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Autore: Mash    05/03/2020    0 recensioni
La sera dopo una festa può essere stancante, soprattutto se non hai dormito per tutta la notte preoccupato da chi ti stava ospitando in stanza.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Isami Aldini, Souma Yukihira, Takumi Aldini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al COWT
M2: Giappone

Sbuffando, Takumi si affacciò dalla stanza della pensione guardando in basso, dove Soma e gli altri suoi amici continuavano a raccogliere le verdure dell’orto.

La sera precedente, dopo la festa che avevano avuto per una delle tante vittorie di Yukihira, non era tornato nella sua stanza e il rosso l’aveva ospitato nella sua camera.

Nonostante sembrasse una cosa da niente per tutti gli altri presenti, Takumi non l’aveva pensata in quel modo e non era riuscito a chiudere occhio per il nervosismo di trovarlo lì a pochi metri da lui, il respiro regolare e un leggero russare che non era minimamente paragonabile a quello di suo fratello.

Il cielo quella mattina era ricoperto di nuvole grigie che preannunciavano l’arrivo di pioggia, una pioggia leggera, primaverile, di quelle che erano ormai solite in Giappone e portavano un po’ di fresco in città.

La scuola si stagliava imponente in quell’atmosfera, lontana dalla pensione ma stranamente minacciosa a causa di quel cielo scuro.

Abbassandosi di nuovo verso i ragazzi che continuavano a raccogliere verdure, il suo sguardo si incrociò con quello di Soma, che gli fece un sorriso a 32 denti e agitò una mano nella sua direzione, salutandolo. Takumi arrossì e distolse subito lo sguardo, chiudendo la tenda della finestra.

Quell’atteggiamento lo mandava in confusione e soprattutto detestava che il suo corpo avesse reazioni spontanee e involontarie a causa di quella stupida testa di rapa.

Era ormai un anno che era in quella scuola e aveva imparato a conoscerlo bene, difetti e pregi erano ben scolpiti nella sua mente e Yukihira Soma era diventato per lui prima un rivale, poi un amico e adesso… era qualcosa di più. Che cosa non voleva indagarlo troppo a fondo per paura di scoprire qualcosa che avrebbe potuto mettere in discussione troppe certezze nella sua vita e in quello che avrebbe voluto portare a compimento.

Prese la sua roba e si appoggiò per l’ultima volta alla stuoia che era stata il suo letto per quella serata, gettando un’altra occhiata da dietro la tenda. Quel ragazzo, Soma, sembrava a suo agio con gli altri, e più che lavorare, sembrava divertirsi e ridere per qualsiasi cosa, disturbando gli altri raccoglitori che però sembravano anche loro divertiti dalle parole del loro amico.

Si scoprì a sorridere nella sua direzione senza rendersene nemmeno conto, trovandosi a pensare che avrebbe voluto trovarsi in quel campo con loro a raccogliere verdure piuttosto che sbirciarli dall’alto.

Poi scosse la testa e decise che era giunto il momento di uscire dalla camera, prima che gli venisse in mente di curiosare tra le cose dell’altro.

Si stava anche un pochino annoiando se doveva essere sincero, magari avrebbe potuto cucinare qualcosa per sdebitarsi dell’ospitalità che gli era stata offerta.

Scese le rampe di scale e si ritrovò in cucina, mentre i ragazzi, rumorosi, tornavano dalla loro raccolta, a giudicare dalle ceste, abbastanza produttiva.

Yukihira stava scherzando di qualcosa con Megumi, la ragazza con le trecce che si occupava principalmente dell’orto e suo fratello parlava con un loro senpai.

-Yukihira! Vediamo chi prepara il pranzo migliore di oggi!- esclamò puntando il dito contro il ragazzo sorridente. Una risata familiare gli fece puntare gli occhi su una figura anche troppo nota, quando si rese conto che c’era anche suo fratello urlò sorpreso: -Che cosa ci fai qui?!- esclamò rivolto a Isami, che per tutta risposta sorrise. Non si era minimamente accorto che tra gli altri ci fosse anche suo fratello, nonostante li avesse osservati per un bel po’ di tempo.

-Sono rimasto a dormire anche io, non ti ricordi?-

Takumi ci pensò per un attimo, i ricordi della sera precedente erano ben chiari nella sua mente, ma non ricordava per niente che suo fratello fosse rimasto a dormire con loro.

