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Autore: Miryel    07/03/2020    39 recensioni
Una raccolta di One Shot ispirata alle Gemme dell'Infinito.
1. Gemma dello Spazio.(1/6) (Tony/Peter) ○ 4. Gemma del Potere. (4/6) (Tony/Peter)
2. Gemma della Mente. (2/6) (Tony/Peter) • 5. Gemma della Realtà. (5/6) (Tony&Peter)
3. Gemma del Tempo.  (3/6) (Tony&Peter) ○ 6. Gemma dell'Anima (6/6) (Tony/Peter)
► Tony Stark x Peter Parker/Tony Stark & Peter Parker - Raccolta di One Shot - Introspettivo ◄
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Altri, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie ' It Wasn't Easy To be Happy for You'
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nfinity • tone





 



«You want the greatest thing The greatest thing since bread came sliced
You've got it all You've got it sized Like a Friday fashion show
Teenager cruising in the corner Trying to look like you don't try.»
Imitation Of Life - R.E.M.
 

 
2. Gemma della Mente
 

             

              Dottor Strange è troppo impegnato a meditare, su quel cumulo di macerie e massi, per calcolare quanto tempo ci vorrà prima di scoprire cosa riserverà loro il futuro. Così, mentre Tony fa la conoscenza di quelli che si sono presentati come i Guardiani della Galassia – un tipo strano ma dalle fattezze umane e altri due decisamente alieni, specie la ragazza con le antenne – Peter si guarda intorno, e non ha ancora metabolizzato il fatto che si trova su un pianeta che non è la Terra. Il viaggio più lontano che ha intrapreso è quello per andare in Germania, dove il signor Stark lo ha portato per combattere contro Capitan America. Non era mai uscito dal Queens prima di allora, e se già l’Europa gli sembrava un viaggio assurdo, quello su Titano è di certo insano, per quanto non calcolato. Eppure è lì, a guardarsi intorno, ammaliato e terrorizzato all’idea che, al di fuori del suo pianeta, ce ne sia uno tanto arido, spento, in procinto di morire. Un brivido gli percorre la schiena, così fa istintivamente un passo verso il gruppetto che si è creato, dove Tony e gli altri hanno preso posto su dei massi, per riposarsi e attendere il resoconto del Dottore, poco più lontano. 

Il signor Stark gli lancia un sorriso, forse notando il suo stato d’angoscia e lui lo prende al volo, tentando di ricambiare. «Siediti», dice, e Peter obbedisce, annuendo debolmente e prendendo posto accanto alla ragazza con le antenne, che subito gli rivolge tutta la sua attenzione.

«Ciao!», esplode lei, raggiante. Il suo sorriso esplode come una supernova e lo destabilizza per un attimo. «Mi chiamo Mantis. E quella cosa che hai detto prima, riguardo alle uova¹, ti assicuro che io non…», esordisce, ma lui la interrompe subito, ridendo nervoso.

«No, ero… sai, quel vecchio film dove ci sono gli alieni e… no, okay, immagino tu non sappia nemmeno cos’è, un film», ridacchia, nervoso, poi sente il signor Stark trattenere una risata e vorrebbe sprofondare nel terreno rosso di Titano. «Sono Peter, Peter Parker – o Spider-Man, insomma. Chiamatemi come preferite», conclude. 

«Ti chiami come lui!», esclama Mantis, e indica il ragazzo normale, che indossa una giacca rossa. 

«Star-Lord. Lo preferisco al nome terrestre.»  

«Ma tu sei un terrestre», risponde l’altro, quello grosso, e Peter poggia le mani sulle ginocchia, senza sapere cosa dire; li guarda, incuriosito e il signor Stark pare avvolto dallo stesso stato d’interesse. 

Star-Lord fa roteare gli occhi al cielo. «Non del tutto. Sono metà umano e metà un dio! Te lo sei dimenticato?»

«No, ma ricordo quella conversazione sul come sei stato concepito; quella me la ricordo bene.»

