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Autore: Baranjok    12/03/2020    1 recensioni
I protagonisti della saga sono tutti umani. Clary dopo una storia burrascosa con Jace si è trasferita a Londra per coronare il suo sogno di possedere una galleria d'arte ed ha rotto i contatti con tutti. Ma l'arrivo di Isabelle con una sorprendente rivelazione fa tornare Clary nella Grande Mela. Cosà farà quando rincontrerà Jace? Scoppierà di nuovo la passione che un tempo li aveva uniti così tanto?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Nonostante tra New York e Londra ci fossero solo 4 ore di differenza, Clary dormì come un sasso quasi tutto il pomeriggio. Quando si svegliò, Matt dormiva ancora profondamente sul divano. Povero Matt, pensò Clary guardandolo, costretto a dormire sul divano perché lei non aveva avuto il coraggio di rivelare che non era il suo ragazzo. Guardò l’orologio erano le 18:30. Entrò nel bagno e si fece una bella doccia calda. Lavò e districò bene i suoi ricci e si vestì in fretta con le prima cose che recuperò in valigia. Non era mai stata alla moda come Isabelle, ma aveva partecipo a qualche sessione di shopping con lei e quindi conosceva qualche segreto, ossia non mischiare troppi colori.
Quando andò in salotto Maryse era seduta sul divano intenta a cucire. Una passione che aveva tramandato ad Isabelle, l’unica figlia femmina. Per il resto la casa sembrava deserta. Non c’era traccia di Jace il che la fece continuare a respirare normalmente.
-Cara stavo per svegliarti, desideri qualcosa di particolare per la cena?- Domandò Maryse guardandola con quei suoi occhi azzurri.
-Oh Maryse in realtà ho promesso a mia madre di passarla a trovare, quindi non resteremo per cena.-
Maryse sembrò sorpresa ma sorrise di circostanza.
-Ma certo, allora ti farò preparare qualcosa di speciale per domani.- Disse continuando a cucire.
 Alina la cameriera, sembrava una ragazza molto gentile, non faceva altro che spolverare casa e cucinare. Quella casa odorava sempre di torte appena sfornate. Quando era piccola in casa c’era un’altra cameriera si chiamava Liuba, e faceva una torta di mele da leccarsi i baffi.
Clary andò in cucina per bere un sorso d’acqua e incontrò Isabelle intenta a sistemare i confetti nei vari cestini.
-Vuoi una mano?- Domandò cercando di essere gentile.
Izzy inarcò un sopracciglio e continuò a lavorare da sola.
-Izzy..-
-Ascolta sono contenta che sei venuta, per Simon, è al settimo cielo. Ma tra me e te la situazione rimane invariata, quindi continuiamoci ad ignorare come hai fatto in questi anni.- Si alzò di scatto dalla sedia e se ne andò lasciandola sola con uno sguardo sconvolto.
 
Maryse le aveva fatto un duplicato delle chiavi, così che lei potesse uscire ed entrare di casa ogni volta che voleva. Quando arrivarono a casa dei suoi genitori Clary rimase per un po' a ciondolare fuori la porta.
-Clary tutto bene?- Matt sembrava alquanto preoccupato.
Non tornava in quella casa da sette anni. Per tutto questo tempo erano stati Jocelyn e Luke a venirla a trovare.
-Si tutto bene.- Clary bussò al campanello ed ad aprirla c’era la sua splendida mamma, sempre in forma.
-Clary!!- Urlò buttandosi tra le sue braccia, poi fu la volta di Luke, il suo patrigno che le diede un grosso bacio sulla guancia. Entrambi conoscevano Matt che salutarono con affetto.
Si misero a tavola e Clary notò subito che c’era un posto in più.
-Aspettate qualcun altro?- Domandò perplessa.
Dalla porta del bagno, in tutto il suo splendore uscì Jonathan, suo fratello.
-Jonathan? Cosa ci fai tu qua?- Clary si era alzata per salutarlo, ma lui la ignorò dando una pacca sulla schiena di Matt.
La cena proseguì silenziosa, ogni tanto Matt faceva qualche battuta oppure Jocelyn raccontava qualche aneddoto divertente.
Dopo cena Matt e Luke si sedettero sul divano e parlarono di football, mentre Jonathan si chiuse in camera sua. Clary aiutò la madre a sparecchiare e la aiutò a risistemare la cucina.
-Clary non preoccuparti ci penso io qui, tu vai a parlargli.- Jocelyn aveva sempre ammirato il rapporto tra lei e Jonathan e cercava sempre di farli chiarire quando litigavano.
Clary le diede un bacio sulla guancia ed entrò in camera del fratello.
Jonathan era di spalle con le cuffie alle orecchie, non la sentì avvicinarsi.
Sobbalzò nel vederla davanti a lui e si tolse le cuffie.
-Che cosa ci fai qui?- Le domandò quasi infastidito.
-Sono venuta a parlart…-
-Intendo qui a New York!-
-Potrei farti la stessa domanda.- Clary si sedette sul suo letto glielo aveva sempre invidiato, era almeno cento volte più comodo del suo.
-Sono venuto per lavoro, mi fermo per qualche giorno, qual è la tua scusa?-
-Io.. Simon e Izzy si sposano, sono stata invitata al matrimonio.-
Jonathan annuì e si alzò dalla sedia. Avevano litigato pesantemente. Lui sosteneva che dopo Jace lei si fosse fossilizzata e lei invece che lui dopo Regina abbia solo sfruttato Nora, la sua nuova ragazza. Erano volate parole pesanti e alla fine entrambi avevano portato rancore.
-Sicura che sia solo questo? Non hai mica intenzione di rimetterti con lui?-
-Jonathan, no, tra me e Jace non c’è più nulla e lo sai.-
-Benissimo e anche tra me e Regina, solo perché abbiamo un figlio insieme non significa che dobbiamo rimanere sposati.-
Clary sospirò, Jonathan aveva la testa proprio dura.
-Ok, io non parlerò più di lei se tu non parlerai più di lui promesso?- Chiese Clary cercando una tregua.
 Jonathan sorrise appena e poi la strinse in un abbraccio.
Dopo mezzanotte si salutarono e Jonathan si fece promettere di rivedersi prima della sua partenza. Quando tornarono a casa Matt corse subito in camera, non aveva dormito un granché e stava morendo di sonno. Clary invece si fermò in cucina, voleva prepararsi una tazza di tè fumante. La casa era buia e silenziosa. Quando accese le luci della cucina quasi non cacciò un urlo demoniaco. Jace era seduto al buio con un bicchiere di liquore tra le mani.
-Gesù Jace! Mi hai quasi fatto prendere un colpo!- Clary si portò le mani al petto e cercò di riacquistare un battito decente.
Jace non si scomodò e sorrise appena, sembrava assorto nei suoi pensieri.
-Perché non mi hai detto che saresti venuta?- Le domandò serio.
Clary si voltò a guardarlo, era bello come sempre, forse anche di più. Era cambiato, aveva un lavoro serio e a detta di Simon anche una relazione stabile. Eppure guardandolo le sembrava lo stesso di un tempo. Il ragazzo di cui si era perdutamente innamorata.
-Non sono tenuta a dirti nulla, sono stata invitata.- Clary rispose duramente.
Jace rise e con un solo colpo di polso si scolò tutto il liquido. Si alzò e le si avvicinò pericolosamente. Clary poteva sentire l’odore del suo dopobarba. Posò il bicchiere nel lavandino e le si posizionò di fronte.
Clary era in imbarazzo. Erano vicini, troppo vicini. Se si fosse sporta solo di un centimetro avrebbe potuto baciarlo, ma non si mosse.
-Cosa vuoi Jace?- Domandò Clary riprendendo il controllo. Si era girata di spalle e aveva preso il bollitore e lo stava riempendo d’acqua.
Jace non si mosse , rimase ad osservarla e le accarezzò piano i capelli. Clary fu scossa da mille brividi, ma non si girò, non avrebbe ceduto.
-Buona notte- Le disse lui allontanandosi e lasciandola ancora più confusa di prima.
 
