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Autore: Syerra    03/03/2020    4 recensioni
"Tsubasa respira e cerca di mantenere il controllo” gli sussurrò in un orecchio Taro, il capitano si mosse sconnessamente sulla sedia, vide che anche gli altri compagni della Nankatsu guardavano meravigliati la donna di fronte a loro. Chi si sarebbe mai immaginato che il medico sportivo sarebbe stata la loro ex compagna di scuola.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genzo Wakabayashi/Benji, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era arrivato il momento dei saluti, le ragazze si abbracciarono e si salutarono con la promessa di sentirsi il più possibile. Con le lacrime Yayoi abbracciò su tutti dando la causa agli ormoni impazziti, poi fece giurare a presenti che si sarebbero rivisti per il capodanno, nessuno osò contraddirla.
Hitomi e Genzo furono gli ultimi ad andare via, rispetto all'andata il viaggio si rivelò più tranquillo, dato che non c'erano i due bambini. Ogni tanto il portiere prendeva la mano della ragazza e le sorrideva. Hitomi si sentiva felice, ma allo stesso tempo agitata, avrebbe passato dei giorni interi da sola con il ragazzo, senza volerlo arrossì leggermente ricordando le parole di Sanae “Utilizza le precauzioni, se no vi ammazzo entrambi”
Avere un figlio alla sua età non era contemplabile, in più conosceva Genzo da così poco tempo e non voleva complicare di più la loro situazione.
Arrivarono nel primo pomeriggio a casa, dopo aver scaricato le valigie, Hitomi controllò la dispensa, come immaginava non c'era un gran che. Sconsolata si girò verso il ragazzo, ma prima di poter parlare l'afferrò e la baciò, le mani di lui la strinsero più a se
“Finalmente posso baciarti senza sentire gli sguardi di quei due”
Hitomi si mise a ridere, appoggiò le mani sulle ampie spalle di Genzo per poi fare un piccolo balzo e saltargli in braccio incrociando le gambe intorno alla vita del portiere per poi riprendere a baciarlo
“Bimba se non ti fermi non so per quanto riuscirò a tenere a bada i miei istinti”
“E chi ti dice di farlo?”
Genzo sgranò leggermente gli occhi, poi con Hitomi ancora in braccio si avviò in sala e si sedette sul divano. Le mani andarono sui lembi della maglietta, la fisso un attimo per vedere qualsiasi cenno di incertezza, ma fu la sua rovina. Era la prima volta che la vedeva in quel modo, con gli occhi così pieni di passione, le gote arrossare e i labbro inferiore stretto tra i denti, era così erotica. Con un gesto veloce le tolse l'indumento, le depositò un bacio tra i seni, arrivò alla meta desiderata sganciando il gancetto, stava per riprendere a baciarla, quando il suo telefono suonò. Lo tolse dalla tasca dei pantaloni per spegnerlo, ma quando vide il nome del suo procuratore capì che doveva rispondere, automaticamente buttò la testa all'indietro e sconsolato fece partire la conversazione.
Hitomi si stava per mettere a ridere, Genzo era proprio buffo con i capelli scompigliati e il broncio, doveva avercela con lui per aver interrotto il loro momento di passione, ma aveva ben capito che doveva essere urgente se aveva riposto. Si alzò dal suo posto e si beccò un'occhiataccia dal suo ragazzo, sapeva non si sarebbe concentrato con lei sopra. Dopo essersi rimessa i vestiti gli disse a bassa voce che andava a fare la spesa, così da potergli lasciare un po' di privacy.
Genzo stramaledì Abel, non aveva scelto il momento migliore per chiamarlo, ma di certo non poteva sapere in quale situazione era. L'aveva chiamato per ricordargli la data della presentazione col Bayern, in più era riuscito a cambiare un paio di clausole sul contratto, come se non bastasse aveva appena ricevuto una proposta per essere il testimonial di una nuova linea di abbigliamento sportivo
“Ovviamente prima di accettare volevo la tua opinione”
“Se a tuo avviso lo sponsor è affidabile accetto”
“Ottimo… però ti sento più rilassato, questa vacanza ti ha fatto bene”
-Starei ancora meglio se non mi avessi interrotto- pensò, ma si morse la lingua e liquidò l'uomo.
