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Autore: Rin Hisegawa    05/08/2009    3 recensioni
Magneto ha 28 anni, Mystique 17. I due si incontrano per caso, ed ha inizio una collaborazione che è destinata a durare per moltissimo tempo... La mia versione di come Raven e Erik (del SINGERverse) si sono incontrati, con qualche spunto dal comics, scritta PRIMA dell'uscita di X-Men: First Class. [MAGNETO / MYSTICA]
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Erick Lensherr/Magneto, Raven Darkholme/Mistica
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Bene gente, Rin se ne va a Barcellona per otto giorni! oAo Ma prima di levarsi dalle palle partire, ha lavorato sodo per finire il capitolo VII della storia. Contenti? Allora commentate! XD In ogni caso, quando torno mi rimetto a scrivere, promesso. Le cose cominciano a diventare davvero interessanti a partire da ora! ;D

Nei giorni che seguono, la vita Raven è scandita dagli allenamenti con Sabretooth e Toad e dai piccoli compiti quotidiani che le vengono assegnati da Monique. Nel pianificare il programma di addestramento che deve farla diventare un degno membro della Confraternita, Magneto non sembra aver previsto per Mystique nemmeno un attimo di pausa.
Al mattino, nella palestra che a sorpresa si cela nel seminterrato del Castello, Raven si allena con Sabretooth nel combattimento corpo a corpo. Dopo l'iniziale, tragico impatto con la disciplina, la giovane mutante ha pian piano affinato la tecnica ed ha imparato a sfruttare i propri punti di forza: anziché attaccare alla cieca, adesso aspetta il momento giusto schivando le aggressioni dell'avversario, in attesa del momento buono per sferrare l'unico colpo decisivo.
Come Mystique scopre ben presto, Victor preferisce di gran lunga la pratica alla teoria, e si lascia trascinare nell'ebbrezza della battaglia senza badare minimamente ala strategia da adottare. Per questo motivo, con tipi come lui, è sufficiente armarsi di ingegno ed inventiva.
Con Toad, invece, è tutto un altro paio di maniche.
Gli addestramenti assieme a Mortimer si tengono nel primo pomeriggio, in una stanza semibuia al primo piano. Il mutante sembra preferire di gran lunga la penombra alla luce del sole, e per un simile motivo ha scelto questa insolita ambientazione per le sue lezioni informali.
Nonostante gli occhi di Raven siano più adatti all'oscurità rispetto a quelli degli altri esseri umani, la ragazza deve comunque imparare ad utilzzare al meglio il proprio udito ed il tatto per individuare l'avversario.
Toad combatte a distanza, muovendosi indifferentemente in orizzontale sul pavimento o sul soffitto, occasionalmente arrampicandosi sulle pareti. I suoi attacchi possono giungere da qualsiasi direzione.
Mystique è in grado di sfruttare gli appigli di qualsiasi struttura per issarsi anche ad altezze elevate, ed in caso di necessità può saltare molto più lontano di un comune homo sapiens. Tuttavia, Mortimer ha dalla sua l'esperienza ed una rapidità nei movimenti che lo rendono praticamente invisibile: Raven deve spingere al massimo le sue percezioni, cercando di individuare il più piccolo spostamento d'aria che le permetta di scoprire la posizione dell'avversario.
Al contrario di Sabretooth, che sembra sempre inaspettatamente consapevole della propria forza esagerata, Toad non si limita assolutamente quando combatte contro Mystique. Se lei non è abbastanza pronta o abbastanza veloce, il mutante non esita a colpirla approfittando della sua distrazione.
Quando lui e Raven non combattono, tuttavia, il giovane mutante si trasforma in una persona completamente diversa. Mystique non è in grado di spiegarsi il motivo, ma in compagnia di Toad non può fare a meno di sentirsi a proprio agio.
Mortimer sorride spesso, ma non si lascia intimidire dalla serietà di lei. Ama scherzare e fare battute, ma non si aspetta che gli altri si comportino necessariamente allo stesso modo; riempie senza difficoltà gli improvvisi silenzi di Mystique, senza stupirsi del fatto che lei non voglia parlare.
In questo modo, Raven viene a conoscenza di gran parte degli avvenimenti che hanno segnato la vita dei membri della Confraternita: congetture sul triste e complesso passato di Victor, che lui ha voluto raccontare soltanto a Magneto e che lo sta divorando pian piano, trasformandolo sempre di più in una belva feroce; la strana predisposizione di Monique per il cacciarsi nei guai, nata da un'indole che la rende incapace d dimenticare le continue persecuzioni subite tanto tempo fa, nella Parigi assolata e benestante in cui un tempo viveva.
