amori mieiii" era Benji, appena rientrato dal ritiro con la squadra, che lo aveva tenuto lontano da casa per circa una settimana. 
Alicia corse di sotto.
Elisabeth non riuscì a fermarla. 
Freddy decise di approfittarne "Vado io a..."
"Non osare sai! Ora tocca a te provare gli abiti! La festa è domani e..." la ragazza lo fulminò con lo sguardo
"Ok ehm... Ok va bene..." sbuffò.
"Ti ho sentito! Vai a cambiarti dai!".
Nel frattempo al piano di sotto, Alicia vestita ancora da fata si lanciò tra le braccia del padre 
"Pappyyyyy!" 
Benji accolse la figlia tra le braccia, baciandola su una guancia.
"Che bella fatina che sei..." 
"Sto facendo la magia per curare la schiena del nonno!"
Nel nominarlo, Freddy comparve sulle scale davanti a Benji
"Senti...Devi dire qualcosa a tua moglie. É la terza prova che faccio! Sono esasperato"
"Prove di cosa?"
Marshall scuoteva la testa "Non dirmi che non sai nulla!"
"No veramente! Di cosa state parlando?"
"Papy la festa di domani!! Che la mamma e la zia Larissa hanno preparato con la società!"
"Festa? Quale festa?"
Ma in quel momento pure Miriam scese di corsa le scale per abbracciare il padre.
"Papààà guarda che bella gattina che sonoooo"
Dal piano superiore si sentivano le urla di Elisabeth disperata
"Tornate tutti indietro! Le prove non sono finiteee"
Con il centimetro attorno al collo, gli aghi e brandendo minacciosa una forbice si presentò davanti al marito.
"Eli ma..."
"Oh amore sei tornato per fortuna! Non ce la facevo più da sola!"
Benji osservò i famigliari stupito. Cosa stava succedendo?
Per fortuna sopraggiunse Rose a riportare un po’ di calma
"Bimbe è l'ora della merenda andiamo! Pure lei signor Marshall"
"Siiii la merenda.... Vieni nonno dai... Che poi ti facciamo i massaggi per la tua schiena" e tutti e quattro scomparvero in cucina.
Benii ed Eli rimasero da soli.
Si chinò a baciare la moglie "Mi puoi spiegare cosa sta succedendo? Le gemelle stanno parlando di una festa..."
"Si tratta della festa di carnevale indetta dalla società! Sarà domani pomeriggio... Con i figli e poi la sera.... Una cena per voi giocatori e noi mogli"
"Una festa? Non dirmi che..." forse il portiere stava iniziando a capire.
"Sì caro mio...Ci dobbiamo vestire! Ho già pensato a tutto e di sopra ti aspetta pure il tuo vestito!"
"M-MIO vestito? Io avevo capito che... Solo i bambini si vestivano!"
Elisabeth lo squadrò mettendosi una mano sui fianchi "Ovviamente mai una volta che tu capisca giusto!"
Benji sbuffò, si mise la sacca sulla spalla "Capisco ora tutti quei discorsi negli spogliatoi! Sugli abiti coordinati.... Pensa che Schuster e Max parlavano spesso per verificare di non indossare cose uguali!"
Elisabeth incrociò le braccia "E te non avevi ovviamente compreso!"
Stava dietro a lui, mentre Price saliva le scale per recarsi in camera.
Non lo aveva mollato un attimo.
"Guarda che so dove è la camera! Perché mi stai seguendo così? Non scappo!" 
"Voglio che provi il tuo vestito! Manchi solo tu!"
"Ehy ma... Io.... Vorrei farmi una doccia se permetti!"
"Chissà quante te ne sei fatte, dopo tutti gli allenamenti che avete fatto!"
"Ne ho bisogno!" cerco di giustificarsi
Elisabeth gli si avvicinò con fare accattivante.
Posò la lingua sulle sue labbra.
"Dopo potremmo.... Sai..." 
Benji chiuse gli occhi. La ragazza si accoccolò alla sua spalla, respirando profondamente, poi si staccò
"Hai indosso il tuo solito profumo! Quindi la doccia l’hai fatta al ritiro ammettilo!" sogghignava.
"Ti ho beccato! Ergo muoviti portiere! Andiamo a provare l’abito!" gli puntava il dito.
