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Autore: fefi97    03/03/2020    4 recensioni
[Geralt x Jaskier; estabilished relationship]
Jaskier sente per caso una conversazione tra Geralt e una cameriera della taverna. Ne derivano incomprensioni e sconclusionate riflessioni sulla fragilità e la vulnerabilità degli uomini. Anche se secondo Jaskier Geralt è solo un idiota emotivamente costipato.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Geralt di Rivia, Ranuncolo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fragile e vulnerabile

 

 

I problemi cominciano essenzialmente quando Jaskier sente per caso una conversazione tra Geralt e una cameriera della taverna.

In realtà non è una vera e propria conversazione.

È più la cameriera che parla e Geralt che grugnisce.

Tipico, e Jaskier non può fare a meno di provare un affetto bruciante per quel grosso musone.

Jaskier, che dopo essersi esibito tutta la sera e essere uscito brevemente per svuotarsi la vescica si sta avvicinando al loro tavolo dove Geralt siede dandogli le spalle, sta per intervenire e salvare Geralt (o la cameriera, non è sicuro su chi tra i due sia più in pericolo), ma si blocca bruscamente sentendo la domanda della donna.

- Quel bardo, quello che ha suonato stasera... viaggia con te? -

-Mh. -

Geralt non si spreca di certo in spiegazioni articolate, Jaskier lo vede prendere un sorso della sua birra e guardarsi discretamente intorno.

Probabilmente sta cercando proprio Jaskier.

-Non gli hai staccato gli occhi di dosso tutta la sera – ridacchia la cameriera, che è giovane e carina e sicuramente ha voglia di chiacchierare con l'unica persona sobria di tutta la taverna.

Peccato che Geralt da sobrio sia ancora più stoico di Geralt ubriaco.

Non che Geralt possa ubriacarsi, poi.

-Mh. -

-Scommetto che c'è del tenero tra voi – continua la cameriera, maliziosa – L'ho detto al taverniere e lui dice che sono solo una ragazzina sciocca, ma io so quel che ho visto! Lo hai guardato per tutto il tempo, tutto teso e ansioso. Cosa è per te? -

E Jaskier si aspetta molte risposte.

Si aspetta che Geralt mugugni (questa è l'opzione più probabile), si aspetta che dica alla ragazza di lavorare e farsi gli affari suoi, si aspetta che borbotti che sono solo compagni di viaggio, amici al massimo.

Non si aspetta quello che Geralt effettivamente dice.

-Solo un corpo caldo per la notte – grugnisce il witcher, svuotando il boccale di birra in un sorso e continuando a guardarsi intorno.

Jaskier stringe la presa sul suo liuto finché le nocche non diventano bianche.

Una sensazione amara gli risale dallo stomaco, riempiendogli tutta la bocca e facendogliela contorcere in una brutta smorfia.

Non può nemmeno dire di non esserselo aspettato.

Sin dalla prima volta – gloriosa, indimenticabile, bellissima prima volta – che Geralt, contro ogni più realistica aspettativa di Jaskier, gli aveva infilato le mani nei pantaloni, Jaskier si era aspettato che dicesse qualcosa del genere.

Solo che Geralt non l'aveva mai fatto.

Geralt lo aveva tenuto abbracciato quella prima notte.

E aveva continuato a farlo per le notti successive.

E durante il giorno i suoi occhi erano un po' più morbidi quando Jaskier diceva cose senza senso, come sempre, e le sue labbra si stiravano in quella specie di sorriso esasperato e affettuoso.

E ogni scusa era buona per fermare Roach, addossare Jaskier contro un albero e baciarlo finché non avesse smesso di parlare, cantare, o qualsiasi altra cosa irritante stesse facendo.

Ma i baci di Geralt erano morbidi come i suoi occhi, le sue mani così stranamente delicate sui suoi fianchi, nonostante una sola mano fosse grossa come le mani di Jaskier messe insieme.

Jaskier in qualche modo si era rilassato, aveva smesso di preoccuparsi che Geralt potesse ridurre qualsiasi cosa stesse succedendo tra loro come a una soddisfazione di esigenze primarie, perché i baci e gli occhi di Geralt erano morbidi, le sue mani delicate e niente, assolutamente niente, lasciava trapelare che l'uomo lo considerasse solo come un corpo caldo che lo scaldasse la notte.

