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Autore: JennyPotter99    08/03/2020    0 recensioni
Nel lontano 1° ottobre 1989, 43 donne in tutto il mondo partorirono contemporaneamente, senza avere effettivamente nessun segno di essere incinte.
All’epoca, il miliardario Sir Reginald Hargreeves decise di prendersene con se otto e crescerli come fossero suoi.
Tutti, tranne uno.
L’ottavo figlio era già suo.
Il bambino in questione, o meglio, la bambina, era stata partorita lo stesso giorno dalla moglie di Reginald, morta poi di parto.
O almeno era quello che era stato detto a Mandy da suo padre.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nel lontano 1° ottobre 1989, 43 donne in tutto il mondo partorirono contemporaneamente, senza avere effettivamente nessun segno di essere incinte.
All’epoca, il miliardario Sir Reginald Hargreeves decise di prendersene con se otto e crescerli come fossero suoi.
Tutti, tranne uno.
L’ottavo figlio era già suo.
Il bambino in questione, o meglio, la bambina, era stata partorita lo stesso giorno dalla moglie di Reginald, morta poi di parto.
O almeno era quello che era stato detto a Mandy da suo padre.
Gli otto bambini possedevano delle grandi abilità che il miliardario aveva sempre fatto sì che usassero e soprattutto si allenassero a controllare.
Inizialmente non gli aveva nemmeno dato dei nomi, semplicemente dei numeri.
Ma poi, col passare del tempo, avevano iniziato a chiamarsi con dei nomi veri, crescendo.
Luther, il numero 1, possedeva la forza bruta ed era il leader della squadra.
Diego, numero 2, agile abilità di usare lame affilate come armi.
Allison, numero 3, dal potere particolare, era in grado di controllare le persone solamente con la frase “Ho sentito delle voci”.
Klaus, numero 4, con la capacità di parlare con i defunti.
Numero 5, non gli era mai stato dato un vero nome, poiché era scomparso a 15 anni: il motivo? Possedeva il potere di poter viaggiare nel tempo, e, un giorno, era rimasto intrappolato.
Ben, numero 6, detto anche il Kraken, il suo corpo si trasformava in quello di un mostro con tentacoli.
Vanya, numero 7, in realtà lei non aveva poteri, era cresciuta come spalla destra di Reginald, come una specie di segretaria.
E così arriviamo alla numero 8, Mandy: lei possedeva il controllo di tutte le emozioni della mente umana e sapeva giostrarle a suo piacere.
Lo scopo di creare questa squadra?
Salvare il mondo.
Da cosa?
Non lo sapevano nemmeno loro.
Questi otto ragazzi erano stati riuniti e addestrati per combattere il male, come fossero supereroi.
Sir Reginald li aveva chiamati “Umbrella Academy”.
Ma una volta diventati adulti, sembrava che questo motivo non bastasse più.
Pian piano i fratelli e le sorelle si erano sperati, tutti per ragioni diverse.
Avevano sì dei caratteri contrastanti, ma su una cosa andavano d’accordo: l’odio per il loro padre.
E fu proprio Reginald a riunirli da grandi: gli otto fratelli erano venuti a conoscenza che il loro padre era morto.
In effetti, si vedevano solo in determinate circostanze, come il matrimonio di Allison, finito poi con un divorzio.
Ormai non erano più bambini e le loro vite erano cambiate quasi radicalmente.
Dopo un cuore infranto, Mandy si era dedicata al ballo e al canto.
Ma.. non quello sobrio.
Aveva un lavoro come spogliarellista-cantante nei borghi della città.
Scriveva canzoni e si esibiva sul palco quasi tutte le sere.
Fu quella sera, che suo fratello Klaus decise di venirla a trovare per dirle della brutta notizia.
Era evidente che era cresciuto, lo sguardo da bambino era sparito e aveva lasciato posto ad una chioma di ricci e un po' di barbetta sul mento.
Il locale era adatto per lui, dato che era continuamente ubriaco.
Si sedette ad un tavolo, ordinò una birra e si godette lo spettacolo.
Mandy era venuta su molto bene: per Klaus era inebriante guardare come si muovesse sinuosamente con il corpo abbronzato e i capelli lunghi ondulati.
Era così preso che si dimenticò perfino della birra.
Quando Mandy si piegò sul palco per raccogliere le generose mance dei clienti, Klaus si avvicinò e lanciò 10 dollari.
La ragazza alzò lo sguardo verso di lui e le passarono davanti quasi 20 anni di infanzia.
Non poteva credere che Klaus fosse proprio lì, davanti a lei.
Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che si erano visti.
E quella volta non era nemmeno stata un gran che.
Klaus le fece un sorrisetto e un occhiolino, ma Mandy non sembrava altrettanto felice di vederlo.
Alla fine dello spettacolo, Klaus fece capolino nel suo camerino.
Entrò lentamente facendo un applauso.-Wow.- commentò. -Cazzo, vorrei saper ballare come te. Per i soldi, ovviamente.-
-Che cosa vuoi Klaus?- domandò lei, mentre si struccava allo specchio, senza dargli troppo conto.
-Dov’è finita quella cicatrice tanto sexy?-
Non appena Mandy si tolse un po' di fondotinta dal volto, si vide un evidente cicatrice che partiva dal naso fino al lato del labbro.
-Oh, eccola lì!- esclamò Klaus, mentre lei sbuffava. -Senti, sono qui per nostro padre.-
-Ho tagliato i ponti con lui tanti anni fa, sto solo aspettando che crepi.- continuò Mandy.
-E’ già successo.- puntualizzò Klaus.
Mandy lo guardò attraverso lo specchio e dai suoi occhi notò che non stava affatto mentendo.
Quindi si voltò a guardarlo.- Cosa è successo?-
Lui alzò le spalle.- Ancora non lo so. Gli altri si vedranno all’accademia domani mattina per il funerale.- spiegò lui.
-D’accordo, ci vediamo domani mattina.-
Klaus non sembrava volersene andare subito.- Mandy..- mormorò.
Ma lei non rispose, continuò a struccarsi.
-…Mi sei mancata.- continuò l’altro.
Mandy non voleva ascoltarlo, aveva il cuore già troppo rotto.- Vattene, Klaus.- aggiunse con tono duro.
Allora lui annuì e fece come comandato.
Klaus e Mandy avevano avuto una storia moltissimo tempo prima, ma non era andata a finire bene.
Perché?
Ogni cosa a suo tempo.
   
 
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