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Autore: ekylove    09/03/2020    0 recensioni
Potrebbe essere una storia come tante… ma non per Eva.
Una semplice ragazza, inconsapevole di avere un destino differente dalle altre persone.
Siete sicuri che esista sul serio un solo mondo?
Quando attraversate i boschi, i prati o i fiumi… non avete la percezione che possano esistere altre creature intorno a noi? Che esista la magia?
Neanche Eva lo riusciva a credere, eppure, qualcosa è davvero successo…
Quel giorno infatti...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-…Dove mi trovo?-

- …Solo tu puoi aiutarci…-

- Chi è che sta parlando?-

-…Solamente tu…-

- Chi dovrei aiutare? Chi siete?-

-…EVA!!!!-

 

Come se stesse cadendo nel vuoto, si risvegliò di soprassalto dentro al suo letto.

Completamente sudata, si toccò il petto per regolarizzare il respiro affannato, sentiva il cuore scoppiarle nel petto, da quanto batteva veloce.

Certo che ultimamente le capitava spesso di fare quel genere di sogni… di cui non capiva assolutamente nulla… sentiva solo che c’era realmente qualcuno a cui doveva prestare aiuto, ma chi? E che aiuto?

Guardò la sveglia accanto al letto – No… di nuovo!!-

Eva si alzò di corsa, si lavò velocemente sotto la doccia, pettinò i lunghi capelli castani ma avendo fretta li lasciò umidi, sicuramente avendo i capelli mossi sarebbero diventati crespi… ma non poteva farci niente.

Riuscì a mala pena a mettersi un filo di rimmel sugli occhi, non era una a cui le piaceva truccarsi, però secondo il suo parere, i suoi occhi blu mare erano la sua parte migliore e le piaceva valorizzarli.

Si vestì alla meglio, un jeans blu scuro, una t-shirt bianca, e la solita giacchetta nera ed ecco pronta la studentessa modello anche fin troppo in ritardo.

Al piano di sotto, trovò la solita tazza di latte con le solite fette biscottate, e come sempre non c’era nessuno ad augurarle buon giorno.

Amava tantissimo i suoi genitori, ma essendo medici, non erano quasi mai in casa, cercavano comunque in ogni modo di non farle mancare nulla… o almeno ci provavano, mangiò di corsa, poi con la fidata bicicletta di un rosa shocking pedalò molto velocemente verso la scuola superiore St. Jons School.

 

- Eva White! Non ti smentisci mai!- sentendo la voce vide la sua compagna di classe, ormai si conoscevano da diversi anni, le voleva molto bene.

La sua cara amica, aveva sempre la solita coda per tenere i folti ricci neri, e pensò che in effetti da quando la conosceva aveva sempre avuto il solito modo di acconciare i capelli, occhi grandi dello stesso colore, un bel po’ più alta di lei e fisico molto asciutto, facevano insieme anche atletica leggera, ma per essere sincera lei era molto più brava.

Chiuse il lucchetto tra le ruote della bici, per andare verso l’amica – Abbie Johnson! Buongiorno! Dai non sono così in ritardo…- la ragazza rise sistemandosi la cartella sulla schiena – Si si, dai entriamo se no il professore ci ammazza!-

 

- Lasciatemi stare!!- una ragazza urlò a gran voce all’improvviso, attirando l’attenzione delle due ragazze.

- Sta zitta!! Avanti secchiona, dammi i compiti già fatti!- la voce maschile, era piuttosto irritata, Eva, lasciando la cartella all’amica si avvicinò al cortile della scuola poco distante da li, voleva capire cosa stesse succedendo.

- No! Non è giusto che tu copi i miei risultati!- gli urlò di rimando spaventata.

La ragazza invano stava trattenendo la sua borsa, quello di fronte a lei stava cercando di strappargliela di mano e un altro la tratteneva da dietro, per cercare di immobilizzarla.

- Fa silenzio oca! E dammi questi compiti! Ti avevo avvisato che se non me li facevi copiare te la saresti vista brutta!- ammonì il ragazzo.

Finalmente Eva lo riconobbe, quei capelli biondicci a spazzola pieni di gel, e la corporatura da nuotatore, erano sicuramente di Thomas Harris…

Senza pensarci due volte, prese la scopa appoggiata sul muro che aveva lasciato li il bidello e gli diede un colpo secco sulla schiena facendogli perdere forza, lasciando la borsa della ragazza.

- Thomas! Sei ridicolo!! Se non sei capace a fare due semplici calcoli non devi minacciare gli altri per farteli fare! Impari come tutti!- Eva inveì contro il ragazzo, ancora minacciosa con la scopa alzata pronta a colpire nuovamente se ce ne fosse stato bisogno.

