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Autore: apollo41    08/03/2020    6 recensioni
A undici anni dalla fine della guerra Draco ha trovato un nuovo equilibrio: è il proprietario di un negozio di successo, vive con la sua migliore amica e si gode l’anonimato che deriva dalla mancanza di una vita sociale. Certo, è consapevole di un vuoto che non sa come riempire, ma lo ignora occupando le giornate in un’inutile battaglia contro il Poltergeist che infesta il magazzino del suo negozio. Basta però che a varcare la soglia di Accessori di Prima Qualità per il Quidditch sia un vecchio nemico per fargli scoprire che quel vuoto ha in realtà dei contorni ben definiti.
Dal testo:
Draco poteva sentire fisicamente su di sé lo sguardo di Potter, eppure non riuscì a distogliere l’attenzione da quel pezzo della sua famiglia che non avrebbe mai avuto l’opportunità di conoscere a causa degli errori del suo passato. Era così vicino, eppure così distante che Draco poté quasi sentire il suo cuore spezzarsi.
Teddy, nella sua totale ignoranza di chi lui fosse, gli aveva ricordato per la prima volta in molto tempo cosa di preciso avesse perso per colpa della guerra: qualcosa che neppure tutto l’oro del mondo avrebbe mai potuto dargli.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Teddy Lupin | Coppie: Draco/Harry
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Epilogo

 

I'm gonna rise

 

Harry alzò una mano per ripararsi gli occhi dai raggi di sole del primo mattino che lo stavano abbagliando mentre controllava Teddy, che in sella alla sua scopa provava a fare un giro della morte senza cadere.

Sorrise quando Teddy completò per la terza volta un giro perfetto, le punte dei suoi capelli – quella mattina del color topo di cui erano stati i capelli di Remus quando Harry l’aveva conosciuto – che sfioravano a malapena l’acqua.

Appena Teddy si girò in sua direzione, Harry lasciò la presa del manico di scopa su cui si stava librando a mezzo metro dal pelo dell’acqua per rivolgergli un applauso.

Il suo figlioccio sbuffò arrossendo, prima di tornare a fare pratica ignorandolo.

Era una mattinata tranquilla e il loro angolo di spiaggia era deserto. L’oceano si muoveva pigro sotto i suoi piedi e il sole splendeva quasi fastidiosamente all’orizzonte. La brezza frizzante era piacevole contro la pelle sudaticcia, ma era sicuro che più tardi avrebbe volentieri pagato per un po’ d’ombra. Si preannunciava un’altra giornata rovente.

Era felice che Teddy lo avesse supplicato di aiutarlo a prepararsi per le selezioni della squadra di Quidditch quando sarebbe tornato a Hogwarts a settembre. Soprattutto, era felice che nessuno si aspettasse più davvero che lui riuscisse a resistere alle suppliche di Teddy.

Stava quasi considerando di puntare la scopa verso l’alto per mostrare al suo figlioccio qualche altra mossa che avrebbe potuto provare a imparare, quando Draco sfrecciò nello spazio vuoto tra loro due in sella alla sua scopa, decisamente più veloce e nuova di quella di entrambi.

Fece una spirale verso l’alto, poi all’improvviso cambiò direzione e si gettò in una picchiata verso l’acqua in una finta Wronski che su un campo di Quidditch gli sarebbe costata la rottura di qualche osso, ma che sull’oceano risultò nei piedi di Draco che affondavano nell’acqua salata. Alzò una serie di spruzzi mentre riportava la scopa parallela al pelo dell’acqua e proseguiva fino a raggiungerli con i piedi ancora a mollo, ridendo come un ragazzino senza pensieri per la prima volta in settimane.

“Okay, credo che me ne tornerò a riva ad asciugarmi ora…” borbottò Harry cercando di scrollarsi di dosso l’acqua che gli era finita in faccia, trattenendo a fatica una risata.

Il sorriso sul viso di Draco se possibile sembrò soltanto ingrandirsi. “Stai invecchiando, Potter. Un tempo mi avresti seguito!”

“Un tempo ti avrei anche battuto nonostante tu avessi la scopa più veloce,” rimbeccò, incapace di trattenere a sua volta un sorriso.

“Per il tuo bene farò finta di non aver sentito quello che hai detto,” ribatté con un occhiolino complice.