Toad parla a lungo anche di Erik, e Mystique ascolta interessata assorbendo ogni singola parola. Il giovane Lenscherr, straordinario “ragazzo prodigio” che è riuscito a costruirsi una vita aggrappandosi fin dalla più tenera età a tutti i sostegni che il mondo poteva offrirgli, e che una volta cresciuto non si è reso conto di potersi finalmente fermare, guardarsi attorno, tirare un sospiro di sollievo.
L'uomo che ha scelto di diventare Magneto, di non accontentarsi della ricchezza e della pace, in cerca di una situazione che portasse al'homo superior una certezza di stabilità.
Non crede nel compromesso, Erik, e non vede altri colori che il bianco più puro o il nero più cupo. Per lui la vita è un tavolo da gioco, e lui non è in grado di capire quando è il momento di abbandonare la partita.
- Essere suoi alleati è una continua scommessa. – spiega Mortimer in uno dei suoi rari momenti di serietà – Puoi perdere tutto in un momento, oppure ottenere una vittoria schiacciante. Dipende tutto da lui, da te ed un po' forse anche dalla fortuna.
Senza nenneno accorgersene, Mystique si ritrova a sorridere. Ha proprio ragione, quel suo strano amico dalla pelle verde chiaro: contribuire al sogno di Erik significa mettere in gioco anche più di quanto, a volte, si possa dare. I giorni trascorrono rapidi e tutti uguali, ma mai noiosi, in quello strano luogo che tutti chiamano con naturalezza “il Castello”.
All'inizio, la giovane mutante non riesce a capirne il motivo: quel palazzo moderno, piano di stanze e corridoi, non sembra aver niente a che fare con le cupe costruzioni medievali. Poi, col passare del tempo, anche lei comprende il perchè di quel nome. Il rifugio della Confraternita è un luogo autosufficiente e praticamente inaccessibile a chi arriva dall'esterno, dal quale è semplice uscire ma non altrettanto facile entrare.
Solo gli ospiti di Magneto – che sono pochi, e di solito non si spingono più in là del suo studio – hanno il permesso di varcare il grande cancello di ferro che segna il confine della proprietà.
Mystique si limita ad osservare il passaggio da lontano, di tanto in tanto, senza mai domandarsi che cosa ci sia al di fuori: è felice di poter guardare l'esterno dal Castello, e non il contrario. Laggiù, ha già tutto quello che potrebbe desiderare.



Nel tardo pomeriggio di un sabato, Raven chiede a Monique in che modo ha conosciuto Erik. Sono sedute sul grande divano sformato nel salotto del Castello, di fronte al televisore che trasmette le ultime notizie in sordina. Quella di guardare il telegiornale è un'abitudine che Raven non ha mai avuto prima; ma adesso che lavora per Magneto sa di doversi informare.
Shade si volta impercettibilmente verso il giardino immerso nella penombra, che si scorge appena attraverso la portafinestra socchiusa. Esita un attimo prima di rispondere, come chiedendosi da quale parte sia meglio iniziare.
- Credevo che Erik te ne avesse parlato. - mormora alla fine, già persa nei ricordi.
Dal primo impatto non esattamente amichevole tra lei e Raven è passato ormai qualche mese. Ci ha pensato il tempo, a sanare i dissapori: Mystique è solo un'altra giovane recluta tra le file di Magneto, e Monique ha il dovere di prendersi cura di lei.
Col passare dei giorni, il legame che si è instaurato tra le uniche due ragazze della Confraternita si è fatto sempre più saldo fino a quando, quasi senza rendersene conto, Raven e Shade sono diventate amiche.
Sono strani e profondi, i legami che si formano in quel luogo.
- No, non mi ha detto niente. - Mystique si stringe nelle spalle, mettendosi comoda sul divano in attesa della storia.
Ha scoperto che è quello, il trucco per non dover parlare: chiedere alle persone di raccontare qualcosa, fare domande, informarsi di tutto. Il mondo, muore dalla voglia di far sapere qualcosa di sé.
- L'ho conosciuto per caso, un giorno a Parigi. - comincia Shade, lo sguardo che vaga lontano verso un punto imprecisato del giardino. - Avevo diciassette anni, come te. Facevo la cameriera in un bar poco conosciuto, perchè i miei genitori mi avevano cacciato da casa dopo aver scoperto che ero una mutante, e non avevo soldi per pagarmi gli studi.
