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Autore: Eurus91    05/03/2020    1 recensioni
[MacGyver 2016]
La fanfiction è ambientata dopo l’episodio 2x9; Dove Mac si chiude in una stanza piena di Gas Nervino.
E viene salvato appena in tempo.
“Vi va qualcosa da mangiare” Chiese Bozer mentre si alzava per andare in cucina. “Posso fare tre Sandwich al volo.”
“Per me va bene.” Rispose Jack che si era fatto fuori già una birra.
“Tu ragazzo?”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Running

Fandom: MacGyver Tv 2016
Personaggi: Angus “Mac” MacGyver, Jack Wyatt Dalton Jr, Matilda Weber, Wilt Bozer.
Warnings: hurt/Comfort, Sick!Mac, Worried Jack, Worried Bozer, Vomit, Innacurate medical procedures, Sorry Mac, Whump with out plot

La storia partecipa alla #12DaysAfterXmas Challenge indetta sul gruppo hurt/comfort italia - fanfiction & fanart
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La fanfiction è ambientata dopo l’episodio 2x9; Dove Mac si chiude in una stanza piena di Gas Nervino.
E viene salvato appena in tempo.

“Vi va qualcosa da mangiare” Chiese Bozer mentre si alzava per andare in cucina. “Posso fare tre Sandwich al volo.”
“Per me va bene.” Rispose Jack che si era fatto fuori già una birra.
“Tu ragazzo?” L’ex Delta si rivolse al biondo che era appollaiato sulla sdraio, teneva gli occhi chiusi, il respiro lento e regolare. Il braciere ardeva in mezzo alla veranda, riscaldando l’aria. Non si era cambiato ne’ fatto una doccia e questo avrebbe dovuto far scattare il Mac-Radar di Jack, ma era troppo stanco anche lui per notare certi dettagli.
“Mmh” Mac socchiuse gli occhi.
“Non ho molta fame, ma grazie per averlo chiesto...”
Jack lo guardó torvo.
“Mac, devi mangiare qualcosa. Non hai toccato cibo da ieri sera.” Il ragazzo di rimando fece una smorfia.
“Jack dammi tregua.”
L’ex soldato alzó le mani in segno di resa. “Se me lo dici con quel tono Baby Einstein, non posso che acconsentire.”
Mac sorrise e richiuse gli occhi sistemandosi nuovamente sulla sdraio, il braccio destro, ancora fasciato, poggiava sullo stomaco.
Ad un occhio normale sembrava tutto tranquillo, ma Jack conosceva Mac e sapeva che il ragazzo non era in grado di stare fermo neanche un secondo, vederlo ora così tranquillo era strano, maledettamente strano.

“C’è qualcosa che non va.” Disse serio Jack, che aveva seguito Bozer in cucina e l’osservava preparare i panini.
“Ne sei sicuro?” Chiese Bozer, mentre spingeva il piatto con il sandwich difronte a Jack, che annuì. “Non lo so amico...potrebbe essere solo stanco.”
Jack fece schioccare la lingua sul palato in segno di disapprovazione.
“O potrebbe essere qualcosa altro, qualcosa che stiamo ignorando.”

Mac era esattamente dove lo aveva lasciato, nella stessa posizione.
Jack si avvicinó a lui e gentile, gli sfioró la fronte con il dorso della mano, trovandola calda e leggermente sudata.
“Mac?” Un mugugno, insieme ad un debole tentativo di aprire gli occhi fu l’unica reazione al tocco di Jack.
“hai la febbre.”
L’altro scosse la testa, cercando di mettersi seduto.
“Sto bene, sono solo...stanco.”
Sussurró spostandosi una ciocca sudata dalla fronte.
“Stai bene? Mi prendi per il culo Mac?”
Mac roteó gli occhi. Jack era in preda al panico, si era inginocchiato all’altezza di Mac e gli poggiava una mano sulla spalla, mentre l’altra gli sfiorava distrattamente la mano.
“Jack...calmati, ok?”
Jack scosse la testa, mordendosi il labbro.
“Andiamo dentro.”
Si alzó ma il movimento fu troppo rapido, le gambe cedettero, le sentiva di ricotta. Odiava tutto questo.

“Woah! Amico...piano piano!” Disse Jack mentre lo afferró prima che toccasse terra.
“Troppo ottimista?”
“Decisamente.”

