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Autore: LuLuXion    09/03/2020    1 recensioni
"La mia mamma mi ha raccontato che Jack Frost mi ha morso il naso quando sono nata. E io ho sempre voluto conoscerlo per chiedergli perché mordesse il naso ai bambini. Non sembra una cosa carina da fare, vero?”
Luna è una bimba triste, troppo per la sua giovanissima età, tanto da non saper più ridere né giocare. L'incontro con il Guardiano che porta con sé le risate dei bambini le farà tornare l'allegria?
[NOTA: ho riscritto l'incipit di una mia vecchia fanfiction rendendola una one shot, ma chissà che non la rivisiti del tutto prima o poi... a voi la lettura ed il giudizio!]
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La breve storia che voglio raccontarvi ha luogo in un piccolo paesino europeo, sperduto sulle Alpi. È la storia di una piccola e dolce bambina di nome Luna, che abitava sola con il suo fratellone Xavier. Luna era giovanissima quando avvenne quel fatto terribile: il momento in cui Christine e Nicholas, la sua mamma e il suo papà, non tornarono più a casa per colpa di un incidente, lasciandola sola con suo fratello a prendersi cura di lei.

Xavier era un ragazzo di circa diciannove anni. Era alto, dalle pelle chiara e con occhi e capelli neri pece. Era un ragazzo allegro e vivace e, nonostante il peso di essere rimasto solo a badare a Luna, non si lasciò scoraggiare dalla morte dei genitori.
Dopo tutto aveva la sua piccina da mantenere e per lui, lei è sempre stata il tesoro più grande.
Fece di tutto per risollevare l’animo di quella piccola creatura, ma Luna proprio non ci riusciva. Era una bambina di cinque anni, timida, pallida, con il visino tempestato di lentiggini e gli occhi neri e grandi. Al contrario del fratello, però, lei aveva lunghi capelli candidi come neve fresca e la mamma le raccontava sempre una curiosa storiella al riguardo, per farla addormentare: le diceva che era nata così perché un certo Jack Frost, lo spirito dell’Inverno, le aveva morso il naso appena nata. A lei piaceva questa storia, come le piacevano tutte le storie meravigliose e le leggende che Christine raccontava a lei e al fratello. La facevano sognare. La perdita rese Luna una bambina chiusa, silenziosa e triste.
Non parlava più, non usciva con gli amichetti e non voleva giocare mai. Rimaneva in camera sua, seduta sul letto, a fissare il nulla. Non aveva neanche più lacrime da versare, in quella bambina di soli cinque anni, in quel momento, non c’era altro che vuoto.

Poi, venne quella sera di metà dicembre. Faceva più freddo del solito e cominciò a nevicare nel piccolo paesino in mezzo ai monti dove i due fratelli abitavano.
Luna stava fissando la neve che cadeva fuori dalla sua finestra. La sua espressione non era mutata dai giorni precedenti e Xavier non provava nemmeno più a forzarla. Stava lì accanto a lei, leggendole una favola che però lei non sembrava ascoltare davvero, finché non sentirono alcuni bambini chiacchierare e giocare in strada.
Lo sguardo di luna venne attirato da due in particolare, che passavano vicini alla sua finestra.

“Dai sbrigati! Andiamo a giocare con la neve!”

Esclamò un bambino eccitato per la battaglia a palle di neve imminente. Un altro più grande lo stava seguendo, porgendogli una sciarpa.

“Si, ma copriti bene! Non vorrai che Jack Frost ti morda il naso!”

A quelle parole Luna, che era come sempre lì seduta sul letto, alzò lo sguardo Il fratello.
Xavier non faticò a capire cosa fosse scattato in lei e, speranzoso, posò il libro di favole e le si avvicinò tendendole la mano.

“Che ne dici Luna, proviamo a fare una passeggiata sotto la neve?  Magari questa volta incontriamo davvero Jack Frost e gli chiediamo di salutarci la mamma e il papà da parte nostra, ti va?”

Non troppo convinta, la piccola scese dal suo letto e lasciò che il fratello la vestisse pesante, il tutto senza mai aprire bocca, ed uscì tenendo la mano di Xavier.
I due si ritrovarono nella piazza principale, gremita di tutti i bambini ed i ragazzi del paese intenti a giocare allegri e spensierati ed iniziò una epica battaglia di palle di neve, tutti contro tutti.
Luna volle rimanere in disparte, ad osservare la scena. Xavier la accontentò, non volendo forzarla più del dovuto. Dopotutto già vederla fuori di casa era un traguardo notevole rispetto agli ultimi mesi.

“un passo alla volta, tesoro. Almeno oggi sei uscita di casa!”
Commentò, allontanandosi giusto un po’ a chiacchierare con alcuni suoi coetanei.

La bambina si sedette sulla panchina della piazza, sospirò e si perse nei suoi pensieri, con lo sguardo triste che fissava distrattamente gli altri che giocavano.

“Ok, questo è strano… Perché non gioca questa bimba?”

Domandò una voce maschile, giovanile ma profonda, dietro di lei che all’inizio sembrò non farci caso minimamente.

“Insomma, i bambini non dovrebbero avere quei musi lunghi… dovrebbero essere allegri e giocare sempre!”

Continuò la voce, che discuteva tra sé e sé.
In quel momento Luna si voltò per rispondere, con un tono di voce così atono e lugubre da essere totalmente in contrasto col suo aspetto da bimba.

“La mia mamma e il mio papà sono sottoterra, signore. Non ho più voglia di divertirmi.”

Gli occhioni neri della piccolina erano fissi sulla fonte della voce, inespressivi, mentre questo rispondeva.

