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Autore: rosy03    08/03/2020    2 recensioni
Naruto aveva organizzato, per San Valentino, una serata tranquilla da passare con la ragazza dei suoi sogni... peccato che la ragazza in questione aveva mandato in fumo l'appuntamento per diversi impegni e Naruto si era ritrovato da solo. Triste e sconfortato.
Le cose non andavano bene, per Naruto, ma sarebbero andate decisamente meglio.
[Partecipante a 'La ruota della Fortuna Challenge' indetta da catching_hearts sul forum di EFP]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L’Appuntamento





Quando Naruto la vide con indosso uno svolazzante abitino azzurro, pensò di trovarsi al cospetto di un angelo. Non era soltanto il vestito, capì, era il viso sempre perfettamente illuminato da un sorriso sincero e a tratti timido che la rendevano non un semplice angelo ma una dea, una tra le più belle.
Naruto non sapeva da dove venissero certi pensieri ma non riuscì di certo a mascherarli, infatti Hinata si morse l’interno della guancia visibilmente imbarazzata e torturandosi le dita delle mani. Fu un passante a risvegliarlo dal suo stato di trance e si sentì davvero uno stupido, come poteva in un momento come quello incantarsi come uno stoccafisso.
Sicuramente mi avrà preso per un maniaco, pensò abbattuto.
– Emh, dove vogliamo andare? – chiese, più che altro per cercare di spostare l’attenzione su altro.
Hinata sembrò riprendersi e alzò lo sguardò perlaceo sul suo viso e fu allora, che il giovane Naruto Uzumaki ebbe un’idea.
 
