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Autore: Calia_Venustas    08/03/2020    3 recensioni
[IN PAUSA FINO AL PROSSIMO AGGIONAMENTO DI KHUX]
C'è qualcosa che il Maestro dei Maestri non può confessare a nessuno, nemmeno a Luxu. Qualcosa che se i suoi apprendisti dovessero scoprire metterebbe a repentaglio tutto quello in cui credono. Il Maestro sa di essere nel torto, ma sa anche di essere troppo orgoglioso per ammetterlo.
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Una storia sull'origine del Maestro dei Maestri e dei Veggenti sin dall'inizio del loro apprendistato fino all'epilogo di KH3. A partire dal capitolo 18 scorre in parallelo una seconda trama che ha per protagonisti Soggetto X e Luxu, ora nei panni di Xigbar, alle prese con i retroscena degli eventi successivi a Birth By Sleep.
[Coppie: Luxu/Ava, Luxu/Maestro dei Maestri, Invi/Ira, Ava/Gula, Soggetto X/Isa, Lauriam/Elrena]
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Vanitas, Ventus, Xigbar
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Furry, Spoiler! | Contesto: Altro contesto, Più contesti
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χ DEMONS χ


 

Stop the masquerade.
There's no one left.
Just you and me,
just empty seats.
Don't say your lines.
Say what you feel.
There is no script,
this show is real.
[Crashing and Burining - Cinema Bizarre]


Quando finalmente l’ordine fu ristabilito attorno al buffet e gli affaccendatissimi camerieri al servizio dei LaBouff ebbero finito di ripulire la pista da ballo, la festa riprese come se niente fosse successo.

Ma Stella e Charlotte erano troppo preoccupate per lasciarsi nuovamente coinvolgere nelle danze. Non soltanto il Principe Naveen sembrava essere svanito nel nulla con grande sgomento della padrona di casa, ma la scomparsa di Tiana le aveva gettate entrambe nel panico. Non era da lei andarsene senza salutare e nessuno tra gli invitati sembrava averla vista.

Sapendo quanto fosse depressa dopo quanto accaduto con i Fratelli Fenner e temendo il peggio, Stella era corsa al piano di sopra e aveva avuto un mezzo infarto alla vista della finestra spalancata.

Precipitatasi sul balcone, aveva guardato giù temendo di trovare il corpo dell’amica spiaccicato sul selciato tre piani più in basso ma fortunatamente ad accoglierla trovò solamente un grazioso pergolato di glicine illuminato dalla luce della luna.

Aveva appena tratto un sospiro di sollievo quando Charlotte le apparve alle spalle, silenziosa come un gatto nonostante i tacchi a spillo, facendola trasalire “Accidenti ma dove s’è andata a cacciare quella testona? Abbiamo cercato ovunque!”

Stella rispose al suo sguardo preoccupato con altrettanta apprensione “Non lo so, è così strano. Non è da lei.”

“Quelle arpie delle mie zie dicono che se l’è svignata col mio Principe. Ma io ho detto ‘Figurarsi! Lui è un gentiluomo e Tiana una con la testa sulle spalle!’ non lo pensi anche tu, Stella?”

“Il fatto che entrambi siano scomparsi nello stesso momento è un po’ sospetto, però…”

“Oh, per la miseria non mettertici anche tu! Tiana non lo farebbe mai!”

Stella alzò gli occhi al cielo “Non sto dicendo che se la sono svignata insieme, Lottie. Ma forse è successo loro qualcosa.”

Charlotte impallidì visibilmente “Non starai mica… mica dicendo che potrebbero essere stati rapiti?!”

“Non era quello che intendevo ma-”

“Ma certo, ma certo… le principesse vengono sempre rapite dai malvagi! E i principi corrono a salvarle! Se è in compagnia di Naveen, allora Tiana non ha nulla da temere!”

“Le cose non funzionano così nel mondo reale, Lottie. E poi Tiana non è nemmeno una principes-” prima ancora che Stella potesse finire, un violento bagliore viola immediatamente seguito da un assordante rombo proveniente dal retro della villa scosse l’edificio fino alle fondamenta.

Charlotte strillò per la paura e la strinse a sé “Ah! C-che cos’è stato?!”

