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Autore: DanzaNelFuoco    04/03/2020    0 recensioni
COW-T #10 - missione 3 - prompts: luoghi del COW-T #2
Raccolta di BakuDeku, per la maggior parte AU
altri pairing vari indicati a inizio fic (perché in generale mutlishipping is the way)
--- Katsuki ha la bocca secca, un po’ perché quella soda era davvero una merda, un po’ perché non riesce a staccare gli occhi dei muscoli del tizio che guizzano sotto la maglietta ad ogni cassa di vino che impila sul pavimento - porca merda, è una cazzo di statua greca, in che palestra va e perché lui non lo ha mai visto?
“Katsuki, tesoro, lo so che è un eye candy, ma smetti di sbavare,” Mina gli dà un buffetto sulla spalla, e Bakugou potrebbe ringhiare che non è vero, non sta sbavando (bocca secca, ricordate?), ma è troppo concentrato a cercare di far combaciare la figura davanti a sé con il nerd rachitico che lo seguiva ovunque alle medie. Perché sì, ci ha messo un po’, ma alla fine lo ha riconosciuto: quello è Deku.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: O’Keefee Fiorista
Altre ship: Kaminari Denki/Sero Hanta, Mina Ashido/Kirishima Eijiro (perché chi  altri può essere il padre? Lacros, ehm Kirishima) 
Wordcount: 1376


 

I fiori erano stupidì e ancora più stupidi dei fiori erano gli amici di Bakugou che lo avevano costretto ad andare a ritirarli. 

Certo, ovviamente, lui avrebbe fatto la sua parte in tutta questa farse inutile che era il matrimonio di due dei suoi migliori amici, perché altrimenti Mina lo avrebbe sciolto in una pozza di acido. 

Cazzo, dovevano essere gli ormoni della gravidanza o forse la ragazza aveva solo passato troppo tempo con Bakugou, ma le sue minacce di morte erano molto più realistiche e inventive di quelle di Katsuki. 

Così eccolo lì, pronto ad andare e portarsi a casa quindici tonnellate di fiori che il giorno seguente sarebbero divenuti concime. 

Che spreco. 

“Buongiorno, come posso aiutarla?” 

Katsuki per poco non si mise a ridere. 

Il fioraio era una fottuta pianta. 

O se non altro, sembrava un cespuglio poco curato con quei capelli verdi - verdi! - ribelli che sembravano andare in tutte le direzioni. 

“Mi servirebbero dei fiori,” si limitò a scrollare le spalle. 

“Oh?” Questa volta fu il turno del fioraio di trattenersi dal mettersi a ridere. “Pensavo le servisse un litro di latte.” 

Bakugou sbuffò poco divertito. 

“Che tipo di fiori?”  

“Boh, non lo so. Fiori. Per un matrimonio.” Non molto utile. “Ah, aspetti, Mina mi ha dato la lista.” 

Bakugou cercò nelle tasche dei pantaloni fino a tirare fuori un foglietto spiegazzato. 

 

Calla - Candore

Margherita - amore fedele

Crisantemo giallo - Denki 

Elleboro Onyxodyssey - Sero

Fiori d’arancio - Matrimonio 

 

Il fioraio squadrò la lista, cercando di capire la scrittura arzigogolata della ragazza. 

“Uhm.. ecco, questi fiori non vanno bene.” 

“Cosa? E perché?”
“Beh, il crisantemo giallo non è un fiore adatto ai matrimoni. Non so perché sia stato scelto, ma il crisantemo in generale ha un significato negativo per quello che riguarda l’amore. Di solito chi lo regala sta rinunciando alla persona amata perché ha sofferto troppo e sa che non potrà mai essere ricambiata, quindi si sta allontanando. 

E l’elleboro significa liberazione dalle pene, non necessariamente in seguito a morte, ma molto spesso sì, visto che è anche un fiore velenoso. Se ci aggiungiamo che poi questa varietà è nera…”

Il fioraio si strinse nelle spalle, desolato. 

“Ok, mi dia un minuto.” 

Il cliente aveva tirato fuori il cellulare.
“Ehi, Occhi da Panda, il fioraio mi ha detto che il crisantemo giallo porta sfiga ai matrimoni. E  che l’elleboro è velenoso! Devo cambiarli.” 

Dall’altra parte del telefono Midoriya sentì provenire soltanto un brusio. 

“Ho capito che volevi l’effetto cromatico giallo e nero, ma non così.”

La ragazza rispose qualcosa. 

“No, non mi rompere i coglioni, avrai guardato male su internet!”

Un altro brusio concitato. 

“Senti, se non ti va bene sono problemi tuoi, saresti dovuta venire tu. Hai mandato me e adesso decido io.”

I toni sembravano scaldarsi. 

“Certo che non ho idea di cosa voglia dire nessun fiore, cosa cazzo ti sembro, un’enciclopedia? C’è un fioraio qui apposta, è il suo lavoro!” 

Un brusio seccato. 

“Come cazzo ti pare! Tuo è il veto, ma se ci sono cambiamenti da fare lo porti tu il tuo culo qui a dirli al tipo!” 

Con un gesto rabbioso, Bakugou sbatté giù il telefono. 

“Che c’è?” Quasi ringhiò in faccia al fioraio. 

“Niente,” 

“Allora?!”
“Niente, davvero, ho… ho visto futuri sposi litigare molto peggio per molto meno, davvero.” No, non era vero, di solito due innamorati prossimi alle nozze erano o stucchevoli piccionicini da diabete o, più facilmente, la classica coppia con la sposa isterica e il fidanzato che cercava di calmarla facendole notare che una sfumatura più giallastra sulle calle non avrebbe rovinato per sempre il loro matrimonio.

