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Autore: Karyon    06/08/2009    8 recensioni
Akagi, Maki, Sendo, Rukawa, Jin. I "Best of Kanagawa" in trasferta nella prefettura di Chiba, dove, ogni cinque anni, si svolge il torneo di Koyushu. Ma dovevano saperlo, non potevano certo sperare di cavarsela così impunemente e, soprattutto, senza zoo al seguito.
E così "Tirando le somme, erano dodici persone con l’aria da teppisti maniaci, più undici borsoni da palestra, dodici valige e un pullman più sballato di loro."
Riusciranno a strappare la vittoria alle altre tre squadre partecipanti?
E riusciranno a tornare a casa senza rischiare di far saltare le coronarie al loro Capitano?
Genere: Generale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sogni

 

« - Io voglio giocare a Basket!
 - Ah si? E vuoi dirmi perché?
- Beh… perché sono un campione di Basket...»

(Hanamichi Sakuragi)

 

 

 

Dopo quella sera, sarebbe già stata una grande fortuna se si fossero svegliati. E non tanto per la sconfitta contro quella banda di tossici smielati o per le minacce di morte dei vari allenatori, ma per la quantità decisamente schifosa di alcol che avevano ingerito e per il fatto che, ad un certo punto, avevano deciso di giocare a palla con la testa del Capitano, rischiando la morte per decapitazione.
Inoltre nessuno di loro aveva avuto la benché minima forza di alzare dito e trascinare la propria carcassa a letto, visto che erano tutti disseminati in giro per casa come tranciati da una bomba nucleare.
Quando Hanamichi si mosse, sentì una caterva di spilli acuminati conficcati in ogni loculo del corpo, compresi cranio e sedere. Provò un paio di spostamenti poi si arrese, rendendosi conto che quello dove si trovava spalmato non era decisamente il suo comodo e morbido materasso.
- Cazzo… - proclamò a mo’ di buongiorno e si ritrovò a sbattere le palpebre su una testa che gli sbavava sul petto. Ovviamente era quel deficiente del Tappetto che anche nel sonno mugugnava le solite stronzate sulla loro manager.
- E che palle… - brontolò la Scimmia, con la voce impastata, prima di mandarlo a schiantarsi di naso sul parquet; quello non fece tra l’altro la minima piega.
Sbuffando come una teiera si alzò, schiantandosi il secondo successivo come un bufalo morente, mentre la buon’anima di Sendo spuntava a chiedersi chi diavolo fosse resuscitato dalla tomba.
- Hana, guarda che dormono – annunciò, manco gli avesse rivelato chissà che grande verità, e lui lo fissò come se fosse stato scemo, più del solito almeno.
- Lo so – borbottò, mantenendosi il coccige che neanche suo nonno novantenne aveva così spappolato.
- Bene, vieni a morire di qua, allora! – Esclamò quello, scomparendo in cucina.
Resistendo all’impulso di tirargli il Tappetto dietro, partì per il suo percorso ad ostacoli, spiaccicando un paio di persone nel frattempo. Quando riuscì a raggiungere ‘incolume’ la salvezza della cucina, si ritrovò il Porcospino spalmato beatamente su una sedia e il caos intorno. A parte le varie vittime di vetro sparse per il tavolo, nei cassetti probabilmente non c’era una forchetta viva e il pavimento sembrava una pista di pattinaggio, tanto che rischiò di rompersi l’osso del collo sbattendo contro il frigo.
- Bell’entrata – commentò ridacchiando Sendo, prima di schivare una bottiglia di birra vuota.
Hanamichi si lanciò su una sedia, afferrando una tazza a caso e sbadigliò – C-ci sono altri sopravvissuti?
Il solito Drogato arrischiò un’occhiata fuori, poi tossì – Diciamo di sì… Kaede è là fuori, ma dubito che sia esattamente vivo…
In effetti, vivo era una parola grossa: quella volpe-bradipo era in catalessi, con la testa che ciondolava da un lato; da bravo imbecille, rischiava di ruzzolare giù ad un alito di vento. Ma perché cazzo continuava a svegliarsi, se poi si andava a rintanare nei posti più assurdi? Tanto valeva dargli il sonno eterno. Abbatterlo. Porre fine a quell’insulsa esistenza da morto che camminava.
- Volpe… - borbottò la Scimmia, mollandogli un calcio. Niente, coma totale.
- Ah, lascialo in pace! – Sbottò da dentro Sendo, facendogli venire un colpo: e tutta quella bontà di cuore, da dove gli spuntava? Lo fissò perplesso e quello si limitò a scrollare le spalle – Già l’ho trascinato giù, se lo svegli pure potrebbe uccidermi…
La Scimmia sbuffò, buttandosi sulla prima sedia – Fammi capire, se avete avuto tanta immensa sorte da raggiungere i letti, perché vi siete trascinati giù a quest’ora?
Sendo sospirò – Beh, pensavo dovessimo finire di sistemare ma a quanto pare sono tutti in stato semivegetativo…
- Che anima bella che sei – lo prese per il culo Hanamichi, prima di ritrovarsi un grugno spaventoso sotto la naso e un principio d’infarto.
- Dannazione, Gori! Non essere così maledettamente allegro che mi fai venire un colpo! – Ironizzò, mentre Akagi si strascicava verso la salvezza di una sedia, con l’aria da Apocalisse.
– ‘giorno – si limitò a brontolare, aprendogli un giornale in faccia.
La Scimmia alzò gli occhi al cielo, miracolosamente chiudendosi il forno, quando li raggiunse una specie di barrito da elefante morente.
- Cazzo, che dolore! – Si lamentò il Signor Raffinatezza, facendo il suo ingresso con una mano incollata alla schiena. Tempo tre secondi e fregò la sedia alla Scimmia, il giornale al Gorilla e la tazza a Sendo; in meno di qualche istante, erano seriamente tentati di fucilarlo.
- Senti un po’, ho trovato i cadaveri di un paio di vasi, in camera tua. Ne sai qualcosa? – Sbottò Akagi, mentre il Teppista fingeva di aver imparato a leggere il giornale.
- Mi hai sentito? – brontolò, pericolosamente vicino al ringhio.
Il Teppista alzò gli occhi al soffitto, con uno sbuffo che gli avrebbe valso la pena di morte, e un gestaccio dei suoi – No, Gori. Non sono responsabile di ogni oggetto della casa che decide di suicidarsi…
- Se, infatti. I cocci hanno deciso di trascinarsi nella vostra camera di loro spontanea volontà!
- Ma cazzo, c’è anche il Tappetto mica solo io! E, per tua informazione, ci sono come minimo altri tre rompipalle a cui puoi dare al colpa! – Belò quello, mentre Hanamichi già alzava le sue innocenti manine al cielo.
- Io non ho fatto niente.
- Io questa la chiamo coda di paglia, tesoro… – gli fece dolcemente quel bastardo, battendo le palpebre.
- Va al diavolo!
- Sì ti amo anch’io – replicò il Teppista e giù a menarsi di primo mattino, che poi era mezzogiorno ma era un dettaglio.
- Buongiorno! – Trillò felice e pimpante, e probabilmente drogata, la manager della compagnia, menando i primi calci a quei due che si rotolavano sul pavimento. – Che bello, sono già tutti pronti a lavorare! – Esclamò, fiondandosi sul tè.
– Oh, non credo proprio! – Sbottò Sendo, quasi scandalizzato, mentre Akagi mormorava qualcosa come “oggi li stermino tutti”.
Che poi non serviva la sua radiosa presenza, visto che quelli erano capacissimi di mandarsi giù come birilli da soli: i due nanerottoli del giardino pensarono bene di unirsi alla mischia, cosicché ce n’erano quattro di idioti da spartire.