-No.- rispose senza troppi peli sulla lingua.

Il rosso intervenne con una risata e gli batté una pacca – per niente delicata – sulla schiena.

-Tu dormivi e non ho voluto svegliarti, Isami invece ha voluto darci una mano. Non pensavo dormissi così tanto, ora capisco perché sei sempre pieno di energie e voglia di fare sfide.- aggiunse, con un sorrisetto di scherno.

Di nuovo comparve un colorito rosato sulle sue guance. In realtà non stava proprio dormendo, era semplicemente sfinito da una notte insonne e quando aveva capito che l’altro si stava alzando aveva abbassato la guardia ed era crollato. Per nemmeno un’ora, quindi era più stanco di prima. Dormire per solo un’ora non valeva la pena, era meglio una notte completamente insonne.

-Avresti dovuto svegliarmi.- biascicò ancora imbarazzato, mentre prendeva il fratello e lo portava in una altra stanza aggiungendo: -Vieni un attimo con me.-

Isami lo seguì senza storie, il sorriso sulle labbra e ancora il cesto di verdure tra le braccia.

-Perché non mi hai fatto svegliare?- domandò abbassando la voce.

-Immaginavo avessi passato la notte sveglio a tormentarti, non volevo toglierti un po’ di pace.- sghignazzò il fratello minore, come se fosse la cosa più divertente che facesse da anni.

Takumi si portò le mani sul volto, disperato da quegli atteggiamenti così fastidiosi.

-Sei il solito, maledizione. Non pensi un minimo a quello che voglio io? Adesso penseranno che sono un pigrone… incredibile.- si abbassò in ginocchio e si portò le mani a coprire la testa, in un gesto di disperazione.

-Sei esagerato.- sussurrò il fratello avvicinandosi a lui per consolarlo.

-Ehi, prepariamo qualcosa per pranzo insieme, vi va?- la testa spettinata di Soma apparve all’improvviso e un piccolo urletto scappò dalle labbra di Takumi, che si rialzò di scatto, rigido come se fosse appena stato richiamato dal suo comandante superiore.

-Ah…. io… beh…-

-Sì, arriviamo subito.- rispose Isami per lui.

Yukihira fece un sorriso brillante e scomparve di nuovo dietro la porta.

Nonostante il biondo non amasse particolarmente il contatto fisico, si gettò tra le braccia del fratello, infastidito da tutto quello che vorticava intorno a lui quella mattina.

Il solo fatto di trovarsi in quell’ambiente, con quelle persone lo rendeva nervoso. Se adesso doveva anche cucinare insieme a qualcuno come Yukihira Soma, il suo proclamato rivale, la situazione diventava ancora più insostenibile.

-Perché non riesco a parlargli?- domandò, la voce leggermente incrinata dalla frustrazione.

Isami dapprima rigido per la sorpresa di quell’abbraccio, si sciolse e ricambiò la stretta, dando delle piccole pacche sulla schiena del fratello.

-È una reazione perfettamente normale.- disse, cercando di calmarlo. Raramente Takumi si mostrava così vulnerabile in sua presenza, se lo stava facendo era perché la situazione per lui era diventata ingestibile e soprattutto perché la sua mente era annebbiata dal sonno.

Si staccarono dopo qualche altro istante e Takumi fu il primo a lasciare l’altro nella stanza per tornare in cucina.

-Non parliamone più.- sussurrò.

Isami tenne la risata per sé, poi entrò anche lui in cucina e la solita, vecchia scena gli si presentò davanti, suo fratello stava già urlando di competizione a uno Yukihira che sghignazzava con Tadokoro e gli altri compagni di classe.

Sembrava come se quanto accaduto, fosse stato accantonato per essere studiato in un momento successivo.

 

Il pranzo passò tranquillo e man mano che i minuti passavano più persone perdevano interesse a rimanere a tavola, chi per un impegno, chi perché stanco dalla serata precedente.

Isami decise che fosse arrivato il momento di ricambiare il favore per l’ospitalità e andò a lavare i piatti Tadokoro, mentre il fratello era perso in una discussione infinita che Yukihira stava avendo con la signora Fumio, su un qualcosa che a nessuno fosse effettivamente chiaro.