Stella allungò istintivamente la mano lungo il fianco, pronta ad evocare il suo Keyblade se fosse stato necessario “Non lo so.” ammise, afferrando l’amica per il braccio per confortarla “Ma non mi piace per niente.”

“S-stella…” Gli occhi azzurri di Charlotte si fecero d’un tratto grandissimi e spauriti, mentre alzava un dito tremante per indicare qualcosa alle spalle dell’altra “Scappiamo!”

Senza lasciarle il tempo di voltarsi, Charlotte la trascinò via dal balcone appena prima che un Heartless balzasse giù dal tetto, mulinando gli artigli affilati preda della frustrazione per aver mancato il bersaglio.

Charlotte gli sbattè la porta a vetri dritta sul muso privo di bocca ma stavolta fu Stella ad afferrarla, tirandola indietro all’interno della camera da letto tappezzata di rosa. “Non serve a niente, Charlotte quei cosi-”

Anticipando quel che stava per dire, il NeoShadow si ridusse ad un’ombra sottilissima sul pavimento e sgusciò all’interno passando sotto la porta “...quei cosi entrano ovunque.” finì di dire frustrata, parandosi davanti alla bionda.

“Hey, ma che fai?! Dobbiamo andarcene!” esclamò Charlotte tirandola per il vestito ricoperto di paillettes.

“Stai tranquilla. Ho tutto sotto controllo, ti proteggo io.” asserì Stella facendo un passo avanti mentre altri Heartless scivolavano all’interno della stanza, avanzando verso le due ragazze con il loro passo caracollante ed imprevedibile.

“Volevi sapere qualcosa sul mio passato, no? Beh, questa è la tua occasione, Lottie. Ti chiedo soltanto di tenere le domande per dopo.”

La bionda la guardò a bocca aperta mentre avanzava con decisione verso le creature d’ombra. Non riusciva a credere quanto Stella sembrasse diversa in quel momento, era come se la sua intera postura fosse cambiata, come se fosse diventata tutta un’altra persona. E, quando un’arma oro e viola simile all’incrocio tra una gigantesca chiave ed una bacchetta magica si manifestò tra le sue mani, Charlotte non seppe nascondere un sussulto. “Stella…!”

L’antica custode del Keyblade partì alla carica, l’arma sollevata sopra la testa e i tacchi delle lustre scarpe di vernice che ticchettavano rapidi sul pavimento “Fatevi sotto!”

°°°

Facilier comandò ai Loa di attaccare con un imperioso gesto del bastone da passeggio. I suoi Amici avrebbero insegnato a quei due intrusi a non mettere il naso nei suoi affari.

E poi, si disse con un filo d’eccitazione, i Loa lo avrebbero sicuramente ricompensato se li avesse consegnato due anime fresche di mietitura. Già immaginava le oltraggiose richieste che avrebbe potuto avanzare dopo essersi tolto dai piedi quei due.

Le ombre serpeggiarono sull’erba umida, silenziose e leggerissime come soltanto le creature di pura oscurità possono fare e si avventarono sulla coppia in abiti eleganti.

Ava le allontanò con una vampa di scintille dorate mentre Xigbar si spostava fuori dalla loro portata teletrasportandosi in aria. Ricaricò le pistole e sparò una raffica di proiettili incandescenti che andarono ad inchiodare i suoi nemici al suolo come fossero figurine di carta fermate da letali punti di spillatrice.

Le ombre così intrappolate presero a dimenarsi e ad ululare tirando con tutte le loro forze nel tentativo di trarsi in salvo ma la Veggente non dette loro alcuna tregua, carbonizzandole all’istante e lasciando una chiazza d’erba bruciata sul terreno.

I due antichi Maestri continuarono con quella strategia mentre cercavano di raggiungere lo stregone per attaccarlo direttamente. Xigbar tentò di coglierlo alla sprovvista sparando una raffica di proiettili attraverso un piccolo portale che aveva evocato attorno alla sua pistola per poi aprirne un secondo direttamente alle spalle di Facilier, ma questi non si lasciò fregare e rispedì al mittente i dardi incandescenti con una barriera magica decorata dall’insignia del suo Loa-Patrono, il Baron Samedì.