"Va bene! Va bene!" la seguí nella stanza accanto.
Elisabeth indossò gli occhiali da vista. Seria e concentrata, estrasse dall’armadio un abito scuro.
"Su togliti la tuta!"
Benji sapeva bene che quando la sua dolce metà indossava gli occhiali c'era poco da scherzare! Era seria e raccolta nei suoi pensieri. Non andava disturbata.
"Agli ordini capitano!" sorrise Benji, ma venne ancora fulminato da uno sguardo truce da parte della ragazza.
Rimase in boxer.
"Allora dai indossa questi pantaloni e questa maglietta"
Il portiere li osservò. Erano entrambi di colore nero.
"Ehy ma... Questa maglia ha i muscoli pettorali imbottiti io non ne ho bisogno" provò a lagnarsi.
"Senti... Ormai l’abito è stato pensato così, non ti lamentare. C'è anche questo mantello e la maschera"
Solo allora Benji capí che si stava per vestire da Batman.
"No! Elisabeth tu non crederai che io... No no no!"
La ragazza, che stava misurandogli i pantaloni per fare l’orlo, venne quasi travolta da Benji che si stava spostando, contrariato da quell'abito.
Elisabeth perse l’equilibrio e con uno spillo bucò la pelle del portiere.
"Ahyaaaaa" cacciò un urlo
"Ben ti sta, impari a muoverti!"
"Uff io però... Preferivo vestirmi da Bonnie e Clyde"
"Guarda portiere che il tema è libero solo per i bambini! Per noi adulti la società ha scelto supereroi e cattivi dei supereroi! Anzi! Sei fortunato che Joker era già stato scelto... Altrimenti ti vestivo da quello!"
Elisabeth alzò gli occhi, incrociò quelli profondi di suo marito.
"Io mi vestirò da Catwoman. Saremo bellissimi vedrai!" 
Si chiuse in un bacio, lento, desiderato e lo strinse a sé.
"So che ti chiedo tanto però.... Anche le bimbe sono felici e..."
"Io accetto di vestirmi... Però a patto che sarò poi io a svestirti. Non vedo l'ora di toglierti quegli abiti da Supergatta" le sussurrò.
Elisabeth sorrise "non vedo l'ora amore mio" lo prese per mano e scesero in cucina dalle loro bimbe e da Freddy.
Il mattino dopo si ritrovarono tutti a far colazione.
Elisabeth però era già in gran fermento.
Si era chiusa in camera con Larissa per definire gli ultimi dettagli della festa.
Quest’ultima era stata per lungo tempo il capitano della squadra femminile dell’Amburgo. Proprio su quel campo da calcio aveva conosciuto Elisabeth e si era innamorata di Karl, riuscendo persino a portarlo all’altare.
Da circa un anno, la coppia aveva avuto un bambino, Thomas, e le due amiche avevano assunto alcuni ruoli all'interno della società.
Una volta giunto a villa Price, il biondo attaccante ne aveva approfittato per allenarsi con Benji.
Il piccolo Schneider era stato affidato alle amorevoli cure delle gemelle e di Rose. 
Erano entrambi sul campo da calcio, costruito nel giardino dietro alla casa.
"Ehy capitano! Ti devi sfogare? Sono molto potenti i tuoi tiri stamattina!"
"Tu non mi sembri da meno Price! E credo che il motivo sia uguale al mio"
"La festa!" si dissero in coro.
"Le nostri mogli insieme! Sono... Sono..." Karl diede un forte calcio al pallone
"Pericolose!.... E in più vanno d’accordissimo! Hanno le stesse idee, si si trovano ad occhi chiusi!"
"Non per niente erano la coppia d'oro dell’Amburgo!"
"Già... Ma senti un po’ capitano tu da cosa ti devi vestire? Io da Batman!"
Karl lo guardò poi scoppiò a ridere all'immagine di Benji vestito da quel tipo di supereroe.
"Smettila subito!"
"Scusa ma in calzamaglia proprio... Non ti ci vedo!"
"Spiritoso! Non sarò come dici tu! Per fortuna il costume che ha pensato Elisabeth.... É molto bello e comodo! Ma non tergiversare! Voi da cosa vi vestirete?"