“Oh, piccola! mi dispiace… Io non… A-aspetta, cosa!? Tu riesci a vedermi!?”

La ragazzina iniziò a fissare il ragazzo che le stava parlando, e sembrava confusa dalla domanda di lui.
Era un giovane alto e magro, di circa sedici o diciassette anni. Aveva capelli bianchi scompigliati e occhi che sembravano contenere una tempesta di ghiaccio. Indossava una felpa blu, cristallizzata di brina sulle spalle e sui polsini delle maniche. Portava dei pantaloni marroni dall’aspetto decisamente antico ed usurato, consumati alle caviglie su cui erano intrecciati dei lacci. Nonostante la neve ed il freddo, era completamente scalzo. Con sé aveva un lungo bastone grezzo, nodoso e ricurvo, ghiacciato sull’estremità a gancio. Insomma, una figura insolita anche agli occhi inespressivi della piccola Luna, che comunque rispose come se nulla fosse.

“Beh, signore, la mia mamma diceva che io ci vedo molto bene, tanto che potrei vedere anche l’omino che sta dietro la luna. Infatti, mi ha chiamata Luna per questo.”

La voce della bambina era sempre atona, ma il ragazzo non ci fece caso stavolta, colpito invece da ciò che gli aveva appena detto. Sembrava incredulo, per qualche motivo.

“L’omino… L’omino della luna hai detto?”

“Uhm… Sì, signore.”

Chiese di nuovo Luna, con un sopracciglio inarcato.

“La tua mamma non te l’ha mai raccontata la storia dell’omino dietro la luna? La mia si, e ne raccontava tante bellissime…”

Continuò la bimba, mentre il curioso ragazzo si sedette ora accanto a lei, porgendole un sorriso.

“Per esempio…”

Luna si stava tirando una ciocca dei capelli bianchi, per mostrarla all’altro.

“…mi ha raccontato che Jack Frost mi ha morso il naso quando sono nata. E io ho sempre voluto conoscerlo per chiedergli perché mordesse il naso ai bambini. Non sembra una cosa carina da fare, vero?”

Il ragazzo era allibito. Guardava la bambina con la bocca spalancata e gli occhi sgranati. Batteva le palpebre e sembrava imbambolato, ma quando cercò di risponderle in qualche modo si avvicinò loro Xavier.

“Luna, con chi stai parlando?”

“Con questo signore buffo!”

Xavier guardò in direzione dello strano ragazzo col bastone, ma sembrava non accorgersi minimamente della sua presenza.

“Luna, ti sei fatta l’amico immaginario?”

Disse il moretto ridacchiando, accarezzando i capelli argentei della sorellina.

“Vieni a giocare, dai! Facciamo un pupazzo e poi battaglia a palle di neve, che ne dici?”

La bimba accennò quello che doveva essere un sorriso e scosse il capo.

“No, grazie Xavier. Rimango qui ancora un po’... Tu vai dai tuoi amici!”

Il ragazzo sospirò, rassegnato e poi diede un bacio sulla fronte alla piccola, accontentando il suo desiderio di rimanere sola. La lasciò sulla panchina e tornò a dai suoi coetanei. Per un momento soltanto tornò a guardare verso la piccola, ai suoi occhi seduta sola. Assottigliò lo sguardo ma poi fece spallucce e la lasciò in pace.

“Mio fratello non ci vede bene come me. Forse perché ormai è troppo grande.”

Si rivolse la piccola verso il ragazzo seduto accanto a lei. In qualche modo si era resa conto che Xavier non poteva vedere l’altro ragazzo e lei sì, ma non sembrava darci peso. Forse per semplice ingenuità infantile, forse perché ormai c’era qualcosa di rotto irreparabilmente dentro di lei che le impediva di farsi troppe domande su ciò che la circondava.

“Può darsi...”

Rispose lui, ancora decisamente confuso da tutta questa situazione.

“Comunque, signore-che-mio-fratello-non-vede, non mi hai detto il tuo nome... chi sei?”

Il ragazzo stavolta sorrise. Aveva un sorriso davvero bello, era forse il più bello che Luna avesse mai visto. Sembrava racchiudere in sé la gioia di tutti i bambini del mondo tanto era luminoso. Lui si alzò e con un balzo si librò in volo, rimanendo sospeso davanti alla bambina.

“Jack Frost!”

Le rispose con tono allegro, e con un movimento della mano fece volare un fiocco di neve sul nasino della piccola che lo fissava con gli occhioni spalancati e la bocca aperta in un’espressione di totale stupore e meraviglia.

Per la prima volta dopo mesi, Luna rise di nuovo, e corse da Xavier chiamandolo a gran voce per giocare con lui, incredulo e felice del cambiamento improvviso.
In qualche modo, lo capì anche lui: Jack Frost era tornato a morderle il naso ancora una volta.

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Note dell'autrice: Salve! Come dicevo nell'intro, questo pezzo è una riscrittura decente dell'incipit di una mia vecchia fanfiction, che trovate ancora nel mio profilo in ogni caso, perché non ho cuore di eliminarla. La mia idea era di fermarmi qui, lasciandola come one shot, ma mi appello anche a voi anime sante che la leggerete (e già vi voglio bene per questo.)
Lasciatemi un commento se avete voglia di sapere come andrà avanti la storia di Luna, se siete curiosi o semplicemente se questa breve storia vi ha emozionato in qualche modo! Io provvederò a mettermi d'impegno per riscrivere tutta la storia, che ovviamente non sarà identica a come era l'altra!
Intanto, grazie a chi leggerà, anche in silenzio, questa piccola cosetta. Spero vivamente vi piaccia :*
Lulu

 
  
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