Xigbar evitò i proiettili con una capriola a mezz’aria mentre un’altra ombra aggirava l’alone bruciante di Ava per tentare di colpirlo adesso che era distratto. L’espressione impaurita negli occhi vuoti della sagoma nera strappò al nessuno un sorrisetto sadico mentre la falciava in due con un colpo di laser che lasciò un solco fumante nel bel mezzo del giardino.

Ava portò l’impugnatura del Keyblade all’altezza del petto e chiuse gli occhi, proiettando quattro copie illusorie tutt’intorno a sè e lasciando che fossero loro a fungere da distrazione mentre lei inceneriva senza posa qualsiasi Ombra strisciante fosse tanto ardita da avvicinarlesi.

Esattamente come Xigbar ricordava, la giovane donna maneggiava il Keyblade con incredibile maestria, l’arma che sembrava danzare assieme a lei, abbandonando le sue dita per compiere sferzate più ampie obbedendo al suo controllo telepatico per poi tornarle saldamente stretta in pugno. Anche lui aveva imparato a controllare le proprie armi col pensiero, ma a differenza di Ava ci aveva messo un sacco di tempo. Non era mai stato uno studente particolarmente brillante ma Perbias non si era mai spazientito con lui.

Erano tecniche raffinate come quella a separare un custode alle prime armi da una Maestra come Ava. A forza di combattere al fianco della propria chiave, essa entrava sempre più in sintonia col suo proprietario e in alcuni casi poteva persino evolversi e cambiare aspetto e capacità offensive, come ad esempio la forza elementale di cui era intrisa.

Il Keyblade di Ava era rimasto lo stesso, a differenza del suo arco etereo che era andato incontro a molte trasformazioni nel corso della sua lunga vita, ma Xigbar percepiva chiaramente che Ava fosse diventata molto più abile nell’usarlo.

Stava riflettendo su questo quando all’improvviso uno dei Loa fece qualcosa di completamente inaspettato. Invece di cercare di colpire direttamente lui o Ava... prese di mira le loro ombre.

Xigbar, ancora sospeso ad un paio di metri da terra e con le pistole spianate, si sentì di colpo strattonare verso il suolo ed ebbe appena il tempo di girarsi a mezz’aria per proteggersi con gli avambracci dall’impatto con il terreno.

Il Loa munito di artigli aveva afferrato l’ombra del Nessuno che la luce della luna proiettava sulla facciata di casa LaBouff e l’aveva scaraventata a terra con forza, trascinandosi dietro il vero Xigbar.

Immediatamente, gli altri Loa fecero lo stesso con Ava, sgusciando lontani da lei per prendere d’assalto le cinque silhouette nere della donna (le illusioni di Ava erano così convincenti da simulare persino le ombre) e fecero a pezzi le sue copie a colpi d’artiglio. Lei si voltò appena in tempo per rendersi conto di cosa stesse succedendo ma fu sbalzata all’indietro da una forza invisibile quando uno degli spiriti maligni s’avventò contro l’ultima ombra ancora proiettata sulla parete.

La Veggente gridò preda della frustrazione, scalciando contro il niente per assicurarsi che la sua ombra non si lasciasse sconfiggere senza lottare, ma un secondo colpo d’artiglio la lasciò ansimante sull’erba bagnata, il cappotto di pelliccia lacerato sulla schiena da cinque profondi graffi.

“L’abbiamo sottovalutato un pò, eh?” bofonchiò Xigbar, piegando a fatica un braccio dietro la testa dopo essersi guardato alle spalle per fare in modo che la sua ombra prendesse bene la mira.

Vedere il suo proiettile far saltare le cervella ad una sagoma appiattita contro il muro faceva uno strano effetto, ma dava comunque una certa soddisfazione.

“Avete combattuto bene Madame et Monsieur, ma questo è il capolinea.” Gongolò Facilier, scendendo le scalette della dependance a passo di danza “Ora, se non vi dispiace, ho un ranocchio da trovare e una città da conquistare.”

“Nei tuoi sogni.” ringhiò Ava, falciando un’ombra per venir però immediatamente spinta a terra dalle zampe artigliate di altre due.