Dopo una settimana con quel manicomio, il Porcospino non chiedeva manco più se fosse il caso di dividerli e alla fine pensò bene di scavalcarli e avviarsi allegro e felice verso il piano di sopra. Tutto mentre Ayako chiedeva la grazia per la duecentesima volta alla santa Pazienza e Akagi si rituffava nel giornale, come se non fosse scoppiata la terza guerra mondiale sotto al suo naso.
- Ah, bastardo! Guarda che sono un povero convalescente io! – Sbottò ad un certo punto il Teppista tra le imprecazioni degli altri.
- Aha! Certo, quando ti pare te lo ricordi, eh? – Mugugnò Miyagi, in ‘time out’.
Ecco, ora ricominciava come una moglie petulante.
- Tappetto, cominci ad essere rompicoglioni…
- E tu mi stai regredendo allo stadio di imbecille cronico! – Rimbeccò lui.
Si guardarono in cagnesco fino a quando Ayako non decise di averne pieno il cranio e li spedì a cianciare fuori, sperando che l’aria rinfrescasse i neuroni.
- Abbiamo la cerimonia di premiazione oggi… - fece poi al Capitano che sbuffò – Ohcchebello.
La ragazza ghignò – Dai, solo perché hai perso con Isao non puoi fare quella faccia da omicida…
Per tutta risposta, Akagi le grugnì qualcosa – sai che voglia di rivedere tutti quegli altri mentecatti…
- Sì – lo liquidò lei – ma ricorda che poi torniamo a caaaasa! Non dovrai sorbirteli più… almeno nelle poche ore di pace casalinga…
- Alleluia. Attualmente è la cosa che più mi rende felice proprio.
Nel frattempo, l’allegra brigata si ritrovò fuori con il campetto di basket a intonare dolci melodie e la palla di basket a fare l’occhiolino; pessima combinazione.
Detto fatto, la Volpe dormiente si ritrovò a svegliarsi non con un dolce e sonoro cinguettio di usignoli, ma con le imprecazioni da camionisti di quei quattro esagitati. Batté le palpebre un paio di volte, giusto per ricordarsi dov’era, e si arrischiò ad aprire occhio: in quell’istante, la Scimmia era spiaccicata a terra mentre lo scorfano si spanciava, rischiando di perdere la dentiera. Richiuse gli occhi e sbuffò; non era proprio il massimo risvegliarsi con una visione talmente orripilante.
- Ehi Volpe, bentornato nel mondo dei vivi! – Lo prese per il culo il Tappetto, mentre lui tentava di muovere la schiena dolorante.
- Hn, preferivo morire a questo punto.
- Se vuoi siamo ancora in tempo… - alluse la Scimmia Rossa, con il solito ghigno sadico.
Rukawa nientemeno gli sbadigliò in faccia – Ho troppa poca voglia per darti retta, Idiota.
E via a smadonnare per il campo, mentre quello rientrava in casa sommamente impassibile, salvo ritrovarsi a sbuffare alla vista del Capitano seduto in trono. Ecco, lo diceva lui che era meglio dormire e basta. Se il risveglio era quello!
- Hn, ‘giorno – mugugnò, lanciando una vaga occhiata ad Ayako che, giuda come poche, se la svignò alla velocità di una lepre.
Akagi gli lanciò la solita occhiata di morte, poi ritornò a dedicarsi a quel dannato giornale.
Beh, se lui voleva fare il gioco del silenzio non si disperava di certo, pensò la Volpe, mentre cercava di attraversare indenne la zona di guerra per raggiungere la pace del salotto.
- Mi ha richiamato quel Sarutobi – mugugnò all’improvviso Akagi.
E amen. A quanto pareva, doveva proprio rovinarsi la giornata con quella storia.
- Bene – bofonchiò nella speranza che capisse di non dovergli rompere il cranio.
- Mi ha chiesto di dirti di deciderti - continuò ancora Akagi, sbattendosene allegramente a quanto pareva.
E fortuna delle fortune, fu proprio fu proprio il rompipalle honoris causa a venirgli incontro con un diavolo per capello e con l’aria di voler trucidare qualcuno. Quello doveva avere un radar per gli affari decisamente non suoi, altro che orecchie.
Rukawa sospirò, lanciando un’occhiata a quel mostro che si ritrovava come Capitano – Grazie – grugnì, avviandosi in salotto, prima che Hanamichi partisse in quarta a spaccargli i coglioni.
- Non c’è di che – replicò, sadico come pochi, ritornando a leggere il giornale con somma impassibilità.
Sì, e lui doveva sorbirsi l’esagitato. Aveva più energie lui di un bambino di sette anni stracarico di zuccheri.
- Idiota, piantala di ballarmi intorno – mugugnò, mentre cercava di buttarlo giù dalle scale.
- E no, visto che ne stavate parlando… com’è finita con quella cosa? Eh? Eh? – Lo investì, senza manco vedere dove diavolo metteva i piedi.
Rukawa alzò gli occhi al cielo: la santissima pazienza doveva aver raccattato armi e bagagli, soprattutto visti gli extra di quella settimana.
- Non rompere i coglioni – replicò, mentre gli mandava la porta sul naso.
Hanamichi la aprì con un diavolo per capello – Eh no! – Poi si bloccò alla vista di Sendo che, povera anima pia, aveva incautamente pensato di risposarsi. Segno che ce n’erano di illusi a quel mondo. Rukawa si bloccò un millesimo di secondo, poi tirò per la sua strada, raccattando la divisa di Kanagawa.
- Volpe, non ignorarmi! – Sbottò la Scimmia, mentre quasi gli finiva addosso. – Andiamo, parla!
- Ma la pianti di starmi tra i piedi? Mi devo cambiare – ribatté quello, sventolandogli la divisa sotto al naso. Magari al suo cervello bacato serviva un supporto audio-visivo, per cominciare ad ingranare.
- Aha, usa una scusa migliore!
- Ma che cazzo di scusa… - cominciò, reprimendo davvero l’istinto di mollargli un calcio. Come a dargli una mano, la voce di Ayako scese dall’alto dei cieli a gridare un “alzate i candidi culi e muovetevi a prepararvi”. A quel punto lo guardò come se avesse tutta la ragione del mondo e Hanamichi sbuffò – Tanto ti seguo – assicurò.
A quel punto Sendo si alzò tipo leviatano che risorge dalle acque e sospirò – Che volete, un po’ d’intimità?
A quell’uscita lo guardarono manco avesse proferito la più grande stronzata dell’Universo e cominciarono a maledirsi all’unisono.
- Mi sono già spaccato la testa due volte per darti retta, Idiota… - se ne uscì Mister ho sempre una parolina giusta, mentre se infilava la porta del bagno.
La Scimmia sbuffò – Se tu fai cretinate non è colpa mia!
- Beh, tanto la cosa sta per risolversi, no? – Replicò lui, sbattendogli la porta sul naso.
E vaffanculo. Quando la Volpe ricominciava con la storia di andarsene, gli veniva la voglia di spaccargliela in due quella testa vuota che si ritrovava.
- Dannatissima Volpe… - brontolò, mentre gli veniva la mezza idea di tirargli dietro la valigia.
Sendo sospirò per l’ennesima volta, mentre si infilava la maglia del Kanagawa – Ma la pianti una volta tanto?
- Porcospino, tu non puoi capire – belò la Scimmia, lanciandosi a mo’ di sacco sul letto della Volpe.
- Oh, capisco benissimo. Se tu continui a fracassargli il cranio è normale che ti risponde così – replicò invece quello, calmissimo e limpido come il sole.
- Chissenefrega di come risponde! – Scattò lui, ma Sendo sorrise – Sì, sì. Se non ti fregava non avresti provveduto a spaccargli così allegramente la testa per ben due volte… - insinuò, mentre se la svignava. Alla fine, lo lasciò a sbraitare alla porta come uno psicotico allo stadio terminale. 

