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Autore: AzucarScarlet    10/03/2020    2 recensioni
Con questa fanfiction, ho voluto sperimentare qualcosa a cui pensavo da un po' di tempo. Bowser è sempre stato il mio personaggio preferito all'interno dell'universo Mario Bros e mi è sempre piaciuto immaginare un suo risvolto "fragile", diverso dall'immagine stereotipata del cattivo proposta dal videogioco stesso.
In questa storia, ad aiutare il Re dei Koopa a far fronte alla paura di mostrare sè stesso al mondo, c'è la Principessa Daisy: emancipata, testarda, risoluta, si rivela un'ottima alleata di Bowser nel tentativo di sconfiggere le difficoltà che lo costringono ad indossare una maschera per non far trasparire le sue vere emozioni.
Questa non è solo una storia con al centro una crack ship, come potrebbe sembrare a prima vista, ma è anche e soprattutto una storia per riflettere, fatta di emozioni, che spero possa incuriosire.
Buona lettura e grazie per essere arrivati fin qui :)
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Bowser, Bowser Jr., Bowserotti, Daisy, Peach
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Cosa ne dici? È ancora troppo stretto?- domandò Wendy allentando un po’ il fermaglio bianco a forma di fiore sulla nuca di Daisy.
-Così è perfetto, grazie- rispose la ragazza guardando sorridente il proprio riflesso nello specchio. Si voltò da una parte, poi dall’altra, nel tentativo di intravedere anche i fiori di stoffa arancione e gialla che la piccola Koopa le aveva sistemato con cura e pazienza fra i capelli.
 
-Sei veramente bellissima: scommetto che a papà piacerai un sacco. Sarà una giornata da ricordare per sempre!- Wendy saltellò attorno alla futura Regina stando bene attenta a non inciampare nello strascico del vestito bianco dalle sfumature arancioni -Sei tesa? Spaventata? Non sarà difficile, basta che tu dica “sì, lo voglio” al momento giusto!- tornò a scherzare fermandosi per guardare in viso Daisy che, dal canto suo, non aveva distolto un attimo lo sguardo dalla propria immagine riflessa.
 
Si accarezzò con le dita le corna ricoperte di nastri e fiori e il suo sorriso si allargò ancora di più. Si sistemò meglio il velo e l’abito cercando di stirarne ogni più piccola piega: voleva essere impeccabile.
 
-Grazie per l’aiuto Wendy..! Senza di te non avrei saputo come fare- Daisy le rivolse un sorriso riconoscente mentre le prime lacrime emozionate iniziavano a sbucare timidamente sottoforma di una patina lucidissima sopra le iridi
-Non ringraziarmi: in questo mondo serve un po’ di complicità femminile, non trovi? Ho sempre voluto avere una mamma, ma non credevo sarei stata così fortunata da trovarne una che mi facesse anche da amica, da sorella maggiore e da compagna di giochi: non è bellissimo? Mi sembra il minimo aiutarti in questo giorno così importante
 
Daisy si guardò allo specchio un’ultima volta: non le era mai capitato di sentirsi così bella e immaginare ciò che sarebbe successo di lì a poco le metteva addosso una strana euforia. Portò una mano sul petto nel vano tentativo di calmare i battiti del suo cuore impazzito: non aveva davvero idea di come avrebbe potuto affrontare la cerimonia, se già solo il pensiero la emozionava a tal punto.
 
Qualcuno bussò due volte e Wendy si avvicinò alla porta per sbirciare fuori: sapeva bene che suo padre era in agguato e non voleva assolutamente permettergli di vedere la sposa nemmeno per un secondo prima dell’inizio ufficiale delle celebrazioni.
 
-Nasconditi, mamma: non si sa mai...- suggerì la piccola Koopa mentre Daisy si rintanava dietro le ante del grande armadio, ma subito dopo lanciò un’occhiata incuriosita in direzione della porta.
-Ah, ma è zio Weegee- esclamò Wendy prendendosi gioco dell’accento del giovane e dal modo in cui tutti erano ormai diventati avvezzi a pronunciare il suo nome.
 