"Da Arrow e Black Canary"
"Eh... Brava Larissa! Alla fine per te sarà come aver un abito normale! Tranne che per la maschera e la freccia!"
"Sì per fortuna...."
"Karllll..."
"Benjiii"
Due imperiosi voci irruppero nel giardino. 
"Presto muovetevi! Tocca a voi fare le ultime prove!" asserì Larissa
"E lasciate stare quel benedetto pallone per un attimo!" concluse Elisabeth.
I due ragazzi si arresero alla volontà delle loro donne, evitando inutili lamentele e discussioni.
Sospirando salirono al piano superiore, nella camera dedicata a quella che ormai era diventata una vera e propria sartoria.
Sulla soglia della porta incrociarono Freddy disperato, che si stava cambiando.
Nel vederlo, Benji e Karl scoppiarono a ridere.
Marshall indossava un costume da Robin, con maschera e mantello.
Lanciò loro un occhiataccia ma le gemelle si gettarono tra le sue braccia.
"Nonno Nonno! Sei il super eroe più bello!"
"Anche più bello di papà!"
E a quelle parole si sciolse come neve al sole. Viveva per le sue nipotine, le adorava e anche se controvoglia, aveva deciso di partecipare alla festa per loro.
Nel primo pomeriggio, Elisabeth era riuscita a ritagliarsi un attimo tutto per sé.
Si era chiusa in camera e aveva estratto da  un angolo remoto della sua parte di armadio il vestito di Catwoman, che avrebbe indossato di lì a poche ore.
In realtà di quell’abito esistevano due versioni: una per la festa e una per il suo Benji, la sera.
Era da tanto che non passavano del tempo insieme in modo intimo. 
Freddy si sarebbe incaricato di portare a casa le bambine e quindi loro due avrebbero potuto intrattenersi e rientrare da soli.
I pantaloni neri in pelle aderenti, gli stivali e la maschera da gatta.
La maglietta era anch'essa nera, ma sotto nascondeva uno striminzito body che era sicura avrebbe fatto capitolare il suo uomo.
Nel pensarlo, ecco che comparve sulla porta! 
"Eli... Ascolta ma la gonna di Alicia..."
Elisabeth voleva fare una sorpresa al suo portiere e riuscì a indossare la maglietta, senza così scoprire le sue carte.
"Sì? Ho lasciato tutto sulla sedia" 
Benji restò affascinato nel vederla.
Quell’abito faceva trasudare tutta la sensualità della sua donna.
Con quella maschera con le orecchie da gatta poi! Ancora più bella.
"Tu... Tu... Vieni così?" 
"Perché?"
Era voltata di spalle, sapeva di averlo lasciato senza parole.
La mano del portiere si posò su una sua natica, messa in bella mostra dalle forme aderenti del vestito.
"Ehy portiere.... Giù le mani!"
Benji incrociò le braccia "non ti ho dato il permesso di..."
"Credi che sarò l'unica? Non hai visto Larissa o Maureen, vedrai che coppia con Hermann!"
"Mmm immagino... Però tu sarai sotto gli occhi di tutti e non mi va!"
Elisabeth si voltò completamente verso suo marito e ammagliandolo con i suoi due smeraldi gli disse
"Avrò anche gli occhi di tutti addosso, ma io ne ho solo per te"
Benji la strinse a sé, cingendole i fianchi.
Le sussurrò "Ti voglio così tanto"
"Mi avrai portiere mi avrai..." gli leccò il lobo dell’orecchio, facendolo capitolare. 
Benji la sovrastò, costringendola a farla stendere sul letto.
Assaporò le sue labbra, prima lentamente poi quel bacio si fece più intenso. 
Ma ad un tratto la porta si aprì 
"Papà Papà allora la mia gonna?"
Alicia era entrata di soppiatto in camera.
Benji nel sentire la bambina, riuscì velocemente a staccarsi da Eli, che si mise seduta sul letto, rossa in viso. 
"papà che stai facendo con la mamma?" 
La ragazza non era capace di parlare.
Price prese la parola "Ehm... La mamma è scivolata e stavo guardando se si era fatta male al ginocchio ma è tutto a posto... Su andiamo a finire di vestirci dai piccola"
Mentre parlava, teneva lo sguardo fisso su Elisabeth, che invece aveva gli occhi abbassati. 