Il mattino dopo, si svegliò molto presto. Matt era sotto la doccia perciò in vestaglia da notte scese in sala da pranzo per la colazione. Sembravano tutti già pronti per uscire, ad eccezione di Maryse e Isabelle.
Max aveva le ultime lezione al college, mentre Simon e Jace dovevano lavorare.
-Buongiorno a tutti.- Disse Clary sedendosi a tavola. C’erano pietanze di ogni tipo. Come se si fossa svegliata in un hotel a 5 stelle.
-Buongiorno a te cara, ti ho fatto preparare le frittele che ti piacciono tanto.- Mi rispose Maryse gentilmente.
 Isabelle sbuffò sonoramente e richiuse il giornale che stava leggendo.
-Mamma vado in centro a fare delle commissioni, ti serve qualcosa?- Domandò poi rivolgendosi a Maryse.
-No tesoro, va bene così.-
Si dileguarono tutti velocemente dal tavolo che rimasero solo Maryse, Clary e Matt.
-Quali sono i vostri programmi per oggi? Ci sarete per cena?- Chiese Maryse guardandoli molto dolcemente.
-Vorrei far fare un tour turistico a Matt per la città, sicuramente torneremo per pranzo.- Ammise Clary.
-Maryse come sta Robert? Non te l’ho chiesto prima per evitare brutte figure.- Maryse e Robert avevano divorziato otto anni fa, ma erano rimasti in buoni rapporti per i figli.
-Oh,  sta bene si è risposato sai.-
-Davvero?-
-Si , una donna più giovane di lui, ma va tutto bene non sono gelosa. – Ammise Maryse sincera.
-E tu? Hai qualche corteggiatore?-
-Oh, macchè. Non esco di casa da un po', Max mi ha iscritto ad uno di quei siti di incontri, ma sono negata.-
-Posso aiutarti io se vuoi.- Disse Matt mostrandosi gentile.
-Davvero?- Maryse sembrava affascinata.
-Si lui è un mago della tecnologia, può aiutarti mentre io mi preparo per uscire.-
E così Matt si cimentò a spiegare tutto a Maryse mentre Clary andaò al piano di sopra per prepararsii, ma la curiosità fu più forte di lei. Si intrufolò in camera di Jace, non era cambiata per niente. Sempre maniacalmente ordinata. Sempre lo stesso profumo. I quadri alle pareti erano diversi, così come le foto nell’angolo in alto dello specchio. Fu lì che sii accorse di un quadro. Era suo, lo aveva dipinto due o tre anni fa almeno. C’era la sua firma di lato C.A.M., lo aveva venduto mentre era fuori città, era stata la sua assistente a  venderlo. Possibile che fosse venuto fino a New York per comprare un suo quadro?Si girò di scatto, doveva uscire da quella camera. Doveva dimenticarlo. Ma a volte più cerchi di dimenticare qualcuno più i ricordi ti piombano addosso come frecce avvelenate.

  
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