Al piano di sotto, intanto, i vari casi cronici della casa trascinavano gli arti in cucina, dopo aver sistemato le loro camere. Sistemato.
Un eufemismo per dire che, molto probabilmente, le minacce di Eiko Hisae avrebbero raggiunto Kanagawa provocando un incidente diplomatico di proporzioni gigantesche.
- La volete mollare, razza di deficienti? – Sbottò il Capitano, quando l’ennesimo coltello gli volò a pochi centimetri dal grugno.
Il Teppista sospirò – Potresti anche spostarti, Gori… - replicò, come se fosse normale starsene in una cucina a tirarsi posate, dopo aver sudato come alla maratona di New York.
- Che dici se te lo ficco in gola, invece? – Grugnì in risposta quello. Mentre cominciavano a mandarsi maledizioni, Fujima entrò vestito di tutto punto, con l’aria di chi doveva fare un discorso alla nazione.
Miyagi gli lanciò un’occhiata scocciata – Dove devi andartene?
Quell’altro lo fissò un attimino come se avesse battuto la testa – Abbiamo la cerimonia di premiazione…
- Assì? – replicò il Tappetto con l’aria da ebete.
- Tanto noi che centriamo? – Se ne uscì il Teppista, facendo venire un colpo al povero martire accanto a lui.
- Che centrate? Mi avete afflitto l’anima fino ad ora, quindi vi sorbirete pure la cerimonia e non voglio sentire lamentele, intesi? – Sbottò il Gorilla tanto minaccioso che quei due non provarono nemmeno a contestarlo. – Bene. Vado a prepararmi – annunciò, come se avesse avuto l’inferno alle calcagna.
- E muoviti, che non vogliamo aspettare troppo alla tortura! – Gli gridò dietro Mitsui, rischiando la decapitazione due istanti dopo. Al coro di lamentele seguente si aggiunse anche un altro decerebrato che aveva la faccia di chi ha scoperto che Natale viene una sola volta l’anno.
- Che palle – annunciò, accasciandosi accanto al Teppista.
- Benvenuto nel Club, Scimmia – sbuffò Miyagi. – Il Gorilla ci ha appena caldamente ricordato che o andiamo alla cerimonia o probabilmente ce ne torniamo a casa a piedi.
- Idem per Maki – grugnì Kiyota.
- Ah, piantatela. Almeno poi si torna a casa – fece Fujima, con un’ espressione che ‘sollevata’ era dire poco.
La Scimmia si illuminò come una lampadina – Possiamo ritornare a giocare! – Esclamò, ma una voce intervenne allegramente a smontarlo – Forse – gufò Jin entrando già tutto preparato.
Tre paia di occhi lo fissarono assassini – E cioè?
- Beh, Akagi dice che se non ti controlli il ginocchio puoi anche dire addio ai sogni di gloria…
Il Teppista sbuffò – Sì, sì. Sono tre anni che lo dice… si sta rincitrullendo…
- E noi che centriamo? – Cominciarono gli altri due sfigati.
- Beh, il Capitano non mi sembra tanto convinto a farti rigiocare Nobu e tu, mi sa che morirai prima del ritorno a casa.
Altro che angelico, quello era l’angelo della Morte, pensarono praticamente all’unisono. E se Kiyota partì in quarta alla ricerca del suo caro Capitano, pronto allo scontro all’ultimo sangue, Miyagi pensò bene di non muovere muscolo: aveva una vaga orribile sensazione.
Sensazione che divenne fatto quando la voce melodiosa della sua cara Ayakuccia penetrò le pareti, svegliando i morti.
Teppista e Tappetto si guardarono con la mezza idea di fare testamento, poi Hanagata spuntò con la maglia del Kanagawa in spalla – Aehm, ragazzi… Ayako dice che dovete sistemare la camera… - disse, con aria scioccata; a giudicare dalle urla, aveva capito che quella donna era la rincarnazione del Dio della Guerra, altro che pover’anima del gruppo.
Sbuffando e maledicendo il mondo, si strascicarono al piano di sopra con la velocità di tartarughe zoppe, pronti alla sfacchinata. Alla fine si resero conto che c’erano davvero dei cocci sparsi per il pavimento ma, sorprendentemente, il Teppista davvero non aveva fatto nulla, quella volta.
Dieci secondi dopo, Miyagi ebbe l’infausta idea di accusare la Scimmia, già scazzata per il round di boxe con suo Capitano, e partirono tutti allegramente per la scarpata della deficienza; probabilmente, andando avanti così la camera ne sarebbe uscita totalmente distrutta.
E la cosa non migliorava nella stanza accanto, dove la camera era linda e splendente causa ‘casalinga perfetta alias Porcospino drogato’, ma nel suo destino stava per abbattersi un bell’uragano forza dieci dall’aria decisamente scazzata.
Rukawa finì di infilarsi la felpa col suo bello e splendente numero undici, poi si girò per la dodicesima volta a sbuffare contro quel cretino immane – Ecco fatto, mi sono anche cambiato con un Idiota in camera, può bastare?
Hanamichi ghignò – Ti piacerebbe. Ora che sei tutto strigliato, hai anche il tempo di parlare.
La Volpe alzò gli occhi al cielo – Che rottura di coglioni.
- Devo menarti di nuovo? – Minacciò la Scimmia e quella volta l’androide quasi ebbe una reazione – Hn, ci sei riuscito giusto perché non volevo sporcarmi le mani.
- Ma vaffanculo, Volpe! Sono più forte di te e lo sai! – Se ne uscì quello, scattando in piedi.
- Sei fortunato, Idiota, nient’altro – ribatté quello.
Ecco, ora gli risaliva la voglia di dargli una testata, ma dovette risparmiarsi per tempi migliori visto che un improvviso terremoto li mandò tutti al creatore nell’arco di dieci secondi. Ok, più che un terremoto era un ruggito tipo re della foresta che li portò a sfracellarsi dalle scale a tempi record.
- Gorilla, ma che diavolo ti è preso? – Sbottò il Teppista, che quasi si era visto perdere la gamba in volo.
- Io lo dico che sei stressato, hai bisogno di una casa di cura! – Gli andò dietro Hanamichi.
- Mi è preso, razza di parassiti a tradimento, che siamo in ritardo! Come sempre dannazione! – Spiegò lui, senza manco darsi la pena di fermarsi un attimo; praticamente volò per e scale del Tempio e li spalmò tutti nei taxi tipo sottilette. Ancora una volta i poveri tassisti di Chiba furono costretti a macinare mezza città causando mezza dozzina di incidenti, per poi mollarli allo stadio con un sospiro collettivo di liberazione dal male.