Alicia prese il papà per mano "Sì papy andiamo, che poi tocca a te vestirti da Batman!".
Finalmente una volta tutti vestiti, si recarono alla sede della società. 
La sala dedicata alla festa pullulava di gente adulta e bambini, tutti mascherati.
Benji non vedeva l'ora di ritrovarsi con Karl, giusto per condividere l’imbarazzo e l’inquietudine che quel abito gli dava.
"Oh Benji! - sbottò Elisabeth una volta affidate le bambine all’animatrice incaricata di occuparsi di loro - potresti sorridere un po’ di più? Pure tu Freddy! Sembrate ad un funerale!"
"Due stupidi ci sentiamo!" risposero in coro i due uomini. 
"Gne gne gne! Siete peggio di due bambini" ma per fortuna, la ragazza vide entrare la sua amica Larissa e corse da lei, lasciando Marshall e Price nelle loro lagne.
Karl si avvicinò al compagno di squadra
"Entusiasta anche tu vedo!" 
"Non mi dire nulla! Più che Arrow assomiglio a Robin Hood"
"Vi lamentate voi! Ma guardate me! Questa calzamaglia mi mette prurito, eppure sopporto per il bene delle mie nipotine che mi volevano vestito così!" intervenne Freddy, grattandosi il ginocchio per l’ennesima volta. 
I due ragazzi annuirono.
"Su divertiamoci allora! Non siamo gli unici a indossare abiti assurdi!" 
"Come li hai chiamati tu?? Con tutta la fatica che ho fatto per prepararli! Sei un ingrato Price!"
Elisabeth era spuntata dal nulla dietro alle spalle di Benji.
"Schneider pure tu non sei da meno!" anche Larissa era furibonda. 
"Ok ok amore mio - cercò di giustificarsi il portiere - so quanto impegno ci hai messo.... Sei stata bravissima!" tentò di baciarla 
"Non ti basterà la lusinga sappilo!"
Pure Karl tentò di spiegare alla moglie "Noi... Siamo abituati ad indossare una divisa da calcio!"
"Non darmi futili spiegazioni Karl! Io ed Elisabeth ci abbiamo messo l'anima per preparare questa festa e questi abiti! Tutti sono felici, tranne voi due!" 
La discussione venne fortunatamente interrotta da altri giocatori che si erano uniti ai ragazzi.
Poco dopo si aggregò a loro anche Hermann, vestito da Superman.
"Ehy ecco il super uomo!" 
"Bel vestito Kaltz però manca qualcosa o meglio qualcuno - esordí un compagno - la tua fidanzata è vestita da donna invisibile? Non la vediamo!"
Il ragazzo non riuscì a controbattere, che alle sue spalle comparve una donna, poco più alta di lui, vestita da Wonderwoman. 
"Hermy sei qui! Buonasera ragazzi!"
Karl e Benji ben conoscevano Maureen, ma gli altri compagni di squadra no.
"Lei... Chi è?" 
La ragazza strinse forte la mano dell’amico di Herman, quasi stritolandola.
"Mi chiamo Maureen e sono la fidanzata di Hermy" 
Ad un tratto il gruppo venne interrotto dalla baby sitter che richiamava la loro attenzione.
I bambini si erano spostati nel campo da calcio. 
"Venite su genitori! I bambini vorrebbero fare qualche tiro con voi"
Benji e altri suoi compagni seguirono l animatrice.
Il portiere si tolse il mantello e disse 
"Bambini! Chi vuole provare a segnare al SGGK?" 
Qualche piccolo si mise in fila, palla tra i piedi.
"Anche io! Anche io voglio segnare al mio papà!" esordì Miriam.
"Amore di papà! Noi possiamo provare a casa! Lascia che i maschietti giochino con me"
Benji provò a spiegare alla figlia di lasciar spazio ai figli degli altri compagni di squadra, tanto le gemelle non avevano mai mostrato particolare interesse o volontà di seguire le orme dei genitori.
Miriam si allontanò.
Così Benji si mise in porta. 
Qualche ragazzino, che già giocava nelle squadre giovanili dell’Amburgo, provò a battere il portiere.
Nessuna sfida, solo tanto divertimento.
Tuttavia, a Miriam proprio non andava di essere stata messa da parte.
Rubò palla a un bimbo e fece partire un potente tiro, dritto verso il padre.