-Ciao Wendy- disse lui, esibendo un sorriso imbarazzato, mentre ispezionava la stanza alla ricerca della -ancora per poco- Principessa.
-Luigi!- esclamò Daisy avvicinandosi -Finalmente! Sei in ritardo!-
-Lo so, mi dispiace- si scusò lui, grattandosi la nuca imbarazzato, dimentico di non potersi trastullare con la stoffa del cappello come suo solito -Ci è voluto un po’ più del previsto: volevamo convincere la Principessa Peach a venire, ma...
-Scommetto che non ha voluto...
-No... ma non siate triste, sono sicuro che anche se non è venuta vi starà pensando e vi sarà mentalmente vicina: la principessa è un po’ troppo orgogliosa, a volte, ma sono certo che dal canto suo non può fare a meno di essere felice per voi in questo giorno così importante.
-Spero sia così: del resto, abbiamo fatto ciò che era in nostro potere: che lei non abbia voluto accettare il nostro invito, è un altro paio di maniche...
-Non rattristarti per questa notizia, mamma! Scommetto che zio Weegee ha ragione! Adesso concentrati solo sulla cerimonia
-È vero, adesso la cosa importante siete voi e Bowser
 
Nel giro di pochi secondi la conversazione venne interrotta da un’altra voce familiare:
-Principessa, si può?- domandò Mario affacciandosi alla porta.
Nonostante l’occasione, non era riuscito a fare a meno dell’iconico cappello rosso, in netto contrasto con l’eleganza dello smoking nero, identico a quello indossato dal fratello.
 
-Mario! Ma..?
-Ci è voluto meno del previsto a convincerlo a venire- spiegò Luigi con una punta di orgoglio nella voce, cosa assai rara da parte sua
-È vero... sono sinceramente dispiaciuto per quanto accaduto solo poco tempo fa, e mi spiace anche per l’atteggiamento di Peach, ma volevo rimediare in qualche modo perciò, per quanto può valere, faccio il tifo per voi due oggi: è un giorno di gioia, dopotutto
 
-Significa molto per me- ammise Daisy sorridendo sincera ai due fratelli -E sono sicura che vale lo stesso anche per Bowser
-L’ho incontrato poco fa, a proposito. Era ancora nel mezzo dei preparativi...
-Scommetto che quegli scansafatiche dei miei fratelli gli stanno dando più problemi che altro!- esclamò Wendy, al cui commento seguirono le risate divertite di tutti i presenti.
 
-Allora ci vediamo più tardi, Principessa!- la salutò Mario poco dopo, congedandosi con un cenno della testa.
Luigi osservò la scena in silenzio, poi guardò Wendy in attesa di ulteriori istruzioni.
-Tu rimani pure qui, zio. Tanto Daisy è già pronta... Adesso dobbiamo solo avere pazienza e vedere quanto tempo ci vorrà ancora prima che possiamo inziare. Anzi, la affido a te: vado a chiedere a Junior di quanto tempo hanno ancora bisogno quelli là. Ahh, se non ci fossimo noi ragazze..!
 
-Siete agitata, Principessa?
-Per favore, Luigi!- esclamò la ragazza, fintamente scocciata -Almeno oggi, vuoi farmi la cortesia di darmi del tu e trattarmi semplicemente da tua amica quale sono? Dopotutto, non è un caso se ho scelto te come testimone...!
-E infatti ne sono onorato, Daisy. Devi perdonarmi: è l’abitudine... allora, dicevamo, sei tesa?
-Abbastanza... Non so cosa aspettarmi. Cioè, in realtà lo so, ma ho paura lo stesso. Chissà se è davvero come me lo sono sempre immaginata: e se alla fine non fosse nulla di che?
-Sono abbastanza sicuro che non sia così: sarà un giorno bellissimo, e te ne ricorderai per tutta la vita.
 
Mentre Daisy stava confessando le sue paure e i suoi dubbi a Luigi in attesa dell’inizio della cerimonia, Wendy percorse in fretta e furia il lungo corridoio fino alla stanza del castello in cui era stato allestito appositamente uno spazio che fungesse da camerino per il Re.
 
Si fermò davanti alla porta e bussò energicamente tre, quattro, cinque volte, finchè qualcuno finalmente non venne ad aprire, quasi allarmato dalla foga di chi stava dietro alla porta.
-Allora!?- esclamò la piccola battendo un piedino per terra, le mani appoggiate sui fianchi ed un’espressione accigliata in volto -Quanto ci vuole, ancora? Sarà il primo matrimonio della storia in cui la sposa è pronta ore prima che lo sia lo sposo!
 