Con un po’ di fatica data la tarda età e l’Alzheimer, riuscirono ad alzarsi e a raccattare la propria roba sparsa in giro per il mondo, per poi entrare correndo come dannati.
- Ragazziii! – La voce melodiosa della padrona di casa, li richiamò dall’alto dei cieli in mezzo alla baraonda della sua squadra; fece un paio di gesti, facendosi prendere allegramente per psicotica, indicando gli spogliatoi dove buttare le borse. Alla fine della corsa riuscirono ad abbandonare i borsoni, a risalire il fiume di gente, controcorrente giusto per fare un po’ di allenamento in più, e a ritrovarsi dietro quelli dello Shiroi a tempo record.
- Ma è mai possibile che non siate mai puntuali voi altri? – Li salutò Heiji, mentre quelli perdevano amenamente un polmone dalla fatica.
- Sai com’è, dobbiamo distinguerci noi… - riuscì a fare con un filo di voce Maki.
Eiko scosse la testa, guardandoli disgustata, poi annunciò – Oh, dobbiamo metterci nello spiazzato lì. Siamo in ordine alfabetico, quindi voi siete terzi tra Ichihara e Nara.
Con un gesto che ricordava tanto il nuoto sincronizzato, Sendo e Akagi alzarono contemporaneamente gli occhi al cielo con un “Che bello” che fece sbellicare dalle risate una ventina di persone. Tra le stronzate delle tre Scimmie e la sopportazione di tutti gli altri, riuscirono a muovere qualche passo e si ritrovarono nell’enorme spiazzato da dove era iniziata tutta quella cosa.
- Ora che ci penso, questo posto è più grande dello Stadio di Kanagawa vero? – Fece Jin, dietro a tutti col naso all’insù.
- Già… - rispose Maki, ma quell’altro imbecille dello Shiroi cominciò a imbrodarsi tanto che Mitsui ebbe la mezza idea di fargli uno sgambetto e lasciarlo lì a marcire.
- Beh, è vero! – Belò Kiyuwa. – Volete mettere Kanagawa con Chiba? – Fece, in via puramente ipotetica visto che lo guardarono tutti come se fosse imbecille.
- Dobbiamo risponderti? – Grugnì Miyagi, pronto alla battaglia patriottica.
- A Kanagawa ci sono meno idioti – proclamò Hanamichi, mentre Eiko e Ayako cominciavano a sghignazzare.
- Se vogliamo proprio andare a scavare, penso siamo pari in quando ad idiozia… - cominciò la loro manager, pensando a tutta la banda di mentecatti che aveva conosciuto e con cui si era ritrovata a vivere.
- Sono d’accordo – replicò Eiko, mentre, guarda caso, passavano da quelle parti proprio quelli dell’Ichihara in nero/rosso.
- Oh, Eiko! – Fece Isao, col solito sorrisone a tremila denti.
Occhei, l’allenatrice pareva avere più che altro una paresi facciale e rispose con una specie di “’ao”.
- Su, non fare quell’espressione! Sarà per la prossima volta! – Proclamò allora allegro e bastardo lui, visto che lo Shiroi era l’eterno secondo da almeno duecento anni.
- Mmh, prima vi conviene riprendervi il vostro caro secondo posto… - fece Seiji Morita, sempre pronto a rompere i coglioni.
Kiyuwa si trattenne un attimo dal staccargli la testa, poi ghignò – Aspetta che torniamo ai  regionali senza questi di Kanagawa…
- Come se la cosa fosse minacciosa! – Lo prese per il culo Kita.
Ovviamente le quattro mascotte di Kanagawa pensarono che tutto volevano fare, tranne che stare a sentire il loro affari do condominio e, come era prevedibile, cominciarono a rompere le righe e a rotolare un po’ ovunque.
Isao da brava anima qual’era, mandò un segnale di morte ai suoi dementi compagni di squadra e sorrise – Spesso è solo fortuna – come se la cosa dovesse consolare qualcuno.
Heiji Hisae sorrise – Già – fece neutrale, poi si affrettò a svignarsela prima della rissa.
Quando quelli dello Shiroi si avviarono, ameni come zombie, nella postazione in fondo allo stadio, Isao si ritrovò davanti tutto il branco di Kanagawa più sparpagliato che mai – Beh, tra quattro anni c’è una nuova sfida!
Akagi ghignò – Ma la prossima volta sarete voi ad essere ospiti.
Kaoru Hiroya sorrise – Tremò all’idea di come sarà composta la nostra squadra dei Best!
Il Teppista lo fissò – Però ci saranno tre Guardie di Kanagawa, non una – fece, mentre Jin annuiva.
Kaoru, come al solito, scrollò le spalle – Meglio.
Cominciarono a cianciare di maledizioni e minacce varie, tipo “sta volta ci sarà anche il Genio” e amenità del genere, quando Rukawa perse dieci vite ritrovandosi quel dannato di un Fantasma alle spalle.
- Dio Santo, vuoi accopparci un’Ala per caso? – Sbottò Miyagi, mentre la Volpe si riprendeva dall’infarto multiplo.
Aki, pacioso e impassibile come sempre, batté le palpebre – Ero a mangiare.
Ovvio. Figurati se quello si preoccupava di una cosuccia come quella manifestazione.
Isao sbuffò – Meglio tardi che mai!
- Ci vediamo a Kanagawa – annunciò invece lui, soprattutto a Rukawa che poi meno di così non poteva fregarsene.
- Hn – grugnì, felice come una pasqua, evidentemente.
Sendo lo fissò come se non fosse tanto convinto che Isao l’avrebbe lasciato vivo per allora, poi ebbe altro a cui pensare. Tipo guardare il suo omonimo che arrancava sulle stampelle come un granchio, con appresso tutti quelli del Nara.
Ora, lui era tanto una persona pacifica, ma quella scena gli riempiva tanto il cuore di “lo sapevo” o “ben gli sta”.
- Stai sbavando… - gli arrivò la voce della Volpe e lui sorrise – Non sono così bastardo.
- Hn, certo – grugnì quello, ma tanto gli leggeva nel pensiero.
A passo di morte, arrivarono fino da loro, bloccando ulteriormente il passaggio.
- Akira! Come va la gamba? – Fece tutto amorevole Isao, mentre quello si fulminava alla vista di Aki – Bene – brontolò.
- C’eravamo anche noi, brutto volo… - commentò Maki, seguito a ruota da Fujima, Akagi e Ayako. Tutti dolci, carini e da carie. 
Hanamichi si trattenne miracolosamente da dire scempiaggini, soprattutto per l’armadio di due metri che aveva spiaccicato la Volpe in partita un paio di volte.
- Volpe, è quello che ti ha mandato culo all’aria, vero?
- Va al diavolo – rispose, prima di spostarsi verso luoghi più felici.
Intanto anche gli altri cominciarono a spostarsi, soprattutto per la fiumana di gente che cominciava a mollare calci.