«Argomento di cui preferirei non ne fosse fatta menzione!», replica Star-Lord e, mentre il signor Stark mette su un'espressione tra l'esasperato e il divertito – che sa perfettamente celare dietro alle labbra stirate in una smorfia ambigua, Peter dimentica subito quel dettaglio del concepimento e si rizza sulla schiena.

«Sei figlio di un dio? Un dio tipo Thor o Odino?», domanda, ammirato, e non riesce a nascondere la sua curiosità a tratti infantile, di fronte a quella prospettiva. 

«Un pianeta. Suo padre era un pianeta!», spiega Drax, interrompendo Star-Lord prima ancora che apra bocca per spiegare. 

«Preferirei che la smettessi di parlarmi sopra!» 

«A me la faccenda del concepimento interessa parecchio!», ironizza il signor Stark e Peter si ritrova a trattenere una risata tra i denti, mordendosi il labbro inferiore, quando l’altro Peter sospira in direzione di Tony, frustato; assottiglia le labbra e tace, come se fosse ovvio. «Oh, capito, non ne vuoi parlare, eh? Hai pensato a cambiare nome in Star-God?», continua e quando quello apre bocca, di certo intenzionato a vomitargli addosso una quantità ingente di insulti, lui continua. «Di cosa vi occupate, comunque? Dal nome del gruppo sembrate coinvolti in un grosso sistema di protezione dell’universo», continua, ed è impossibile non notare quella punta di ironia nella voce, ma da come si è impettito Star-Lord, pare che non sia così scontato che gli altri lo abbiano capito. Forse è perché lui, il signor Stark, lo conosce così bene da carpire ogni sfumatura della sua voce. E le sue intenzioni. 

«Ah, niente di particolare. Il nome parla da sé, comunque. Proteggiamo la galassia, salviamo persone in difficoltà, cose così.» 

«Saccheggiamo anche navi», interviene ancora quello grosso. 

«Drax, non c’era bisogno di specificarlo. E comunque non le saccheggiamo per davvero», sbuffa quello, in una mezza risata amara, «Prendiamo… in prestito cose che a loro non servono più», si giustifica, offeso e Tony sbuffa divertito.

«Questo è saccheggiare.» 

Mantis ride leggermente; la sua risata è genuina e pura, così tanto che alleggerisce un po’ quella situazione che si è andata a creare, specie ora che il signor Stark ha deciso di dire la sua senza alcun freno inibitore, mettendoli in difficoltà, con una certa soddisfazione negli occhi. Peter vorrebbe dirgli di smetterla, ma sembra non ce ne sia più bisogno. Tutti guardano la ragazza e, sorridendo, le si rivolge.

«Tu saccheggi navi con loro? Non sembri il tipo.»

Lei abbassa lo sguardo, e il suo sorriso si spegne un po’, pulsando di malinconia sulle guance. Le sue antenne si afflosciano. Sembra triste. «Oh, no. Io sono parte del gruppo, ma ho altre mansioni. Sono stata salvata da loro e mi rendo utile come posso.»  

«Con quelle antenne non mi stupirei se tu avessi qualche strano potere sopranaturale!», esclama Tony, simulando le sue antenne con gli indici sulla fronte e sembra decisamente interessato, ora, a quello strano personaggio seduto accanto a loro. Gli occhi grandi di Mantis si posano sui suoi, poi Peter li avverte addosso. Sembra che si senta a suo agio con lui più che con chiunque altro. Forse un po’ si somigliano; forse per la purezza, per la gentilezza, per quel senso di inadeguatezza che le legge sulla faccia e che è specchio del suo. Peter ha paura di chi lo reputa diverso, ma più di tutto ha paura di chi è simile a lui; chi condivide, nell’anima, il suo stesso dolore e lo stesso terrore di essere abbandonato da chi lo ha salvato. 

«Mantis sa leggere la mente», dice Drax, quello grosso, e lei si muove sul posto, imitando la posa di Peter, stringendosi le dita intorno alle ginocchia. 