In origine quella serata avrebbe dovuto passarla con Sakura o almeno ci sperava, ma la ragazza aveva dovuto dire di no per via di alcuni impegni improvvisi e così Naruto si era ritrovato da solo proprio a San Valentino.
Hinata, però, era stata così gentile da offrirsi come accompagnatrice. Per la verità gli era sembrata parecchio strana, erae tutta rossa e Naruto sospettava non si sentisse molto bene.
– Ichiraku Ramen –
Hinata lesse l’insegna del piccolo chiosco con un mesto sorriso. Un po’ se l’aspettava, ma era comunque contenta che lui avesse deciso di condivedere con lei un luogo tanto importante della sua infanzia.
– Qui ho lavorato per alcuni anni prima di iniziare le superiori. Teuchi è un grande, non ho mai mangiato un ramen più buono di quello che prepara lui! – esclamò fiero.
Hinata lo sapeva bene, innumerevoli volte aveva allungato il percorso dalla scuola fino a casa per vederlo prendersi una strigliata dal proprietario o parlottare con qualche cliente abituale. Ogni volta che lo vedeva, Naruto sfoggiava un sorriso radioso, ora che si apprestava a mangiare il ramen di Teuchi era ancora più solare.
– Adoro il ramen – disse, sedendosi su uno degli sgabelli.
I suoi occhi brillarono – Davvero?! Ma è fantastico, non ne rimarrai delusa! –
Hinata lanciò uno breve sguardo al vestiario del ragazzo, era la prima volta che lo vedeva indossare una camicia elegante, benché non lo disdegnasse con felpe e magliette sportive. Inspiegabilmente arrossì e decise di distogliere lo sguardo.
– Naruto! Ancora qui? Non sei venuto già ieri? –
A parlare fu un uomo non troppo robusto, dal viso gentile, che senza dubbi doveva essere il proprietario del chiosco – Teuchi! Non posso proprio resistere senza il tuo ramen! –
Il vecchietto sbuffò una risata, poi si accorse della esile e longilinea figura al fianco del giovane e strabuzzò gli occhi – Ma... cosa vedo? Una ragazza? Dì un po’, ti avrà costretta a uscire con lui con la forza, eh? –
Hinata arrossì nuovamente abbozzando un sorriso.
– Ma cosa dici?! Hinata è venuta qui di sua spontanea volontà, vecchio! –
Teuchi scoppiò in una risata che attirò l’attenzione della ragazza che, fino ad allora, stava prendendo l’ordinazione di un altro cliente. Si voltò appena riconoscendo il biondo ma sgranando gli occhi occhi quando vide la corvina stringersi nelle spalle – Oddio! Naruto ha la ragazza?! – gridò e immediatamente Hinata si sentì mancare.
Si avviciò alla coppia con un terribile sorriso che non presagiva niente di buono e cominciò a presentarsi alla sconosciuta.
– Piacere di conosceri Ayane-san, io sono Hinata ma... ecco... non sono... la sua r-ragazza... – solo il pensiero che fosse il contrario, perse un battito.
La figlia di Teuchi sbuffò contrariata – Ma insomma, Naruto, esci con una così bella ragazza e non è neanche la tua fidanzata! Voi giovani d’oggi ci andate coi piedi di piombo a quanto pare –
– La vuoi piantare? – ribattè lui, cominciando a stufarsi della situazione.
Era vero, considerava Teuchi e Ayane come grandi amici ai quali poteva raccontare tutto, ma non gli sembrava il momento adatto per parlare di ragazze dinanzi a Hinata.
Dovettero aspettare poco più di venti minuti, poi Teuchi posò dinanzi a loro due ciotole fumanti di ramen.
– Finalmente. Buon appetito! – esclamò Naruto prima di gettarsi sulla sua porzione come qualcuno che non toccava cibo da mesi.
Lei sorrise e seguì il suo esempio, mangiando però più lentamente.
Tra un boccone e l’altro, Hinata decise di fargli qualche domanda. Non voleva spaventarlo con strane questioni, si trattava per lo più di cose di scuola, dei suoi progetti per il futuro e se aveva intenzione di accettare la borsa di studio negli Stati Uniti.
Perchè sì, nonostante le mille lacune scolastiche di Naruto, era particolarmente bravo in inglese e in storia dell’arte, secondo Kakashi-sensei avrebbe potuto seguire un corso importantissimo che che si teneva nella cittadina di Washington.
– Per la verità non ci ho ancora pensato, non so se ne sarei in grado. E poi... qui c’è... –
Hinata annuì.
Sapeva che l’ostacolo più grande che avrebbe dovuto affrontare era separarsi da colui che era stato come un padre dopo la morte dei suoi genitori, Jiraya-san.
– Io credo... – e si pentì subito dopo di aver iniziato quella frase, non era nessuno per potergli consigliare cos’era meglio fare, dopotutto.
Naruto si voltò verso di lei con ancora gli spaghetti in bocca – Cosa stavi dicendo? –
Hinata non era affatto sicura. Poi si ricordò le parole di sua sorella: ‘Stasera ti ordino di non pensare. Non devi frenarti. Naruto lo apprezzerà’.
– Io credo che Jiraya-san ne sarà felice – disse con un timido sorriso – E poi credo anche che tu ce la possa fare, sei bravissimo! –
Naruto quasi si strozzò. Avrebbe dovuto ingoiare il boccone prima di ascoltarla, per l’emozione stava per lasciarci le penne.
Ai suoi occhi, Hinata era sempre stata una ragazza introversa e silenziosa ma sinceramente gentile e affidabile, ma non si aspettava di vederlà così sicura nel dirgli che ce la poteva fare.
Abbozzò un sorriso nella sua direzione – Grazie mille, Hinata – poi aggiuse, a questo punto incuriosito – E tu? Hai in programma qualcosa per il futuro? –
La corvina restò immobile per un attimo, fissando gli occhi chiarissimi nel poco brodo rimasto nella sua ciotola. A Naruto parve quasi che non stesse battendo lel palpebre.
– Hinata? –
Sembrò riscuotersi – Ah? Sì, scusami tanto... è che, non lo so esattamente –
Era una bugia. Una terribile bugia. Hinata sapeva quale sarebbe stato il suo futuro una volta terminata la scuola superiore, come ogni membro della famiglia Hyuuga.
Un futuro certo ma non voluto.
– Di sicuro qualsiasi cosa tu sceglierai, sarai la migliore. Sei sempre la migliore, anche in classe –
Hinata sorrise per la sua ingenuità e i suoi complimenti.
Finirono il loro ramen e Naruto le chiese di trattenersi ancora un po’.
 
