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Autore: bennytop    04/03/2020    3 recensioni
Questa storia si colloca in un punto imprecisato dell'anime prima dello scontro finale con Naraku; si tratta di una breve avventura raccontata con gli occhi di Inuyasha.
Tratto dal testo:
< Si sorprese a pensare che nessuna delle due donne appartenesse davvero a quel mondo: una apparteneva già al regno dei morti, l'altra apparteneva al futuro. Non poteva sciogliere in una notte un nodo di sentimenti così complesso, tutto ciò che poteva fare era ripetersi come un mantra che Kagome non sarebbe morta. >
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno aveva rischiato di perderla per sempre, un'altra volta. Quella spietata caccia a Naraku diventava ogni giorno più pericolosa.

Tutto era accaduto, come al solito, per colpa sua: le aveva ordinato di scappare, ma avrebbe dovuto prevedere che ella non l'avrebbe mai lasciato solo.

...............qualche ora prima...................................................................................................................

I loro amici erano al villaggio vicino, ad aspettare che Miroku riprendesse i sensi dopo l'ultima battaglia, mentre il mezzodemone aveva deciso di ritornare a dare un'occhiata al cadavere del demone-ragno. Ovviamente Kagome aveva insistito per accompagnarlo. Giunti alla carcassa qualcosa iniziò a preoccuparlo. Il corpo non aveva minimamente iniziato a decomporsi, eppure solitamente questo processo era accelerato una volta che questo venisse privato del frammento della sfera. Decisamente la situazione era strana. Fissando la carcassa si rese conto che il sangue causato dalle ferite era scomparso, come se fosse stato richiamato nella ferita stessa...

Inuyasha capì: quel mostro o si stava rigenerando o stava nutrendo un parassita dentro di sè. Intimò bruscamente alla ragazza di allontanarsi e dovette ripetersi più volte poichè quella testarda continuava a farsi più vicina per poter guardare meglio. In un momento dallo squarcio sul ventre del demone fuoriuscì un orrore indefinito, molto simile a due ragni uniti da un'unica testa, con sedici zampe spaventosamente coordinate tra loro. La bestia iniziò a tessere ragnatele appiccicose e fumanti e dalla sua bocca si diffondeva un miasma allucinogeno, il tutto ad una velocità demoniaca.

Inuyasha avrebbe senza problemi sfoderato Tessaiga e mandato all'altro mondo quell'essere ma Kagome, in preda a un'allucinazione, gli si stava consegnando spontaneamente. Anzi, lo difendeva puntando una freccia sacra contro Inuyasha, rimanendo perfettamente indifferente al bozzolo di ragnatele che la stava per fagocitare al suo interno. Quando la ragazza venne completamente assorbita dalle ragnatele, il mezzodemone potè aggirarla e finire in un sol colpo di spada quell'orribile creatura.

Si affrettò ad andarla a liberare, pensando che comunque l'aurea divina l'avrebbe protetta per quei pochi secondi e invece le ragnatele di dimostrarono più velenose di quanto sembrassero. La prese fra le braccia e corse al villaggio. Ella delirava, mentre le ustioni sulle braccia si ritiravano lentamente e la febbre saliva. Così funzionava il veleno, in modo da non lasciare tracce che tradissero la presenza di un predatore: prima ustionava la pelle, una volta penetrato il tessuto si rigenerava senza lasciare segni mentre lentamente si veniva uccisi da una febbre violenta.

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Rimase al suo fianco, spronandola a lottare contro la febbre, a resistere alle maledette allucinazioni che le provocavano continuo dolore. Poi subentrarono le convulsioni, il respiro che a tratti si arrestava. Infine, il medico del villaggio si dichiarò impotente.

Uscì dalla capanna in cui tutti si stavano preoccupando per la divina Kagome e andò alla sorgente sacra poco distante.

Pianse. Atteggiamento che proprio non gli apparteneva. Lei non poteva morire lì, lontana dalla sua famiglia, davanti ai suoi occhi. Cosa doveva fare? Cosa poteva fare? Si specchiò nell'acqua e pensò a quanto fosse terribile il suo aspetto; un pensiero stupidissimo in tal frangente.

Andò a prendere la ragazza, sotto lo sguardo attonito dei presenti, e la condusse tra le placide e fredde acque della sorgente. Il medico del villaggio inorridì: non era concesso ad alcuno accedere alla fonte sacra, quel mezzodemone con la sua aurea demoniaca l'avrebbe corrotta. Un provvidenziale pugno alla nuca lanciatogli da Miroku gli impedì di andare a svegliare tutto il villaggio. Inuyasha sperava solo che l'aurea divina di Kagome potesse prendere in prestito l'energia rilasciata da quelle acque per combattere le fiamme che dall'interno continuavano a divorarla.

In passato, molti anni prima, aveva visto Kikyo fare una cosa simile e sperò con tutto se stesso che anche stavolta il miracolo potesse compiersi...