«No, oh no!», esclama, stridula. «Non so leggere la mente – non proprio, almeno, ma se tocco qualcuno percepisco le sue emozioni. Ognuna di essa. Peter l’ha definita empatia. È una bella parola, mi piace usarla, anche se non so se è la giusta definizione», spiega, e alza di nuovo gli occhi neri e grandi sui suoi. 

«Fagli vedere, Mantis! Prova con lui», la incita Star-Lord, indicando Peter che sente quel dito come se fosse una pistola puntata sulla tempia. Indietreggia sul posto e si guarda intorno, sperando che non stia parlando di lui. «Sembra uno che nasconde bene le emozioni.» 

«Parker?», sbotta Tony, e poi scoppia a ridere. Peter si sente morire. «È un libro aperto. Non vedrebbe nulla di nuovo», decide, sicuro di sé. Troppo sicuro di sé, ma Peter di segreti ne nasconde anche troppi. Segreti che non vuole si conoscano. Segreti che sono ben lontani dalla paura o dalla rabbia o dalla cattiveria, ma altro. Qualcosa che tiene nascosto dentro di sé da qualche tempo e che sta cercando di autoconvincersi che non sia reale. Non gli conviene. Perché ammetterlo è più doloroso di qualsiasi altra cosa.

«Be’, vediamo quanto è vero! Toccalo e proviamo. Quello non sembra ancora aver finito, con quella cosa che sta facendo, dunque passiamo il tempo come possiamo», commenta Drax, indicando Dottor Strange, ancora preso dalla sua meditazione. Peter apre la bocca, cercando di fermare quell’assurdo intento di rovinargli la vita e la reputazione. 

«N-no, io preferirei che non lo facessi!», dice, e indietreggia ancora, tentando di sfuggire alla mano della ragazza che, lenta, si avvicina sempre di più al suo viso. «Davvero, non ho segreti reconditi! Sono come dice il signor Stark: cristallino. Noioso, direi. Niente più di questo, perciò ti scongiuro, per favore, ti pr-» Si blocca. Le parole gli muoiono in gola, quando la mano di Mantis si posa gentilmente sulla sua fronte. Sente caldo. La maglietta sotto l’Iron Spider gli stringe il collo; si sente soffocare, e allo stesso tempo, una bolla d’aria gli si forma intorno allo stomaco e avverte il vuoto totale. Nella testa e nel corpo. 

Non è una brutta sensazione; per un attimo ogni pensiero, qualsiasi pensiero, gli scivola via dalla mente e, immobile con le spalle contratte, guarda gli occhi di Mantis chiudersi e la sua testa oscillare di qua e di là. Come avvolta da un manto caldissimo; come se una coperta tiepida le avesse appena dato un po’ di conforto. Se quello è lo specchio dei suoi pensieri e del suo stato d’animo, Peter pensa che sia una mera menzogna. Non è così spensierato e in pace con se stesso, ma tutt’altro. Ha aggrovigliati nella testa una massa infuocata di paure e insicurezze. Non pensa che la spensieratezza sia al primo posto tra le sue emozioni, eppure da quello che vede, non è così. Quando poi lei allontana lentamente la mano dalla sua fronte – e apre gli occhi, infilandoli nei suoi, sorride. Sorride in quel modo materno con cui lo fa zia May, quando lo vede tornare a casa da scuola, stanco morto ma soddisfatto dei propri risultati. Si sente a casa, per un solo, misero attimo. Una sensazione che, sul quel terribile pianeta, non credeva avrebbe mai potuto provare.

«Dunque?», chiede Star-Lord, a braccia incrociate e Mantis gli rivolge un’occhiata frizzante, prima di posare di nuovo lo sguardo su quello di Peter, che ora si sente in gabbia; prigioniero di un fatto: quello che forse non si conosce poi così tanto; la realtà palese che è capace di mentire così bene persino a se stesso, per colpa dell’insicurezza.

«È innamorato. Molto innamorato!»