“Ma mica mi sposo io!” L’espressione di Katsuki era improvvisamente mutata e l’irritazione si era trasformata in un luccichio di divertimento, “E neanche quella scoppiata della mia amica, se è per questo, anche se con tutto lo zelo che ci sta mettendo potrebbe sembrare,” aveva riso. “Io sono solo il testimone, mi hanno incastrato.”

Il fioraio aveva sorriso. 

“Dunque che devo fare con questi fiori?”  

“Potrei consigliare una Primula vittoriana, nella varietà Lace Silver Black, potrebbe essere quello che cerca la sua amica. È esteticamente perfetta e ha un significato positivo, augura ogni bene e giovinezza a chi la riceve e poi…” 

 

* * * 

 

“Oh, Kacchan, di nuovo qui?” 

Katsuki alzò gli occhi al cielo e sbuffò. “Sì, Deku di un fioraio! Mina ha detto che i centrotavola hanno bisogno di più fiori e che bisogna cambiare le calle perché stonano con la navata della chiesa.” 

Izuku ridacchiò. “D’accordo, spiegami esattamente come un fiore stona con la navata di una chiesa.”

“Ah, e io che cazzo ne so? Cos’altro ci si può mettere?”

Izuku aprì la bocca e si lanciò in una tirata sulle possibili alternative alle calle. 

Katsuki non lo avrebbe ammesso mai che lo avrebbe ascoltato parlare di fiori per ore, nonostante a lui dei fiori non fregasse un cazzo. 

 

* * * 

 

La cosa stava cominciando a diventare ridicola, gli aveva detto Mina. E forse non aveva tutti i torti. 

“Guarda che l’ho visto, eh? Ti sbava dietro forse peggio di quanto tu non sbavi dietro a lui!”

“Non dire cazzate, è solo gentile.” 

Mina, a cui era bastata una sola visita al negozio di fiori per rendersi conto che quei due sarebbero stati perfetti insieme, aveva alzato gli occhi al cielo “Non fare arrabbiare la donna incinta, Katsuki! Midoriya è l’unico che ti sopporta e anzi, trova anche piacevole la tua presenza. Cioè, so che noi siamo un branco di pazzi problematici, ma lui sembra abbastanza normale. Gli devi piacere per forza.” 

Bakugou aveva sbuffato. “Quando Kirishima si deciderà a metterti un anello al dito scapperò alle Hawaii piuttosto che farvi da testimone, sappilo.” 

“Aspetta e spera,” aveva sogghignato Ashido che di sposarsi non aveva desiderio alcuno. “Qualcosa mi dice che il bouquet lo prenderai tu, quest’anno.”

 

* * * 

 

“Kacchan, non dirmi che c’è ancora qualcosa che non va con le decorazioni dell’altare perché mi licenzio, ok? Mi licenzio.” 

Katsuki scosse la testa. “No, sono venuto per me stavolta.” 

“Per te?” 

“C’è una persona che mi piace e mi servirebbe un mazzo di fiori per chiederle di uscire.” 

Izuku non doveva aver nascosto bene la sua espressione, perché Katsuki lo guardò interrogativo. 

“Che c’è?”

“No, niente. È che non mi sembravi il tipo da mazzo di fiori.”
“Ah no?”
“No. Pensavo che saresti stato il tipo da andare dritto da quella persona e intimarle di uscire con te.” 

“Era quello che volevo fare, poi Mina mi ha dato dell’idiota.” 

“Oh, sì, beh, suppongo che con una ragazza funzionerebbero meglio i fiori.” 

“Non è una ragazza.” 

“Ah.” 

Izuku giocherellò con un angolo del rotolo di carta crespa. 

“Senti, faccio cagare in queste cose,” Katsuki si passò una mano tra i capelli, scompigliandoseli ancora di più. “Il piano di Mina è una merda, perciò sarò diretto. Sei tu. Non è che ti andrebbe di venire a vedere come staranno bene i tuoi centrotavola?”
“Eh?” 

“Ti sto chiedendo se vuoi essere il mio +1 al matrimonio, visto che sono da solo.”

“Io… non credo… cioè, sono un estraneo, non vorrei…” 

“No, sei il fioraio. Alla brutta ti ricorderemo così nelle foto.” 

“Oh, tu sì che sei rassicurante.” 

“Devo passare a ‘intimarti di uscire con me’?” Alzò un sopracciglio Katsuki, rigirandogli la sua stessa frase. “Senti se non sei gay o non ti interesso basta che mi dici di no, non c’è bisogno che ti inventi scuse per non ferire i miei sentimenti o altre boiate del genere, eh.” 

“No! Cioè, sì! Oddio!” Izuku si nascose il viso tra le mani, arrossendo. “Non è che non mi interessi!” Si affretto a spiegargli. “È solo che… un matrimonio? Mi sembra… mi sembra un po’ eccessivo come primo appuntamento.”  

Katsuki rise. 

“Il matrimonio è tra due mesi. Pensavo di portarti a prendere un caffè un po’ prima. Che ne dici?”

Izuku si chinò sotto il banco e ne riemerse con un garofano - rosso, come gli occhi di Katsuki. 

“Tu sai che io non ho idea di che cazzo voglia dire sto coso, vero?” 

“Il garofano, quando di un solo colore, indica una risposta positiva.”

Katsuki si appuntò il fiore nell’asola della giacca. “Quindi, tra quando pensi di poterti prendere una pausa?” 

 
  
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