- Ci vediamo a Kanagawa – grugnì Miasami a nessuno in particolare, guardando però Sendo che scrollò le spalle – Sì, vedremo.
Dall’altra parte, c’erano i due Gorilla che si guardavano in cagnesco; o meglio, Akagi aveva l’aria di uno che aveva ingoiato un limone e Isao l’aria di un drogato particolarmente allegro.
- Beh, Take. Sono in vantaggio io!
Akagi sbuffò – Se, per poco!
- Tanto ci rivediamo quest’estate e vediamo di riprendere quella cosa dell’uno contro uno….
- Ma tanto lo sai che da solo contro di me non hai speranze! – Esclamò il Gorilla, spostandosi dietro alla sua squadra, verso destra.
- Sì, lo dici tutti gli anni! – Replicò Isao, andando invece verso sinistra.
Impiegarono una grande quantità di energia per mettersi buoni in fila, soprattutto per far capire a quei rammolliti che loro, al massimo, erano riserve quindi dovevano andare dietro.
- Ma che palle! – Sbottò il solito Idiota, quando la Volpe lo rispedì in fondo con una gomitata.
- Ma la pianti? Stattene buono una volta tanto.
- Volpe, tu non parlare che per come hai giocato in questa settimana non potresti nemmeno fare la riserva! – Andò in escandescenze lui,
mentre Rukawa manco lo stava a sentire.
- Ehi Sakuragi! – Chiamò lì a fianco Isao.
- Che vuoi?
- Giocherai anche tu la prossima volta, vero?
- Ohoho certo! Con il Genio sarà tutta un’altra musica! – Si imbrodò mentre praticamente mezza squadra lo mandava a quel paese.
- Che incubo… - mormorò invece Rukawa, pronto a suicidarsi prima della fatidica data.
- Ma tanto tu non ci sarai no? Di che t’impicci?! – Ribeccò aggressivamente la Scimmia Rossa, stranamente zittendolo.
Sendo, davanti alla Volpe, sospirò – La pianti di dire queste cretinate?
Hanamichi sbuffò – Beh, Porcospino, meglio anche per te che non te lo ritrovi contro il Ryonan!
Il Drogato li fissò un attimino, poi scrollò le spalle – Mah, forse un po’ di dispiacere lo proverei.
A quel punto lo guardarono manco avesse fatto una dichiarazione d’amore.
Hanamichi cominciò a ridere, facendo girare mezzo stadio.
- Che diavolo ti salta in mente? – mugugnò invece la Volpe.
- Dai che mancheresti a tutti, persino a questi trogloditi! – Esclamò Sendo, mentre la Scimmia Rossa si faceva andare qualcosa per traverso – Aha! A me no di sicuro, farei una festa come minimo.
- Non sai la sofferenza che sto provando… - gli sibilò dietro la Volpe poi, fortunatamente, una voce dall’altro dei cieli rese tutti sordi proclamando l’inizio della cerimonia di chiusura, che non fu meno folle dell’intera settimana.
L’Ichihara venne ovviamente premiata come vincitrice del torneo con una coppa che poteva tranquillamente illuminare la Nazione, lo Shiroi fu premiata come terza classificata e, a sorpresa, portarono a casa anche il premio come “migliore allenatrice” per quella strega di Eiko; il Nara si accontentò del quarto posto, una gamba rotta e l’ennesima sparizione del loro pseudo-allenatore psicopatico.
Poi toccò a loro e lì furono risate.
Ci fu il momento toccante in cui il Gorilla alzò la coppa del secondo posto, poi andarono a rompere le palle al vecchio Anzai con un riconoscimento alla carriera o qualche menata simile, portando alle lacrime il duro e puro Teppista del gruppo. Ad un certo punto, proclamarono la sospensione del premio come “migliore matricola” visto che non sapevano decidersi tra la Volpe congelata e il Fantasma sociopatico ed ebbero la splendida visione di un Idiota che difendeva a spada tratta il suo compagno di squadra, strappando non poche prese per il culo.
- E meno male che la odiavi la Volpe! – Esclamò il Teppista, trattenendolo per la maglia.
- Ehmbé? Vuoi mettere lui con quel cosetto lì? – Sbottò la Scimmia, mentre dal palco il Gorilla gli prometteva indicibili torture.
Dopo averlo imbavagliato, riuscirono ad andare avanti con due ciance degli organizzatori, chiacchiere degli allenatori e amenità per un’intera, noiosa ora.
Verso le cinque ci fu “l’amen, andate in pace” che sentenziò la fuga generale, come se stesse andando al fuoco il palazzetto. Fortunatamente, o sfortunatamente dipendeva dai punti di vista, il loro caro autista con l’autobus più folle del mondo arrivò a prenderli proprio lì fuori, ripieno di bagagli e borse varie.
- Ohcchebello, non dobbiamo farci la strada del Tempio! – Esclamò Kiyota il bradipo, illuminandosi.
- E neanche le scale! – Gli andò dietro il Tappetto, cominciando a saltellare.
- Figo l’autobus! – Esclamò Kiyuwa, alle loro spalle, l’unico abbastanza non sano di mente che poteva trovarlo bello.
Eiko sorrise – Sembra passata solo un’ora da quando sono venuta a prendervi!
- Fortunatamente no! Sai che vuol dire rivivere una cosa simile?! – Sbottò Akagi, mentre già afferrava i vari cretini per spedirli a calci dentro.
L’allenatrice ghignò – Oddio se questo era un assaggio, comincio a capire… beh, buon viaggio! – Fece, abbracciando Ayako. – E fatevi sentire!
I soliti bavosi approfittarono per stritolarla un attimo, sotto lo sguardo omicida del fratello, poi si arrivò al cyborg in persona e la ragazza sorrise – Beh, Kaede, vedi di dormire meno!
- Hn – fece come al solito lui, miracolosamente stringendole la mano, poi si girò verso Heiji
– Allora, gemello, ci vediamo tra un paio di anni!
Rukawa lo mandò mentalmente al diavolo poi sentì un freddo gelido passargli per la schiena, quando Eiko disse qualcosa come “ma forse anche prima”.
- Ma anche no – brontolò lui, salendo velocemente sull’autobus.
- Rompiscatole! – Gridò lei, prima di salutare gli altri.
Dopo tante e varie smielature, si ritrovarono di nuovo su quell’autobus con la sensazione che fosse passata una vita, altro che settimana.
Quando poi la porta si chiuse e si lasciarono dietro lo stadio, qualcuno si sentì quasi vagamente commosso.
- Stiamo tornando a casa – fece Ayako, mentre si sedeva accanto al Capitano.
- Già.
- Poi abbiamo una bella vacanza e potremo non vederli per un po’ – continuò ancora lei, fissandolo.
- Già.
- Contento?
Akagi le spedì un’occhiata – Forse no.