-Non ti agitare, Wendy! Lo sai quanto ci mette papà quando deve prepararsi per qualcosa- disse Junior cercando di contenere l’irrequietezza della sorella -E poi...- aggiunse, abbassando la voce per non farsi sentire -Credo che papà abbia messo su qualche chilo, ultimamente, e l’abito buono si è strappato proprio... insomma, hai capito...
 
Wendy si portò le mani sulla bocca per non esplodere in una fragorosa risata -Vuoi dire- Ma io credevo che! Pff...
-Shh!- la zittì il fratello -Detto tra noi, i Tartossi sono negati nei lavori di sartoria e non sono riusciti nè a ricucire lo strappo in modo decente, nè ad assicurarsi di lasciare abbastanza spazio per la coda, questa volta... Fortuna che il nanetto si è portato dietro un paio di Toad: loro ci sono abituati e se ne stanno occupando giusto ora
-Va bene, ho capito, d’accordo! Quanto pensi ci metteranno, però? Daisy è pronta da un pezzo, e-
 
-UARGHH!- un ruggito risuonò nell’intero palazzo costringendo i piccoli Koopa, i Toad al lavoro e i Tartossi a tapparsi le orecchie -E state attenti, con quegli aghi, dannazione!- si lamentò Bowser massaggiandosi come poteva la grossa coda.
 
-Umh.. penso sarà questione di un’oretta circa-
Wendy sospirò irritata -Va bene, ho capito... Meno male che non ci sarà una prossima volta!- sputò con disprezzo intenzionata a far sentire tutti i presenti dei perfetti buoni a nulla.
 
Con molta fatica e apprensione soprattutto da parte della sposa, trascorse l’ultima ora necessaria al completamento dei preparativi. Nel giardino adiacente il castello di Bowser, che per l’occasione era stato ripulito a tempo di record, era stato allestito un altare ed erano state collocate delle sedie per gli invitati.
 
Kamek, che su insistenza del sovrano era stato scelto per celebrare il rito, era dietro l’altare da almeno un paio di ore, in equilibrio sul suo bastone volante; aveva trascorso la mattinata intera in silenzio ad osservare le sedie vuote, la gente che entrava ed usciva dal castello, e si ripeteva nella testa tutti i punti attraverso cui avrebbe proceduto l’intera celebrazione, spaventato dall’idea di dimenticarne qualcuno. 
 
Ora finalmente iniziava ad intravedersi un po’ di movimento: alcuni Toad presero posto nelle file più lontane dall’altare, nella parte destra. La parte sinistra era stata riservata ai Tartossi e al resto della servitù di Bowser. I posti in prima fila, invece, erano contrassegnati dai nomi dei piccoli Koopa, che avrebbero preso posto durante lo svolgimento della cerimonia: sì, perchè nel frattempo ad ognuno di loro era stato affidato un ruolo.
 
Ludwig, data la sua dimestichezza con gli strumenti musicali, si era offerto di suonare la marcia nuziale, o meglio una sua rivisitazione in stile “Koopa”. Lemmy e Morton avrebbero sparso qua e là petali di fiori durante la marcia di Daisy verso lo sposo. Roy si sarebbe occupato di far risuonare a fine cerimonia una speciale campana costruita da Iggy, in segno di buon auspicio. Larry, essendosi a lungo preparato all’evento, avrebbe fatto piovere polvere di stelle grazie ad un trucco di magia imparato per l’occasione. Wendy era stata ovviamente scelta come damigella d’onore e avrebbe quindi avuto sia il compito di vigilare sulla buona riuscita del tutto, sia di aprire la cerimonia sfilando per prima lungo la “navata” e preannunciando l’arrivo della sposa. Junior, infine, si sarebbe occupato di portare le fedi nuziali all’altare al momento opportuno.
 