Ma invece eccoli lì.

Jaskier attende che la cameriera si allontani, visibilmente delusa, poi si avvicina lentamente a Geralt.

Non ha nemmeno bisogno di sfiorargli la spalla che Geralt, ovviamente, capta la sua presenza e si gira di scatto.

-Dove cazzo eri? - sibila, mentre Jaskier si lascia cadere sulla panca, accanto a lui – Non puoi sparire così. Siamo qui perché ci sono delle fottuttissime strigi in questo villaggio. Non ti devi allontanare da me, hai capito? -

Non vuoi che il tuo scaldaletto venga fatto a pezzi da qualcosa che non sia tu?

Jaskier ha questa domanda acida sulla punta della lingua, ma si trattiene, sia perché Geralt sembra sinceramente preoccupato, sia perché non vuole diventare ancora più patetico di quanto già non sia.

-Sono solo uscito a soddisfare alcune esigenze – accenna un sorriso scanzonato, anche se ogni muscolo del suo corpo gli fa male e gli rende difficile fare una cosa così semplice come sorridere – Devi tenermi d'occhio anche mentre piscio? -

Geralt lo fissa, mortalmente serio.

-Se siamo in un fottuto villaggio infestato da strigi, sì. -

Normalmente Jaskier farebbe qualche battuta sul fatto che Geralt proprio non riesce a togliergli gli occhi di dosso e che ogni scusa è buona per vederlo nudo, ma non è proprio dell'umore giusto.

Rimane in silenzio invece e vede subito gli occhi di Geralt deporre la rabbia e riempirsi di confusione.

Anche lui si aspettava qualche battuta scema da parte di Jaskier e il silenzio del bardo lo destabilizza.

-Non hai fatto schifo stasera – butta lì dopo qualche secondo, in tono quasi esitante, guardando Jaskier con cautela e tastando il terreno.

Jaskier annuisce con fare distratto, solleva un sacchettino di monete d'oro e lo mette sul tavolo in mezzo a loro, senza guardarlo.

-Basteranno per pagare la stanza e qualche mela per Roach. -

-Mh. -

Jaskier sente lo sguardo di Geralt intensificarsi su di lui, ma ancora non riesce a ricambiare.

-Saliamo in camera? -

La voce di Geralt è di nuovo morbida e affettuosa adesso, e Jaskier non può fare a meno di fissarlo con rabbia malcelata.

Come può parlargli in quel modo e poi definirlo poco più che una prostituta?

Vorrebbe urlargli contro, dirgli che in camera ci può salire da solo, che è un fottuto bugiardo ed è crudele, è crudele ad averlo illuso che tra di loro ci fosse qualcosa quando è chiaro che non sia così.

Ma Geralt lo sta guardando in quel modo in cui lo guarda solo di notte, quando sono soli e nudi sul letto e tutto è finito, ma Geralt ancora lo fissa.

Lo fissa con struggimento, con un calore quasi disperato.

Lo fissa in un modo che spinge Jaskier a fare qualsiasi cosa per lui.

Così annuisce, mentre sente le labbra contrarsi in un piccolo sorriso involontario.

-Certo. -

 

 

 

 

Jaskier odia come Geralt lo guardi negli occhi tutto il tempo, mentre lo scopa.

Insomma, non ne ha il diritto.

Non ha il diritto di dire a quella stupida ragazzina che è solo un corpo caldo e poi guardarlo in quel modo mentre si spinge in lui.

Non si aspettava di certo che Geralt lo definisse il suo fidanzato, neppure un amante.

Ma pensava che dopo tanti anni insieme, avesse almeno il diritto di sentirsi definire come un amico.

I movimenti di Geralt sono attenti e delicati, le sue mani, grosse e ruvide per aver impugnato per tanto tempo la spada, sono incredibilmente dolci mentre spazzano via i capelli sudati di Jaskier dagli occhi.

