Storie originali > Thriller
Ricorda la storia  |      
Autore: Criccobrugo    07/03/2020    2 recensioni
Dipendenza e Ossessione
Genere: Suspence, Thriller, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
È notte fonda, ma non dormi. Stai a gambe incrociate sul letto, posso immaginarlo come se fossi li.
Intorno a te il buio è un vasto oblio immerso nel silenzio di un costante ronzio di fondo.
La tua mente implora riposo ma i tuoi sensi non lo permettono. La luce artificiale dello smartphone stupra i tuoi ritmi circadiani rendendoti poco di più di un vegetale che scorre con il pollice sui social senza davvero assorbire alcuna delle centinaia, migliaia di immagini che ti arrivano alla cornea.
Le cuffie che da 3 ore ormai hai strette intorno alle orecchie vomitano una fastidiosa canzone pop in repeat.
Il gatto è una figura nera sul muro.
È in quel momento che lo vedi. Non potresti non notarlo  anche se volessi.
Una notifica in alto sullo schermo.
La vibrazione del cellulare scuote le tue dita magre: improvvisa violenza forzata al tatto, il più intimo dei sensi.
Sono io.
Il mio messaggio anima per un secondo il tuo viso intontito gettando una evidente nota di disagio sulla tua espressione.
"Ciao. Dopo quello che hai scritto non potevo non mettermi in macchina e venire da te. Ho trovato la strada dove abiti su Facebook. Non so quale casa sia però. Mi sembra quella rossa dalle foto"
Deglutisci ed inizi a sudare. Le dita colpiscono la tastiera sullo schermo. Poi si fermano.
Cancelli tutto. E riscrivi. Cancelli di nuovo. Scrivi. Stai sudando freddo.
Ti stai domandando perché non hai avuto la forza di dirmi "smetti di scrivermi roba strana di notte, pervertito".
Ma ormai è tardi. Sono là fuori e lo sai. 
Il gatto si arrampica sul muro.
La canzone torna a martellarti il timpano da capo per l'ennesima volta. Il buio è sempre più stretto e caldo.
Stai per inviare, lo sento. Ma sono io a farlo prima di te.
"Sono qua fuori."
Altra vibrazione a scuoterti le dita. L'ansia ti assale e il respiro si fa subito molto stretto e affannato.
Rimani a fissare quelle tre brevi parole mentre i tuoi denti mordono le labbra con forza.
Scuoti il capo nel buio ma non riesci a scrivere.
Una chiamata in arrivo.
Sono io.
La vibrazione ferisce la tua mano come un coltello affilato. Sangue sul palmo.
Lasci cadere il telefono a terra. Il dispositivo continua a fremere, violentando il pavimento con ritmo preciso e scandito. Il gatto raggiunge il soffitto. Stai fissando il cellulare, ormai preda di un terrore che ti paralizza gli arti e stravolge i sensi.
Non sai nemmeno quando ti sei alzata, ma sei in piedi.
L'orologio in cucina scandisce ogni secondo con un frastuono assordante.
Le fusa del micio fanno tremare i tuoi piedi scalzi.
Sudi e ti viene da piangere. Hai paura a guardare attraverso le serrande.
Sai che sono li fuori. Sai che sto per bussare alla porta in qualsiasi momento.
Adesso.
Tre colpi sordi contro il legno.
Urli cadendo a terra e scalciando scivoli contro la parete fredda che ti brucia la schiena.
Il gatto spalanca gli occhi gialli nel buio, fissandoti.
"NO!!" Gridi in mia direzione.
Busso più forte. Le mie nocche rimbalzano sulla porta. Quattro colpi.
Stai piangendo. "NO!! VATTENE!!" continui a urlare ma io continuo a bussare sempre più forte.
Sfonderó questa porta se necessario e lo sai. 
Sono costretto a farlo quando non ti sento più gridare. Alzo la scarpa e la abbatto assieme a tutta a gamba sotto al pomello. La serratura salta in uno scoppio improvviso di schegge.
Sono dentro. Corro verso di te e ti sono sopra in meno di un istante.

Sei pallida ed hai il corpo scosso da convulsioni. Magra sino all'osso. La faccia grigiastra deturpata in più punti da quella merda che assumi.
Ti scuoto, ma non ha alcun effetto. Piango e ti abbraccio balbettando "forza forza stanno arrivando".
Grazie a dio non sono in ritardo, stavolta. La sirena squarcia il silenzio notturno della periferia. Portiere che sbattono. I paramedici corrono oltre l'ingresso sfondato.
Uno mi fa alzare e mi divide da te. Mi fanno domande.
Ti infilano una siringa nel petto.
Ti mettono sulla barella.
Non sento cosa mi chiedono, ma rispondo ripetendo come un disco rotto "Metanfetamina".
E ti guardo mentre ti portano via.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: Criccobrugo