Mentre osservava quel piacevole trambusto, Kamek cercava con lo sguardo il suo sovrano: voleva assicurarsi di congratularsi con lui come prima cosa non appena lo avrebbe visto apparire infondo al lungo tappeto rosso che era stato disteso per metri e metri davanti all’altare
-Mio Signore!- esclamò quando il Re e il nanetto elegante entrarono nel suo campo visivo; solo in quel momento si concesse di abbandonare la propria postazione e si avvicinò a Bowser: le spesse lenti degli occhiali nascondevano un paio di occhi ricolmi di lacrime commosse -Siete elegantissimo, Vostra Malevolenza..! Io, ecco, ci tenevo a congratularmi come si deve con Voi, insomma..!- Kamek strinse con entrambe le mani rugose quella di Bowser e tornò a parlare con la voce tremolante per l’emozione -Vi ho visto crescere e diventare il Koopa che siete oggi, e non uno qualunque, ma il Re di tutto il nostro popolo ed io non potrei essere più onorato di aver trascorso al vostro fianco tutti questi anni: sono felice di vedere ciò che siete diventato, e per quanto può valere essere accanto a voi in un giorno come questo mi fa sentire orgoglioso tanto quanto un padre è orgoglioso dei successi del proprio figlio
 
A quelle parole, nonostante l’imbarazzo iniziale, Bowser non potè fare a meno di sentirsi fortunato: avere al proprio fianco qualcuno come Kamek aveva sempre significato molto per lui, più di quanto fosse mai riuscito ad esprimere a parole -Grazie... insomma, per non aver gettato la spugna anni fa ed essere ancora qui. Io sono... felice di essere cresciuto con i tuoi insegnamenti
 
Se per qualcuno avrebbe potuto non sembrare molto, per Kamek quelle parole pronunciate con tanta solennità e spontaneità dal suo padrone significavano il mondo, anzi l’universo intero: significava avere la certezza di aver svolto il proprio ruolo nel migliore dei modi ed essere riuscito in qualche modo a lasciare un segno nel cuore di Bowser, che amava da sempre e per davvero come un figlio, l’unica vera benedizione che la vita gli avesse concesso.
 
-Forse è il caso che vi sbrighiate, ora: sono sicuro che la vostra sposa arriverà a momenti- suggerì poi l’anziano mago, sollevando gli occhiali per asciugarsi le lacrime con le dita -Vedrò di fare del mio meglio durante la celebrazione
 
Dopo uno sguardo d’intesa con Mario, Bowser seguì Kamek verso l’altare e si fermò a braccia conserte ad attendere l’arrivo della sposa
-A proposito, nanetto...- iniziò il Re rompendo per primo il silenzio -Non pensavo che l’avrei mai detto, ma grazie anche a te per essere qui...
Mario esibì un sorriso a trentadue denti e battè una pacca amichevole sul guscio del suo miglior nemico di sempre: -E come avrei potuto mancare?
 
Dal fondo della lunga passerella emerse una chioma castana, scombinata più del solito: era Luigi che si affrettava all’altare temendo di essere in estremo ritardo.
-Marioo..!- esclamò una volta arrivato vicino ai due, piegandosi sulle ginocchia per riprendere fiato -Credo manchi veramente poco, ormai! Anche Wendy dovrebbe essere qui a momenti...
 
Bowser ridacchiò soddisfatto spettinando ancor di più il giovane con una delle sue grosse mani: -Vacci piano, baffetto verde, o non durerai abbastanza da arrivare alla fine della cerimonia
 
Luigi si limitò a sorridergli imbarazzato.
 
Quando Ludwig iniziò a suonare l’organo, tutti i presenti già seduti si voltarono verso il fondo della finta navata e allungarono i colli come giraffe in attesa di vedere arrivare la sposa.
Ovviamente fu Wendy, in quanto damigella d’onore, ad aprire le danze: sfilò con orgoglio con il suo abito di seta rosa: era elegantissima, ancor più del solito, e il mento alto insieme alle occhiate che lanciava a tutti i presenti le conferivano un’aria ancora più importante.
Dietro di lei, i due fratelli incaricati di spargere petali e fiori lungo il percorso della sposa cercavano di stare al passo con lei, molto più veloce ed abile di loro due messi insieme nonostante i tacchi a spillo.
 
Quando il ritmo della marcia nuziale divenne più incalzante, ecco sbucare dal fondo una macchia di colori delicati: il lungo abito di tulle, pizzi e ricami gialli e arancioni disegnavano sul corpo di Daisy linee e curve dall’armonia perfetta, una combinazione di sobrietà e delicatezza.
 
