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Autore: mente_aggrovigliata    12/03/2020    1 recensioni
Questa è una raccolta dei miei pensieri notturni, quelli che non avevo mai fatto leggere a nessuno.
Genere: Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vedo nello specchio
Il mio peggior nemico
Solo un riflesso
“Sono così davvero?”
Mi chiedo, mi dico
Sembra tutto sciogliersi
Non smette di muoversi
Sono una zebra
Ricoperta da striature
Vorrei tagliarmi via le membra
Ogni secondo espandersi mi sembra
Sono in un corpo sbagliato
Che da me non sarà mai amato
Dammi la matita
Mi disegno, mi formo
La strada è tutta in salita
Voglio volare via con quello stormo
Ma continuo a correre
Senza meta sul tapis roulant
Mi sento a metà
Prendo il telefono
Un’altro specchio
Vorrei vomitare nel secchio
Urlerei nel megafono
Come un’emoji scelgo un sorriso
Ma pure così sembra impreciso
E nemmeno la luce aiuta
Brilla tutto tranne me
Indosserei sempre una muta
Buccia d’arancia
A soli 22 , immagina ai 23
E mi fissa dal basso , la bilancia
Mi si rivolta lo stomaco
Stride il fegato
Devo evadere
La mia pelle solo una prigione
Questa non è finzione
Non mi è permesso cedere
Ma mi ricorderò per sempre quella volta
Che la bidella mi ha detto
“Non sono 4 ossa, di ciccia ce n’è molta”
Forse non doveva, ma mi fece effetto
Un’altro giorno , avevo dodici anni
Me ne stavo nel camerino con mia madre
“Le tue cosce sono più grandi”
E io le volevo solo leggiadre.
O quando i vestiti della mia amica non mi stavano
Trattenevo sempre il fiato
Nei fianchi i jeans si incastravano
Esplodevo in un pianto, un boato
Crescendo non piangevo più
Ma ogni ragazza più magra mi buttava giù
E nelle felpe enormi mi nascondevo
“Mangia meno” mi ripetevo .
Solo che non potevo.
Oramai la mia mente era infetta
Lo è ancora, anche se corro più in fretta
Ogni ricordo è una lametta
Vorrei fermarmi e dirmi “ehy, aspetta”.
Stavo male e mi abbuffavo
Dal salato al dolce rapida passavo
E con la musica al massimo
Tutto il male sbrodolavo nella tazza
Nessuno lo sapeva, mi avrebbero creduta pazza
Ogni sera, dopo cena , un classico .
Il peggio però doveva ancora arrivare
Lui mi doveva amare
Invece mi iniettó solo del male
Forse cercava di consigliare
Ma sembrava solo criticare.
Dal vomito sono passata al sangue
Braccia, pancia e gambe.
Da dentro di me la sofferenza doveva uscire
La pillola però non si può mai addolcire.
Una mattina però smisi di mangiare
Dicevo a tutti di condurre una vita salutare
Zero energie
Solo apatie
Fin quando non svenni su quel treno
Da lì decisi di tirare il freno .
È che non è mai finita
Una guerra, la storia infinita.

   
 
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