Serie TV > 13 Reasons Why - Tredici
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Autore: JennyPotter99    05/03/2020    0 recensioni
Ciao, sono Samantha Baker.
So cosa state pensando, una cassetta? Ma davvero?
L’ho solo trovata originale come idea.
Volevo che qualcun altro sapesse cosa è successo davvero.
Perché qualcun altro doveva saperlo oltre a noi e io non riuscirei a sopportare di vivere tenendolo dentro di me.
Gli altri non sarebbero d’accordo, ma io voglio che la memoria di Hannah rimanga indelebile nel tempo.
Prima di iniziare, dovrei dirvi chi è Hannah.
Hannah era un essere umano, una persona e si è suicidata.
Vi starete chiedendo il perché.
Pian piano ci arriverò.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo, a scuola, Clay e Sammy attuarono un piano per rubare il walkman a Tony.
Gli avrebbero chiesto un altro passaggio a casa e glielo avrebbero preso di nascosto.
Tutta quella storia delle cassette non aveva fatto dormire Sammy, soprattutto perché la sua voce le rimbombava nella testa e le era venuto in mente quanto la sorella le mancasse.
Non avevano sempre avuto un rapporto stabile, ma quale sorelle lo hanno?
Erano arrivate in città da poco: Hannah aveva qualche problema a farsi degli amici, perché se ne stava sempre per conto suo, ma Sammy invece non aveva trovato difficoltà.
Di fatti nel suo armadietto aveva foto che si era fatta con tutti gli amici.
Uno di questi, era Justin Foley.
Il tipico Don Giovanni dall’aspetto abbagliante, col suo sorriso e gli occhi azzurri.
-Ehi.- le si avvicinò all’armadietto.
-Ciao Justin.- disse Sammy, riponendo i propri libri: di solito era sempre esuberante.
-Volevo chiederti come stavi..- borbottò lui.
Nessuno dei suoi amici l’aveva chiamata dopo la morte di Hannah, tranne Clay e questo l’aveva ferita molto.
-Davvero? Vuoi chiedermelo una settimana dopo che mia sorella è morta?-
A quel punto, Justin le si avvicinò come se stesse rivelando un segreto.- Senti, mi dispiace, ma dopo quello che è successo..-
-Hai fatto lo stronzo Justin, questo è successo.- borbottò lei, chiudendo l’armadietto quasi con rabbia.
Justin le afferrò il braccio prima che se ne andasse.- Ehi, andiamo, era solo uno scherzo! Tu con me sei stata bene e non puoi negarlo!-
Sammy mollò la presa con disprezzo.- Quindi è questo che ti importa? Siamo solo altre due tacche da mettere sulla tua cintura. Mi fai schifo.-
Quello che era successo lo sapeva, purtroppo, tutta la scuola.
Ma questa è una storia che arriverà in seguito.
Alla Liberty se non eri uno studente modello, vuol dire che ti dedicavi più allo sport.
C’era il basket, il baseball e la corsa.
Non appena arrivata in città, Samantha aveva scoperto la passione per la corsa.
Quando era arrabbiata o stressata, indossava pantaloncini e top, andava in campo e si faceva una corsa.
Doveva aspettare la fine della lezione per ascoltare le cassette e intanto decise di scendere sul campo per sbollire un po' tutte le emozioni.
Non sapeva che il campo era già occupato da un ragazzo che si stava allenando: Bryce Walker.
Bryce era il tipico riccone che aveva sempre tutto da tutti: aveva perfino comprato lui quel campo, era a nome suo.
Era a capo della squadra di baseball e il suo nome stava sulla bocca di tutti.
Ma prima, mi sembra giusto raccontarvi come Samantha e Bryce si erano conosciuti.
 
Qualche mese prima.
 
