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Autore: KathR    01/03/2020    1 recensioni
Mi sono sempre chiesta come mai una delle mie OTP (Jenny e Nate) non sia stata presa in considerazione dagli autori nel gran finale, così eccomi qua. Che cosa succederebbe se Jenny tornasse a New York e rincontrasse Nate? E se entrambi fossero single e la fiammella che si era accesa anni prima non si fosse mai del tutto spenta?
Dal testo:
"Vi ricordate la piccola J di Brooklyn? Quella che voleva a tutti i costi diventare ciò che non era? Quella dei complotti e degli intrighi? Quella in eterna lotta con Blair Waldorf? Beh, quella Jenny non esiste più! Ho ventiquattro anni, ho un nuovo lavoro e con l’anticipo sulla mia futura collezione autunno-inverno ho pagato l’affitto di un delizioso appartamento a Park Avenue. La piccola J ha lasciato il posto a Jennifer Humphrey, donna in carriera.. Credo che questo nuovo inizio mi piaccia!"
Enjoy :)
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Jenny Humphrey/Nate Archibald
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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When the party is over
 
Busso alla porta con forza, mi aspetto che qualcuno esca da un momento all’altro per farmi smettere. Sono fuori di me, dalla scenata di stamattina, io e Jenny non ci siamo più parlati, non risponde ai messaggi e ignora le chiamate. Da questa mattina non faccio che pensare che questo comportamento è insensato e che non può trattarmi così, la rabbia ha cominciato a montare in me come un fuoco e più ripensavo alle sue parole più la fiamma aumentava. Devo assolutamente vederla, o non so che potrei fare.  

Dopo essermene andato da quel maledetto Starbuks non sapevo che fare, ho vagato per la città ripetendomi in testa quello che Jenny mi aveva detto non sono mai stata la prima per te… Forse era vero, forse non avevo mai preso in considerazione una relazione con lei, ma ero solo un ragazzo e comunque non avevo mai voluto ferirla. Adesso la musica era cambiata e da quando l’avevo rivista volevo solo passare del tempo con lei, non sapevo se ne sarebbe nato qualcosa di serio, ma non vedevo l’ora di scoprirlo. Così, dopo aver passato quella nottata di fuoco, quella conversazione era stata come una doccia fredda ed era stata la prima volta da quando la conoscevo che avevo avuto davvero la sensazione di perderla. Neanche quando era partita mi ero sentito così, dentro di me sapevo che sarebbe tornata e che per noi non sarebbe stata la fine, ma dopo quelle parole, avevo avvertito che fra noi si era rotto qualcosa e quel gelo mi aveva spaventato. Avevo pensato tutto il giorno a cosa fare, mi ero rinchiuso nel mio ufficio, cancellando tutti i miei appuntamenti, non avrei potuto concentrarmi e, in quel momento, l’ultima cosa di cui avevo bisogno era una crisi anche al lavoro. Più pensavo alle parole di Jenny e più le trovavo ingiuste, insomma non si era interessata nemmeno per un minuto a me, a come mi sentissi io. Aveva solo deciso che ero uno stronzo egoista e mi aveva liquidato così.

Avevo rimuginato su questo per tutto il pomeriggio e il risultato è stato questo, sono qui ora, davanti alla sua porta, rischiando di buttarla giù. Mi fanno male le nocche, ma non ho intenzione di smettere di bussare, non finché non si deciderà ad aprire. Non passa molto tempo che sento da dentro il rumore del chiavistello. Pochi secondi dopo, sorpresa e spaventata, Jenny apre la porta: è avvolta in un maglione di lana che la copre appena, le sue gambe chilometriche sono deliziosamente nude, i piedi scalzi. Mi guarda con gli occhioni spalancati e la bocca socchiusa, completamente struccata, è così bella che quasi mi dimentico di tutta la rabbia che ho covato finora, vorrei solo chiudermi la porta alle spalle e baciarla fino a farla smettere di respirare.

-Oddio Nate, ma sei impazzito?- il suo tono però mi fa riprendere, così, senza dire una parola, la scanso in maniera prepotente ed entro in casa sua. –Ehi, ma che fai?- mi rimprovera. –Entra pure..- dice infine sarcastica, chiudendosi la porta alle spalle, quando senza dire una parola, mi piazzo nel suo soggiorno a braccia incrociate.

-Sai una cosa, Jenny?  Sei una codarda.

-Come scusa?

-Si! E sei anche un’egoista. Sei venuta a letto con me dopodiché non hai minimamente pensato a come mi sentissi io, sei sparita di colpo e quando finalmente ti ho trovata per parlare, avevi già deciso e non ti sei interessata a me, non ho potuto dire nulla. Sei una stronza, Jenny, e anche un’ipocrita.- Le sputo in faccia tutto, senza trattenermi e senza pesare le parole. Dopotutto deve rendersi conto di quanto le sue parole mi facciano stare male, io non sono una cattiva persona e se c’è qualcuno che non ho mai preso in giro quella è proprio lei. Jenny mi guarda, durante tutto il mio discorso ha gli occhi fissi su di me, la bocca arricciata, sembra che odi ogni singola sillaba che esce dalla mia bocca, ma
questo non mi ferma.