"Anche se femmina pure io posso giocare a calcio! - urlava - proprio come la mia mamma! Para questa papàaaa"
Il pallone finí dritto tra le braccia del padre.
Certo era un tiro acerbo, ma forte e potente, preciso! 
Miriam si avvicinò al padre squadrandolo.
Uguale alla madre, in tutto e per tutto! Ora non aveva più dubbi! Anzi una piccola differenza c'era: mentre Elisabeth aveva sfidato Benji ma all’età di vent'anni, ora la stessa scena si era ripetuta con la figlia, che però aveva solo sei anni!
Si chinò accarezzando il viso della bimba "Miriam ma... Chi... Ti ha insegnato? La mamma?"
"Ogni tanto ho tirato qualche calcio con lei... Sì..." 
"Sei stata bravissima"
"Però papà! Non farti strane idee! Io non voglio fare la calciatrice come te e la mamma! Io voglio diventare istruttrice di kick boxing come la zia Maureen" e detto questo corse a nascondersi tra le braccia della fidanzata di Kaltz, che aveva assistito alla scena. 
Price sorrise, ne avrebbe parlato con Elisabeth il giorno dopo.
Nel frattempo, la baby sitter decise di intrattenere i bambini con altri tipi di giochi.
Qualche ora dopo, Freddy si era incaricato di portare le gemelle a casa e da lì a poco sarebbe iniziata la cena che spettava ai soli adulti.
Larissa ed Elisabeth erano state le promotrici di quell'evento e Benji era davvero orgoglioso di sua moglie.
Si mise ad un angolo della sala, da solo e si mise ad osservarla.
Vari supereroi parlavano tra di loro. Era anche divertente assistere alla scena.
Capitan America parlava con Spiderman, Flash si intratteneva a discorrere con Iron man.
Elisabeth si muoveva leggiadra tra gli ospiti e sorrideva a tutti, prestando attenzione ad ognuno di loro.
Benji appoggiò le labbra al calice per bere ancora un sorso di champagne e i suoi occhi seguivano ogni suo movimento.
Era innamorato perso, e il suo amore era cresciuto e rafforzato nel corso degli anni.
"Sei pieno di cuoricini Price! Smettila o mi verrà il voltastomaco per tanta dolcezza che vedo in te"
Karl si era intromesso nei pensieri del portiere riportandolo alla realtà.
L’amico lo squadrò "Potrei dire la stessa cosa di te! Da quando stai con Larissa... E soprattutto dopo la nascita di Thomas, ti sei ancora più rincoglionito capitano! Sfottevi tanto me ma..."
Il biondo attaccante annuí "Le nostre donne ci hanno stravolto la vita, in tutti i sensi e ci hanno cambiato ma... Senza di loro saremmo persi!"
"Puoi ben vedere dirlo socio! Confermo tutto e guarda sono le regine della serata. Tutte le cercano e tutti sono felici di questa festa!" 
Gli battè una mano sulla spalla e insieme tornarono tra gli invitati per mettersi a tavola e iniziare la cena.
Verso mezzanotte, gli ultimi giocatori con le rispettive consorti lasciarono la sede.
Benji ed Elisabeth furono gli ultimi ad andarsene. 
Il portiere si mise alla guida della sua auto, ma prima di mettere in moto si girò verso la moglie, baciandola all’improvviso.
"É stato tutto così perfetto e magnifico Eli! Tu e Larissa siete state bravissime." 
La ragazza rispose a quelle improvvise effusioni
"Da... Davvero? Anche se vestirsi da supereroe ti è costato sacrificio? Non eri così entusiasta" 
"Ma nel vedere tutti così... Così felici e a loro agio bè... Pure Karl... Abbiamo cambiato idea... E poi il più sfortunato secondo me è stato Freddy! Nei panni di Robin con quella calzamaglia sai... Si è grattato tutto il tempo"
Risero insieme. Price la strinse forte a sé 
"Tu poi... Con questo vestito da Catwoman... Micetta mia... Sei... Così... Così..." 
"E tu mio bel Batman...."
"Questa sera sarà solo nostra! Le bimbe staranno già dormendo grazie a nonno Freddy! E noi due..."
