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Autore: Schmetterlinge    07/03/2020    4 recensioni
Gilbert se ne stava seduto sulla staccionata, lo sguardo spento, perso nel vuoto.
Lui aveva deciso di arruolarsi.
Lui aveva deciso di servire il suo Paese.
Lui aveva deciso di buttarsi in quell’inferno.
Perciò lui [e soltanto lui] avrebbe dovuto pagarne le conseguenze.
Non Lei.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Diana, Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gilbert se ne stava seduto sulla staccionata, lo sguardo spento, perso nel vuoto.

 

Quel viso che tutti avevano sempre definito angelico, fin da piccolissimo, ora appariva così sciupato, stancosegnato.

 

 

Segnato dalla guerra.

 

 

Segnato dalla sofferenza.

 

 

Il ragazzo pieno di sogni e di speranze [pieno di vita] sembrava aver lasciato posto ad un estraneo.

 

Guardava l’orizzonte davanti a sé [impassibile].

 

Tutto aveva perso di significato, nulla aveva più importanza da quando lei non c’era più.

 

Quella guerra [quella maledetta guerra] aveva finito per togliergli la persona a lui più cara, la persona più preziosa e della quale mai avrebbe potuto fare a meno.

 

Lui aveva deciso di arruolarsi.

 

Lui aveva deciso di servire il suo Paese.

 

Lui aveva deciso di buttarsi in quell’inferno.

 

Perciò lui [e soltanto lui] avrebbe dovuto pagarne le conseguenze.

 

 

 

Non Lei.

 

 

 

Lei, che aveva fatto di tutto per convincerlo a desistere.

 

Lei che [contro tutti] aveva lasciato Avonlea per recarsi in Europa nella speranza di riportarlo a casa.

 

Lei, la ragazzina dai lunghi capelli rossicci e dal viso lentigginoso, che gli aveva rubato il cuore fin dal loro primo incontro.

 

Era bastato un semplice sguardo per innamorarsene.

 

Perché lei era diversa da tutte le altre, tanto da farle [letteralmente] scomparire.

 

Aveva un carisma, un carattere, una determinazione al di fuori del comune.

 

Ma, soprattutto, aveva un’imprevedibilità che l’aveva sempre affascinato.

 

Le persone sono molto simili ai libri; nella maggior parte dei casi basta leggerne le movenze e i gesti per interpretarne i pensieri, il carattere, la personalità.

 

Con lei, invece, era sempre stato diverso.

 

Anne aveva l’abilità di confonderlo; non era mai stato facile indovinarne i pensieri.

 

Si passa maldestramente una mano sul volto, chiudendo gli occhi.

 

All’improvviso, avverte un tocco, gentile [amico] riscuoterlo da quel turbinio [continuo] di pensieri.

 

Gilbert solleva [appena] il volto, andando ad incrociare gli occhi azzurri di Diana.

 

Anche lei era cambiata; non era più la ragazzina allegra e spensierata che aveva conosciuto.

 

La osserva accennare un lieve sorriso, nel tentativo [vano] di nascondere le lacrime.

 

Fred aveva fatto ritorno dalla guerra proprio grazie ad Anne.

 

Se non fosse stato per lei …

 

Diana accarezza [lentamente] il volto di Gilbert, trattenendo a stento il magone.

 

Lui la guarda, senza aggiungere altro.

 

 

 

Entrambi avevano perso il loro collante.

 

 

 

 

Un gemito.

 

[Silenzio]

 

 

 

Un altro.

 

 

 

[Silenzio]

 

 

 

Un altro ancora.

 

 

 

 

[Silenzio]

 

 

 

Diana aveva cercato, fin da subito, di essere forte.

 

Forte per tutti, ma sopratutto per Gilbert.

 

Era il suo migliore amico, erano cresciuti assieme ed Anne li aveva uniti ancor di più.

 

Poteva asserire con assoluta certezza quanto lui fosse il fratello che non aveva mai avuto.

 

Non l’avrebbe abbandonato, così come lui non avrebbe mai lasciato lei.

 

 

 

Mai

 

 

 

Voleva essere forte, doveva farlo, Anne l’avrebbe sgridata [certamente] se l’avesse vista in quelle condizioni.

 

Però …

 

Però faceva male.

 

Faceva tanto male.

 

Era come se avesse perso una parte di se stessa.

 

 

 

 

 

La parte migliore

 

 

 

 

 

La vista si appanna, il volto di Gil diventa sfuocato.

 

Sente soltanto la sua mano accarezzarla e spingerla verso di sé.

 

La abbraccia, la presa è salda, forte.

 

“Mi dispiace …”

 

Piange [Diana] scossa dai singhiozzi.

 

"Mi dispiace…”

 

Il ragazzo aumenta la stretta, guardando un punto indefinito di fronte a sé, gli occhi solcati.

 

Le accarezza la schiena, con movimenti circolari, nel tentativo di calmarla.

 

“Va tutto bene …”

 

E rimangono lì [abbracciati l’uno all’altra] incapaci di parlare, di aggiungere altro, ripensando con malinconia ed infinita tristezza ad Anne, 

 

alla loro infanzia, 

 

all’adolescenza, 

 

ai tempi dell’università, 

 

delle medaglie d’oro e delle borse di studio, 

 

dei balli in maschera e delle recite scolastiche.

 

 

 

 

 

 

 

A quei tempi felici, 

 

pieni di sogni e di speranza, 

 

spazzati via così, 

 

in un battito di ciglia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Erano trascorsi pochi mesi dalla fine della guerra e ci sarebbe voluto molto tempo prima di tornare alla normalità e alla serenità di una volta.

 

Gilbert e Diana si erano recati, insieme a Fred, in città per delle commissioni da sbrigare.