Harry ridacchiò lanciando un bacio con la mano verso Draco, che finse di scansarsi per evitarlo. Lo stava comunque guardando con una promessa negli occhi che quella sera, quando sarebbero stati da soli, avrebbero ripreso quella conversazione, quindi non si preoccupò affatto.

Teddy, qualche metro più in là, stava mimando finti conati di vomito, ma sapevano entrambi che era felice di vederli insieme; la sua era solo la classica reazione da adolescente che non vuole vedere i propri genitori essere smielati.

Anche se Harry doveva continuare a ripetersi che lui e Draco non erano a tutti gli effetti figure genitoriali per Teddy.

“Che ne dici se ti insegno io qualcosa di utile? Harry ti sta facendo fare tutte cose noiose,” suggerì Draco, attirando l’attenzione di Teddy, che smise all’istante la sua farsa per annuire con forza.

“Draco…” cercò di ammonirlo.

Lui sbuffò e gli fece un cenno con la mano. “Oh avanti, resteremo sopra l’acqua. Non gli succederà nulla. Solo una rovesciata del bradipo, promesso!”

L’entusiasmo di Teddy parve soltanto aumentare e Harry sospirò.

Non sarebbe neppure valsa la pena cercare di fermarli a quel punto, erano due contro uno. Annuì semplicemente e tornò verso riva, lasciando a Draco spazio per fare per un po’ l’insegnante.

Appena si avviò verso la spiaggia, si accorse che Andromeda si era messa a sedere su una delle sedie-sdraio sotto l’ombrellone che Harry aveva portato con sé quella mattina dal piccolo appartamento in cui stavano durante le due settimane di vacanza.

Sembrava che stesse sorseggiando del tè freddo e all’istante si rese conto che non gli sarebbe per nulla dispiaciuto berne un bicchiere in sua compagnia dopo esser stato tanto a lungo sotto il sole.

Dopo essere atterrato, la raggiunse quasi di corsa, accasciandosi nella sedia-sdraio accanto alla sua e trovando immediato sollievo sotto l’ombra.

Andromeda gli porse quasi all’istante un bicchiere di tè con un paio di cubetti di ghiaccio all’interno e dopo averne bevuto un sorso Harry fu quasi tentato di poggiarsi la superficie umida del bicchiere contro il viso ancora accaldato.

Rimasero in silenzio a osservare Draco e Teddy, che a qualche metro dalla riva penzolavano a testa in giù. Le gambe di Teddy tremarono per qualche istante per lo sforzo di reggersi sul manico, prima che si girasse in fretta per non cadere, Draco che seguiva il suo esempio poco dopo e si avvicinava per dargli dei consigli che loro, troppo distanti, non riuscirono a sentire.

“Mi sembra che siano entrambi più sereni,” interruppe il silenzio Andromeda.

Harry non si girò neppure, giocherellò solo con il bicchiere, scuotendolo perché i cubetti di ghiaccio si scontrassero l’uno contro l’altro tintinnando contro il vetro.

“Gli incubi di Draco sono più sporadici. Sembra che ora che il processo di Pansy è alle sue spalle riesca a non guardarsi di continuo le spalle. Lo ha rassicurato sapere che non aveva complici…”

“Sta affrontando il problema?” chiese Andromeda.

Harry scrollò le spalle. “A modo suo, per il momento. Sa di aver bisogno di aiuto, e credo che Hermione lo abbia incoraggiato a parlare con uno psicologo Magonò che farà parte della sua nuova iniziativa.”

Cadde il silenzio per qualche istante, la lor attenzione rivolta alle risate di Draco e Teddy di nuovo a testa in giù.

“Dorme spesso a casa tua, vero?”

Harry si passò una mano nei capelli, scompigliandoli più di quanto non avesse già fatto la brezza.

“Lo fa sentire ancora un po’ a disagio svegliarsi da solo. Ormai sono più le notti che passa da me che quelle in cui sta nel suo appartamento.” Prese un sorso di tè, poi proseguì. “La vacanza gli sta facendo bene, però. Si sentiva in colpa per Teddy, ma vedere che la situazione non ha creato traumi irreparabili lo ha rassicurato che il loro rapporto non cambierà.”

Andromeda fece un suono di assenso. “Teddy è più maturo di quel che sembra.”

“Ha comunque avuto anche lui una buona dose di incubi, giusto?”