Jaskier lo stringe con le braccia e le gambe, perché non può farne a meno, ma non partecipa con il solito entusiasmo. Geme a malapena, non va incontro alle spinte di Geralt, non gli accarezza i capelli come fa sempre, non parla di cose senza senso e inappropriate costringendo Geralt a baciarlo per zittirlo.

Se ne sta solo sdraiato immobile e a un certo punto deve pure chiudere gli occhi, perché non riesce a sopportare lo sguardo di Geralt.

Geralt soffoca un grugnito tra i suoi capelli, quando viene dentro Jaskier.

Esce con delicatezza, sdraiandosi accanto a Jaskier, ancora immobile, talmente vicino che il bardo sente i loro fianchi sfiorarsi.

Jaskier tiene ancora gli occhi chiusi, ma sente Geralt fissarlo.

-Non sei venuto- commenta, in tono neutro.

Socchiude gli occhi, incontrando quelli da gatto dell'uomo.

- A volte capita anche ai migliori – si giustifica, con un sorriso poco convinto.

-Mh – Geralt lo fissa ancora un po', poi i suoi occhi si riempiono di malizia – Beh, puoi sempre ricambiare – mormora, prendendo una mano di Jaskier e portandola sul suo sedere, in un chiaro invito.

Di norma Jaskier si considererebbe benedetto da Melitele, se Geralt gli offrisse di scoparlo con quel candore.

Ma le parole di qualche ora prima bruciano ancora, forse bruceranno sempre, e Jaskier ritira la mano come se si fosse scottato.

Gli occhi di Geralt diventano vulnerabili e tutta l'espressione dell'uomo assume un atteggiamento inequivocabilmente ferito.

Jaskier si sente quasi in colpa.

Quasi.

-Va bene così – dice in tono aspro. Vede l'espressione tesa di Geralt e non può fare a meno di ammorbidire il proprio tono mentre aggiunge: - Sono stanco, voglio solo dormire. -

-Mh. -

Una parte di lui si aspettava una risposta diversa, ma in fondo quello è Geralt.

Geralt che a quanto pare lo considera solo “un corpo caldo per la notte”.

Jaskier gli rivolge un sorriso infelice, poi gli volta con decisione le spalle, rannicchiandosi su un fianco.

Per circa dieci minuti Geralt rimane immobile, Jaskier sente a malapena il suo respiro, alle sue spalle.

Poi, con estrema cautela, sente l'uomo premere il proprio petto contro la sua schiena e un suo braccio drappeggiarsi intorno ai propri fianchi, stranamente leggero, per un uomo di quella stazza.

È come se aspettasse il permesso di Jaskier e qualcosa si spezza in lui.

Con un sospiro, muove una mano per poterla sovrapporre a quella di Geralt, incoraggiando il suo braccio a stringersi intorno alla propria vita.

Geralt a quel punto lo abbraccia con più decisione, sospirando soddisfatto contro i capelli dell'uomo più giovane.

Per la prima volta da quando dormono insieme, Jaskier non riesce a dormire.

 

 

 

Deve passare una settimana abbondante prima che Geralt affronti l'argomento.

E lo affronta in un modo decisamente alla Geralt.

-Che cazzo hai che non va? - sbotta una sera, mentre sono accampati intorno al fuoco, con Roach che sonnecchia legata a un albero, poco più in là.

Jaskier, che stava punzecchiando con aria mesta le corde del suo liuto, alza lo sguardo su di lui, chiaramente sulla difensiva.

-Che vuoi dire? -

Geralt sbuffa, spazientito.

-Non parli – borbotta, come se quello spiegasse tutto.

E in realtà lo fa, perché Jaskier riesce a capirlo sempre, anche quando Geralt si limita a mugugnare o a grugnire qualche monosillabo.

Ma quella sera decide di fingere di non capire.

-Certo che parlo. Ti sto parlando anche adesso. -

Geralt lo fissa con frustrazione.

-No. Non parli come fai di solito. Non... non sei più tu. -

Jaskier non risponde ed è assolutamente determinato a non parlare più per il resto della notte, quando Geralt apre di nuovo bocca.