Il tempo si freeza, intorno a Titano, che sparisce e lascia spazio a un nido vuoto, colmo di gas, pronto ad esplodere con una sola, misera scintilla di fuoco: quella che molto probabilmente, la faccia bollente di Peter, genererà tra esattamente cinque secondi. 

«Innamorato?», chiede Star-Lord, in uno sbuffo divertito. «Oh, che carino! Chi è la fortunata?» 

«Lui!», esclama Mantis, indicando senza alcun rimorso il signor Stark – Tony, appena dietro di lui. Ha quasi l’impulso di zittire quella specie di formica dalle fattezze di donna, premendole due mani contro la bocca, ma non lo fa. No, non lo fa, perché lo sguardo di Iron Man, seduto dietro di lui, gli apre in due la schiena, intenso e, chissà, contornato da un sorriso di scherno; solo perché è troppo stronzo e superficiale, certe volte, per capire quanto quella confessione non voluta gli abbia fatto male. Incapace forse di capire quanto sia scomodo e difficile, ora, fingere che non sia la verità; che non lo ami.

Si copre il viso con le mani, e si esibisce in un frustrato, distrutto, spezzato sospiro, che è specchio del suo cuore. Vorrebbe solo sparire e nulla più. Non sono lì per una gita al mare, ma per combattere Thanos e riscattarsi, tutti loro. Eppure quel fatto lo ha turbato a tal punto da confondergli le idee, perché Peter vorrebbe imporsi di prendere la cosa con filosofia e accantonarla, da una parte, finché quella storia su Titano non si sarà risolta, ma ha il cuore spezzato, ora. La cosa peggiore è che non può mentire.  Non può e non è in grado di farlo. Non è capace. 

È sceso il silenzio, rotto solo dal vento che fischia tra lo spiraglio di mura infrante delle costruzioni arroccate di quel pianeta. Peter sa di avere tutti gli occhi puntati addosso, ma sono solo quelli di Tony Stark a turbarlo più degli altri. Non voleva che sapesse, e avrebbe voluto tenersi dentro quel segreto per tutta la vita. O almeno finché non gli sarebbe passata. 

«Stai bene, Peter?», chiede Mantis, come se non avesse appena rivelato quello che prova per il signor Stark. Tenta di posargli una mano sulla spalla, che Peter sa essere solo un tentativo di confortarlo, ma si scansa. È istintivo. Non vuole più esporsi — non vuole che gli altri lo costringano a farlo. 

«Be', la mia dignità si è appena spaccata in mille pezzi. Mi vergogno come un ladro e non so come comportarmi, ma ehi… Sto bene, finché c'è la salute, no?», ironizza, cercando di abbozzare un sorriso, anche se poi la sua bocca palesa l'ennesimo sospiro agitato. E non lo guarda. Non lo vuole guardare. Continua a sentire i suoi occhi sulla schiena e a chiedersi perché non gli abbia ancora rifilato una delle sue battute sarcastiche ad effetto. Così, giusto per assaporare il gusto di un colpo di grazie. Spera sarà letale. Spera lo ucciderà, per quanto si vergogna. «Gesù, qualcuno mi sotterri vivo…» 

«Non dici niente, uomo di ferro?», chiede Star-Lord, con una vena di stupore nella voce. 

«Oh, no. Avete già fatto abbastanza voi. Preferisco non infierire. In più», esordisce il signor Stark, e Peter, imperterrito, non si volta. Non vuole incontrare il suo sguardo che lo mette di certo sotto processo, «Se mi azzardo a dire qualcosa, rischio la vita. Non sembra, ma se ti colpisce, questo qui, ti cambia i connotati», ridacchia, e sembra un tentativo di alleggerire la tensione; ne ha la conferma quando continua, «Ci lasciate un attimo soli?» 

