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Autore: Palli91    11/03/2020    1 recensioni
La storia, per come la conosciamo, lascia la coppia che tanto amiamo alle prese con problemi e cambiamenti.
Nuove vite, nuove conoscenze ed amicizie.
Ma sembra che Risa ed Otani possano superare tutto assieme, uniti dall'amore e dalle passioni che li legano.
Cosa succederebbe se Yoshi irrompesse nelle loro vite, tornando dal passato?
Ecco come evolverebbero i rapporti dei protagonisti.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Atsushi Otani, Nuovo personaggio, Risa Koizumi
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Din Don-

Quella stessa sera, mentre Risa si era trovata a rivivere vecchi ricordi attraverso oggetti del passato ed era finita con il piangere abbracciata al cuscino, rotolando tra mille pensieri e paure riguardo al presente e alla sua relazione, a qualche chilometro di distanza un distratto Otani si apprestava ad aprire la porta di casa.

Inaspettato come lo sarebbe stato un fulmine nel cielo più limpido, a squarciare la tranquilla sera stellata, già turbata dal maremoto interiore dovuto alle recenti scoperte, Otani si trovò senza preavviso Yoshi alla porta.

-Ciao Otani, scusa se sono passato così tardi, ma penso che entrambi avremmo bisogno di parlare. E di bere qualcosa. Non so ancora in quale ordine.

Così dicendo sollevò un piccolo sacchetto di plastica che lasciava intravedere le sagome di un paio di lattine di birra.

Con un debole sorriso Yoshi aspettò qualche secondo la risposta di Otani, che spiazzato, con occhi sgranati, elaborava la situazione.


Otani non era minimamente pronto ad affrontare l'amico, però rispose a sua volta con un sorriso accennato e un debole movimento del capo, prese la giacca, infilò le scarpe ed uscì in silenzio. Lasciarono li breve vialetto e si diressero lungo la strada.

L'aria fresca della sera sembrava densa e pesante per via del silenzio e le vie deserte amplificavano la tensione.

Camminarono diversi minuti l'uno affianco all'altro fino ad arrivare in un parco poco lontano, in cui si diressero verso le altalene; l'esatto luogo in cui andavano sempre da bambini a parlare.

Otani sedette su un'altalena di legno davvero piccola mentre Yoshi gli passò una birra e rimase in piedi ad osservarlo con espressione seria e decisa, sorseggiando la sua.

Sembrava che nessuno di loro volesse rompere il silenzio che li circondava, forse avevano paura di farlo.

Otani iniziò a dondolare, così che un lento e ritmico cigolio riempì l'aria.

Finalmente alzò lo sguardo, sempre dondolando, per osservare l'amico, e si fermò di scatto sorpreso di notare un'espressione molto buffa sul viso di Yoshi, che pareva stesse trattenendo a fatica una risata.

-AHAHAH!!- Esplose infine Yoshi, incapace di trattenersi oltre. -Siamo cresciuti ma restiamo sempre i soliti ragazzini idioti! AHAHAH!- E continuando a ridere piegandosi in due, alzò un braccio ad indicare un cartello attaccato alle altalene recante la scritta “Vietato l'utilizzo sopra ai 12 anni”.

Solo in quel momento Otani si rese conto di quanto dovesse sembrare insulso e buffo, così arrotolato su di un gioco per bambini davvero minuto. Si alzò di scatto imprecando seccato, ma poi scoppiò anche lui in una sonora risata.

La tensione era un po' scesa. I due non avevano bisogno di maschere od artifizi, potevano tranquillamente essere loro stessi, si conoscevano bene e nonostante gli anni trascorsi lontani e i cambiamenti che in parte li avevano resi sconosciuti, restava immutata la confidenza tra loro, quell'intesa che si ha con qualcuno con cui si ha condiviso tanto. Con qualcuno che a prescindere da lontananza e differenze, è stato e sempre resterà importante.


-Ascoltami bene.- Riprese Yoshi con tono deciso ma tranquillo una volta ristabilita un po' di serietà. -Non ho intenzione di frappormi tra te e Risa se insieme siete felici e se la vostra relazione funziona.