Svogliatamente si distese sul divano e aspettò il ritorno della sua ragazzina.
 

Prima discendere dall'auto diede un bacio a Sanae e salutò allegramente i due bambini. Con calma si incamminò nella via della sua casa d'infanzia, prima di suonare il campanello fece un bel respiro, poco dopo sua madre aprì la porta con uno dei suoi teneri sorrisi. Si lasciò abbracciare per un po', arrivò anche suo padre e lo salutò con una sonora pacca sulla schiena.
“Porta pure i tuoi bagagli di sopra, nel frattempo preparo un po' di frutta fresca”
La sua stanza non era per nulla ambiata, c'erano ancora i suoi mobili, sulle pareti i poster dei suoi giocatori preferiti e la radiosveglia a forma di pallone. Sembrava che il tempo non fosse mai passato e questo lo rincuorava un pochino. Si avvicinò alla scrivania e fu felice di ritrovare la foto della vittoria del primo campionato, Sanae si trovava tra lui e Ryo, aveva quel bel sorriso che lo faceva morire, ma ai tempi era solo un bambino con la sola fissa del pallone e non badava a lei, ma fortunatamente si erano ritrovati. Dovevano solo dirlo ai loro genitori, aveva fatto capire alla dottoressa di voler fare le cose per bene, ciò lo obbligava a parlare col padre di Sanae per fargli capire quante serie erano le sue intenzioni. Non voleva lo scoprissero a causa di qualche giornale scandalistico
Si riscosse dai suoi pensieri a causa del richiamo si sua madre
“Daichi?”
“Come al solito è a giocare al campetto da calcio, mi ricorda qualcuno”
Risero tutti e tre insieme, poi Tsubasa si concentrò sul suo piatto
“Stasera tuo padre farà una bella grigliata, per me ha preso fin troppa carne”
“Vedrai,con quei due non rimarrà nessun avanzo”
Li vide battibeccare un pochino, per poi sorridersi a vicenda
“Com'è andata la vacanza?”
Ottimo sua madre gli aveva dato un buon spunto per introdurre l'argomento Sanae
“Molto bene, mi sono divertito con gli altri. Ti ricordi di Sanae Nakazawa?”
“Certo come si potrebbe dimenticare, era un vero tornado. Se non ricordo male si è trasferita a Yokohama e si è anche sposata”
“È entrata nello staff medico della nazionale”
Sua madre assunse un'aria stupita, mentre l'uomo sembrava aspettare il resto della conversazione
“Ci frequentiamo, è diventata la mia ragazza”
Entrambi i genitori lo fissarono con gli occhi fuori dalle orbite, incapaci di proferire parola, così fu lui a spiegare la situazione
“Sanae è rimasta vedova qualche anno fa, ha un bambino fantastico Soichiro. In questa vacanza abbiamo legato molto…. La amo”
Per la prima volta entrambi i suoi genitori sembravano essere rimasti senza parole, ognuno sembrava perso nei propri pensieri, gli diede qualche minuto per metabolizzare la notizia. Natsuko aprì un paio di volte la bocca, ma senza emettere nessun suono, fu suo padre a parlare per primo
“Figliolo ormai sei un uomo, sappiamo quanto sei cresciuto in fretta e di come prendi tutto seriamente. Qui però c'è di mezzo un bambino, devi essere sicuro al mille per mille di accettarlo e di diventare una sorta di figura paterna.”
“Lo so è stata la prima cosa detta da Sanae. Sappiamo entrambi che non sarà facile a causa della lontananza, però vogliamo provarci seriamente”
Sua madre si alzò e lentamente si mise a sparecchiare e a pulire i piatti, voleva sentire assolutamente la sua opinione e la sua approvazione. Senza girarsi gli disse
“Dobbiamo organizzare una bella serata con lei e il bimbo, così potremmo conoscerlo”
Tsubasa abbracciò di slancio la donna e le diede un bacio sulla guancia, promettendole di organizzare al più presto una cena.