 

La guerra aveva lasciato segno del proprio passaggio anche lì, nonostante si fosse combattuto in Europa.

 

Ragazzi rimasti invalidi, segnati irrimediabilmente da una guerra non voluta, mai cercata.

 

Gli edifici spogli, ingrigiti, le macerie sparse qua e là.

 

Negli ultimi giorni erano arrivati parecchi reduci di guerra; diverse camionette avevano invaso la città, scaricando [letteralmente] nelle piazze [semivuote] i sopravvissuti.

 

Gilbert osservava il paesaggio circostante con aria assorta.

 

Si guardava attorno, scrutando i volti di quei giovani uomini con i quali aveva condiviso l’orrore della guerra.

 

Ragazzi che come lui, per senso del dovere, avevano lasciato la famiglia in nome di un ideale chiamato Patria.

 

Le crocerossine prestavano soccorso quanto più possibile, sopratutto ai giovani maggiormente mutilati, incapaci [altrimenti] di sorreggersi sulle proprie gambe.

 

Una voce, lontana, sembra richiamare l’attenzione del ragazzo; era calda, pacata ma, al tempo stesso, dolce.

 

Si irrigidisce; il respiro si mozza, le membra si tendono.

 

 

 

 

Quella voce

 

 

 

 

Una ragazza dal volto lentigginoso stava scendendo dalla postazione di guida di una delle camionette lì vicino.

 

Aveva il volto stanco ma sempre bellissimo, quello si.

 

Gilbert avanza tra la folla senza [mai] distogliere lo sguardo dalla giovane dai lunghi capelli rossi, fino a portarsi a qualche metro da lei.

 

Il battito accelera, il respiro anche; teme che il cuore possa scoppiargli da un momento all’altro.

 

 

 

Non poteva essere …

 

 

 

Ricordava ancora il comunicato ufficiale, gli ufficiali, la [tragica] notizia della morte di Anne.

 

 

 

 

Non poteva essere vero …

 

 

 

 

La ragazza solleva [di scatto] il volto, ritrovandosi a pochi passi dal giovane medico di Avonlea.

 

Sgrana gli occhi, le labbra tremule, l’incarnato pallido.

 

Gilbert la guarda, incredulo, balbettante.

 

La ragazza gli sorride, le lacrime agli occhi; alza le spalle, iniziando a ridere.

 

Fanno qualche passo, uno verso l’altra, ancora incerti.

 

Anne fa per parlare quando si sente travolgere da Gilbert con tutto il proprio peso.

 

La abbraccia, la stringe quasi avesse paura di perderla di nuovo.

 

Si baciano, si accarezzano, ridono come bambini mentre la folla li osserva stupita, ignara.

 

Si guardano [occhi negli occhi] come a volersi leggere nel pensiero.

 

Gli occhi chiari di lei nelle iridi grigio-azzurre di lui.

 

Si staccano, appena, per riprendere fiato, ansimanti.

 

“Ci avevano detto che eri…”

 

Gilbert non ha il coraggio di continuare [non riesce] un groppo alla gola glielo impedisce.

 

“I bombardamenti, il campo …”

 

Anne spalanca gli occhi, incredula; scuote la testa.

 

“Ero già a Londra.”

 

Gli prende la mano, portandosela al volto.

 

“Le comunicazioni erano interrotte, i trasporti bloccati.”

 

Sospira Anne, mentre Gil continua a guardarla, rapito.

 

“Mi dispiace tanto.”

 

Sorride, la ragazza dai lunghi capelli ramati.

 

“E pensare che ero venuta in Europa per cercarti.”

 

Si passa maldestramente una mano sul volto, pallido.

 

“Appena ho saputo che eri vivo e che eri rientrato in Canada mi sono messa in viaggio verso casa.”

 

Gil continua ad ammirarla, incredulo.

 

Era tornata.

 

Era tornata da lui.

 

Fa per parlare, Anne, quando scorge la sua migliore amica e Fred osservarli poco distanti, allibiti.

 

Non servono parole; semplicemente si corrono incontro.

 

Urla di gioia riecheggiano in piazza; Diana piange, lanciando a Gilbert uno sguardo pieno di felicità, di serenità ritrovata.

 

Il loro collante, il loro punto fermo, la loro roccia [così erano soliti definire Anne] era tornata da loro.

 

Non li aveva abbandonati.

 

Non li aveva lasciati.

 

Era tornata da loro.

 

Quella ragazzina dall’animo inquieto, dal carattere vivace, che aveva stregato loro anima e corpo, era stata la loro più grande fortuna, in tutti i sensi.

 

Aveva illuminato le loro giornate, aveva riempito loro la vita, l’aveva arricchita.

 

 

 

 

 

A Gilbert in un modo.

 

 

A Diana nell’altro.

 

 

 

 

E così, in un attimo, tutto era tornato come ai vecchi tempi,

 

 

 

i tempi dell’adolescenza,

 

delle medaglie d’oro e delle borse di studio, 

 

dei balli in maschera e delle recite scolastiche.

 

 



























E se le cose fossero andate diversamente?

Se Anne fosse stata dichiarata morta e Gilbert fosse riuscito a tornare a casa, sano e salvo, ma senza sua moglie?

Ho pensato ad una versione decisamente diversa dalla trama dell'ultimo film del 2000 "The Continuing Story" ...

Gilbert è sempre stato al centro delle preoccupazioni di Anne; dalla malattia alla guerra.

E se, per una volta, fosse stato l'inverso?

Grazie a chiunque deciderà di dedicare una parte del proprio tempo alla lettura di questa Fic e a chiunque vorrà esprimere la propria opinione a riguardo.

Alla prossima!

Schmetterlinge

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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