“Là dove è il dolore è terra benedetta. Non saprai nulla della vita fintanto che non avrai capito questo.”
 
Oscar Wilde (“De Profundis”)
 
 
Niente più del dolore fa crescere, ma è nella natura umana allontanarlo e ricercare il piacere. Sempre è stato, e sempre sarà.
Eppure, ripercorrendo la mia vita, mi rendo conto che solo nella sofferenza la mia mente è divenuta adulta, solo con le lacrime ho ripulito il cuore dalla ruggine e dal fango, solo attraverso il dolore ho riscoperto la bellezza di un fiore di campo, la luminosità del cielo a primavera. Solo attraverso di lui, ho rivisto il mondo con occhi nuovi.
Eppure, so che ancora seguiterò a sfuggirgli, come una gazzella col cacciatore. So che lui tornerà, perché fa parte della vita, non vi sarebbe gioia senza lacrime, e so che sarà una corsa inarrestabile, perché mai io mi piegherò al suo volere.
Ma quando, di nuovo, egli mi ghermirà con i suoi artigli di diavolo e sembrerà voler fare a pezzi la mia anima, io, urlando nel buio, giacerò inerme, apparentemente sconfitta. E’ solo dopo, quando il male svanisce e la ragione torna a impossessarsi di te, è solo allora che comprendi che quel che sembra sangue è in realtà oro prezioso.
E’ così anche in natura, mai cielo fu più limpido come dopo la più distruttiva delle tempeste.
E’ il ciclo della vita, che permea ogni cosa. Forse, il suo senso stesso.
E allora comprendo come ciò che più temo e aborro sia in realtà la fonte di quella felicità che talvolta irrompe nella mia vita e trasforma scintille di lacrime in diamanti lucenti, duri, grezzi, ma splendenti come niente altro al mondo.
“I mondi debbono penare perché possa nascere un fiore”.