“Devo sciacquarmi il viso.”
Disse, mettendo un piede davanti all’altro, lentamente, attento a non vacillare. Lo stomaco aveva iniziato a fare le capriole, mandandogli fastidiose ondate di nausea.
Jack lo teneva per l’avambraccio e lo guardava accigliato. Attraversarono lentamente la cucina, sotto lo sguardo di Bozer, che si stava per unire alla marcia ma fu prontamente interrotto da un’occhiata di Jack.
Mac odiava stare male, e odiava soprattutto spettatori mentre lo era.
Era uno dei pochi motivi per cui i due litigavano.
Un mugugno riportó l’attenzione su Mac che era impallidito, la fronte si era ricoperta di un sottile strato di sudore.
“OH NO NO” sibiló svincolandosi dalla presa di Jack e fiondandosi in bagno con uno slancio, per fortuna c’erano solo pochi passi a dividerli.
I conati di vomito che immediatamente seguirono fecero capire a Jack cosa fosse successo esattamente, e per un momento ringrazió i riflessi di Mac. Amava quel ragazzino, ma togliere il vomito dalle scarpe nuove non era esattamente tra i suoi hobbie preferiti.
“Ehi, Genio.” Jack si chinó all’altezza di Mac che ora abbracciava il water scosso dai brividi e dai conati.
L’altro scosse la testa e sussurró un vattene prima di tornare ad essere scosso dai conati, Jack sorrise e delicatamente poggió una mano sulla fronte.
“Va via!” Sibiló il ragazzo. “Lo sai che non lo faró...” Mac mugugnó qualcosa, incapace di articolare una frase scombussolato e debole com’era.
Quando i conati sembravano essersi fermati Mac crolló esausto, Jack lo afferró appena in tempo prima che crollasse di lato e lo fece appoggiare con le spalle contro il suo petto.
Il respiro di Mac era corto, irregolare come se lottasse per far entrare aria nei polmoni.
“Respira Mac. Dentro e fuori. Inspira trattieni per 4 secondi e rilascia”
Disse Jack mentre distrattamente gli passava una mano tra i capelli, il consiglio sembrava funzionare perchè il respiro di Mac si era leggermente stabilizzato.
“BOZER! DELL’ACQUA!” Urló per farsi sentire e il ragazzino tremante sussultó. La voce di Jack sembrava perforargli il cervello provocandogli scariche dolore, i capogiri sembravano essere tornati e piú intensi.

Bozer arrivó di corsa portando un bicchiere colmo d’acqua che chissà per quale miracolo non si era rovesciato nella corsa.
Il ragazzo trovó Mac accasciato contro Jack che lo teneva stretto e gli passava un’asciugamano bagnata sul viso.
“Che diamine e’ successo?”
Mormoró colto alla sprovvista.
“Dai che ci arrivi Boz...” sussurró Mac accettando di buon grado l’acqua.
Le mani del ragazzo tremavano, l’aveva notato anche Jack ma non disse nulla per non turbare maggiormente il ragazzo.
“Bevi piano, baby Einstein.” Disse Jack mentre univa la sua mano a quella di Mac per rendere più fermo il bicchiere.
“È Il caso di chiamare il 911?” Mac scosse la testa, “niente ospedale, sto bene.”
Bozer rise. “Lo vediamo.”
“Chiama Matty” suggerì il soldato.
“Digli che stiamo andando alla Fondazione...” Mac si lamentó alla notizia, l’idea di un viaggio in auto non l’allettava per nulla.

“Che ne dite se mi lasciate tornare in soggiorno, ho bisogno d’aria.”
Ne aveva avuto abbastanza di luoghi chiusi e stretti.
“Va bene...” Jack si spostó lentamente, e mettendogli una mano intorno alla vita aiutó il ragazzo a rimettersi in piedi.
“Come ti senti e niente bugie Mac...ti prego.”
Mac si morse il labbro, era già pronto a dire che stava bene.
“Nauseato.”
Jack annui soddisfatto, sapeva che Mac aveva minimizzato ma era già qualcosa.