Il lungo strascico in chiffon, che sfumava in un tono arancione dall’accento più acceso, si abbinava perfettamente alla colorazione dal velo, delicatamente adagiato sulle corna ancor più lucide del solito: lasciava intravedere solo alcune ciocche dei capelli raccolti con cura in una lunga e voluminosa treccia laterale, impreziosita da piccoli fiori di stoffa per tutta la lunghezza.
Daisy teneva lo sguardo basso: non aveva la certezza che le gambe l’avrebbero sostenuta se avesse incontrato fin da subito gli occhi del futuro marito, il cui pensiero da solo bastava a far fare le capriole al suo cuore impazzito.
 
Mastro Toad le teneva la mano e avanzava lento ma inesorabile con lo sguardo alto, puntato dritto verso l’altare: sapeva che se avesse intravisto anche solo per un secondo l’espressione emozionata della principessa, non sarebbe stato in grado di contenere ulteriormente la felicità che provava per lei.
 
La marcia nuziale si interruppe nel momento esatto in cui Daisy ebbe finito di salire i tre gradini che la separavano dal suo sposo: prese un lungo sospiro e solo in quell’istante decise di alzare lo sguardo: incontrò le grosse dita di Bowser che si avvicinavano al suo viso per sollevare il velo e poter finalmente guardare gli occhi blu della ragazza che tanto amava
-Sei splendida...- le sussurrò prima ancora che lei avesse messo a fuoco l’immagine che le si trovava davanti.
 
Contariamente a quanto avvenuto per la Festa delle Stelle, Bowser aveva optato per qualcosa di meno appariscente ma sicuramente di grande effetto: non indossava un cilindro candido, questa volta, e le grosse corna bianche erano in bella vista ai lati della testa. Il tuxedo bianco era stato sostituito da uno nero con dei tocchi argentati qua e là. Il colletto della camicia rosso scuro era appena visibile, ma lo era a sufficienza per far risaltare il colore degli occhi del Re, se possibile ancora più brillanti del solito.
 
Daisy rimase in silenzio per qualche secondo, incapace di ribattere o dire qualsiasi altra cosa: il suo sguardo era letteralmente rapito da lui e dalla sua piacevole presenza.
Luigi, dietro di lei, le appoggiò con dolcezza una mano sulla spalla nel tentativo di riscuoterla dai suoi pensieri: in effetti funzionò, perchè la ragazza si ritrovò ad esibire un sorriso ebete prima di allungare lentamente le mani verso quelle del consorte e tenerle per quanto possibile strette fra le sue.
 
I due sposi e i rispettivi testimoni si voltarono all’unisono verso Kamek che, richiamata la loro attenzione con una schiarita di voce, iniziò a leggere il discorso che aveva preparato con dedizione giorni prima.
 
-Cittadini del Mondo, grazie per essere qui oggi ad assistere a questa cerimonia. Oggi, come sapete, è un giorno importante, un giorno che potrebbe segnare l’inizio di un’era nuova. Un giorno in cui per una volta l’appartenenza ad un popolo o ad un altro non è stata sinonimo di allontanamento, reclusione, paura, bensì ha portato unione, forza, rispetto e amore nei cuori di due creature tanto diverse, ma tanto uguali. Oggi celebriamo insieme la vita e la speranza in un futuro in cui episodi come questo siano parte del nostro quotidiano: soltanto quando le differenze smetteranno di farci paura e le riconosceremo come motivo di crescita personale e spirituale, potremo davvero considerarci completi, abitanti del Mondo e non di un Regno soltanto.
Per questo motivo, per me e per gli sposi, la vostra presenza è tanto importante e ne siamo estremamente riconoscenti: la vostra presenza qui, e la vostra volontà a condividere con gli sposi questo momento di gioia sono il segnale che un futuro fatto di pace e prosperità tra i popoli è possibile e sempre più vicino alla nostra realtà.
In questo momento così solenne, vi invito ad alzarvi in piedi e far sentire il vostro calore a coloro che oggi decidono di unire i loro cuori in un legame indissolubile che va ben oltre la legge terrena e sfiora il divino.
 
Nessuno degli ospiti esitò un istante nell’alzarsi in piedi ed applaudire con foga Bowser e Daisy: le parole di Kamek erano la perfetta incarnazione dell’ideale in cui tutti i presenti credevano fermamente, nonchè il motivo che li aveva spinti a partecipare volontariamente alle nozze.
 