Lo Stregone la ignorò, continuando a sorridere sornione “Sono tutti vostri, miei cari Amici! Due anime come antipasto, prima della portata principale!” esclamò e i Loa si lanciarono in una cacofonia di risate gutturali ed ululati “Bon voyage!” Concluse Facilier con una sarcastica alzata di cappello.

Prima ancora che Ava potesse ribattere, le dita nodose dei Loa le coprirono la bocca ed un portale si spalancò sotto di lei mentre altre decine di mani l’afferravano per trascinarla giù nelle viscere della terra.

Xigbar non fu più fortunato, ma a differenza della donna non sprecò alcuna energia nel cercare di difendersi o imprecare e chiuse il suo unico occhio, apparentemente pronto ad accettare il suo destino. O forse, era il fatto che non possedesse un cuore pienamente funzionante a permettergli di restare così calmo.

Quando i portali ebbero inghiottito completamente i due guastafeste, lasciando il giardino di nuovo finalmente silenzioso e vuoto, Facilier girò sui tacchi fischiettando un motivetto allegro e puntellandosi elegantemente sul bastone da passeggio mentre si allontanava.

La sua mente era già nuovamente immersa nel pianificare la prossima mossa alle spese di New Orleans e della famiglia LaBouff quando qualcosa di nero serpeggiò al suo fianco.

Seguì l’ombra di uno dei suoi mostruosi ‘Amici’ sgusciare sull’erba veloce come una saetta per andarsi a rintanare nell’accogliente oscurità offerta dalla chioma di un salice piangente.

Lo stregone si fermò, gli occhi viola intenso fissi sulla figurina tremante del Loa e d’un tratto un terribile presentimento s’impossessò di lui, costringendolo a voltarsi.

Non era possibile…!

In un’esplosione di luce viola così violenta da scaraventarlo quasi a terra, il portale per l’Aldilà si spalancò di nuovo e i Loa si riversarono fuori come formiche in fuga da una nuvola di pesticida.

Gli spiriti oscuri che gli avevano offerto incredibili poteri in cambio della promessa di un grande banchetto di anime… stavano scappando.

Le stesse entità malvagie che con il suo aiuto avrebbero potuto spadroneggiare sull’intera città, si ritraevano impaurite, temendo per la loro vita al cospetto dei due sconosciuti che stavano riemergendo da un luogo da cui non avrebbe dovuto esserci ritorno.

Facilier fu costretto a sollevare una mano per proteggersi dalla luce abbagliante del portale e fu proprio in quell’istante di cecità quasi totale che scorse due sagome mostruose avviluppare i corpi dei due stranieri mentre s’issavano fuori dal Guinee, l’Oltretomba della religione Voodoo.

Lo stregone aveva incontrato molti spiriti maligni nel corso della sua carriera. Sin da quando era giovane, aveva fatto esperienza con creature soprannaturali di ogni genere sotto il tutoraggio di Mama Odie, dai rougarou che infestano le paludi quando c’è la luna piena fino agli zombie richiamati dalla tomba dai sacerdoti haitiani…

Ma mai, prima di allora, aveva incontrato un vero e proprio Demone. Eppure in quel momento non ebbe alcun dubbio che i due stranieri fossero esattamente questo.

A contrasto con la luce del portale, le loro sagome apparivano distorte ed allungate, munite di artigli, corna, zoccoli, code e zanne proprio come le ombre dei Loa, ma a confronto dei suoi ‘Amici’, quell’apparizione era immensamente più grande e tangibile.

La silhouette tremolante alle spalle dell’uomo con un occhio solo gli era fin troppo familiare: era Baphomet, un mostruoso satiro dalle lunghe corna ricurve che incarnava ogni forma di perdizione, mentre la bestia a nove code al fianco della giovane donna era una Kitsune, un malevolo ed astuto spirito della cupidigia.

Chiunque fossero quei due, anzi, qualsiasi cosa fossero quei due, se i Loa avevano paura di loro, anche Facilier avrebbe fatto bene ad averne. Con un pallore mortale impresso in volto e le mani che gli sudavano per l’agitazione, lo stregone ingoiò il suo orgoglio e spalancò un portale attraversandolo in tutta fretta. Se voleva avere una chance di portare a termine il suo piano, doveva lasciare quella festa in maschera tutto intero ed escogitare una nuova strategia.