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 - Potremmo pensare tipo a cosa è servita la trasferta! – Fece ad un certo punto del viaggio la solita Scimmia Idiota dal fondo dell’autobus.
Mitsui, addossato al finestrino, sbuffò – E’ roba da alcolisti anonimi, Hana!
- E poi non credo che avete avuto tutta questa importanza voi altri – ribatté Hanagata, rischiando un paio di bottiglie vuote sul cranio, mentre sia Sendo che Fujima ridevano.
- Beh, la Volpe non è più in un altro mondo ed è già un passo avanti – fece il Teppetto, indicando Rukawa che, nientedimeno, se ne stava nel penultimo sedile, tra loro.
- Sì, il Dio è sceso tra gli uomini… cazzo ci frega a noi della Volpe! – Sbottò invece il Teppista.
Jin, accanto a Rukawa, sembrava prendere la cosa sul serio e cominciò – Beh, magari c’è maggiore amicizia tra le squadre di Kanagawa…
E boom. I soliti tre di Shohoku, Scimmia del Kainan e persino Sendo cominciarono a sbellicarsi alla faccia del Santone dolce e carino; avevano scoperto che anche il Porcospino possedeva una sua vena sadica, però Jin restava il caro, tenero e angelico Jin. Niente da fare.
Ovviamente il suo caro Capitano arrivò in soccorso da lontano con un “Beh è possibile.”
- Io di certo la prossima volta non ci vengo manco morto! – Proclamò Kiyota.
- Alleluia allora! – Sgrugnì il Teppista.
- Razza di scorfano, se ti sei autoinvitato pure tu!
E giù a morsi e calci, mentre l’idea degli alcolisti anonimi cominciava a piacere alle mamme del gruppo.
- Si potrebbe fare qualcosa ora che torniamo in vacanza… - cominciò infatti Fujima che, evidentemente, aveva coraggiosamente ignorato le loro espressioni schifate.
Maki scrollò le spalle – Per me va bene.
- Non contate su di me! – Si sgolò il Gorilla, che non ci teneva certo a rivederli molto presto.
- Oh, non dire stronzate Gori, certo che vieni! – Sbottò Mitsui.
Per tutta risposta Akagi lo illuminò col suo migliore ghigno da sadico – Oh, è ovvio che io e te ci vedremo, Teppista… spero per caso che ti lasci andare amenamente da solo dal fisioterapista?
Ecco, giusto per non far sapere niente a nessuno.
Mitsui sbuffò – Questa si chiama mancanza di fiducia, Gori.
- Io la chiamo “conoscere i propri polli”, invece.
- Ti odio – affermò con sicurezza il Teppista, mentre quell’altro gli dava le spalle, segno che meno di così non poteva fregarsene.
Aspettarono giusto qualche istante, poi Sendo riprese l’argomento che stava proprio a cuore a tutti – Io comunque ci verrei ad una riunione.
Jin annuì – Anch’io. E anche Nobu.
- Preferirei suicidarmi – rimbrottò quello, mentre Jin lo liquidava serenamente. - E tu Kaede? - Domandò invece a Rukawa che sospirò – Io non ho comunque niente da fare.
La solita Scimmia dal tatto di un vichingo si alzò, quasi saltandogli in braccio – Non devi trasferirti?
- E perdermi le tue dolci parole romantiche? – Ribatté la Volpe ironica, buttandolo a terra.
Hanamichi si illuminò per un istante, poi fece una smorfia - peccato, speravo proprio di non vedere più quel tuo brutto muso, dal prossimo anno in poi…
Rukawa sbuffò – Sì, lo dici tutti gli anni.
- Ma c’ero andato vicino così sta volta... – si lamentò quell’altro, mentre al Volpe si sfiorava la fasciatura alla testa – Almeno mi evito altre testate inutili.
Hanamichi si buttò in orizzontale sui sedili dietro a lui e Jin e mormorò – Ecco, ricordatelo quel dolore quanto ti salta in mente da fare un’altra stronzata del genere.
Rukawa alzò gli occhi al cielo – Sì, moglie rompicoglioni.
Ci fu un attimo di silenzio quasi romantico, che venne rotto ovviamente dal solito imbecille che saltò su cinguettando un “che cariiiiini” che fece perdere la milza a tutti e gli guadagnò un paio di pugni in testa per uno.
- Ho solo detto quello che pensavano tutti. Non è che ci nascondete qualcosa voi due? – Sbottò Kiyota, massaggiandosi la testa.
Hanamichi sbuffò – Certo, non lo sapevi che io e la Volpe stavamo segretamente insieme?
Rukawa sospirò – Ovviamente ero in punto di morte quando ho accettato…
Continuarono a lanciarsi idiozie e stronzate ambigue tipo pollaio fino al cartello con la scritta a lettere cubitali “Kanagawa” che li spedi in brodo di giuggiole. Solo la sovraumana pazienza di Akagi convinse l’autista a non mollarli in mezzo al nulla e a raggiungere almeno le prime case del centro. Manco a dirlo, appena si vide la prima finestra li piantò con un paio di maledizioni e portandosi le valige dietro.
- Ma povero vecchio, l’avete esaurito! – Sbottò Ayako.
- Andiamo Aya, ha avuto una settimana per riposarsi… - mugugnò il Teppista come se non fosse neanche lontanamente possibile che qualcuno potesse stancarsi di loro.
- See. Ora ci tocca farci venire a prendere – brontolò Akagi, ma qualcuno aveva un’ idea migliore.
- Io so cosa fare, se i guastafeste delle altre squadre vogliono… - saltò su Hanamichi, facendo tremare tutti per riflesso incondizionato.
Ci furono un paio di mormorii di assenso e quello squinternato si avviò velocemente verso la metropolitana, senza essere peraltro seguito da nessuno.
Si girò con l’aria del capo rivoluzionario e gridò – Allora?!
Akagi sospirò – Tanto ormai peggio di così…
E si avviarono a seguire quel cretino come un ameno branco di kamikaze.
- Menomale che l’autista si è portato via anche le valige… - grugnì il Tappetto, con tutti gli altri sollevati quanto lui.
Come da copione, si ritrovarono spalmati in metropolitana sotto lo sguardo preoccupato dei poveri ignari cittadini, a guardare perplessi dai finestrini.
- Idiota, dove diavolo ci stai portando? – Grugnì il Teppista, ma quello si limitò a ghignare.
Uno, però, lo sapeva.
Rukawa vide la campagna sfrecciare sotto agli occhi, i palazzi che diminuivano e i campi che si moltiplicavano, poi si girò verso la Scimmia, spiaccicata a qualche centimetro di distanza.
Si guardarono per un attimo e, mostruosamente parlando, riuscì a leggergli il pensiero e a capire che diavolo volesse fare; gli mimò un amorevole insulto, invece quello gli sorrise.