- Non sono affari tuoi White, levati se no ce n’è anche per te!- Thomas con un atteggiamento piuttosto arrogante, la guardò privo di espressione, i suoi occhi scuri erano vacui, si avvicinò ad Eva, ma lei gli puntò l’asta della scopa alla gola provocandolo – Vedi di starmi lontano Harris, e di al tuo amico di lasciarla andare!- scostando l’asta dal collo le sorrise – Il tuo coraggio non ti porterà a nulla, a volte è solo stupidità, cosa pensi di fare?-

- Sta arrivando la professoressa!!!- un grido limpido e chiaro poco distante da li, fece sussultare i ragazzi – Tsk! Non finisce qui White!- facendo un gesto all’amico corsero via, verso il portone della scuola.

Preoccupata Eva, lanciò la scopa a terra, andando verso la ragazza ancora scossa, raggiunta dall’amica Abbie.

 

- Eva sei pazza!! Per fortuna che mi hanno creduto! E se avessero pensato che non fosse vero? Devi pensare alle conseguenze, accidenti a te!- Abbie preoccupata ammonì l’amica, ma in quel momento si stava solo preoccupando per quella ragazza che ancora stringeva forte la cartella tra le mani.

- Flora, Flora Evans, giusto? Non è da tanto che sei nella nostra classe… mi dispiace, ma ti assicuro che lui è l’unico deficiente che fa certe cose… se può un minimo rassicurarti… sono mortificata…- lei sorprendentemente le sorrise – Mi hai salvata grazie mille- scosse la testa – Non ho fatto nulla di speciale, dai andiamo- prendendola per mano si diressero in aula.

 

Flora si era trasferita da poco più di qualche mese, non era ancora riuscita ad integrarsi con il resto della classe, sembrava essere piuttosto riservata, ma su una cosa erano sicuri tutti, era veramente un ottima studentessa, non c’era materia in cui andasse male, incredibile, anche lei stessa ne era stupita, ed ecco perché l’appellativo dispregiativo di secchiona.

Eva non ne era invidiosa, ma piuttosto ammirata… aveva solo notato una cosa da quando era arrivata, continuava a fissarla, ma forse era solo un modo strano per fare amicizia con lei…

La guardò distrattamente, nel complesso era anche una ragazza carina, aveva capelli corti e scuri e gli occhi nocciola, alta più meno quanto lei, e fisico né troppo magro né troppo robusto, nel complesso stava bene, aveva notato che per leggere usava spesso gli occhiali…

Ad un tratto la ragazza accortasi del suo sguardo le rivolse un sorriso, lei un po’in imbarazzo fece lo stesso… si convinse che magari poteva essere una buona amica, dopo sicuramente le avrebbe parlato.

- Pss… Eva!- la ragazza si girò verso l’amica Abbie – Cosa?- sussurrò sperando di non venire sorpresa dall’insegnante – Hai notato come ti sta guardando Thomas? Cavolo proprio tu mi dicevi di stargli alla larga… accidenti!- con odio guardò il ragazzo, ma lui distolse lo sguardo ignorandola, quanto non lo sopportava… aveva avuto la “ fortuna” di condividere con lui, dall’asilo fino alle superiori, le madri erano molto amiche e quando certe volte s’incontravano con i parenti eccolo diventare il cocco di mamma, era proprio odioso, le faceva venire da vomitare quasi.

- Stai tranquilla… è solo stupido…- fece spallucce all’amica ancora in ansia, riprese ad ascoltare l’insegnante.

 

-Quindi ragazzi, sono contenta che avete aderito tutti alla gita fuori porta per domani… andremo a fare campeggio nel parco Stetwood, staremo quattro notti e cinque giorni e naturalmente faremo anche qualche buona e utile lezione di botanica, educazione domestica, fisica e ginnastica… tutti insieme!! Siete contenti?- la professoressa sorrise allegramente a tutta la classe, ma si leggeva lontano un miglio che non ne erano per niente felici della notizia.

Soltanto Eva ne era entusiasta, non coglieva il motivo, ma quando stava a contatto con la natura, si sentiva nel suo mondo, completamente a suo agio… e per lei che abitava nella grigia città, era un vero e proprio toccasana, per avvicinarsi al verde; aveva sistemato il giardino di casa ed incredibilmente aveva scoperto di avere un pollice verde da favola, qualsiasi cosa volesse coltivare cresceva… essendo sempre da sola in quella grande casa, era il suo hobby che la teneva occupata.

 

Finite le lezioni, si diresse al banco di Flora con grande allegria – Ehi! Ho notato che abiti vicino a me, ti va se andiamo a casa insieme?- lei raggiante si sistemò di fretta e furia la borsa per poi seguirla.