 

Sentì un tocco gentile sulla guancia , svogliatamente aprì gli occhi e vide Hitomi a pochi centimetri dal suo volto con lo sguardo divertito
“Ben svegliato, la cena è pronta”
Doveva essersi addormentato mentre l'aspettava. Cenarono con tranquillità, Genzo le raccontò della chiamata del procuratore e le chiese quali fossero i suoi piani dei prossimi giorni
“Oltre allo studio non ho in programma nulla, sono a tua completa disposizione”
Senza volerlo un brivido di piacere gli percorse la schiena, sapeva lui come impiegare quel tempo, poi si diede mentalmente del cretino, gli sembrava di essere tornato un adolescente in piena crisi ormonale. Forse tutto ciò era dovuto perché prima dovevano limitarsi, invece ora poteva esternare liberamente le sue emozioni.
Mentre stava lavando i piatti Genzo si mise dietro di lei, l'abbracciò da dietro sussurrandole
“Dobbiamo riprendere un certo discorso”
Per poi iniziare a baciarle il collo e a portare le mani sotto la maglietta, Hitomi gli si abbandonò contro sospirando di piacere e il portiere lo prese come un chiaro segno a continuare. Con il minimo sforzo la prese in braccio e la portò nella sua stanza, depositandola vicino al letto. Allungò una mano e l'avvicinò a se iniziando a baciarla appassionatamente, le tolse la maglietta e il reggiseno, lentamente si chinò per toglierle i pantaloni con gli slip baciandole prima l'addome. Era bellissima. Presa da un moto di vergogna Hitomi cercò di coprirsi con le braccia, ma il portiere la fermò prendendole delicatamente le braccia
“Sei così bella”
A quelle parole la ragazza gli sorrise timidamente, poi con lentezza gli tolse la maglia, passò le dita sui pettorali e l'addome per continuare e scendere fino all'asola dei pantaloni con le mani un po' tremanti cercò di aprirla, vedendola in difficoltà cercò di aiutarla, ma la ragazza lo sgridò
“Faccio io, sta fermo”
Genzo aveva ben capito che stava cercando di fare la sicura, ma dal leggero tremolio della voce aveva percepito quanto fosse emozionata.
Ed ecco, erano lì entrambi nudi ed emozionati, non riuscendo più a trattenersi l'abbracciò facendole capire quanto la desiderasse.
Con delicatezza la fece stendere sul letto mettendosi sopra di lei, la baciò intensamente, poi scese verso il collo, lo spazio tra i seni fino all'addome per arrivare alla meta desiderata. Hitomi capì al volo cosa voleva fare, si sentì ardere dalla vergogna e con voce flebile tentò di protestare, ma il portiere non l'ascoltò e iniziò la sua dolce tortura. Era la prima volta che qualcuno la toccava in quel modo, fu sopraffatta dalle emozioni tanto che artigliò i lembi del lenzuolo e non riuscì a non mugugnare di piacere. Iniziò a sentire un formicolio partire dalla punta dei piedi per propagarsi fino allo stomaco e poi fu l'oblio, urlò il nome del suo ragazzo e fu pervasa dal piacere. Si sentiva quasi prosciugata, tentò di regolarizzare il respiro e di riprendere le sue facoltà motorie
“Non crede sia finita qui ragazzina”
Genzo si alzò un attimo per raggiungere i pantaloni e prendere il condom. Con lentezza si fece strada dentro di lei, rimasero fermi entrambi per abituarsi alla nuova sensazione, con calma il portiere iniziò a muoversi piano per poi aumentare il ritmo. Si erano abituati subito uno al corpo dell'altro, bastava uno sguardo per intendersi. Hitomi posò una mano sul petto dell'amante facendogli capire di voler invertire le posizioni, ora era lei a dettare il ritmo, le piaceva il modo in cui la stava guardando, la faceva sentire bellissima. Genzo sentì di essere vicino al punto di non ritorno, con un movimento d'anca riuscì a ribaltare di nuovo la posizione, la guardò intensamente
“Mia, sei solo mia”
“Solo tua”
Hitomi non ce la fece più, sentì tutto il suo corpo tendersi e il piacere scoppiare all'improvviso, Genzo diede altre due spinte per poi dire qualcosa in tedesco ed emettere un suono grattuale appoggiandosi sugli avambracci cercando di non gravare sulla sua ragazza. Si lasciò cadere di lato portando Hitomi sopra di sé, la guardò portandole dolcemente una ciocca dietro l'orecchio e stringendola più a se sussurrandole un ti amo.


