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Autore: bennytop    04/03/2020    1 recensioni
Questo vuole essere un piccolo racconto, senza pretese, riflessivo e sincero, che coglie l'attimo in cui un'amicizia storica si evolve...il tutto raccontato attraverso gli occhi di una adolescente.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questo vuole essere un piccolo racconto, senza pretese, riflessivo e sincero, che coglie l'attimo in cui un'amicizia storica si evolve...il tutto raccontato attraverso gli occhi di una adolescente.
Buona lettura, ci vediamo dopo.


Qualcosa sta cambiando, forse stiamo solo crescendo, o forse in realtà non è cambiato niente di importante.
Dieci anni non sono tanti? Dieci anni non sono bastati per conoscerci?
Sembra che ci conosciamo da una vita eppure quanto c'è ancora da capire.
Avrai anche tu i tuoi dubbi, ma non ne parli.
Ho sempre creduto fossi molto timido: ecco perchè ora non mi spiego i tuoi messaggi. Da quando mi mandi il messaggio della buonanotte?
Da piccoli giocavamo nel cortile, alle scuole medie ci incontravamo al centro estivo, ora che siamo alle superiori non siamo nella stessa compagnia, quindi ormai ci si vede raramente, giusto quando c'è un evento di interesse comune ai nostri amici.
Io noto certi tuoi atteggiamenti. Con le ragazze della tua cerchia sembri molto spiritoso e allegro, mentre con me sei sempre riflessivo e taciturno. Quanto detesto i silenzi imbarazzanti!
Due amici.
La nostra da ciò che ricordo è una tacita intesa: tu sai che io ci sono per te e lo stesso vale per me.
Il nostro gioco è troppo pulito, o forse ci stiamo ingannando a vicenda, ma a che gioco stiamo giocando esattamente? Perché ti chiudi così sulla difensiva? E ancora, tutto questo esiste solo nella mia mente paranoica? Se così fosse sarei da biasimare?

Sono questi i pensieri che affollano la mia testa durante il viaggio in macchina.

Sono entrata in confusione da quando tu e i tuoi genitori avete invitato me e la mia famiglia per una gita in montagna: c'è una sagra al paese dei tuoi nonni e so quanto tu sia loro legato visto che ci passi gran parte delle vacanze estive.
Conoscendoti sarai talmente imbarazzato dal dover trascorrere una giornata insieme con le rispettive famiglie che scapperai via, scommetto che mi lancerai un saluto imbarazzato e poi ti rifugerai a casa dei tuoi nonni con la scusa di dover assolutamente studiare. Ma a chi vuoi darla a bere? Addio bel pomeriggio tra amici! I nostri genitori faranno i loro discorsi noiosi e io mi ritroverò mio malgrado coinvolta negli stupidi giochi dei nostri fratellini. Fantastico!
"Alba, puoi dire al tuo amichetto di venirci incontro lungo il sentiero? Non sappiamo quale prendere", mi riscuote mio padre dai miei pensieri appena parcheggiata l'auto.
Ah, si deve pure camminare? Nemmeno c'è un parcheggio dietro la chiesetta dove fanno questa benedettissima festa di paese?!
Ti chiamo e dopo due brevi spiegazioni ci incamminiamo.
Tutto sommato la chiesetta non era così in salita e il paesaggio da lì è proprio bello. Ci avviciniamo a salutare i tuoi genitori, ma tu dove sei? Spero solo che non te ne sia già svignato senza nemmeno salutarmi. Chi sono io, la stronza di turno?
"Se lo stai cercando, è sceso fino al parcheggio in paese per raggiungerti, aspettalo dietro la chiesa, starà tornando indietro", mi anticipa tua madre, facendomi un sorriso fin troppo caloroso.
C'è poco da fare, ti aspetto fissando il sentiero in mezzo agli alberi ed eccoti sbucare dalla salita. Hai il fiatone per la corsa e le guance bordeaux. Non posso fare a meno di trattenere una risata per quanto tu sia adorabilmente buffo. Senza perderti nemmeno in saluti, mi guardi con un'espressione da finto arrabbiato: "Non ho voglia di stare con le nostre famiglie in mezzo a tutta questa gente, ma volevo farti vedere la casa dei miei nonni. Sai che è un posto speciale". Urliamo ai genitori che andiamo a farci un giro e che ritorniamo per cena...
Abbiamo passeggiato l'uno affianco all'altra, nel più completo silenzio, fino alla casetta. Mi fai vedere il giardino con l'altalena, della quale sei orgoglioso perchè l'hai costruita con tuo nonno, e io ti ascolto attenta mentre ti perdi a raccontarmi episodi della tua infanzia...
Sulla strada del ritorno verso la chiesa, incrociamo un signore (non ho capito chi sia) che ti ferma a fare due chiacchiere.
All'improvviso ti volti indicandomi: "Lei è Alba, le ho fatto vedere la casa e ora stiamo andando alla sagra".
"Cos'è questa storia che porti a casa una ragazza? È la tua morosina* ?", risponde il vecchio.
Ti limiti a sorridere, lasciando cadere la domanda.
Mentre ci allontaniamo mi sussurri qualcosa a voce talmente bassa che non riesco a sentirti, ma non importa.
Avevi già capito a cosa ci avrebbe portati questa giornata: due "amici", non così amici.




NdA: * nel mio dialetto "morosina" significa "fidanzatina", una parolina per me talmente dolce da non poterla non inserire.
           Ringrazio chiunque abbia letto questo piccolo racconto senza pretese, se volete farmi sapere le vostre impressioni per me sarebbe un vero
           piacere, grazie e a presto!
   
 
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