Quando Mac vomitó per la terza volta quella notte, Jack infiló in macchina Il ragazzo che non si era risparmiato delle deboli e ostinate proteste ma che alla fine si era rassegnato a quello che ormai sembrava inevitabile.
Il viaggio in auto fu breve e silenzioso, ogni tanto Mac soffocava qualche gemito quando il suo stomaco ormai vuoto, si contraeva in maniera dolorosa.
Matty era stata ovviamente avvisata del loro arrivo così come l’intera equipe medica.
Venti minuti dopo Mac era seduto con le gambe a penzoloni sul lettino dedicato agli esami medici mentre una delle infermiere prelevava di nuovo il suo sangue.
Jack osservava la scena con le braccia incrociate, le labbra serrate.
“Jack? Jack Dalton!”
Una voce femminile lo riscosse dai suoi pensieri costringendolo a voltarsi per incontrare la figura familiare del loro capo.
“Muovi il culo. Dobbiamo parlare.”
“Non lascio solo Mac.”
Mac roteó gli occhi in segno teatrale.
“Non mi succederà nulla, puoi assentarti per cinque minuti. Staró bene.” Gli disse sorridendo, mentre una delle dottoresse entrava nella stanza con una cartelletta in mano.

“Spero sia importante.”
“Lo è disse Matty.” Facendogli segno di accomodarsi sul divanetto. Jack acconsentì sentendo la tensione che si accumulava sulla schiena.
“Ti ho fatto uscire perchè Mac ha il pessimo vizio di minimizzare qualunque cosa gli sia successa in tua presenza.”
“Sa che non deve farlo.” scattó Jack, ormai sull’orlo di una crisi di nervi.
“Lo fa per non farti preoccupare e io ho bisogno che con i medici sia il più sincero possibile.”

La discussione con Matty era durata fin troppo per i gusti di Jack che aveva trovato, in molte occasioni, difficile controbattere alle sue affermazioni.
Quando tornó al quarto piano, Jack aveva il cuore in gola, la preoccupazione gli aveva attanagliato lo stomaco in una morsa che non riusciva a mandare via neanche concentrandosi.
E quello che vide non lo aiutó a calmarsi. Mac era sdraiato sul lettino, con una flebo e una cannula nasale, gli occhi chiusi apparentemente addormentato a coprirlo solo un leggero plaid che il medico stava sistemando poco prima che Jack entrasse.
“Andiamo un attimo fuori.”
Disse il medico chiudendosi la porte alle spalle vedendo lo sguardo allarmato dell’Ex Soldato.
“Sta bene.” anticipò. “Nella flebo ci sono liquidi e un anti ematico. È leggermente disidrato. I suoi livelli di ossigeno nel sangue sono un po’ bassi.”
Il sospiro di sollievo di Jack fu perfettamente udibile.
“Non c’è più traccia di Gas Nervino. Ma abbiamo comunque iniziato una flebo con i farmaci di follow up. Ma Credo che l’agente MacGyver abbia raggiunto il limite. Ha bisogno di assoluto riposo.”
Jack ridacchió pensando a riposo e Mac nella stessa frase.
“E del vero riposo, non la sua versione di riposo.”
“Faró del mio meglio.”
Disse serio Jack.

Mac sonnecchiava tranquillo, il suo stomaco aveva smesso di fare le capriole e anche respirare era più semplice, con la mano libera dalla flebo si stropicció un occhio accorgendosi quasi immediatamente della presenza del suo patner nella stanza.
“Ehi.”
Mac sorrise, quel genere di sorriso che riservava solo a Jack.
“Ben svegliato, hai dormito giusto qualche ora.” Disse anticipando la domanda del ragazzo, conoscendolo ormai abbastanza bene.
“Mmh.” Mac soffocó uno sbadiglio e Jack sorrise prendendogli la mano e attento ai fili gliela bació con delicatezza.
“Mi sono spaventato a morte.”
Per tutta risposta Mac si mise in una posizione più comoda e fece segno a Jack di raggiungerlo sul letto.
“Non ti liberi di me facilmente Jack. Te l’ho detto siamo entrati insieme, usciremo insieme.”
Detto questo si accoccolò meglio contro Jack che lo avvolse in uno strano abbraccio limitati com’erano dai vari fili che ovviamente Mac aveva cercato di togliersi ma fu prontamente rimproverato da Jack.
“Il medico ha detto che hai bisogno di riposare quindi niente cose alla MacGyver.”
L’agente sorrise. “Se rimaniamo così potrei quasi farci un pensierino.”
   
 
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