 

-Ci tenevo a ringraziarti ancora Eva, senza di te, non so cosa sarebbe potuto accadere…- sorrise intimidita guardandola – Ma ti pare? Lo conosco da un po’ Harris, è solo tutto fumo e niente arrosto, tranquilla… non ho fatto nulla di speciale ti ripeto- la ragazza sorpresa abbassò il muro della timidezza, prendendo confidenza – Sei stata coraggiosa, non è da tutti! Sai se non mi avessi detto di venire a casa con te, te lo avrei chiesto io…sembri una ragazza simpatica-

- Eva lusingata rise – Grazie, anche secondo me lo sei… allora emozionata per domani? Io non vedo l’ora!-

Flora con occhi sognanti annuì – Si anche io, sarà una giornata speciale domani, ne sono sicura! Oh… parlando parlando sono arrivata all’incrocio per andare a casa mia… ci vediamo domani allora!- salutò con grande trasporto e corse via.

 

Eva la guardò correre a perdifiato, le scappò da ridere li per li, era una brava ragazza, aveva solo bisogno di uno sprint per sconfiggere la timidezza, era contenta di aver preso l’iniziativa, riprese il cammino.

Con la coda dell’occhio, vide la ragazza fermarsi di colpo, davanti a lei c’era un ragazzo.

D’istinto si nascose.

Sembrava stessero litigando, e lui sembrava decisamente spazientito.

Quel ragazzo, era particolare… fu la prima parola che le venne in mente.

Capelli argentei lisci e lunghi raccolti da una coda, fisico atletico ed asciutto, abbigliamento strano, aveva indosso una specie di tunica lunga fino alla vita bianca con i bordi verde lucente, con una cintura nera e pantaloni dello stesso colore, stivali sempre bianchi e verdi.

Assurdo pensarlo ma sembrava avesse una spada nella fibbia della cintura? No impossibile…

Di colpo alzò lo sguardo su di lei, quegli occhi color ghiaccio e raggelanti, le fecero mancare un battito, distolse lo sguardo intimidita… appena ebbe il coraggio di riguardarlo, erano già spariti.

Strano…

 

L’indomani Eva, con il borsone e sacco a pelo incorporato, si avvicinò al pullman… stanca… non era riuscita a chiudere occhio per tutta la notte, continuava a pensare a quello sguardo raggelante su di lei… forse era per quello che, da tutta la mattina si sentiva osservata… suggestione…

 

- Buon giorno White! Sempre in ritardo te eh?! Eva…che ti prende?- Abbie preoccupata notò subito l’aria stanca dell’amica – No, niente, è tutto a posto, non ho solo dormito… forse era per l’emozione eheh- la ragazza sollevata rise – Sei sempre la solita, tanto per te arrivare puntuale è impossibile ahah ogni scusa è buona!- lei la guardò sottecchi – Non è vero, ho fatto sono dieci minuti di ritardo oggi… oh… ciao Flora!- la nuova amica si avvicinò alle due ragazze sorridendo – Buon giorno! Sono molto emozionata! E’ la prima gita scolastica che faccio eheh!- sorprese presero a braccetto la ragazza andando a sedersi sul pullman – Vedrai, ti divertirai molto con noi!!- lei entusiasta sorrise ad entrambe – Non vedo l’ora!!-

 

Lentamente si avvicinarono al parco Stetwood, e si accorsero presto che era il bosco più grande del paese, e con scontento si resero conto che per arrivare alla meta designata, avrebbero dovuto camminare un bel po’…

 

Verso metà pomeriggio la professoressa gridò – Ci accamperemo qui!! Allora… gruppo A, occupatevi della legna ed accendere il fuoco. Gruppo B, occupatevi di costruire le tende, gruppo C, al fiume a prendere l’acqua, ed io penserò ad un menù per questa sera!-

Ogni studente ubbidì agli ordini impartiti, soprattutto a quella professoressa di lettere sapeva il fatto suo, sapeva farsi rispettare da ognuno di loro.

Le tre ragazze essendo nel gruppo C, si diressero al fiume, riempiendo i secchi d’acqua, distrattamente Eva domandò a Flora – Quando ti ho lasciato ieri davanti all’incrocio… chi era quel tipo con i capelli argento che si è fermato a parlarti? Sembrava arrabbiato…- lei s’immobilizzò – Ti stai riferendo ad Eiden? Oh… l’hai visto… tranquilla, abbiamo avuto solo un piccolo battibecco, niente di che…- Eva annuendo continuò – Scusa  non volevo essere invadente, è il tuo ragazzo immagino…- rise all’improvviso a crepapelle – Ma no, certo che no Eva… per me è come un fratello… nessun legame amoroso…- non sapeva bene il motivo ma ne era quasi sollevata da questa rivelazione. Abbie scocciata intanto si avvicinò al campo con un grosso secchio, Flora riparlò ad Eva in modo serio – Dopo cena… ti va di venire qui con me? Vorrei parlarti di una cosa…- vedendola così in ansia annuì di scatto, rendendola felice come non mai.

Chissà di cosa le doveva parlare?


Ciao a tutti!! Per la prima volta mi metto in gioco pubblicando una mia storia che non sia fanfiction! Spero che apprezziate! Aspetto un vostro parere! Grazie in anticipo!! (Sto pubblicando la storia in contemporanea su di un altro sito )

   
 
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