- Lui si sedette ad un tavolo, e cominciò a parare con me in perfetto francese. Siccome era l'unico cliente, non avevo molti impegni e così iniziammo a chiacchierare. Mi disse che da un po' mi osservava, e che si era accorto del mio dono. Mi invitò a seguirlo in America, con la promessa di una vita migliore circondata da persone come me.
- In un primo momento, ovviamente, pensai di non potermi fidare. Lui disse di non aver fretta, che potevo pensarci, che sarebbe tornato. Tornò, come promesso, e per dieci giorni lo trovai seduto al tavolo del bar dove lavoravo; diventammo amici.
- Alla fine, decisi di poter rischiare e accettare la sua offerta. Infondo, che cosa avevo da perdere? Erik non sembrò stupito... conoscendolo, doveva aspettarsi fin dall'inizio che avrei detto di si. Raggiungemmo New York in aereo il giorno successivo, e da quel giorno non ho fatto altro che stare qui, lavorando per lui. Mi ha cambiato la vita.
Da come parla, è evidente che Shade è molto riconoscente verso Magneto. Lui è tutto quello che ha, la persona che l'ha sostenuta anche quando tutti le volavano le spalle. E adesso... non è forse lo stesso anche per lei? Come deve sentirsi Monique, guardandola negli occhi? Rivede forse, in lei, la fragile se stessa che era?
- Tu mi odi, Monique? - domanda a sorpresa. Shade si volta improvvisamente, stupita dall'improvvisa schiettezza di Mystique. Per un attimo, non sa che cosa replicare.
- Non ti odio, Raven, anche se capisco perchè me l'hai domandato. - mormora infine, sollevando gli angoli della bocca in un sorriso quieto. - All'inizio, forse, ma adesso non più. Infondo siamo più simili di quanto pensassi, io e te.
Mystique sorride a sua volta, con spontaneità. Ora, mostrare i propri sentimenti non le sembra affatto innaturale. Infondo non si somigliano un po' tutti fra loro, gli abitanti del Castello?



Raven rivede Magneto per la prima volta dopo giorni in una calda mattinata di inizio estate. Indossa un paio di jeans scuri ed una candida camicia bianca, e sorride. Il sole che gioca coi suoi capelli chiarissimi completa il quadro, conferendogli l'aspetto di una persona completamente serena.
Com'è ingannevole, certe volte, il semplice aspetto esteriore!
Al suo fianco, un altro giovane che sorride a sua volta. l suoi lineamenti sono più marcati, ma altrettanto gradevoli; negli occhi scuri splende una luce buona. Nonostante il tepore di quella giornata, indossa un completo marrone con giacca e cravatta. Ha sottili capelli castani, ma è già un po' stempiato.
- Charles, ti presento Raven. - dice semplicemente Erik, invitando la ragazza ad avvicinarsi con un impercettibile cenno del capo.
Lei si affretta a raggiungere i due uomini, obbediente, fissando negli occhi Magneto. Nello sguardo ambrato di lei, un milione di domande che non vuole tradurre in parole.
Non vuole farlo, soprattutto di fronte a quel giovane gentile che risponde al nome di Charles.
- Professor Charles Xavier. - si presenta lui, stringendole la mano. Professore? Dimostra si e no venticinque anni. Raven fa un rapido calcolo: per essere già laureati, di anni ne bastano ventidue... Tuttavia c'è qualcosa di insolito, in quel ragazzino cresciuto che le sorride ostentando una maturità che forse ha accettato troppo presto.
Guardando l'espressione apparentemente rilassata di Xavier Mystique si rende conto che, qualunque sia la strada che sceglie di percorrere, un mutante si può riconoscere alla prima occhiata: anche chi non possiede segni visibili della mutazione nell'aspetto esteriore, conserva comunque infondo allo sguardo un'ombra dalla quale non si può liberare.
Può trattarsi di collera, di odio, di disperazione: ognuno ha il diritto di sfogare come crede la propria frustrazione e il dispiacere. Tutto quello che la giovane Darkholme sa, adesso, è che anche il più gentile degli homo superior non potrà mai essere immune da quell'ombra oscura.
Lo sguardo di Charles Xavier, è velato da un profondo dolore.
- Charles gestisce una scuola per giovani dotati, a Salem Center. Ci conosciamo da quando eravamo poco più che ragazzini.
Il professore annuisce con espressione divertita.
- Non siamo cambiati poi così tanto da allora eh, Erik? - domanda con la sua voce pacata.
Mystque potrebbe stare ad ascoltarlo parlare per ore. Il tono tranquillo, il sorriso rassicurante di chi ha scelto la strada della gentilezza e del perdono. Tutto in lui fanno pensare ad un uomo dall'animo puro, che combatte ogni giorno per sconfiggere le ombre in se stesso, piuttosto che il mondo là fuori.