Ava e Xigbar si scambiarono un’occhiata perplessa, completamente ignari della mostruosa visione dello stregone mentre la voragine piena di spiriti urlanti andava a poco a poco chiudendosi alle loro spalle.

“Se l’è data a gambe?” chiese il Nessuno, spazzolandosi la giacca color amarena dalle zolle di terriccio. Sembrava che fossero appena strisciati fuori da una tomba e… beh, in un certo senso era esattamente quel che avevano fatto. C’erano molti ‘Aldilà’ in giro per i Mondi e quello non era certo il primo che visitavano, né probabilmente sarebbe stato l’ultimo.

Ava gli si piantò davanti, il Keyblade ancora stretto in pugno “Adesso devi mantenere la tua parte dell’accordo. Dimmi dove si trova la ragazza.”

“Non hai sentito quello che ho detto? Il cattivone se l’è data a gambe.” ripetè lui, gesticolando animatamente “Non abbiamo ancora finito qui.”

Lei non lo lasciò continuare, puntandogli il Keyblade alla gola “Sai cosa penso?” lo freddò, gli occhi ridotti a due fessure dietro la maschera bianca “Che stai solo cercando di prendere tempo. O peggio ancora, non vuoi che scopra che cosa le hai fatto.”

Per qualche motivo, quell’accusa bruciava più di quanto Xigbar avrebbe voluto ammettere. Il fatto che fosse proprio lei a fargli la predica…! “E cos’è che le avrei fatto, sentiamo un pò?" Le rimbrottò asciuttamente. "Smettila di parlarmi come se fossi un mostro mangiatore di bambini!”

“Non lo farei se tu ti degnassi di spiegarti!”

“Perchè invece non cominci a farlo tu?” la prese di nuovo in contropiede il Nessuno, fissando il suo unico occhio contro quelli smeraldini della donna. Nonostante ne avessero appena passate di cotte e di crude, nessuno dei due aveva ancora rimosso la propria maschera e Xigbar moriva dalla voglia di scoprire se il volto della Veggente fosse lo stesso che ricordava. A sua differenza, era chiaro che lei non avesse mai abbandonato il suo corpo originale e questo lo frustava oltre ogni dire. Il lavoro sporco ed ingrato toccava sempre a lui.

Ma la domanda che più di ogni altra lo assillava sin da quando era venuto a sapere che Ava fosse arrivata nel suo tempo, era come accidenti ci fosse riuscita.

Proprio come i suoi quattro compari mascherati, anche lei avrebbe dovuto restare sospesa nel limbo. Non avrebbe dovuto svegliarsi così presto.

E invece eccola lì, a puntargli contro il Keyblade.

Come quell’ultima volta sulla cima della collina.

Xigbar storse le labbra in una smorfia indecifrabile. La verità, era che col passare dei secoli il grande piano di Perbias aveva iniziato a mostrare segni di cedimento ed imperfezioni. La prima di queste crepe, da cui tutte le altre sembravano essersi ramificate, era stato permettere che un impostore infiltrasse i ranghi dei nuovi Leader delle Unioni. Il risveglio prematuro di Ava forse era l’ennesima imprevedibile conseguenza di quel primo errore, o forse il modo in cui il Maestro, nella sua lungimiranza, stava cercando di sistemare le cose. Forse quegli incidenti di percorso altro non erano che felici coincidenze. Forse era scritto nel Libro delle Profezie che lui ed Ava dovessero incontrarsi prima della Riunione.

Anche perchè, se doveva essere del tutto onesto, Xigbar non poteva dirsi neanche assolutamente sicuro che Ava si fosse mai addormentata come avevano fatto gli altri Veggenti. Era possibile che, proprio come lui, fosse stata sempre cosciente.

Anche senza viaggiare avanti nel tempo come aveva fatto Skuld, era possibile che la donna avesse atteso il passare dei secoli in un luogo dove il tempo non scorreva come, per esempio, un mondo dormiente.

Chi poteva dirlo? Perbias stesso era un perfetto esempio di questo, visto che aveva trascorso ottomila anni nel Reame dell’Oscurità per poi uscirne ancora bambino, anche se con la sua bella collezione di turbe.