Quando anche Satoshi lasciò il tavolo e la signora Fumio fu finalmente soddisfatta della soluzione per il suo problema, Soma si girò verso Takumi.

-Non ci posso credere…- le parole però morirono sul nascere, perché c’era qualcos’altro di ancora più incredibile davanti ai suoi occhi.

Takumi si era addormentato con una mano sulla guancia e il gomito sul tavolo da pranzo, la bocca semiaperta e i capelli sugli occhi chiusi.

Yukihira si portò una mano alle labbra trattenendo una risata.

-Incredibile.- si disse mentre si avvicinava al ragazzo e cercava di capire se fosse veramente addormentato. Gli passò una mano davanti agli occhi e poi gli diede un piccolo colpetto sulla spalla. Nessuna risposta.

Sembrava dormire profondamente.

Socchiuse anche lui gli occhi e si limitò a fissarlo, il respiro che continuava regolare e la frangia che si muoveva lievemente. Avvicinò una mano e gli scostò appena i capelli dal viso, per poterlo guardare meglio.

Strano, aveva le ciglia bionde come i capelli, non l’aveva mai notato; la carnagione era più chiara della propria e la sua pelle sembrava diversa, cos’era quella strana perfezione nel suo viso che stava notando? Non era possibile che un ragazzo potesse avere dei lineamenti così delicati. Gli pizzicò una guancia e lo sentì lamentarsi, ma Takumi non si svegliò.

-Incredibile che non si svegli.- biascicò Yukihira di nuovo, lasciandogli la guancia e spostandolo sullo schienale della sedia.

Continuò con la sua azione di disturbo e passò a toccare le sopracciglia, il naso e poi le labbra, esplorando il suo viso con delicatezza ma con un’insolita curiosità.

Soffiò appena sul suo collo e lo sentì fare uno strano verso che lo fece arrossire e smettere di tormentarlo. Una strana sensazione si era impadronita di lui, l’aveva trovato carino?

Qualcosa sbatté sulla sua spalla sinistra, la testa di Takumi era scivolata fino a colpirlo e a farlo sussultare, sorpreso.

Adesso era un problema.

Irrigidito dalla posizione, indeciso se rischiare a svegliarlo spostandosi oppure se rimanere fermo, Yukihira Soma attese. Attese per un tempo che sembrò infinito, con il respiro dell’altro che gli solleticava il collo in maniera dolcemente fastidiosa.

Fu quando l’altro si girò a poggiare le labbra sulla sua pelle che la pazienza di Yukihira esplose e si rialzò di scatto, facendo sbattere l’altro sullo spigolo della sedia di legno, facendolo irrimediabilmente svegliare con un urlo.

-Ahi!- esclamò Takumi, gli occhi lucidi e una mano a massaggiare il punto colpito: -Cos’è successo? Mi sono addormentato?- chiese guardando in direzione di Yukihira, che per sua fortuna gli dava le spalle, così che l’altro non riuscisse a capire che fosse tremendamente imbarazzato.

-Non pensavo qualcuno riuscisse a dormire così tanto.- sussurrò Isami, comparendo dalla porta come evocato.

-Isami!?- il fratello era confuso, ma l’altro si limitò a lanciare uno sguardo a Yukihira e a ghignare sornione.

-Ti sei addormentato e hai dato una bella botta alla sedia quando lui si è rialzato di scatto.- rivelò Tadokoro senza mezzi termini.

-Ah! No, beh… io…- cercò di trovare una spiegazione logica alla sua azione, ma non gli venne in mente nulla di serio. Takumi però non avrebbe ascoltato una sola parola, rimanendo fisso con il pensiero che si fosse addormentato sull’altro come un bambino. Perché aveva abbassato la guardia?

-Andiamo a casa.- fu Isami a parlare per tutti, prendendo un braccio del fratello e spingendolo via dalla stanza da pranzo.

Yukihira, ritrovando la calma – più o meno – fece un sorriso e si aggiustò la maglia, per poi annuire; Takumi, ancora in panico, si fece guidare fuori dalla stella polare dal fratello, non ascoltando i saluti e inchinandosi appena per mantenere un apparente strato di gentilezza e rispetto.

-Alla prossima ragazzi.- disse Yukihira senza nemmeno guardarlo negli occhi.

Che cosa era successo?

  
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