Chissà come ha fatto una persona così a diventare amico di Magneto.
- Erik mi ha parlato molto di te, sai? Dice che sei dotata di un potere eccezionale. - continua Charles, rivolgendosi direttamente a Raven.
Il primo istinto di lei è quello di abbassare lo sguardo, ma si sforza di tenere la testa alta, e gli occhi in quelli di lui, mentre replica, sincera.
- Non spetta a me contestare le affermazioni di Magneto, ma sono convinta di avere ancora molta strada da fare.
Una risposta diplomatica e cauta, in attesa di capire quanto sia affidabile quel ragazzo gentile. Erik solleva impercettibilmente un angolo della bocca in un rapido sorriso: sembra trarre un sincero divertimento da quel breve dialogo tra la sua assistente ed il suo migliore amico.
- Charles si chiedeva se saresti interessata a studiare nella sua scuola, Mystique. - aggiunge poi, l'ombra appena percettibile negli occhi color del ghiaccio.
Raven sposta rapidamente lo sguardo su di lui, quasi shockata: vuole forse liberarsi della sua presenza, mandarla a studiare lontano e sollevarsi della responsabilità di quella nuova ospite inesperta? Le risulta difficile persino crederlo, Magneto non è tipo da fuggire così dai problemi.
A suggerirle la risposta, è la leggera inflessione che Erik ha dato alla frase. Senza bisogno che lei dica niente sa già quali saranno le parole di Raven, ma non ha voluto toglierle la soddisfazione di pronunciarle di persona. Le sta dando la possibilità di cercare altrove la propria fortuna, ma al contempo la sta mettendo alla prova.
- La ringrazio, professor Xavier. – esordisce Mystique, indugiando per un instante negli occhi di Lenscherr prima di spostare lo sguardo in quelli del suo reale interlocutore.
“Ascoltami, Erik, così da non avere più dubbi in futuro.”
- Tuttavia, sono costretta a declinare l'invito. Adesso lavoro per Magneto, e non smetterò di farlo a meno che non sia lui stesso a chiederlo.
Charles annuisce con espressione serena, senza replicare. E' un uomo intelligente, e Raven è sicura che ha colto tutte le implicazioni nascoste nella sua affermazione. Non le importa affatto: non è per lui che ha parlato.
- Come ti avevo detto, Mystique è una ragazza piuttosto determinata. - commenta Erik, avvicinandosi a lei per sfiorarle una spalla con la mano. La mutante si volta a guardarlo per un attimo, scoprendo i denti bianchi in un ghigno pieno di sottintesi. Lui risponde all'occhiata col suo solito, mezzo sorriso.
Dov'è stato Magneto per tutte quelle settimane? Raven non conosce la risposta, ma non ha intenzione di darlo a vedere.
Inesplicabilmente, il tempo che hanno trascorso lontani sembra aver rinforzato il legame che esisteva fra loro. Con quel singolo, rapido sguardo, si sono promessi il sostegno e la fiducia reciproca che li accompagneranno, come un'ancora di salvezza, attraverso gli anni a venire.

Rin-chan's hetare notes ~

1) Questo per quanto riguarda l'aspetto dei protagonsiti di Gods Among Insects.
[click] Erik Magnus Lenscherr / Magneto ~ Guy Pearce.
[click] Raven Darkholme / Mystique ~ Rachel Mc Adams.
[click] Monique Jean Lamartin / Shade ~ Michelle Trachtenberg.
La fotografia di Toad [della saga di X-Men] l'avevo già postata qualche capitolo fa; a parte il fatto che il Mortimer di questa fic appare più giovane di qualche anno, non ci sono altre differenze sostanziali. Per Sabretooth, invece, vi basterà far riferimento a quello che abbiamo visto in Wolverine: Origins qualche mese fa. Se non ve lo ricordate, vi rinfresco la memoria: [click]. Magari, se vogliamo essere pignoli, immaginatevelo con i capelli un po' più lunghi e gli occhi completamente neri. :D
2) Ecco a voi Charles Xavier! Che naturalmente, se stavate per chiederlo, cammina. Ed ha i capelli, anche se si sta stempiando... XD Charles come personaggio mi piace un sacco, ma appartiene ad una categoria di “buoni” che è molto difficile da gestire: troppo saggi, troppo potenti, troppo... buoni, appunto. Come Albus Silente, per intenderci. Comunque, vi prometto che il vecchio professor X ricomparità mooolto presto in questa storia~

  
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