-Forse era quello che volevi no, farti una scopata con me, capire come fosse, e il giorno dopo tirare fuori la storia della damigella ferita per tornare ad essere la vittima di turno.- Non penso niente di quello che ho appena detto, ma non sopporto di vederla indifferente e in silenzio, voglio provocare una reazione, voglio che si arrabbi. Sono presto accontentato, di colpo Jenny mi sferra uno schiaffo a cinque dita in piena faccia.

-Mi fai schifo.
Lo dice piano, scandendo ogni lettera di questa frase. I suoi occhi sono lucidi, ma non si staccano dai miei, siamo a pochi centimetri l’uno dall’altra, il suo respiro si fonde con il mio, il suo profumo mi ubriaca.

-Non è vero!
Senza capire come mi tuffo su di lei, impossessandomi delle sue labbra. Jenny è restia e cerca quasi di respingermi, ma infine si arrende, assecondandomi, divorandomi, con una fame e un trasporto tale che mi fa perdere la cognizione del tempo e dello spazio. Le infilo le mani fra i capelli, tenendola stretta per la nuca, impedendole di muoversi, continuando a baciarla disperatamente. Quando infine mi stacco da lei, abbiamo entrambi il fiato corto. Senza dire una parola la afferro per farla sedere sul tavolo della cucina e Jenny mi prende il viso con due mani e mi bacia di nuovo con impeto. La sua lingua mi accarezza e si muove sinuosa all’interno della mia bocca, come se volesse risucchiarmi ogni goccia di linfa vitale. Le mie mani si muovono freneticamente sulle sue gambe, adoro le sue lunghissime gambe bianche, le ho sempre trovate arrapanti da morire. Di colpo le allargo le cosce, stuzzicandola piano attraverso il pizzo nero delle mutandine, facendola gemere. Quel suono mi riempie la testa e mi fa arrivare il sangue al cervello, potrei vivere di quel suono e di nient’altro per sempre. Continuo a toccarla nel suo punto più sensibile e Jenny inizia a contorcersi, fino a buttare la testa all’indietro, lasciando il collo a mia completa disposizione. Senza pensarci due volte mi fiondo su di lei e inizio a succhiare inesorabilmente. L’idea che possa restarle il segno mi fa solo eccitare di più, lei è mia, tutti lo devono sapere.

-Ti prego…- ansima piano e non capisco se mi stia chiedendo di fermarmi o di continuare e possederla qui, dove ci troviamo. Non mi fermo, mi abbasso la zip dei pantaloni e, nell’infilarmi il preservativo, noto che Jenny si è già tolta le mutandine e le ha gettate a terra. Non ho bisogni di altro. Entro in lei con una facilità da farmi credere che siamo fatti l’uno per l’altra, perfettamente compatibili. Jenny allaccia violentemente le gambe ai miei fianchi, tenendomi per la nuca e baciandomi piano. Quando spingo per la prima volta, emette un suono strozzato proprio sulle mie labbra “oh Nate.”Comincio a muovermi dentro di lei, il ritmo serrato e inesorabile, al punto che Jenny è costretta ad aggrapparsi al ripiano per non finire sbalzata all’indietro dalla forza dei miei affondi. Jenny, di rimando, inizia a muovere i fianchi assecondando le mie spinte, mandandomi fuori di testa.  Durante tutto il tempo continuiamo a guardarci, è come se entrambi volessimo dirci qualcosa, ma nessuno dei due è in grado di farlo. Stiamo facendo sesso per sfogarci, per liberarci dalla frustrazione e dalla rabbia che proviamo e dipendiamo interamente l’uno dall’altra. Ogni spinta e ogni gemito ci fanno avvicinare di più al culmine, non sono sicuro di quanto ancora riuscirò a resistere.

-Dio mio, Nate!- Urla infine Jenny, venendo, stringendo ancora di più le gambe intorno a me. Bastano quelle parole a farmi perdere il senno e vengo anche io, appoggiando la fronte sulla sua, ansimando a un centimetro da lei.

-Non ti faccio così schifo, eh?- Non so perché dico una cosa così stupida mentre sono ancora dentro di lei. Sta di fatto che, proprio in quel momento, Jenny si stacca. Quel movimento così brusco e freddo mi fa sentire come se avessero tagliato via parte di me.

-Vattene Nate!- dice Jenny con un filo di voce, prima di chiudersi in bagno. Mi levo il preservativo e mi tiro su la zip, uscendo da quell’appartamento più in fretta di come ci ero entrato, sono proprio uno stronzo!


Nota autrice:
si sono sbrigata a pubblicare questo capitolo a cui tngo particolarmente, spero che vi piaccia. a presto.

 
  
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