“Come sei arrivata qui, sentiamo un pò? E che cos’hai fatto per tutto questo tempo? Lo so che non sei tornata l’altro ieri.”

La Veggente lo fissò visibilmente confusa, abbassando un poco l’arma. Ma prima che potesse rispondere, Xigbar continuò, la frustrazione evidente nella sua voce come se il suo cuore malandato avesse ripreso tutto ad un tratto a funzionare e lui si fosse reso conto soltanto in quel momento di quanto quella situazione lo facesse infuriare.

“Perchè se proprio vuoi sapere cos’ho fatto IO, beh, ho fatto il tuo diamine di lavoro, ecco cosa! Non era forse compito tuo assicurarti che quei mocciosi arrivassero sani e salvi? E invece guarda a chi è toccato fare da babysitter ai tuoi fiorellini smemorati!”

Ava aprì e richiuse la bocca senza emettere alcun suono, troppo spiazzata dal suo improvviso cambio d’atteggiamento e dal veleno nelle sue parole. Nonostante non riuscisse a vederlo in viso, percepì chiaramente che quella era la prima volta da quando si erano rincontrati che stava parlando con il vero Luxu e non con il suo Nessuno. Quella consapevolezza le strinse il cuore in una morsa e Ava provò l’improvviso desiderio di allungare la mano per strappargli via la maschera, rivelando il volto del perfetto sconosciuto che era diventato il ragazzo timido ed impacciato dei suoi ricordi.

Ma prima ancora che potesse fare un solo passo verso di lui, delle grida risuonarono all’interno della villa, costringendo i due antichi maestri ad interrompere il contatto visivo e a voltarsi in direzione del rumore.

Dietro i tendaggi delle finestre del terzo piano, lampeggiava un bagliore dorato che Xigbar aveva imparato bene a conoscere, quello emesso da Luce Stellare quando Skuld la impugnava.

A conferma di ciò, una decina di cuori appena liberati dalle grinfie dell’Oscurità si librarono in cielo attraversando il grazioso tetto di tegole della magione per finire dritti nel canale convogliatore dell’Organizzazione che li allontanava dal vero Kingdom Hearts e attirava verso il Castello Che Non Esiste.

Se Skuld avesse continuato di questo passo, Vexen si sarebbe certamente accorto di quel flusso sospetto.

E l’ultima cosa di cui Xigbar aveva bisogno era che Xemnas mandasse la cavalleria adesso che Ava era nei paraggi. Maledizione, non aveva fatto in tempo ad avvertire Skuld del pericolo nonostante fosse il solo motivo per cui si era presentato a quella dannata festa tanto per cominciare!

Senza neppure rivolgere uno sguardo ad Ava, il suo cuore nuovamente gelido come la pietra, Xigbar si smaterializzò, teletrasportandosi all’interno della villa mentre la Veggente sobbalzava, spaesata nel ritrovarsi di punto in bianco completamente sola.

Sebbene il suo primo istinto fosse quello di imprecare e corrergli dietro, Ava riuscì a controllarsi, serrando dolorosamente le mani lungo i fianchi, le unghie che le affondavano nei palmi. Luxu non aveva tutti i torti, per quanto le pesasse ammetterlo.

“Ma non sei il solo ad avere un ruolo da portare a termine, razza di idiota!” sibilò tra i denti, alzando lo sguardo verso la luna piena.

°°°

Teletrasportarsi in un luogo che non si poteva vedere era sempre un rischio, ma Xigbar era sufficientemente familiare con i corridoi di casa LaBouff per poterlo fare senza temere di trovarsi con una gamba incastrata in una parete.

Al suo arrivo, andò a sbattere contro un tavolino e il prezioso vaso di cristallo che vi era poggiato sopra s’infranse in mille pezzi sul pavimento ma il Nessuno non se ne curò. Del resto, i Neo Shadow che avevano preso d’assalto la casa avevano già fatto la loro bella dose di danni, lasciandosi dietro una scia di distruzione. Seguendo il tintinnio metallico dei fendenti di Luce Stellare, l’uomo raggiunse la camera di Charlotte e v’irruppe senza tante cerimonie, i Tiratori Scelti ancora stretti in pugno.