-Non... non ti piaccio più? - ha pronunciato quelle parole lentamente, con sforzo, come se qualcuno gliele avesse estratte a forza dalla bocca.

Jaskier è talmente sbalordito che dimentica il suo proposito di mutismo eterno.

-Cosa? -

Geralt non lo guarda, tiene gli occhi ostinatamente fissi sul fuoco modesto che è riuscito ad accendere qualche minuto prima e che separa lui e Jaskier come una barriera.

-Tu... ti ritrai quando ti tocco. Prima eri tutto felice e...fottutamente luminoso quando ti toccavo. Adesso no – Geralt poi fa una smorfia improvvisa, agitando il braccio come se stesse scacciando una mosca – Va bene così comunque. Non siamo costretti a continuare questa cosa. Non ha mai avuto molto senso in ogni caso. -

Jaskier lo fissa, il suo liuto ancora in grembo.

-Hai detto che sono solo un corpo caldo per la notte – dice infine, e odia come la sua voce abbia avuto questo patetico tremore verso la fine.

Per un attimo gli occhi di Geralt sono solo confusi, poi si riempiono di consapevolezza.

-Hai origliato– dice e c'è un'ombra di tacito rimprovero nella sua voce che fa ridere acidamente Jaskier.

-Sì, perdonami. Ti ho rovinato la festa a quanto pare. -

Geralt lo guarda arrabbiato ed è talmente assurdo che tra i due sia lui quello arrabbiato, che Jaskier stesso non può fare a meno di riempirsi di rabbia.

-Non capisci un cazzo. -

-Invece capisco fin troppo bene – esclama Jaskier, alzando un po' la voce – Capisco che per te non ha senso questa cosa che abbiamo, che per te sono solo un corpo che ti fa sentire meno solo. Capisco che non sono importante per te. E in fondo è quello che dicono tutti no? Che i witcher non provano assolutamente un cazzo. -

Geralt si alza di scatto, rovesciando la spada che teneva in grembo e che va a infrangersi con un rumore metallico su una roccia che spunta dal terreno.

Roach nitrisce, irrequieta, e persino Jaskier si irrigidisce un po'.

Non che abbia paura, ma non ha mai visto Geralt così furioso. Non con lui almeno.

-Ho bisogno di starti un po' lontano o potrei farti male – ringhia feroce, dandogli le spalle e cominciando ad allontanarsi.

Attonito, Jaskier lo osserva bloccarsi dopo pochi passi, imprecare un soffocato “cazzo”, girare su se stesso e tornare verso di lui con la stessa espressione furiosa di prima.

-Già cambiato idea? - lo apostrofa Jaskier, sarcastico.

Geralt lo fulmina.

-È pieno di fottuti mostri da queste parti – sbotta, incazzato, ma in qualche modo Jaskier capisce cosa vuole veramente dire.

Non posso lasciarti solo. Non posso permettere che ti succeda qualcosa.

Suo malgrado, Jaskier sente il cuore scaldarsi.

Lentamente, mette da parte il liuto, si alza in piedi e si avvicina a Geralt, osservando attentamente il suo viso.

Il witcher è teso e emana rabbia, ma non sembra contrario al fatto che Jaskier gli vada vicino.

Il bardo si ferma solo quando sono solo a pochi centimetri di distanza.

-Tu ci tieni a me – dice con sicurezza, anche se lo ha realizzato veramente solo in quell'istante – So che lo fai, altrimenti non mi baceresti nel modo in cui mi baci, non mi guarderesti come mi guardi dopo che abbiamo scopato, non daresti di matto quando mi allontano da te, non torneresti indietro per non lasciarmi solo. So che ci tieni a me – fa una pausa delicata –Io ti amo, Geralt. -

Geralt alza il viso, sorpreso, ma Jaskier non gli dà il tempo di dire nulla.

-Perché hai detto a quella ragazza che sono solo un corpo caldo? -

Geralt lo guarda, Jaskier può dire che è combattuto.

Quando parla, la sua voce è dolorosamente strascicata.

