Paura.
Tremore.
Brividi.
Sconcerto.
Voglia di scappare, fuggire, nasconderti dalla paura stessa.
Impossibile.
Folle illusione.
Non puoi scappare da te stesso.
Lei è parte di te, ti avvolge, comprime, spinge, affonda, lacera la carne, strappandola a morsi, spietata, assassina.
Sotto le sue spire non sei più tu.
Credi di esserlo, ma no, sei altro, lontano anni luce dal tuo Io, galassia perduta nel buio della notte, spazio infinito che ti fa tremare più della paura stessa.
Stelle lucenti troppo lontane, allunghi la mano ma sono eteree, come il tuo spirito inquieto.
Rabbia, disperazione, per quella parte di te così fuori controllo, fragile, piuma leggiadra sospinta dal vento, oscilla, ondeggia.
Nave alla deriva, naufrago nel mare in tempesta, marinaio che ha perso la rotta.
Piangi, lotti, provi a resistere.
Invano.
E crolli, inerme, svuotato, annientato, sconfitto da te stesso.
Non puoi fare altro che accettare, arreso alla realtà.
Chini il capo, in ginocchio, umiliato, prostrato, lacrime brucianti sulla pelle nuda, sono fuoco dell’Inferno mentre solcano le guance, scavandoti l’anima.
Lasci che scorrano, uragano dirompente che lava via l’angoscia.
Poi, all’improvviso, la quiete.
Il respiro si placa, il sangue s’acquieta, il tremore svanisce.
È calma.
Sei di nuovo Tu.
Bastava questo.
Lasciar andare.
Accettare.
Librarsi in volo, leggero.
Bastava questo, per ritrovar te stesso.
Ego, abbandonato, più non è.
Al suo posto, Eco, padrone del tutto, Signore incontrastato di una vita perfetta.