Doveva fare soltanto una cosa: portare Stellina via da lì. Al diavolo la loro copertura, il posto ormai brulicava di Heartless. Facilier probabilmente voleva tenerli occupati mentre si riorganizzava e gli Heartless erano pur sempre un’ottima distrazione.

Se la situazione non fosse stata così critica, probabilmente Xigbar avrebbe riso di gusto alla vista della scenetta che gli si palesò davanti.

Charlotte se ne stava come pietrificata con le spalle al muro con un’espressione mista tra puro terrore e genuina meraviglia mentre Skuld, ancora in abito da sera, falciava un’ondata di Heartless dopo l’altra sorridendo come una psicopatica. Sembrava si stesse divertendo un mondo e il Nessuno non se la sentiva di biasimarla. Quando ci prendevi la mano, andare a caccia di Heartless diventava quasi uno sport, parte della routine quotidiana dei tanti giovani custodi che abitavano Auropoli prima che venisse inghiottita dalle onde.

Ma quello non era il momento di giocare. Più cuori raggiungevano il Mondo Che Non Esiste, più Skuld rischiava di venir localizzata dall’Organizzazione ed era qualcosa che lui non avrebbe mai permesso. Consegnare lei… e di conseguenza il Libro delle Profezie nascosto nei suoi ricordi in mano a Xehanort avrebbe mandato tutto a rotoli.

Ignorando Charlotte, l’uomo si gettò nella mischia respingendo i Neo Shadow con dei colpi ravvicinati simili a quelli esplosi da un fucile a pompa ed afferrò Stella per il braccio che impugnava il Keyblade, impedendole di far fuori l’ennesimo Heartless.

“Braig?! Cosa...”

"Stellina, dobbiamo andare."

Gli occhi color miele della giovane si fecero grandissimi e confusi, e lui vi lesse dentro una miriade di domande ed obiezioni. Ma non avevano più tempo.

Xigbar spalancò un portale oscuro dritto davanti a sé e cambiò i suoi abiti eleganti nella cappa nera, le catenelle attorno al collo che tintinnavano mosse dall’energia vorticante del varco spazio-dimensionale. "L'Organizzazione sa che sei qui e ci saranno addosso in un attimo. Dobbiamo battercela, ora!"

"Che cosa? No… no, Tiana lei- le è successo qualcosa-" tentò di protestare lei, completamente impreparata ad affrontare una situazione del genere. Andare via… adesso?! Dove l’avrebbe portata? Sarebbe mai potuta tornare…?

"Tiana dovrà cavarsela da sola! Se davvero vuoi tenere al sicuro le persone di questo mondo, allora devi venire con me!" insistette lui, tendendole la mano guantata “Non costringermi a trascinarti, ragazzina!”

“Va con lui, Stella.”

La voce di Charlotte li prese alla sprovvista entrambi mentre la bionda, fattasi coraggio nonostante l’assurdità di quella situazione, faceva un passo avanti con le mani giunte e il viso pallidissimo sporco di mascara sciolto “Non ho idea di cosa stia succedendo ma non preoccuparti per Tia, ci penserò io a lei, te lo prometto!”

La determinazione nello sguardo della ragazza in rosa era a dir poco sorprendente e persino Xigbar si trovò a guardarla con una certa ammirazione “L’ho sempre saputo che eri speciale, Stella! E diamine, questa ne è la prova! Magia, mostri, spade incantate… Combatti come una vera guerriera!” Charlotte le corse incontro, prendendole le mani tra le sue come per darle coraggio e Stella sentì un nodo stringerle la gola. “Quindi va e compi il tuo destino!” declamò con fin troppa drammaticità ma la custode del Keyblade apprezzò quell’augurio dal profondo del cuore e strinse Charlotte in un abbraccio caloroso.

Qualcosa diceva alle due amiche che non si sarebbero mai più riviste e quella consapevolezza era palpabile nell’intensità con cui si strinsero l’una all’altra.

Xigbar svuotò il caricatore contro un’altra orda di New Shadow e strappò burberamente Stella dall’abbraccio dell’amica. Lei protestò, ma il Nessuno la zittì rivolgendosi alla bionda prima di attraversare il portale “Statemi bene, Signorina LaBouff. Vi affido alla protezione dei miei servitori.”