-Io... non sono abituato a sentirmi vulnerabile. Un witcher non dovrebbe essere vulnerabile. E sicuramente non deve dare l'impressione agli altri di esserlo. Mi pagano perché pensano che io sia una macchina senza sentimenti, pronta a uccidere ogni cosa che mi intralcia la via. La gente non deve pensare che io sia debole – Geralt lo fissa intensamente, come se volesse leggergli l'anima – E quello che provo per te mi rende debole, Jaskier. -

Jaskier sussulta, cercando di incassare il colpo.

Detta da qualunque altra persona quella frase lo avrebbe fatto incazzare.

Ma è Geralt.

E ha appena ammesso in qualche modo contorto e, beh, da Geralt, di amarlo anche lui.

Jaskier sente di dover essere paziente.

-Quello che provi per me non ti rende debole – fa un piccolo passo in avanti, sorridendo dolcemente – Ti rende umano. -

Per un attimo Geralt sembra troppo sconcertato per rispondergli.

-È la stessa cosa. -

Jaskier scuote la testa, avvicinandosi ancora. Il naso freddo del bardo sfiora la guancia di Geralt adesso.

-Io sono umano. Ti sembro... debole e vulnerabile? -

Si pente di quella domanda non appena la formula. Perché sa cosa risponderà Geralt e sa che quella risposta, la conferma di non essere abbastanza forte, abbastanza speciale per l'uomo, lo distruggerà per sempre.

Ma Geralt, dopo interminabili istanti, sorride, quel sorriso piccolo, affettuoso ed esasperato che è solo di Jaskier.

-No. Mi sembri tutto tranne che debole e vulnerabile. -

Jaskier annuisce, pieno di sollievo e di amore, riprendendo in un solo istante colore sulle guance e sicurezza in se stesso. Sorride sfrontato, invadendo completamente lo spazio personale di Geralt e mettendogli le mani sui lati del viso.

Geralt sembra un po' esasperato, ma le sue mani sono morbide sui fianchi di Jaskier e i suoi occhi ancora affettuosi, quindi il bardo di sente autorizzato a continuare.

-Esatto, cazzo. Non tutto ciò che è umano è debole. E questo... - stacca una mano per indicare con il dito lui e Geralt - Questo non ti rende vulnerabile. E ammettere che ci tieni a me non ti rende debole. Tutto il contrario. -

Quando Geralt china la testa per baciarlo, Jaskier si appende con entusiasmo al suo collo, tutto felice e luminoso.

Anche dopo il bacio, Geralt lo culla per quelle che sembrano ore contro il suo petto ampio, mentre Jaskier canticchia rassicurazioni contro il suo collo e gli accarezza delicato i capelli.

-Mi dispiace – sussurra all'orecchio di Jaskier, un po' roco – Mi dispiace di averti ferito. -

Jaskier si stacca un po', per guardarlo dritto negli occhi.

-Lo so. E a me dispiace di averti fatto pensare che non mi piacessi più – gli rivolge un sorriso ampio, pieno di luce e amore, mentre gli occhi di Geralt si fanno morbidi e morbidi – Posso ancora scoparti? Perché non ho pensato ad altro per tipo una settimana, mentre ti tenevo il muso. -

Geralt lo guarda per un attimo come se fosse la cosa peggiore che gli sia mai capitata, ma poi lo bacia di nuovo, dolce e attento, e Jaskier capisce che non è affatto così.

La verità è che Geralt lo ama, ma probabilmente riuscirà a dirglielo solo alla prossima litigata furiosa, o forse nemmeno allora.

Ma non importa, pensa Jaskier, mentre finalmente entra dentro Geralt, delicato come un soffio di vento.

Finché Geralt lo guarderà così, Jaskier saprà che lo ama.

E le parole sono comunque davvero troppo sopravvalutate a volte.

 

 

 

Note:

 

Mi sento un po' una profana ma, su incitazione di due persone speciali, ho provato a pubblicare il primo dei miei molti deliri su questa coppia che mi ha rubato il cuore sia nella serie tv sia nei libri (anche se sono arrivata solo al quarto e dovrei leggere il quinto).

Spero di non aver combinato un disastro e che non faccia troppo schifo, intanto mi vergogno profondamente di questa piccola schifezza.

Un bacione,

Fede <3

  
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