Un tempo sono stato innamorato di lei. Anche se eravamo molto giovani l'ho amata da subito come fosse da sempre. Ho anche sofferto a lungo quando ci siamo separati e non mi ha contattato, e solo ora grazie alle rivelazioni di Ake ne capisco i motivi. Non ho mai più provato un sentimento tanto forte per nessuna ragazza, e credimi, ce ne sono state. Ora sono perfettamente consapevole che sono passati molti anni e che sicuramente siamo tutti cresciuti e cambiati, ma quello che ho provato standole accanto al concerto due settimane fa, è un qualcosa che avevo dimenticato di saper provare, che avevo seppellito in fondo al cuore e che pensavo non sarebbe più riaffiorato.

Per rispetto della nostra vecchia amicizia non interferirò nel vostro rapporto né proverò a portartela via. Ma voglio che sia chiara una cosa: se mi accorgerò che le cose tra voi non funzionano e se non la renderai felice, io non mi farò da parte, non più. Ho sbagliato in passato e almeno in questo ora sono una persona diversa.

Ora a me importa solo di sapere che Risa stia bene e sia felice, soprattutto dopo il casino di oggi. Sapere che non soffre, anche se non sta con me, è la mia unica priorità; questo viene prima dei miei desideri e delle mie necessità.


Otani ora si trovava seduto sullo schienale di una panchina e reggeva tra le mani la lattina ormai vuota. Aveva ascoltato con attenzione assimilando ogni respiro e pausa del discorso dell'amico che ora era seduto a pochi metri da lui su di un'altra panchina.

Si guardò le mani sentendo un improvviso calore scorrere tra le dita e solo allora si accorse di aver stretto tanto la lattina da averla accartocciata ed essersi tagliato.

Mille e più pensieri stavano vorticando nella sua mente. Dapprima avrebbe voluto urlare ad Yoshi di andarsene, di sparire dalle loro vite e non farsi più vedere. Ma più di un motivo gli aveva impedito di tirare fuori questa rabbia. Non era solo per il senso di amicizia e giustizia, quelli potevano andare a farsi benedire in questa situazione.

Si rendeva conto di non sapere minimamente cosa provava Risa riguardo agli ultimi avvenimenti. Non ci aveva pensato. Era il suo ragazzo eppure non lo sapeva, semplicemente perchè non glielo aveva chiesto. Eppure avrebbe potuto, avrebbe dovuto. Ma era troppo preso da se stesso e le sue paure per pensare a come stesse lei. Lei che dava per scontato fosse forte e allegra, come sempre. Ma come stava in realtà? Era triste? Era arrabbiata? Spaventata?

Sprofondando dietro alla consapevolezza del suo egoismo, per la prima volta in assoluto si rese conto anche del peso delle parole “l'ho amata da subito”.

Cazzo.

Lui quanto ci aveva messo ad amarla? A capire di amarla o a convincersi ad amarla? Quante volte lei si era dichiarata ed umiliata, quante volte aveva pianto e sofferto anche pubblicamente e lui con superficialità la aveva rifiutata?

E dall'inizio dell'università la aveva trascurata tanto consapevolmente, l'aveva data per scontata, messa all'ultimo posto, si era dimenticato persino del suo compleanno. Sapendo di darle fastidio trascorreva il tempo con le compagne di università, lo gratificava pure saperla gelosa. E lei in tutto questo, stava bene? Era felice? Non glielo aveva mai chiesto.

E lui in tutto questo, era felice?


-Ti dimostrerò che è felice.

Fu l'unica frase che quella sera Otani riuscì a pronunciare ad alta voce, dopo un silenzio che era parso eterno.

In seguito i due ragazzi si salutarono sul limitare del parco e si diressero ognuno verso la propria casa. Ognuno naufragando nel proprio mare di pensieri. Ognuno con il telefono in mano, componendo un messaggio per lo stesso destinatario: Risa.

   
 
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