Era una domanda, ma in realtà Teddy glielo aveva già confessato.

Aveva perfino chiesto a Harry di insegnarli qualche incantesimo di Difesa che potesse essergli più utile in caso avesse bisogno di passare all’offesa.

Da un lato Harry si era sentito orgoglioso per il suo coraggio. Dall’altro aveva avuto un incredibile senso di déjà-vu a un se stesso troppo giovane per affrontare quel mondo pieno di pericoli.

Aveva a malincuore accettato, ma aveva anche fatto promettere a Teddy che se mai si fosse trovato in pericolo il suo primo istinto non sarebbe stato ficcarsi nei pasticci da solo, bensì cercare l’aiuto di un adulto. Non avrebbe lasciato Teddy ad affrontare il mondo da solo.

“Era perlopiù spaventato all’idea che succedesse qualcosa a voi due…” spiegò Andromeda.

Stavolta Harry si girò verso di lei, colto di sorpresa.

Quello era un particolare che Teddy non aveva mai menzionato.

“Come dicevo, è più maturo di quel che sembra,” rincarò lei la dose, un sorriso soddisfatto in faccia, prima di bere ancora un sorso.

Harry sospirò, abbassando lo sguardo sulla sabbia e passandosi una mano tra i capelli ancora una volta. “Non era mia intenzione sostituirli, Andromeda…”

Lei ridacchiò. “Non lo hai fatto, Harry. Eri solo lì quando ne aveva bisogno e sei diventato parte della sua famiglia. Era inevitabile. Remus e Dora sarebbero fieri di te.”

A quelle parole Harry alzò lo sguardo.

Aveva gli occhi lucidi per le lacrime a malapena trattenute, ma era chiaro che Andromeda fosse sincera e stesse contenendo l’emozione a sua volta. “Sarebbero anche felici che c’è qualcun altro nella tua vita che ama Teddy allo stesso modo.”

Harry ridacchiò arrossendo.

Si girò a guardare verso Draco e Teddy, che erano ancora a testa in giù, aggrappati al manico solo dalle braccia e dalle gambe. Dall’espressione concentrata di Teddy Draco doveva averlo convinto a provare a resistere ancora un po’, nonostante perfino Harry potesse vedere che le braccia e le gambe del suo figlioccio avevano ripreso a tremare per lo sforzo.

“Dovresti chiedere a Draco di trasferirsi a casa tua. Renderlo ufficiale,” borbottò Andromeda.

Harry quasi si strozzò con il sorso di tè che aveva appena bevuto.

Quando si riprese e alzò lo sguardo verso Andromeda, non riuscì a far altro che boccheggiare per un istante prima che un sonoro splash attirasse la sua attenzione.

Teddy e Draco erano finiti entrambi a sguazzare nell’oceano. Appena riemersero, Draco iniziò a ridere istericamente, mentre Teddy tentava di schizzargli addosso altra acqua nonostante lo sforzo di tenere a galla sia se stesso che la sua scopa.

Harry si schiarì la gola. Ignorò del tutto le parole di Andromeda e fece uno scatto verso la riva.

Non si premurò neppure di togliersi i vestiti, si liberò soltanto delle scarpe, quindi si tuffò per raggiungere Draco e Teddy.

Harry non aveva mai avuto un’estate migliore di quella in vita sua.




Note conclusive:
Fine della corsa, fine della storia!
Spero che abbiate apprezzato tutti ciò che è uscito dal mio mese di NaNo e dall'infinito processo di revisione.
Voglio cogliere l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno letto o leggeranno la storia, che hanno lasciato commenti o lo faranno in futuro (prometto che risponderò) o che hanno dimostrato il loro apprezzamento in un modo qualsiasi.
Vi assicuro che è stato davvero un regalo apprezzato, soprattutto perché questa era la prima long che scrivevo e finivo in anni. Cosa da cui erano derivate grosse aspettative di terribili risultati, invece ci sono state tante persone adorabili che mi hanno fatta sentire davvero speciale.
Un bacio di cuore rivolto a loro in particolare, ma uno rivolto anche a tutti coloro che sono arrivati fino a qui nell'assoluto silenzio. Il vostro contributo è stato apprezzato comunque tantissimo, ve lo assicuro.
Okay, ho finito col miele. Fatto il misfatto and all that shit. Alla prossima, Elisa.

   
 
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