Samantha e Hannah erano da poco arrivate in città e avevano organizzato una festa nella prima casa in cui avevano abitato.
I genitori non c’erano e ovviamente l’idea era stata di Sammy, Hannah non era un tipo da feste.
Fu quella sera che Samantha conobbe Clay e Bryce e la prima volta che Hannah conobbe Justin.
Clay parve a Sammy molto diverso dagli altri: tutti intorno c’erano ragazzi muscolosi, pieni di testosterone e chissà cos’altro, mentre lui se ne stava in disparte e nemmeno beveva alcolici.
Questa cosa le era sempre piaciuta.
Ma i guai iniziarono proprio con Justin Foley.
Lui e Zach Dempsey arrivarono zuppi per via degli irrigatori attivi nel giardino.
Zach aveva un corpo atletico, un ciuffo nero e i tipici segni di venire da una famiglia coreana.
Justin, invece, era secco, ma gli occhi azzurri e il sorriso abbagliavano qualsiasi ragazza.
-Non penserete di entrare conciati così, vero?- esclamò Samantha.
-Oh andiamo, non è colpa nostra!- ribatté Justin ridacchiando e poi si tolse la polo bagnata.- Così va meglio?-
Hannah sorrise sotto i baffi, imbarazzata dalla situazione.
-Assolutamente no, vai via!- continuò Samantha.
-Solo se mi dai il tuo numero!-
Sammy fece per rientrare in casa e di spalle alzò un dito medio, mentre Justin ancora se la rideva.
-Ma quei due chi erano?- domandò Hannah, interessata al più magrolino.
-Zach Dempsey e Justin Foley, chi altri sennò? Hannah, ma ti guardi intorno quando siamo a scuola o hai tutto il tempo la faccia nell’armadietto?- rispose Sammy, sempre con i suoi modi leggermente altezzosi.
-Già, hai ragione..- sussurrò l’altra, abbassando lo sguardo.
Sammy le riempì un bicchiere di birra.- Bevi e fai amicizia, questa festa l’ho organizzata soprattutto per te.-
-Quindi dovrei dirti: grazie sorellona, ti voglio bene?-  commentò Hannah, schifandosi del gusto della birra.
-Esattamente.-
Hannah le mise una mano sulla spalla e la guardò con sarcasmo.- Grazie Sammy, ti voglio bene.-
-Anche io, mostriciattolo.- rispose l’altra, dandole una pacca sulla testa.
Proseguendo in cucina, Sammy notò che un gruppo di ragazzi stava giocando al tipico giochetto che si fa alle feste con i bicchieri e la pallina.
Un ragazzino nerd stava sfidando uno che di nerd aveva ben poco.
Aveva un bel ciuffo di capelli biondi, la faccia tonda e gli occhi azzurri.
Sembrava un principe della Disney con la felpa dei Tigers, la squadra della Liberty.
Il ragazzo aveva appena vinto.- Si! Silurato!- esultò insieme alla gente intorno a loro.
Le parve simpatico e in più la divertiva.
-Ti sfido io.- intervenne proprio lei, tra la folla.
Egli gli sorrise.- E tu saresti?-
-Samantha Baker, non che la padrona di casa, ma puoi chiamarmi Sammy.- si presentò lei. -E tu dovresti essere uno dei 50 imbucati.-
L’altro storse la bocca, come fosse imbarazzato.- Già, scusa, sono Bryce Walker.- disse l’altro, facendole un occhiolino.
-Va bene Bryce Walker, vediamo che sai fare.- continuò lei, alzando un sopracciglio per sfidarlo.
-Che ne dici se mettiamo in palio qualcosa?- domandò lui, togliendosi dal dito medio un bell’anello d’oro e mettendolo sul tavolo.
-D’accordo.- disse lei e con sfacciataggine si mise le mani sotto la gonna e ne estrasse uno slip viola che mise sul tavolo accanto all’anello.
Bryce scoppiò a ridere.- Questa qui mi piace un sacco!-
 
 Oggi.
 
-Ehi.- si annunciò Bryce, col fiatone.- Sei venuta a correre?-
-Già, mi aiuta ad alleggerire la tensione.- rispose Sammy, prendendo dalla borsa le scarpe da corsa. -E poi devo battere il record.-
-Che record?-
-4 minuti e 45.-
-Vuoi che ti cronometri?- chiese lui, afferrando il cronometro.
Sammy annuì: non le andava molto di parlare nell’ultimo periodo o buttare fuori le emozioni.
La corsa serviva proprio a quello.
-Sai, non te ne volevo parlare subito perché non mi sembrava giusto, ma mi dispiace per quello che è successo ad Hannah.- continuò Bryce, ma sembrò come se fosse forzato a dirlo, anche se almeno la sua apparve come una buona scusa.
-Grazie.- mormorò lei, prima di prepararsi a partire.
Quando Bryce le diede il via, Sammy partì come un razzo.
Le mancò il fato quasi da subito, dato che per quella storia non si era allenata da tanto tempo.
Ma il dolore la fece riflettere.
Se quel dolore lo avesse provato anche la sorella, prima di morire.
E per un millesimo di secondo, si ricordò di quando l’aveva trovata nella vasca, morta.
Sì, era stata Sammy a trovare il suo corpo.
Quell’immagine le sarebbe per sempre rimasta nella mente, come una macchia che non vuole andare via.
A quel punto rallentò e la rabbia, la tristezza e l’angoscia venero fuori con un urlo.
Fortunatamente non c’era nessuno nei paraggi, solo Bryce che le corse in contro e la strinse a se.
Sammy scoppiò a piangere, proprio quello che aveva fatto negli ultimi giorni.
-Perché?- balbettò più volte.
Bryce le accarezzò i capelli e le baciò la fronte.- Non lo so, non lo so, mi dispiace.-
***
Una volta calmata, dopo aver chiesto scusa a Bryce e successivamente al furto del walkman di Tony, Sammy e Clay tornarono a casa di lui e si chiusero in camera per continuare ad ascoltare le cassette.
Fino a quel momento, Sammy si era chiesta perché la sorella si fosse uccisa e finalmente poteva sapere i motivi.
-Sei pronta?- le chiese Clay, guardandola bene negli occhi.
Sammy trovava quegli occhi così dolci.- Sono pronta.-
Perciò si misero una cuffietta per orecchio e fecero ripartire il primo lato della cassetta.
Parlava di quella festa che avevano organizzato nella loro casa, ma soprattutto parlava di Justin.
Ed è da lì che sono iniziati i guai. Da quel sorriso. Da quel maledetto sorriso.
   
 
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