Casa Nakazawa non era cambiata nel corso degli anni, ricordava ancora quando da ragazzino passava a ritirare gli appunti di Sanae. Ripasassò mentalmente le cose da dire ai genitori della ragazza, poi si fece coraggio e suonò il campanello. Ad accoglierlo furono Soichiro e Keitaro, i due bambini lo salutarono allegramente, Soichiro lo afferò per una mano chiedendogli di giocare con loro in giardino
“Dopo ragazzi, ora Tsubasa ha da fare con nonni. Perché non andate a prendere del gelato per tutti?”
Alla parola gelato gli occhi di entrambi si illuminarono, in fretta si misero le scarpe per poi correre fuori.
“Sei pronto capitano?”
Tsubasa annuì solamente, non riusciva a parlare a causa dell'emozione.
Il padre di Sanae li stava aspettando in salotto, era comodamente seduto sulla poltrona a leggere il giornale, mentre la madre stava entrando con in mano un vassoio con dei bicchieri e una bevanda, dal colore poteva dedurre che fosse limonata. Entrambi sorrisero leggermente al ragazzo, per poi invitarlo a sedersi sul divano di fronte. L'uomo gli fece qualche domanda calcistica, sul Barcellona e la nazionale e infine disse
“Così tu e mia figlia state insieme?!”
Lo colse leggermente di sorpresa, si era immaginato un inizio conversazione completamente diverso. Vedendolo un po' spaesato intervenne Sanae
“Gli è sfuggito ieri sera a Soichiro”
Senza volerlo il capitano si portò una mano dietro la testa grattandola, il suo solito tic di quando era imbarazzato. Poi con sguardo deciso fissò l'uomo
“Sì, ci siamo rincontrati e non intendo farmela sfuggire un altra volta”
Il signor Nakazawa bevve un lungo sorse della bevanda, per poi parlare con un tono calmo e deciso
“Siamo contenti che nostra figlia abbia ritrovato la felicità, ma vedi oltre alla sua dobbiamo pensare al benessere di Soichiro. Sanae ci ha detto che vuoi molto bene al bambino e di come avete legato in questa vacanza”
“Certo, ci tengo a ribadire di non volermi sostituire al padre, ma sarei contento di diventare una figura di riferimento. Voglio molto bene a Sochiro, è un bambino intelligente, dolce e simpatico”
“Ne siamo lieti, l'unica cosa che ci spaventa è la vostra lontananza”
Avevano tutte le ragioni per non fidarsi totalmente di lui, ma doveva rassicurarli
“Lo sappiamo entrambi, non sarà facile. Però le giuro che amo con tutto il cuore sua figlia e suo nipote, non farei mai nulla per ferirli”
La signora Nakazawa gli sorrise, poi posò una mano sulla spalla del marito e con tono divertito disse
“Sapete entrambi che quando Sanae si mette in testa una cosa nessuno riesce a farle cambiare idea, perciò benvenuto in famiglia Tsubasa. Ti fermi a cena?”



Sono riuscita ad aggiornare,purtroppo a causa di alcuni problemi personali non sono riuscita a farlo prima. Come sempre ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono  la mia storia, grazie di cuore
 
   
 
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