Lo scroscio di applausi si fermò solo dopo lunghi minuti, e Kamek potè riprendere da dove si era interrotto:
 
-Grazie per il vostro calore. Adesso passiamo ufficialmente alla celebrazione di questa unione. Re Bowser Koopa I, Re indiscusso del popolo dei Koopa e padrone del Regno in cui esso vi abita, volete Voi, Vostra Malvagità, Vostra Spregiudicatezza, Vostra Arroganza, prendere in sposa la qui presente Principessa Daisy per amarla, onorarla, rispettarla ogni giorno della Vostra lunga vita insieme, in ricchezza e in povertà, in salute ed in malattia, finchè morte non vi separi?
 
-Lo voglio- rispose con solennità il Re, soffiando dalle narici dense nuvole di fumo scuro.
 
-Molto bene. Mi rivolgo ora a Voi, Principessa Daisy, Principessa e Sovrana del Regno di Sarasaland, Donatrice della Vita e Dispensatrice di quanto di più buono questo Mondo ha da offrire, volete Voi accettare come sposo il qui presente Re Bowser Koopa I per amarlo, onorarlo, rispettarlo ogni giorno della Vostra vita, in ricchezza ed in povertà, in salute e in malattia, finchè mor-
-Non dirlo nemmeno per scherzo..!- commentò Bowser tappando in fretta la bocca a Kamek -Chiedile solo se è d’accordo, il “fino a quando” lo decideremo noi!
-D’accordo umh, dicevamo... Vuoi tu Princip-
-Lo voglio assolutamente- sussurrò lei abbastanza forte da sovrastare la voce dell’anziano mago che, sconsolato, passò direttamente all’ultimo foglio di appunti
-E va bene, in questo caso, è giunto il momento dello scambio degli anelli
 
In pochi secondi Junior, elegantissimo, arrivò all’altare: adagiate su un cuscino di seta e pizzi bianchi c’erano due fedi nuziali, dello stesso colore ma dalle misure diversissime: una enorme, l’altra piccolissima.
Bowser fu il primo ad afferrare, con non poche difficoltà, il piccolo anello dorato e, facendo molta attenzione, lo infilò sull’anulare della sposa insieme a quello che le aveva regalato pochi giorni prima quando aveva chiesto la sua mano.
Daisy guardò rapita i due anelli per qualche istante: era incredula, emozionata, ma felice come non le era mai capitato di essere.
 
Venne il momento di far indossare a Bowser il suo anello che, data la circonferenza, la ragazza avrebbe potuto tranquillamente usare come bracciale. Sorrise della sua stessa riflessione, decisamente fuori luogo in quel momento, e prese l’anello con entrambe le mani: facendo molta attenzione lo infilò con cura sull’anulare sinistro del Re e gli sorrise in silenzio, le guance paffute delicatamente imporporate. Anche lui si soffermò a rimirare il gioiello per qualche secondo, crogiolandosi nella sua lucentezza ma soprattutto fermandosi a riflettere sul suo significato: non gli sembrava ancora vero...
 
-Per mezzo del potere conferitomi,- proseguì Kamek dopo aver lasciato qualche minuto ai due e per non rovinare la solennità del momento -vi dichiaro Marito e Moglie. Mio Padrone, potete baciare la sposa e suggellare la vostr- va bene, non importa...- concluse Kamek voltandosi altrove, complice l’imbarazzo di vedere con i propri occhi quelle tanto attese effusioni amorose trovare finalmente compimento.
 
-Grazie per esserti presa cura di me, quel giorno. Grazie per aver continuato a sperare che nel profondo del mio cuore si nascondesse qualcosa di buono. Tu sei sempre stata e sempre sarai l’unica in grado di tirar fuori il lato migliore di me... Non credevo che avrei mai potuto dirlo, ma grazie a te oggi io vivo una vita nuova: il tuo amore e la tua dolcezza, la tua determinazione e la fiducia che nutri nei miei confronti mi hanno fatto rinascere ed è questo a farmi pensare che sia valsa la pena attendere per tutti questi anni... Per la prima volta ho davvero desiderato essere una persona migliore per qualcuno, e oggi finalmente dico addio ad una vita passata a procurare dolore agli altri solo per cercare di intravedere la fine dei miei tormenti.
 