"Non vedo l'ora... Ho in serbo qualche sorpresina per te" sorrise maliziosa, mentre Benji ingranò la marcia e partire alla volta della loro casa. 
Arrivati alla villa, decisero di lasciare l’auto nel cortile, per non aprire il garage e quindi fare possibili rumori che svegliassero le bambine.
Avevano voglia di stare insieme, solo loro due. 
Di concedersi una magica notte, fatta di baci, carezze, dolcezze. 
Una notte che li rendesse ancora più uniti di quanto lo erano già.
Si guardavano come due adolescenti alla loro prima volta. 
Benji spense l’auto, corse ad aprirle la portiera.
La prese per mano e la condusse alla porta di ingresso della villa.
Stavano in silenzio, tenendosi per mano e continuando a guardarsi.
I loro corpi, le loro menti, i loro cuori, tutto era reciproco e ognuno era attratto dall’altro.
Non vedevano l'ora di essere nuovamente una cosa sola. 
Entrarono lentamente in casa, ma non si sarebbero mai aspettati una scema simile davanti ai loro occhi: le bimbe con addosso ancora i vestiti di carnevale correvano lungo il corridoio e Marshall disperato che cercava di raggiungerle e farle calmare.
Elisabeth intervenne subito "Freddy ma... Che succede?"
L'uomo si fermò dinanzi a loro portandosi una mano sulla fronte "Menomale che siete tornati! Le gemelle sono esagitate! Non sono neanche riuscito a far indossare loro i pigiamini! Hanno ancora l’adrenalina della festa addosso! Sono esasperato"
"MIRIAM! ALICIA! SMETTETELA SUBITO!" 
Una voce imperiosa si levò alle loro spalle. 
Benji avanzò verso le bambine che con sguardo basso stavano di fronte al padre. 
"È MEZZANOTTE! DOVRESTE GIÀ ESSSERE A DORMIRE DA UN PEZZO! E POI NON CI SI COMPORTA COSÌ CON IL NONNO!"
Elisabeth sorrise. Il suo uomo sapeva essere un dolce papà, incline al gioco e allo scherzo, ma anche fermo e deciso quando necessario.
"Papy noi..."
"FILATE DI SOPRA A METTERE IL PIGIAMA!" le parole del portiere non ammettevano repliche. 
Le gemelle corsero in stanza.
La ragazza strinse la spalla di Freddy "Mi spiace che si siano comportate così.... A saperlo noi..." 
"Oh figlia mia non preoccuparti... Avete fatto bene a godervi la cena... Mi spiace solo che..."
"Tu hai fatto tanto Freddy - intervenne Price - ora mettiamo noi a letto queste piccole pesti. Tu vai pure a riposare e grazie... Nonno..."
I due genitori salirono nella camera delle figlie, che erano già pronte per fare la nanna. 
"Ora dormite su..."
Benji ed eli si accovacciarono accanto ai letti delle bimbe.
"Mamy... Ci dispiace... Ma noi..." 
"Vogliamo dormire con voi!"
Due sguardi di intesa, la loro folle notte d'amore si sarebbe svolta in modo diverso.
Ma per i due ragazzi, amore significava anche vivere intensamente ogni attimo con le loro bambine.
"Va bene ma domani chiederete scusa al nonno! Capisco che siete ancora eccitate per la festa ma..." 
"Sì mamma...Domani faremo i massaggini al nonno per il suo mal di schiena"
"lo cureremo con tanto amore"
Benji ed Eli presero in braccio le figlie e si diressero nella loro stanza.
Loro due ai bordi del letto e le bimbe in mezzo. Erano stanche e infatti nel giro di poco tempo si addormentarono, avvinghiate a mamma e papà.
Riuscirono finalmente senza far rumore a prenderle in braccio e a spostarle nella loro stanza.
Una volta rientrati in camera, Benji si stese nel letto matrimoniale, stiracchiandosi
"finalmente un po’ di tempo per noi" 
"Già amor..."
Ma le parole di Elisabeth vennero interrotte dalle urla di Miriam 
"papààà papaaaaa"
Il portiere si alzò di colpo sospirando "Torno subito!"