La città in cui vivevano affacciava sul mare. Di sera la spiaggia era illuminata dai lampioni ma l’acqua era talmente scura che sembrava di essere dinanzi al nulla assoluto.
Hinata rabbrividì a causa del vento che lì, sulla riva, soffiava più impetuoso. Di certo il misero golfino che aveva portato con sè non serviva a scaldarla.
Naruto se ne accorse in quel frangente e le mise la propria giacca sulle spalle.
– Ma così ti buscherai un raffreddore – fece lei.
Il biondo scosse la testa divertito – Non ti preoccupare. Non mi sono mai ammalato in tutta la mia vita, non mi farà niente un po’ di venticello fresco –
Era il mese di Febbraio. Faceva un freddo barbino.
Naruto non sembrò curarsene e la invitò a camminare lungo la riva, poco distante dal mare per evitare di bagnarsi.
– Quindi... – cominciò a dire, attirando la sua attenzione – ...dimmi che non ti stai annoiando, ti prego –
Le scappò una breve risata, non si aspettava certo un inizio di conversazione del genere – Mi sto divertendo moltissmo, Naruto – lo vide fare un sospiro di sollievo, alché il suo sorriso si allargò – Piuttosto, ti va ancora bene che ci sia io con te stasera? Forse non sono la persona pi adatta –
– Stai scherzando? Sei fantastica, Hinata. Grazie per avermi risollevato il morale oggi, sei stata il mio angelo –
Arrossì. Era inevitabile.
Non poteva dirle di essere fantastica, di essere il suo angelo, tutto in una sola frase e con un sorriso meraviglioso come quello che aveva stampato in faccia.
Riprese a respirare un po’ alla volta.
 
Naruto la accompagnò a casa prima di mezzanotte.
– Grazie mille – dissero entrambi, all’unisono, ed entrambi scoppiarono a ridere.
Fu a quel punto che Naruto provò una strana ansia, come una sensazione: gli sembrava troppo presto per salutarsi. Finanto che camminavano vicini diretti a villa Hyuuga non gli pesava più di tanto ma in quel momento qualcosa dentro di lui tremò.
Stava quasi per darsi un pugno da solo, non aveva senso neanche ciò che stava pensando, quando fu proprio lei a parlare: – Ci vediamo a scuola. Buonanotte – disse, semplicemente.
Fece per girarsi e andarsene ma Naruto la fermò posandole una mano sulla spalla.
– Mh? –
Ecco, ora si sentiva un emerito idiota – Eh... Ecco... come dirtelo... –
In verità non sapeva neanche come spiegarlo a se stesso. Rosso d’imbarazzo cominciò a guardare ovunque tranne che quel viso angelico, tanto sapeva già com’era fatto.
Aveva involontariamente delineato i contorni del suo viso almeno mille volte durante tutta la serata, aveva registrato il suono della sua voce mentre parlava, mentre rideva, avrebbe addirittura riconosciuto il suo profumo di lavanda da quello dei detersivi che usava Jiraya per il bucato.
Cosa mi sta succedendo?
– Qualcosa non va? –
Sì. Sì, dannazione!
Naruto stava andando completamente nel pallone. Da una parte pensava a Sakura, all’amore della sua vita quando l’aveva vista la prima volta, dall’altra invece...
– Ti sei preso un raffreddore? Lo sapevo, non avrei dovuto darmi la tua giacca –
Lui non ne sapeva niente di donne, commetteva tanti di quegli sbagli che era impossibile ricordarli tutti, eppure quella sera era stato... normale? No. Se stesso? Può darsi. Hinata gli faceva uno strano effetto.
È sempre stata lei. E comunque gli piaceva da impazzire quando arrossiva.
– Ti va se... la settimana prossima scegli tu dove possiamo andare? –
Hinata si ammutolì.
Davvero le stava chiedendo se... diventò rossa come un pomodoro e una sensazione di calore si espanse in tutto il suo corpo, parendo dal centro del petto.
– Ma se non vuoi, insomma, non posso mica obbligarti. Cioè, voglio dire, okay, basta, fà come se non avessi detto niente. Buonanotte, ciao! –
Stava quasi per andarsene, l’idiota, quando Hinata si aggrappò alle sue spalle facendolo girare malamente. Si sarebbero dati una testata se non avessero avuto i riflessi pronti a evitarlo.
Si allontanarono e rimasero fermi l’uno di fronte all’altra.
– Ci sarebbe un posto che mi piacerebbe vedere, la settimana prossima – sussurrò lei.
Ebbe quasi paura che Naruto non l’avesse sentita, ma si sbagliava. Anche quando parlava a bassisima voce lui l’ascoltava sempre.
– Certamente! –








 



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