Uno squadrone di Cecchini si materializzò tra Charlotte e gli Heartless che continuavano ad avanzare e, puntuali come soldati, questi iniziarono immediatamente a fare piazza pulita dei Neo Shadow con letali colpi alla testa.

Stella non ebbe nemmeno il tempo di voltarsi per rivolgere a Charlotte un ultimo saluto che Xigbar già l’aveva spinta nel Portale Oscuro. Le lacrime le appannavano la vista impedendole di vedere cosa stesse accadendo, ma tutt’intorno a lei poteva sentire mormorii e grida oltre ad una terribile puzza di catrame e decomposizione… l'odore dell'Oscurità.

Qualcosa di viscido le si attaccò ad una gamba, affondandole gli artigli nella carne e Stella gridò, attirando l’attenzione del Nessuno che l’aiutò a liberarsi dalla presa dell’Heartless con una scarica di proiettili infarcita di imprecazioni.

Era la prima volta che Stella viaggiava attraverso i corridoi spazio-dimensionali ed era talmente scossa e disorientata che non oppose alcuna resistenza quando Xigbar le passò un braccio attorno alla vita per stringerla a sé, sperando che così facendo l'effetto repelli-oscurità della cappa nera si sarebbe esteso anche a lei.

Viaggiare così senza un'adeguata protezione era da matti, ma non avevano avuto molta scelta.

E in ogni caso, erano quasi arrivati.

Uscirono dal portale come scaraventati fuori da un'auto in corsa dopo un brutto incidente. Xigbar si raggomitolò su sé stesso mentre ruzzolavano sul pavimento imbullonato della Gummiship, proteggendo la ragazza dagli urti meglio che poteva. Era abituato a prendere botte come quelle e sapeva in quale posizione fosse meglio cadere per non rompersi l'osso del collo, ma l'impatto con la parete fu comunque più violento di quanto s'aspettasse.

Restò intontito per un lungo istante, ansimando e digrignando i denti per il dolore mentre Stella lo spingeva via, la paura adesso tramutatasi in pura collera. "Riportami subito indietro!" gridò, richiamando Luce Stellare per puntargliela dritta contro il petto.

Prima Ava lo minacciava con un Keyblade e adesso pure la sua allieva? Diamine, doveva essere proprio il suo giorno fortunato!

"Altrimenti che fai, mi conci per le feste?" bofonchiò il Nessuno, sputando a terra un grumo di sangue e saliva prima di continuare "Sei proprio una mocciosetta ingrata, ti ho appena salvato la vita."

"Nessuno te l'ha chiesto!"

"Dai, Skuld. Lo so che sei più sveglia di così. Non c'era altro modo e lo sai. E non preoccuparti per la biondina, se la caverà."

"Come… come mi hai chiamata?"

"Skuld. È il tuo nome, l’ho appena scoperto. Credevo ti avrebbe fatto piacere saperlo."

La ragazza barcollò all'indietro come fulminata, il Keyblade che si dissipava tra le sue dita mentre si prendeva la testa tra le mani.

"S-Skuld…" ripeté, fissando il vuoto davanti a sé.

Xigbar si alzò a fatica, lanciandole un'occhiata preoccupata "Ti ricorda qualcosa? HEY!" ebbe appena il tempo di fare un passo verso di lei che la ragazza era già crollata in ginocchio, le lacrime che sgorgavano copiose dai suoi occhi sbarrati.

"Ventus…!"





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Angolo dell'Autrice: mamma mia che passione scrivere questo capitolo! L'avrò sistemato cinquanta volte... un grazie sentitissimo a Malakia per avermi fatto da beta reader perchè ci stavo veramente impazzendo. Ci sono ancora alcune incongruenze che non sono riuscita a sistemare ma per adesso non sono riuscita a fare di meglio. Ho cambiato la timeline dell'incontro tra Luxu ed Ava (che nella mia prima bozza accadeva post KH2... mentre qui siamo appena prima di KH1!) e questo mi ha obbligata ad aggiustare un pò tutto di conseguenza... boh, spero che vi sia piaciuto comunque XD

   
 
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