Drax, Mantis e Star-Lord si guardano e, quest’ultimo, alza le spalle. «Sì, certo.» Se ne vanno, allontanandosi di qualche passo e quando Peter rimane solo con il signor Stark, ci mette tutta l’energia che ha, per voltarsi verso di lui. Incontra un sorriso indefinibile, che un po’ lo rassicura e un po’ lo spaventa, perché anche se non si sta prendendo gioco di lui, è consapevole che gli sta per spezzare gentilmente il cuore, con un rifiuto prevedibile. E, siccome lo ha sempre saputo, che loro due, insieme, non potranno mai essere niente, avrebbe preferito semplicemente lasciar scorrere il tempo e dimenticare, fingendo di non sentire niente di niente, per lui.

«È vero?» 

Peter apre la bocca, e abbassa subito la folta corolla di ciglia sulle proprie mani, e solo in quel momento si accorge che tremano, strette tra loro, guantate dalla tuta di ferro che scintilla e riflette il rosso infuocato di quel pianeta arido. 

«Che cosa vuole che le dica? Di no? Di sì? In ogni caso qualcosa si è spezzato, no?» 

«Senti, Peter…»

Lui alza la testa e lo blocca. «No, davvero, signor Stark. Non possiamo semplicemente fingere che non sia mai successo e che lei non sappia nulla? Prima o poi me ne dimenticherò, sul serio. Mi dia solo tempo! Dopotutto è… tipo una sbandata, niente di più. Se ne andrà come è arrivata ma, la prego, lei… finga solo di non saperlo. Per favore», lo prega, e abbassa di nuovo la testa, «È già abbastanza difficile così e siamo qui per un altro motivo, non di certo per parlare dei miei sentimenti», conclude, aspro, soppesando quella parola come se fosse la più brutta mai coniata. Si sente spezzato e stupido. Si sente solo al mondo.

«Tu nemmeno dovresti essere qui, in realtà», lo redarguisce Tony, e lui gli riserva uno sbuffo scocciato, ma che nasconde una piccola risata, che ha così poco di felice… poi sente il cuore in gola, quando l’altro gli arruffa i capelli e continua a sorridergli a quel modo, come se volesse, con tutto se stesso, tirargli su il morale. Proprio lui, l’uomo di cui è innamorato e che gli sta strizzando l’anima. «Hai ragione. Non è questa la sede, né il momento per parlarne. Lo faremo non appena torneremo sulla terra, quando tutta questa scocciatura sarà finita.» 

«Di cosa dovremmo parlare? Di qualcosa che sappiamo già essere a senso unico? Non è meglio che lo faccia ora?» 

«Cosa? Dirti cosa penso?»

Spezzarmi il cuore, vorrebbe dirgli, ma annuisce e basta, con la mascella contratta e gli occhi che saettano ovunque, a parte in quelli di Iron Man. 

«Tu non ci pensare e basta. Ne parleremo con calma e non cominciare a girarti tutti quei film mentali, con tanto di trailer, di cui sei avvezzo. Se ti dico che ne parleremo, ne parleremo. Sono un uomo di parola, lo sai», asserisce Tony, e per quanto sembri non dargli modo di ribattere, quel sorriso rassicurante fa un po’ il suo dovere: tranquillizzarlo, nei limiti del possibile e, erroneamente, dargli ancora una speranza che forse – forse, una possibilità di essere ricambiato ce l’ha. Assurdo. Utopia pura, ma l’amore è anche questo. Aspettative fragili.

«Un uomo di parola?», ridacchia  e si becca uno scappellotto dietro la testa, «Ho solo paura che, parlarne, non risolverà niente. Anzi… ho paura che la cosa ci possa dividere. Signor Stark, io non pretendo niente da lei; come le dicevo è una cosa passeggera, ma mi dispiacerebbe se la cosa alzasse un muro gelato tra di noi. Per quello non volevo lo sapesse, specie in questo modo. Specie non da me.»  

«Be’, ora lo so. Puoi cambiare le cose? No! Puoi affrontarle? Sì, ma non adesso. Come promesso ne riparleremo, ma ora mi servi concentrato, per quanto non ti volessi qui. Ormai sei in ballo. Vuoi ballare?» 