Arrivarono in meno di dieci minuti e camminarono a strattoni e maledizioni fino ad una casa di campagna molto tradizionale, con un cortile e uno stagno.
La targa all’ingresso aveva la scritta “Famiglia Anzai” e, accanto ad una pianta, c’era una signora in kimono.
- Non ci posso credere, Hanamichi – fece, quando alzò il capo verso di loro.
- Salve Signora, come sta? – Cominciò lui, ridendo come un idiota ed entrando senza nemmeno aspettare l’invito.
- Il solito deficiente… - mugugnò Akagi, prima di salutare la signora Anzai. Uno ad uno la salutarono, entrando in casa e guardandosi attorno con curiosità.
- Oh, ciao Kaede – fece poi alla Volpe ultima arrivata.
- Signora…
- Contento di essere rimasto? – Chiese lei. Si riferiva naturalmente alla sua vecchia decisione di andare in America, ma a lui pareva che gli leggesse nel pensiero.
- Sì – rispose lui, netto e sicuro per una volta.
Trovarono il signor Anzai che si leggeva paciosamente il giornale, per poi essere raggiunto da una valanga di abbracci e saluti vari. Quelli di Kainan, Shoyo e Ryonan rimasero un pelo perplessi, poi si presentarono con tutta l’educazione che potevano, visto come ululavano quegli altri deficienti.
Riuscirono a stiparsi con non poche difficoltà nella sala più grande della casa e cominciarono quasi a belare tutti insieme.
Raccontarono delle partite, dei vari problemi con le altre squadre, del comportamento da scellerati delle riserve rompicoglioni, dell’allenatore-mostro, del buon lavoro di Fujima, di Eiko Hisae e di tutto il resto. Anzai si beveva i racconti in silenzio, con qualche risata delle sue, poi ogni tanto li guardava come per imprimersi qualcosa nella testa.
- Allora, che ne dite del prossimo torneo? – Chiese, quando finalmente si fermarono a prendere aria.
- Oh, sarà divertente – fece Maki, ghignando.
- Certo, perché vinceremo noi… - replicò Hanamichi, mentre Kiyota cominciava a menarsela.
- Riuscirete a giocare, amici come siete? – Domandò ancora Anzai, mentre Jin aveva l’aria di chi aveva capito tutto prima.
Mitsui sbuffò – Certo! Chi diavolo se ne frega di loro!
- Mitsui, un minimo di gentilezza! – Lo richiamò Ayako, con un pugno in testa.
Anzai rise – Ohohoh, non preoccuparti cara. Sono convinto che quest’anno giocherete tutti meglio.
- Anche perché dobbiamo finire tutti alle Nazionali! – Esclamò Hanamichi, mentre tanto per cambiare erano tutti d’accordo.
- Già, sarebbe bello finirci tutti insieme – considerò a tradimento Miyagi.
- Il resto della Nazione non può nulla contro Kanagawa! – Butto lì Kiyota.
- Vero! – Aggiunse la Scimmia e giù a ridere come due indemoniati.
- Dobbiamo arrivarci, per molti è l’ultimo anno… - fece Hanagata, riferendosi a tutti quelli del terzo.
Jin annuì – E come facciamo senza il Capitano…
- … E il Gorilla…
- … e il Teppista…
- … e la riserva e il Quattrocchi…
Akagi sbuffò – Piantatela!
- E’ vero, siamo un po’ squadre a metà, poi – fece Sendo, che nonostante centrasse meno di tutti, era quello che aveva beccato il nocciolo. A vivere con loro, aveva capito che erano tutti indispensabili, più o meno. Ogni squadra senza quei cinque, i cinque, non erano più loro. E se lui perdeva solo Uozumi, e il Kainan il loro pilastro, lo Shohoku perdeva ben due membri importanti e anche lo Shoyo. Un po’ una strage.
- Vorrà dire che vinceremo – emerse Rukawa dai meandri del silenzio tombale, senza manco prendere in esame l’idea di perdere.
- Appunto – assicurò Hanamichi, afferrando la tazza di tè come se il discorso fosse chiuso.
- Dovremmo andare… - aggiunse Ayako, mentre già tutti si alzavano con un inchino all’allenatore.
Quando furono tutti fuori, tranne i due idioti ritardatari che cianciavano con la Signora Anzai, Akagi guardò il gruppo – Giochiamo?
Maki lo fissò – Dici domani?
- Dico domani e dopodomani e l’intero mese – replicò il Gorilla, che intanto pensava di starsi buttando da solo nelle fiamme dell’inferno.
Sendo approvò – Facciamo un torneo casalingo.
- A patto che le squadre siano miste – provò a dire Fujima e, stranamente, gli altri annuirono.
- Che si fa? – Volle sapere Hanamichi, finalmente uscito.
- Si gioca, Scimmia. Tutti insieme! – Ghignò Kiyota, che poi non sembrava tanto dispiaciuto.
- Dio, un’altra giornata intera con voi? – Sbottò Mitsui, ma Hanagata scrollò il capo – un intero mese, vorrai dire…
- Volete proprio morire prima del torneo ufficiale? – Grugnì il Teppista, mentre si muovevano per  tornare alla metropolitana.
- Se, ci siamo sempre noi che vi teniamo buoni… - grugnì Akagi.
- Non è che ti è riuscito benissimo questa settimana, Gori… - replicò lui, con una pacca sulla spalla.
- Già, hai dei capelli bianchi a ben guardare… - si mise in mezzo pure Maki.
- E tu da che parte stai? – Sbottò Akagi, mentre ovviamente cominciavano a menarsela per strada.
- Volpe non rimanere indietro che tanto non ti veniamo a recuperare – brontolò Hanamichi, notando che quello era più lento del solito.
- Hn, magari riesco a saltare il prossimo mese…
- Ma tanto ti veniamo a prendere per quel cespuglio che ti ritrovi in testa… - rimbeccò la Scimmia.
Qualche divinità doveva proprio avercela con lui, quell’ anno – Che palle, non ti lamenti sempre che non mi vuoi tra i piedi?
Quell’altro alzò gli occhi al cielo come per spiegare una cosa molto semplice ad un bambino di tre anni – Sì, vorrei… ma ormai fai parte della famiglia… - mugugnò, come se la cosa gli desse fastidio.
- Oh mio Dio… - sospirò la Volpe, chiudendo un attimino gli occhi.
- Sì, lo so che ci vuoi taaaanto bene! – Sentì cinguettare quell’Idiota.
Provò anche a mandargli qualche imprecazione, ma era già andato avanti con tutti gli altri a cianciare di tornei e partite.
Dopotutto forse non era stato un male rimanere lì allo Shohoku, anche se ora doveva sorbirsi non solo quei quattro, ma anche tutto il resto della nuova famigliola felice.