Si avvicinò alla figlia "Amore di papà cosa c'è? Fai piano o sveglierai la tua sorellina" 
"Papy io....ti ho detto che voglio fare arti marziali ma... Ecco... Voglio ancora giocare a calcio con te e sfidarti come ha fatto la mamma"
Benji la prese in braccio, baciandola
"si tesoro domani lo faremo e anche tutte le volte che vorrai ok? Ma ora dormi" 
La bimba rassicurata dalle parole del padre e sentendosi sicura tra quelle forti braccia si addormentò.
Benji riuscì finalmente a tornare in Camera. 
"Amore sono tutto per t..." Ma il letto era vuoto.
Di Elisabeth nessuna traccia.
Fece per andare verso il bagno al fine di cercarla, ma la porta si aprì.
La ragazza indossava la maschera di Catwoman, la stessa della festa, ma dei pantaloni più attillati e un reggiseno nero che lasciava ben poco spazio all’immaginazione.
"E questo vestito? Da dove esce?"
"Pensa che volevo metterlo alla cena una volta andati via i bambini - gli disse con tono provocatore - ma avevo paura di avere freddo"
Mentre pronunciava quelle parole con tono suadente, si avvicinava piano piano al suo uomo. 
"è meglio se chiudiamo a chiave sai? Mister Wayne..."
"mister chi?"
"Bruce Wayne è la vera identità di Batman... Ma se non ti piace il cognome, ti posso chiamare anche solo Bruce" Elisabeth rideva a quelle parole.
Benji alzò un sopracciglio "No grazie - alludendo al compagno di squadra - Benji o Wayne va più che bene"
Il portiere stava seduto sul letto. Elisabeth era ormai a pochi passi da lui.
"Potrei anche chiamarti Ben o George o Christian"
"Da dove escono ora tutti questi nomi?"
"Ben Affleck, George Clooney Christian Bale.... Tutti attori che hanno interpretato Batman"
"Ti serve l’immaginazione Catwoman? Non ti basto più io?" 
"Ogni tanto è bello volare con la fantasia"
"Allora vediamo... Io potrei chiamarti Anne.. O...Michelle"
La ragazza fece una smorfia "Come scusa?" 
"Puoi fantasticare solo tu?"
Benji sorrise sghembo, sapeva di averla messa in difficoltà, facendola in un certo qual modo ingelosire.
Eli divaricò le gambe per potersi mettere in braccio a Price, tenendo lo sguardo fisso su di lui.
"Oggi comando io! E solo io ti basto! Mio Batman" 
Con la lingua iniziò a percorrere un sentiero immaginario, partendo dal lobo dell'orecchio.
Scese, lungo il collo e passando poi sui suoi pettorali. 
Ogni tanto si alzava per incontrare lo sguardo pieno di passione di lui.
Erano due fuochi pronti a prendere vita. 
Lo fece stendere, a pancia in giù.
Iniziò a passargli la unghie sulla schiena e sui fianchi.
Notò un leggero movimento nel corpo di Benji, allora gli disse con tono calmo
"Shhh non ti lascio segni, non preoccuparti. Altrimenti i tuoi compagni potrebbero pensare che mi tradisci"
Lui si girò di scatto, intrappolandola tra le sue gambe.
"Mai... Mai potrei farlo Eli. Ti amo così tanto... Amo te e le nostre bambine" 
Si baciarono intensamente e piano piano iniziò a slacciargli il reggiseno e voleva anche sfilarle la maschera.
"NO! lasciamela..."
"Mein liebe... - le sussurrava ad un orecchio - per quanto Catwoman mi attizzi, preferisco te che sei... Sei... La più bella, la più pazza! La più..."
"Semplicemente sono la tua anima complementare" 
"Esatto quindi lasciati amare per come sei"
E così si amarono intensamente fino a diventare un tutt'uno, un unico essere, una cosa sola.
Si addormentarono avvinghiati uno all'altro, nudi, con il sapore ognuno del corpo dell'altro addosso.
A colazione era un continuo gioco di sguardi, un amore pieno a cui era stato dato fuoco vivo. 
Le bambine mangiavano e scherzavano con nonno Freddy, gli stavano raccontando cosa avevano in mente per lui durante quella giornata.
Eli sedette al fianco di Benji, stringendolo sotto il tavolo la mano. 
Quella era la sua famiglia, quello era ciò che aveva sempre sognato e che ora stava vivendo.
Grazie a lui, al suo amato borioso portiere.
  
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