Il ricordo di quella donna e del sentimento che provava per lei si sovrappose a alla creatura che stava stringendo fra le braccia, che disperatamente si stava ancora dimenando in preda a chissà quale visione. Persino in quel momento, non riusciva a sciogliere del tutto il suo legame con la sacerdotessa. Si sorprese a pensare che nessuna delle due donne appartenesse davvero a questo mondo: una apparteneva già al mondo dei morti, l'altra apparteneva al futuro. Non poteva sciogliere in una notte un nodo di sentimenti così complesso, tutto ciò che poteva fare era ripetersi come un mantra che Kagome non sarebbe morta. Non poteva abbandonarlo, dannazione! Non lei! Non così presto! Non poteva lasciarlo e privarlo di quell'amore che provava per lei, perchè una cosa la sapeva: senza Kagome nulla avrebbe più avuto senso.

...presto sarebbe giunta l'alba e non avrebbero più potuto nascondere la profanazione di quel luogo. I cittadini li avrebbero cacciati, se Inuyasha non li avesse uccisi prima, cosa che sembrava disposto a fare.

Si concentrò sul suo respiro lento e affannato e sul suo corpo ancora caldo.

Era furioso con se stesso, ma lo era oltre ogni dire con lei. Perchè non gli dava mai ascolto? Perchè faceva sempre di testa sua? Perchè non si fidava abbastanza? Perchè doveva correre certi pericoli? Perchè doveva sopportare simili dolori?

Perchè la morte che stava per prenderla non poteva essere più rapida?

Si vergognò subito appena questo pensiero gli sfiorò la mente, provando disgusto per se stesso. Come osava lui? Non era lui che stava soffrendo pur di rimanere legato alla vita. Lei stava soffrendo. Non lui. Se soffriva, significava che fosse ancora viva, ed era a questo pensiero che il mezzodemone dovette aggrapparsi...

...pian piano giunse l'alba e il tempo ancora concesso era troppo poco.

Si concentrò sul suo respiro lento e affannato e sul suo corpo freddo.

Freddo?!

Con un salto uscì dall'acqua e scattò verso l'interno del bosco, dove venne prontamente raggiunto dagli altri, appena prima che il villaggio si svegliasse.

Gli amici iniziarono a fargli domande, ma le loro voci arrivarono ovattate alle sue orecchie.

"Kagome sta meglio. Il battito è regolare e la febbre è passata. Si sveglierà", disse duro.

Passarono tutto il giorno con lei, a pregare che aprisse gli occhi, mentre la luna ritornava a chiudere i loro. Solo Inuyasha rimase sveglio, incapace di distogliere la propria attenzione per un solo istante.

Nel cuore della notte Kagome iniziò a schiudere gli occhi e la prima cosa che vide fu il volto preoccupato e teso di Inuyasha.

Avrebbe voluto rivolgergli uno sguardo innocente e dimenticarsi di quanto successo, invece si ricordava tutto.

"Sei arrabiato con me Inuyasha?", sospirò con voce sottile.

"Puoi contarci, sono furioso" ed era vero, nonostante il tono calmo con cui lo disse.

Rimasero in silenzio finchè il mezzodemone, sfinito, si stese al suo fianco e con voce frustrata le confidò: "Tornatene a casa. Se resti qui non posso rimanere concentrato sulla missione perchè avrei troppa paura di non riuscire a proteggerti".

Vide i suoi occhi riempirsi di lacrime e si affrettò ad aggiungere: "Torna nella tua era e sii felice, fallo per me. Voglio solo che tu sia al sicuro e felice, con la tua famiglia".

"No. Non lo farò. Sono esattamente dove voglio essere. Fammi rimanere con te, andrà tutto bene. Sarò felice e mi affiderò a te, completamente", dichiarò Kagome con le guance rosse per l'imbarazzo.

Inuyasha dovette decretare che la poverina avesse già sofferto troppo quindi non insistette oltre, dopotutto non riusciva nemmeno ad immaginarsi senza di lei e poi le avrebbe concesso tutto, perchè era tremendamente irresistibile la "sua" Kagome con le guance arrossate e gli occhi dolci e lucidi.

La ragazza gli si accoccolò al petto e, ancora reduce dalla triste avventura, si addormentò subito, abbandonata a lui, completamente.

Poco prima di cedere al sonno Inuyasha realizzò che Kagome non era "sua" e finalmente capì una cosa importante: così, protetto dalle tenebre, il mezzodemone osò posarle un tenero bacio a fior di labbra, perchè lei era libera ma lui le apparteneva, fuori dal tempo, oltre il tempo, completamente.

NdA: Grazie per il tempo che avete dedicato al mio piccolo racconto, era da anni che volevo trovare il coraggio condividerlo. Spero sia piaciuto (o almeno che non vi sia dispiaciuto). Ad un prossimo racconto.
   
 
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