 

 

Note autrice:

Beh, che dire. E’ finita.
La prima long di un numero decente di capitoli, sono quasi commossa! XD
Ok, la trama non aveva tutta questa difficoltà, è partita da sola e si è retta sulle proprie gambe. Dopotutto, io ho fatto ben poco.
Mi dispiace che questo capitolo sia così in ritardo e non sia questo granché, ma ormai è fatta. Credo che sia un capitolo significativo, ma molto tra le righe.  Ok, è anche melodrammatico sorry. 
Oh, ad un certo punto dialogano tutti quelli della altre squadre quindi mettetevi uno schemino con i nomi per ricordarli che sennò è un casino. XD
Volevo ringraziare tutte quelle persone che l’hanno seguita fin dall’inizio, commentando ogni singola parola di quegli squinternati, e poi l’hanno lasciata per vari motivi; chi invece, l’ha conosciuta dopo e ha voluto lasciare almeno un piccolo commento; i lettori che l’hanno giudicata meritevole di finire tra i “preferiti”; i semplici lettori anonimi che spero si siano almeno un po’ divertiti. Tutti, insomma. Sono felice e grata a tutti voi, che avete trascorso un po’ del vostro tempo con me. Vi ringrazio (_ _).

 Volevo rispondere prima a chi ha recensito l’ultimo capitolo:

- Trilla: Sì che piangeva! Il finale ad effetto ci voleva donna ù.ù Sono contenta che ti sia piaciuta, perché mi ci vuole un po’ di risollevamento morale! Ti aspetto per il commento finale. Sono proprio curiosa. XD
- xx_Dreamer_xx: Sì, decisamente mi aspettavo il commento per il succo d’uva! Pensavo all’unica fan di SenRu, quando l’ho scritta! XD Dovevano vincere gli smielati, suvvia. Loro sono troppo teppisti maniaci! Sì, Akagi ama i suoi ragazzi alla fine; in fondo… molto, molto in fondo. Certo che scrivo altre fiction, ormai che ho iniziato con Slam chi mi ferma più! Argh non ti troverò anche lì? XD Fammi sapere che dici dell’ultimo capitolo!

E poi, come non ringraziare voi recensori?

Aka_z e Lucilla_bella che hanno letto e scritto ad orari improponibili (ricordo le 3 e 5 di mattina!) e che spero leggeranno prima o poi il resto dei capitoli, pur essendo momentaneamente scomparse; 20jp90, che ha un nick alquanto folle (XD) ed ha commentato molto spesso; Scorpyon, per i suoi commenti; Gaaea4ever, che adora Gaara come me e verrà punito per i ritardi XD; Sole88 che ha fatto un salto dal SF e mi ha raccomandato di non maltrattarle il Teppista (che se lo meriterebbe pure).
Beh, Trilla che ha commentato tutti i capitoli, e Dream/xx_Dreamer_xx, che intanto ha cambiato pure identità!
E a Yuki Kushinada, ultima arrivata ma non d’importanza che mi ha riempito di complimenti, anche se non sono tanto sicura di meritarmeli. Spero di non sbagliarmi, ma la mail era tua vero? Non so se ti sia arrivata la risposta, ma sappi che ce l’ho salvata e la leggo, spesso.
Grazie, grazie, grazie.

Voi, che l’avete inserita tra i preferiti:

20jp90
AllePanda
antote
asthenia
Bella07
gaara4ever
HPalessandra
kenjina
klikka
lilli84
lucilla_bella
MissChroma
Norahchan
RobydelNov
Scorpyon
Trilla
war
xx_dreamer_xx
_Babii_

 

Vorrei conoscervi tutti, ma anche così spero di avervi fatto sorridere qualche volta <3
Ringrazierei anche mia mamma che deve combattere contro la lontananza di ben o.t.t.o.o.r.e  e o.t.t.o.c.e.n.t.o chilometri (Napoli/Genova per dirla breve) della sottoscritta. Essì, la mamma è sempre la mamma. <3
Che non capisce un cacchio di scrittura, fan fiction, manga e anime, ma che ogni giorno - prima ancora di chiedermi come sto - mi chiede come vanno le storie.
E mio fratello, che mi chiede quando mi decido a pubblicare qualcosa e a fare soldi a palate come la Rowling. Come direbbe Miyagi: “Che anima bella che è”.
A tutti voi che, immagino eh, seguite Slam Dunk, spero di ritrovarvi alla prossima.
Ho pubblicato da poco anche Centro sportivo Hikerashi.
E’ un’altra long fiction che avrà molti più capitoli di questa. Lascerà un po’ da parte le partite, per dedicarsi ai disastri amorosi degli psicotici; disastri amorosi che saranno molti, ve lo assicuro.
I pairing non ho nessuna intenzione di svelarveli, però ce ne saranno alcuni tra i più conosciuti, yaoi ovviamente, un personaggio nuovo, più due o tre coppie etero. E saranno queste a sorprendervi (qualcuno mi taglierà la testa, me lo sento).
Sarà una long divertente, ma anche angst, triste alle volte. Com’è nel mio stile.
Quindi vi dico arrivederci.

 Ora, andate e moltiplicatevi! XD

Grazie (L).

   
 
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