Peter lo guarda per un attimo, e capisce, attraverso i loro famosi non detti, che quello dei sentimenti è un problema di dopo, che ora ha importanza pari a zero, ma questo non significa che non ne abbia. Solo che quando ci sono grandi responsabilità lui non può fare a meno di rendersi utile con i suoi grandi poteri e lì, dimenticare per un attimo un cuore infranto, sembra quasi semplice. Sorride. «Spider-Man non si tira mai indietro!», esclama e si guadagna una pacca sulla schiena, da parte del signor Stark, che poi si alza in piedi e lo fronteggia.

«Forza, andiamo a vedere a che punto è il dottore», gli dice, ammiccando e Peter, sorridendo, annuisce e lo affianca.

 

Poco più lontano, i Guardiani della Galassia osservano la scena, in silenzio. Star-Lord ha cercato di leggere, dal loro labiale, quello che si sono detti ma non è mai stato bravo a farlo. Così ci ha semplicemente rinunciato e, con le mani incrociate al petto, si volta verso Mantis, alla ricerca di qualche risposta.

«Gli ha dato il due di picche?», chiede, e quando Drax e lei lo guardano interrogativo, si affretta a correggersi. È ovvio che non abbiano capito. «Intendo… ricambia o no, quello vecchio?» 

Mantis osserva Iron Man e Spider-Man che parlano ancora tra loro, ma si sorridono, con un filo fragile e quasi invisibile che li lega da cuore a cuore. Ridacchia leggermente e, inglobando aria tra le dita strette tra loro, sorride. «L’ho sfiorato, poco fa. L’uomo d’acciaio, intendo. Peter non ha nulla di cui preoccuparsi.»  

«Intendi che…», esordisce Star-Lord, e la fissa incredulo, insieme a Drax.

Allora lei annuisce, e inclina la testa di lato. «Lo ama anche lui.» 

 

Peter guarda Tony. Non gli importa cosa accadrà, almeno non adesso. Lo vuole concentrato e lui così sarà. Rimandare non significa necessariamente che non lo affronteranno, anche se ha paura delle conseguenze, di cui è fin troppo convinto. Si diranno la verità, prima o poi, magari sotto un cielo color cobalto e non uno come quello, rosso come il sangue, doloroso come una spina nel cuore. 

Si sorridono, e la mente è già a domani.

 
 

Fine

 
 

¹ parlo del pezzo di Infinity War, dove Peter dice a Matis una cosa tipo "Ti prego, non deporre le uova dentro di me!" 


 




 


 

♥ Note Autore ♥


Salve a tutti! Come va?
Lo so a cosa state pensando: Miry si butta sempre sull'angst! No, non è vero, stavolta avete toppato! Ho notato solo dopo che l'ha letta una mia amica, che pensare al dopo è abbastanza triste, ma non l'avevo scritta con l'intento di ricordare cosa sta per succedere dopo e che, come dice lei, un domani non c'è. Come sapete non disdegno i whatif? e nulla toglie alla mia e alla vostra immaginazione, di pensare che quella cosa che aspetta Peter e Tony dopo, non avverrà stavolta. Dunque vi chiedo di concentrarvi su questo, sul fatto che si amano, è reciproco, ma ancora non lo sanno. O almeno Peter non lo sa ancora, quel buontempone di Tony, invece... lo possino acciaccallo!
Dunque, spero che anche questa seconda shot vi sia piaciuta! Era molto che mi frullava per la testa questa cosa di Mantis che legge la mente e, ancora, spero di aver reso bene i Guardiani ♥ ci tengo a un vostro parere. 
Poi volevo ringraziare ancora la mia Guascosa _Lightning_ per avermi dato altre tre parole che hanno generato tutto questo e un'altra canzone che mi ha passato ♥ Grazie Guascosa ♥
Alla prossima, dunque,
La vostra amichevole Miryel di quartiere.

 



 
 
   
 
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