-Non ringraziarmi, bamboccione... E non scusarti mai più: il passato è passato, e io voglio solo che te lo lasci alle spalle. Quello che conta adesso siamo io, te e la nostra famiglia- Daisy spostò lo sguardo verso gli invitati: Mario e Luigi piangevano abbracciati, sostenendosi a vicenda. Alcuni Toad saltellavano felici nonostante i grossi lacrimoni che rigavano le loro guance pallide, altri piangevano e basta confortati -se così possiamo dire- da Mastro Toad. I Tartossi, i Koopa, i Troopa, i Paratroopa e i Goomba improvvisarono insieme una danza simbolo della felicità data dalla consapevolezza che quell’unione avrebbe significato molto anche per loro. I piccoli fratelli Koopa saltellavano felici in un girotondo colorato: alcuni lanciavano in aria fiori e petali mentre Larry li faceva vorticare con la sua magia.
 
Tutti erano sinceramente e profondamente felici per la nascita di questa nuova, significativa alleanza.
 
Nella baraonda generale, però, nessuno si era accorto dell’arrivo di un ospite inaspettato: i rintocchi della campana suonata da Roy scandirono involontariamente il ritmo dei passi regali della Principessa Peach.
 
Incedeva sul tappeto rosso stando attenta a non perdere l’equilibrio per via delle scarpe niente affatto comode che aveva scelto per l’occasione: anche l’abito di sempre era stato sostituito con uno più sobrio ma dello stesso colore e i capelli solitamente sciolti erano legati in una coda di cavallo molto alta; nessun segno della piccola coroncina dorata fra i capelli dello stesso colore.
 
Per lo stupore di tutti i presenti, si avvicinò quanto bastava ai novelli sposi e, senza riuscire a trovare il coraggio di guardare negli occhi nessuno dei due, si esibì in un inchino insolitamente duraturo:
-Regina dei Koopa...- insinuò a mezza voce senza che Daisy riuscisse ad interpretare con chiarezza l’intenzione nella sua voce.
-Principessa...- rispose la ragazza, ricambiando con un inchino meno impegnativo.
-Vi porgo i miei migliori auguri per le nozze... insieme alle mie scuse
 
Daisy e Bowser si guardarono negli occhi: non erano certi di essere pronti a far tornare tutto come era sempre stato, soprattutto Daisy che nutriva ancora dei forti dubbi in merito alla veridicità delle parole di Peach, tuttavia nessuno dei due se la sentì di ribattere in malo modo o allontanarla.
 
-Grazie. È bello sapere che nonostante tutto hai trovato il tempo per venire a dirci questo- commentò Daisy con un tono tuttavia piuttosto distaccato.
Bowser rimase in silenzio, limitandosi ad appoggiare una mano sulla spalla della consorte con fare protettivo.
 
Alla vista di quel gesto, per qualche motivo, le labbra di Peach si incresparono in un sorriso appena accennato e l’espressione sul suo viso si addolcì: non sapeva se sarebbe mai arrivato il giorno in cui l’avrebbe ammesso apertamente, ma forse quella era proprio la dimostrazione che si era sbagliata per tutto il tempo e che Daisy aveva fatto una scelta più che giusta.
 
-Mi piacerebbe fermarmi, ma non vorrei disturbare o interrompere i festeggiamenti, perciò...
-Non preoccupatevi, Principessa Peach, vi riaccompagno io a casa- suggerì Mastro Toad intromettendosi nella conversazione -È stato molto rischioso, da parte vostra, venire qui da sola...
 
Anche Mario e Luigi si avvicinarono al gruppetto e proposero di tornare al Regno dei Funghi con lei.
 
-Grazie per essere venuti- disse Daisy in attesa che anche il suo consorte aggiungesse qualcosa
-Già... Grazie ancora, Mario
-Non sarebbe stato lo stesso senza di voi- continuò la ragazza rivolgendosi ora ad entrambi i fratelli -E lo stesso vale per lui, ne sono estremamente certa- concluse, indicando Bowser con un sorrisetto compiaciuto in volto.
 
-Ci vediamo presto- risposero in coro i fratelli per poi allontanarsi.
 
-Aspetta!- esclamò Daisy cercando di richiamare l’attenzione di Peach -Voglio che tu abbia questo...- le disse a bassa voce porgendole il bouquet di margherite e fiori di campo.
 
La principessa Peach sorrise e accettò in silenzio il regalo inaspettato: Daisy non era cambiata, era la Daisy di sempre: gentile, premurosa e dolcissima.
   
 
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